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Il segmento testuale Stato operaio è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 573

Brano: Giovana, Mario

Venezia, Udine, Verona, Pisa, Modena, Parma, Ravenna, Livorno).

Anno giudiziario 1932: 31 processi, riguardanti rispettivamente « l'Avanti! » (Torino), « Battaglie sindacali » (Reggio Emilia, Bologna, Torino), La caserma (Parma, Bologna), Falce e Martello (Napoli), Lazio comunista (Roma), La libertà (Bologna, Torino, Genova), L'operaio bolscevico (Napoli), Scintilla (Napoli), Soccorso rosso (Reggio Emilia, Firenze), «Lo Stato operaio» (Milano, Torino), «l’Unità» (Milano, Torino, Napoli, Venezia, Firenze, Bologna, Modena, Reggio Emilia), Voci d'officina (Torino).

Anno giudiziario 1933: 18 processi, riguardanti rispettivamente « Avanguardia » (Terni, L’Aquila, Teramo, Vercelli), «La caserma» (Roma, Milano, Firenze, Bologna, Pesaro), «Deio» (Gorizia, Pola, Trieste), «La risaia» (Vercelli), «Il risveglio » (Milano), « La scintilla » (Vercelli), «Lo Stato operaio» (Bologna, Forlì, Milano, Venezia), «l’Unità » (Milano, Bologna, Forlì, Firenze, Venezia, Padova, Roma, Reggio Emilia).

Anno giudiziario 1934: 23 processi, riguardanti rispettivamente « Avanguardia » (La Spezia), «Battaglie sindacali » (Bari, Taranto, Genova), « La caserma » (Forlì, Genova), « Deio » (Trieste, Gorizia, Istria), Il giornale degli operai (Torino), La Libertà (Torino), « Il proletario» (La Spezia), «Lo Stato operaio» (Ferrara, Bologna, Genova, Torino, Milano), « l’Unità » (Reggio Emilia, Torino, Ferrara, Bari, Taranto, La Spezia, Forlì, Ancona, Genova, Udine, Milano, Firenze).

Anno giudiziario 1935: 20 processi, riguardanti rispettivamente « Deio » (Trieste), « Lo Stato operaio » (Novara, Savona, Siena), « l’Unità » (Firenze, Savona, Siena, Trieste, Novara) .

Anno giudiziario 1936: 28 processi, riguardanti rispettivamente « Avanguardia » (Milano, Torino), «Battaglie sindacali » (Milano, Torino), «Gioventù comunista» (Milano), « Giustizia e Libertà » (Cuneo, Torino), «Nuovo Avanti!» (Verona), Il premilitare rosso (Torino, Genova), « Soccorso rosso », « Lo Stato operaio » (Parma, La Spezia, Firenze, Como, Milano, Torino), « l’Unità » (Parma, La Spezia, Bologna, Torino, Como, Viterbo, Gorizia, Milano, Torino).

Anno giudiziario 1937: 20 processi, riguardanti rispettivamente Italia Libera (Verona), «Nuovo Avanti!» (Milano, Vercelli), «Lo Stato ope

raio » (Firenze), « l’Unità » (Firenze, Bologna, Reggio Emilia).

Anno giudiziario 1940: 14 processi, riguardanti rispettivamente il Bollettino del Partito comunista italiano (Avezzano), Contrattacco (Torino), « La scintilla » (Terni, Roma), « Lo Stato operaio» (Genova), « l'Unità » (Genova).

Anno giudiziar[...]

[...]ologna, Torino, Como, Viterbo, Gorizia, Milano, Torino).

Anno giudiziario 1937: 20 processi, riguardanti rispettivamente Italia Libera (Verona), «Nuovo Avanti!» (Milano, Vercelli), «Lo Stato ope

raio » (Firenze), « l’Unità » (Firenze, Bologna, Reggio Emilia).

Anno giudiziario 1940: 14 processi, riguardanti rispettivamente il Bollettino del Partito comunista italiano (Avezzano), Contrattacco (Torino), « La scintilla » (Terni, Roma), « Lo Stato operaio» (Genova), « l'Unità » (Genova).

Anno giudiziario 1941: 13 processi, riguardanti rispettivamente « Deio » (Trieste), Plamen (Trieste, Istria), Iskra (Trieste, Istria).

Anno giudiziario 1942: 16 processi, riguardanti « Deio » (Trieste, Gorizia, Istria).

Anno giudiziario 1943: 12 processi, riguardanti « Deio » (Gorizia, Trieste).

Nella Guerra di liberazione

Altrettanto difficile è stabilire il numero dei giornali e dei periodici stampati alla macchia dopo la caduta del regime fascista e durante la Guerra di liberazione nazionale. Per il periodo che va dal 25.7.1943 al 25.4.1945 l[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 572

Brano: [...]ttosto che scomparire, i fogli illegali costituirono l’unica voce libera e davvero indipendente in Italia.

Giornali clandestini vennero stampati alla macchia, con i mezzi più diversi, più o meno da tutti i movimenti antifascisti, ma con particolare ampiezza e varietà da coloro che, come i comunisti, svolsero un'attività politica pressoché ininterrotta ed estesa all’intero paese. Tra le testate più importanti, oltre alle comuniste (l'Unità, Lo Stato operaio, Avanguardia, Battaglie sindacali) si ricordano l’Avanti!, il Nuovo Avanti!, Giustizia, Giustizia e Libertà, Giovane Italia, Quarto Stato, Pietre, Il Becco giallo e altre ancora (si vedano, per le pubblicazioni più significative, le specifiche voci). È praticamente impossibile stabilire il numero delle pubblicazioni clandestine prodotte nel corso del ventennio fascista aH'interno o all'estero (generalmente in Francia o in Svizzera, stampate su finissima cartariso, oppure su matrici di zinco che venivano poi introdotte in Ita

lia). Un'opera pubblicata a cura di Adriano Dal Pont, Alfonso Leo[...]

[...] illegale.

Anno giudiziario 1927: 34 processi, riguardanti rispettivamente « Avanguardia » (Istria, Trieste, Biella, Terni, Reggio Emilia), « Battaglie sindacali» (Trieste, Genova, Torino, Milano, Reggio Emilia), Compagna (Istria, Biella, Milano, Genova), Deio (Trieste, Istria), « La Lancia » (Torino), Ordine Nuovo (Biella), Pagine rosse (Biella), Il pungolo (Biella), La recluta (Bologna), Il Sindacato rosso (Biella), La squilla (Torino), «Lo Stato operaio» (Biella, Milano, Genova, Torino), La torcia (Torino), «l’Unità» (Torino, Genova, Siena, Varese, Trieste, Milano, Bologna, Roma, Biella), La Voce della Gioventù (Biella).

Anno giudiziario 1928: 119 processi, riguardanti rispettivamente « Avanguardia » (Roma, Terni, Imperia, Livorno, Bologna, Milano, Torino), « Battaglie sindacali » (Varese, Milano, Savona, Genova, Terni, Impe

ria, Torino, Como, Trieste, Reggio Emilia), «Compagna» (Milano, Torino, Genova), Falce e martello (Milano), Fanciullo proletario (Roma), «La Fiaccola» (Genova), Fronte unico (Genova, Messina, Reggio Calabria, Poten[...]

[...]milia, Genova, Milano), «Battaglie sindacali» (Bologna, Ferrara, Genova, Milano, Cremona, Savona), Borba (Fiume), La caserma (Parma, Reggio Emilia, Genova), «Compagna» (Savona), «Deio» (Gorizia, Trieste), «La Fiaccola» (Genova, Milano), «Fronte Unico » (Genova, Milano), « Il Galletto rosso » (Genova, Milano, Torino), Klazna Borba (Fiume), Non Mollare, Il nuovo (Venezia, Trieste), «La recluta» (Genova, Milano), La scintilla (Genova, Milano), « Lo Stato operaio » (Torino, Milano, Genova), «l’Unità» (Verona, Venezia, Trieste, Parma, Reggio Emilia, Milano, Torino, Genova, Firenze, Padova, Cremona).

Anno giudiziario 1930: 29 processi, riguardanti rispettivamente Alleanza nazionale (Roma, Verona, Ancona), «Avanguardia» (Torino, Milano, Roma, Pisa), «Borba» (Trieste, Istria), «La caserma» (Torino, Milano), « Deio* (Istria), Primorski Glas (Trieste, Istria), La risaia (Torino, Vercelli), La riscossa (Milano, Pavia), « Lo Stato operaio » (Firenze, Torino), Svoboda (Trieste, Istria), Il tramviere (Milano), « l'Unità » (Gorizia, Firenze, Torino, Milano, R[...]

[...]o, Genova), «l’Unità» (Verona, Venezia, Trieste, Parma, Reggio Emilia, Milano, Torino, Genova, Firenze, Padova, Cremona).

Anno giudiziario 1930: 29 processi, riguardanti rispettivamente Alleanza nazionale (Roma, Verona, Ancona), «Avanguardia» (Torino, Milano, Roma, Pisa), «Borba» (Trieste, Istria), «La caserma» (Torino, Milano), « Deio* (Istria), Primorski Glas (Trieste, Istria), La risaia (Torino, Vercelli), La riscossa (Milano, Pavia), « Lo Stato operaio » (Firenze, Torino), Svoboda (Trieste, Istria), Il tramviere (Milano), « l'Unità » (Gorizia, Firenze, Torino, Milano, Roma, Udine, Napoli, Rieti, Pisa).

Anno giudiziario 1931: 70 processi, riguardanti rispettivamente «Alleanza nazionale» (Ancona), «Avanguardia » (Trieste, Gorizia, Pisa, Reggio Emilia, Bologna, Varese, Milano), «Il Becco giallo» (Roma, Cagliari,Firenze), Bollettino del Partito comunista d’Italia (Varese, Trieste, Milano), Borsalino (Alessandria), «Deio» (Fiume, Trieste), « Giustizia e Libertà » (Milano, Genova, Torino, Bologna, Roma, Cagliari, Firenze), lì ribelle (Trieste,[...]

[...]nazionale» (Ancona), «Avanguardia » (Trieste, Gorizia, Pisa, Reggio Emilia, Bologna, Varese, Milano), «Il Becco giallo» (Roma, Cagliari,Firenze), Bollettino del Partito comunista d’Italia (Varese, Trieste, Milano), Borsalino (Alessandria), «Deio» (Fiume, Trieste), « Giustizia e Libertà » (Milano, Genova, Torino, Bologna, Roma, Cagliari, Firenze), lì ribelle (Trieste, Gorizia), La riscossa proletaria (Trieste, Gorizia), Il risveglio (Milano), «Lo Stato operaio» (Firenze, Modena, Parma, Reggio Emilia, Bologna, Milano), «l'Unità» (Reggio, Bologna, Milano, Varese, Alessandria, Firenze, Trieste, Gorizia,

572



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 692

Brano: Stato operaio, Lo

settembre del 1939, con periodicità settimanale.

La redazione, diretta da P. Togliatti, Ruggero Grieco (v.) e Giuseppe Berti (v.) che si alternarono praticamente nel dirigere la rivista, comprese via via Luigi Longo (v.), Eg'h dio Gennari (v.), Alfonso Leonetti (v.), Emilio Sereni (v.), Mario Montagnana (v.), Aladino Bibolotti (v.), Ambrogio Donini (v.), Giovanni Parodi (v.). Vi scrivevano inoltre Giuseppe Di Vittorio (talora sotto lo pseudonimo di Nicoletti), Agostino Novella, Celeste Negarville, Anseimo Marabini, Giorgio Amendola.

Le tirature del periodico variarono dalle 2.000[...]

[...]i problemi politici da affrontare e delle lotte da condurre » (Franco Ferri).

Attraverso le pagine della rivista venne svolto un minuzioso lavoro di indagine critica sulla natura del fascismo e fu costantemente portato avanti un tentativo di cogliere nella loro ampiezza i problemi della realtà internazionale, in funzione della lotta dei comunisti italiani in stretta consonanza con le direttive della Terza Internazionale.

La peculiarità di “Stato operaio” consiste nell’aver testimoniato, accanto ai limiti e alle settarie chiusure di un gruppo rivoluzionario proteso a conquistare una prospettiva egemonica per il movimento operaio in termini rigorosamente leninisti, il processo di elaborazione teorica e politica che questo stesso gruppo si studiò di condurre con il massimo di aderenza ai dati reali delle situazioni, allo scopo di non perdere mai di vista il referente primo della propria azione, cioè l’Italia. La rivista rispecchiava la volontà di concepire, momento per momento, l’intero sforzo di pensiero e di lotta dei comunisti come “in* tern[...]

[...]è l’Italia. La rivista rispecchiava la volontà di concepire, momento per momento, l’intero sforzo di pensiero e di lotta dei comunisti come “in* terno” al Paese, e non già come confinato nei tentativi dell’esilio. In tal senso, la metodologia della ricerca

e dell’approccio alla previsione degli svolgimenti politici riflette una prassi che sarà della migliore tradizione dell’insegnamento di Antonio Gramsci e di Togliatti.

In tale contesto, “Stato operaio” rivelava pure i ritardi, le impuntature polemiche verso le altre forze deHantifascismo militante, le oscillazioni inevitabili nella condotta dell’iniziativa politica che, in circostanze tanto eccezionali e convulse, non potevano non prodursi in una direzione politica che era anche Tunica, tra tutte le forze dell’opposizione al regime, a rispondere di un'incessante proiezione d’attività in Italia, pagata a durissimi prezzi. Dalle pagine della rivista emersero i cardini del pensiero di uomini come Sereni e Grieco sulla questione meridionale (v.), le analisi di Longo sull’evoluzione imperialist[...]

[...]ier proibì in Francia la pubblicazione della rivista. Le successive vicende connesse al conflitto mondiale e in particolare alla stipula del Patto di non aggressione russotedesco (v.), disperdendo il gruppo dirigente comunista insediato a Parigi resero impossibile anche una pubblicazione clandestina del periodico. A metà del marzo 1940, a New York dove si erano trasferiti, Giuseppe Berti e Ambrogio Donini ripresero a stampare una nuova serie di “Stato operaio”, facendone giungere clandestinamente qualche centinaio di copie in Italia per mezzo di amici marittimi. Questa nuova serie si concluse nel dicembre 1943; ma, sia per difficoltà oggettive provocate appunto dal

lo slacciamento dei contatti imposti dalla lontananza fra i dirigenti comunisti, sia per l'impronta conferita alla linea della rivista, in un paese ostile e nei frangenti più tormentati del dibattito in seno al P.C.I., questo rinnovato impegno attorno a essa non ebbe la ricchezza né la vastità di orizzonti d’esplorazione

delia serie che l’aveva preceduta.

Si veda l’antologia, a[...]

[...]icoltà oggettive provocate appunto dal

lo slacciamento dei contatti imposti dalla lontananza fra i dirigenti comunisti, sia per l'impronta conferita alla linea della rivista, in un paese ostile e nei frangenti più tormentati del dibattito in seno al P.C.I., questo rinnovato impegno attorno a essa non ebbe la ricchezza né la vastità di orizzonti d’esplorazione

delia serie che l’aveva preceduta.

Si veda l’antologia, a cura di F. Ferri, Lo Stato Operaio — 19271939, Editori Riuniti, 1964, voli. 12.

M.Gi.

Statuto Albertino

Legge fondamentale del Regno d’Italia, rimasta in vigore fino al referendum del 2.6.1946 e poi sostituita dalla Costituzione (v.) della Repubblica.

Lo Statuto Albertino, divenuto Statuto del Regno d’Italia con legge n. 4671 del 27.3.1861, fu emanato da Carlo Alberto, re di Sardegna, il 4.3.1848, in un periodo in cui molte popolazioni europee si erano impegnate in vasti moti politici, dando luogo a quella che fu definita “la primavera dei popoli”. “Elargito” da Carlo Alberto in seguito alla pressione sociale, come[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 252

Brano: [...]i sindacati

Il motivo centrale di controversia tra l’opposizione operaia e i massimi dirigenti bolscevichi verteva sulla funzione che i sindacati avrebbero dovuto svolgere nel regime sovietico e, più in generale, sul ruolo spettante alla classe operaia nella fase di dittatura del proletariato. Nel partito erano emerse a tale riguardo tre posizioni: quella di Trotzkij, che sosteneva la necessità di una integrazione totale dei sindacati nello « Stato operaio » con il solo compito di stimolare la produttività del lavoro (Trotzkij pensava addirittura di applicare nelle fabbriche e in campo sociale gli stessi sistemi in uso neH’Armata Rossa, fino a sostenere la « militarizzazione del lavoro »); quella di Lenin che, convinto da parte sua che l’economia russa fosse obiettivamente ancora di tipo capitalista e precapitalista, sosteneva invece che i sindacati avrebbero dovuto agire come organi di tutela della classe lavoratrice nei confronti dello Stato, perché questo non era uno Stato operaio puro, bensì uno « Stato operaio e contadino » affetto da « de[...]

[...]nsava addirittura di applicare nelle fabbriche e in campo sociale gli stessi sistemi in uso neH’Armata Rossa, fino a sostenere la « militarizzazione del lavoro »); quella di Lenin che, convinto da parte sua che l’economia russa fosse obiettivamente ancora di tipo capitalista e precapitalista, sosteneva invece che i sindacati avrebbero dovuto agire come organi di tutela della classe lavoratrice nei confronti dello Stato, perché questo non era uno Stato operaio puro, bensì uno « Stato operaio e contadino » affetto da « deformazioni burocratiche »; e infine, in polemica con Lenin e Trotzkij, quella dell’opposizione operaia che denunciava la militarizzazione e la burocratizzazione della società e del

lo Stato, opponendo la necessità di un « controllo operaio » sulla produzione delle aziende, controllo che doveva essere esercitato dai sindacati e da un congresso di produttori su scala nazionale.

Come misura immediata, gli oppositori rivendicavano l’uguaglianza



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 669

Brano: [...]a fuori legge, VAvanti! (v.) aveva già subito ben 115 sequestri, mentre il gior

nale comunista /'Unità (v.), fondato a Milano il 12.2.1924, quantunque avesse raggiunto in pochi mesi la tiratura quotidiana di 34.000 copie, a causa delle misure liberticide doveva la propria diffusione essenzialmente all’opera coraggiosa dei militanti del partito che non si facevano intimidire dalle azioni squadristiche. Analoga sorte era toccata alla rivista Lo Stato operaio e, in genere, a tutti gli altri fogli di opposizione, vessati dai provvedimenti restrittivi, dalla censura e da molteplici forme di boicottaggio, violento o sotterraneo. Importante fu l’esperienza della rivista Pietre (v.), l’ultima pubblicazione antifascista sopravvissuta in Italia alle leggi liberticide.

La stampa dell’emigrazione

Costretti per legge al silenzio in patria, alla fine del 1926 gli oppositori antifascisti trasferirono all’estero i loro centri dirigenti e iniziarono a stampare materiali (giornali, opuscoli, volantini ecc.) diretti a mantenere viva e organizzata l’opposizi[...]

[...] e aderenti al movimento di “Giustizia e Libertà” (v.) ; in minor misura da repubblicani e anarchici. Più continua e consistente sarà l’infiltrazione della stampa comunista in Italia; decisamente minore quella delle altre forze, anche se i giellisti avranno periodi di notevole diffusione delle loro pubblicazioni, comunque sempre in quantità limitate.

Salvo brevi periodi di eclisse, i comunisti riuscirono ad assicurare un flusso costante de Lo Stato operaio (v.) stampato a Parigi, nonché dei testi delle risoluzioni politiche del partito e degli organismi internazionali. Tra il 1930 e il 1937, sia pure con interruzioni dovute agli arresti dei gruppi clandestini attivi in patria e al carattere precario dei collegamenti, i dirigenti di “Giustizia e Libertà” inviarono dall'estero in Italia numerosi opuscoli.

La stampa dei materiali veniva fatta in formati maggiormente adatti a sfuggire ai controlli polizieschi e su carta leggera, per contenere il maggior numero di copie nel minor spazio e nel peso più ridotto. “Lo Stato operaio”, ad esempio, veni[...]

[...]a il 1930 e il 1937, sia pure con interruzioni dovute agli arresti dei gruppi clandestini attivi in patria e al carattere precario dei collegamenti, i dirigenti di “Giustizia e Libertà” inviarono dall'estero in Italia numerosi opuscoli.

La stampa dei materiali veniva fatta in formati maggiormente adatti a sfuggire ai controlli polizieschi e su carta leggera, per contenere il maggior numero di copie nel minor spazio e nel peso più ridotto. “Lo Stato operaio”, ad esempio, veniva stampato in edizioni apposite su

669



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 691

Brano: Stato operaio, Lo

addirittura abolire l'istituto del sottocapo di S.M.G. e, presa in mano la propria carica, varò il R.D. 27.6. 1941 n. 661 che rafforzava i suoi poteri non verso Mussolini ma sugli altri capi di S.M.. Tuttavia, benché Cavallero avesse cercato di impedirlo, i capi di S.M. della marina e dell'aeronautica, in quanto sottosegretari e perciò membri del governo, continuarono ad avere accesso diretto a Mussolini. Lo S.M.G. veniva trasformato in Comando Supremo (C.S.) e riceveva razionale organizzazione, formando tre reparti e numerosi uffici con centinaia di ufficiali. In pratica il C.S., oltr[...]

[...]tre ministeri militari si fonderanno in quello della Difesa.

Gli S.M., come tutte le Forze Armate, nonostante l’orientamento monarchico deH’ufficialità si comportarono lealmente nel trapasso dalla monarchia alla repubblica (giugno 1946). Ricordiamo, in proposito, la personale correttezza del capo di S.M. dell’esercito Raffaele Cadorna, legato alla Resistenza, monarchico ma per tradizione familiare non grande estimatore dei Savoia.

L.Ce.

Stato operaio, Lo

Settimanale di orientamento politico pubblicato, a partire dal 16.8. 1923, da Pai miro Togliatti (v.) e da un gruppo di dirigenti del Partito comunista d’Italia. Concepito in una delle fasi più drammatiche della storia del partito, anche per il complesso dibattito interno sulla strategia e sulla tattica da seguire in relazione all’esplodere dell'assalto fascista allo Stato, venne stampato a Milano in condizioni già di semiillegalità e fu faticosamente mantenuto in vita fino al giugno del 1925, tra continue mutilazioni imposte dalla censura e ripetuti sequestri, finché le leggi eccezion[...]

[...] complesso dibattito interno sulla strategia e sulla tattica da seguire in relazione all’esplodere dell'assalto fascista allo Stato, venne stampato a Milano in condizioni già di semiillegalità e fu faticosamente mantenuto in vita fino al giugno del 1925, tra continue mutilazioni imposte dalla censura e ripetuti sequestri, finché le leggi eccezionali fasciste del novembre 1926 non ne proibirono definitivamente l’uscita.

Edito nelTesilio

“Lo Stato operaio” riprese le pubblicazioni a Parigi, dal marzo 1927, con il sottotitolo di “Rassegna di politica proletaria”, inaugurando una serie destinata a protrarsi fino al

691



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 170

Brano: [...]estare la burocrazia e rigenerare la democrazia sovietica. A differenza della rivoluzione del 1917 questa rivoluzione non doveva essere di natura sociale, ma squisitamente politica, in quanto non aveva il compito di mutare la struttura sociale (già fondamentalmente socialista), ma solo quel

lo di modificare e riconsegnare alla classe operaia il potere politico. Nella sua conclusione, Trotzkij perveniva così a definire

I U.R.S.S. come uno « Stato operaio degenerato ».

Dal 1938 al 1940, nei due anni che

lo separarono dalla morte, Trotzkij diresse il mpvimento della Quarta Internazionale con direttive, lettere e scritti, sempre impegnato a sottoporre a critica le decisioni politiche dei suoi seguaci in tutto il mondo e a difendersi dalle infamanti accuse lanciate contro di lui dagli stalinisti. Nei processi che insanguinarono la Russia dal 1936 al 1939 egli venne sempre indicato come il mandante di tutti gli incredibili e innumerevoli crimini imputati ai condannati a morte. Con ciò, Stalin conferì al suo pur lontano e disarmato avversario[...]

[...]
La polemica sulla “natura sociale,J dell’U.R.S.S.

La crisi del trotzkismo, tra lacera

zioni e successive riconciliazioni, ebbe inizio quando Trotzkij era ancora in vita. Uno dei fattori di maggior contrasto, che causò numerose scissioni durante e dopo la Seconda guerra mondiale, derivava da divergenze sull’analisi della natura sociale dell’U.R.S.S.. Lo stesso Trotzkij del resto si era reso conto che la sua definizione dell’U.R.S.S. come « Stato operaio degenerato » richiedeva quanto meno una verifica storica e l'aveva infatti formulata transitoriamente, in attesa che la guerra ne dimostrasse o meno la fondatezza.

Il Patto di non aggressione russotedesco (v.), stipulato da Stalin con i nazisti nell’agosto del 1939 e l’aggressione russa alla Finlandia furono alla base della prima scissione nel trotzkismo nordamericano: Max Schachtman e James Burnham, seguiti da un certo numero di compagni, lasciarono il Socialist Workers Party (trotzkista) ritenendo insufficiente ed errata l’analisi di Trotzkij relativa allo stalinismo. Analogamente a quan[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 172

Brano: [...]iali, non riconobbero invece in Castro un comunista e sostennero che a Cuba vi era stato solo un cambiamento nella direzione politica.

Nei primi anni Sessanta i seguaci di Pablo individuarono nel movimento comunista internazionale la formazione di una “terza tendenza” (tra la Cina e l’U.R.S.S.) comprendente Cuba, il Vietnam e la Corea del Nord; anche l'Algeria, che aveva nazionalizzato qualche industria, stava per diventare ai loro occhi uno “Stato operaio”. Questo “terzomondismo” esasperato indusse la maggioranza dell’organizzazione a rompere con il proprio leader (1964).

Un’altra tendenza, che si sviluppò nell’America Latina intorno a Posadas, si era staccata dal Segretariato nel 1962 per esaltare il “terzomondismo”, nel quadro di una singolare concezione della rivoluzione permanente, fino alla caricatura: Posadas vedeva in ogni paese che si fosse emancipato dal colonialismo uno « Stato operaio » in formazione, tanto che in breve tempo egli riuscì a distinguere ben 14 “Stati operai” più altri 9 in formazione, fra i quali la Birmania, la Guinea e Zanzibar.

Nel 1963 un congresso ricongiunse al Segretariato Internazionale alcuni tronconi del Comitato Internazionale dando vita a un Segretariato Unificato. Ne rimasero fuori l’importante gruppo francese diretto sempre da Lambert (nel frattempo denominatosi Organisation Communiste Internationaliste) con le sue appendici internazionali, la Socialist Labour Ligue diretta da Healy e altre formazioni minori.

Nel movimento del ’68

Ouan[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 245

Brano: Labriola, Arturo

che hanno l'istinto dell’intrigo e dell'imbroglio, se la ridono allegramente di tutti cotesti intransigenti, astensionisti ed agitatori a vuoto, perché sanno di ottenere la responsabilità piena nello sfruttare lo Stato. Ormai è dogmatico che il movimento cosiddetto operaio puro dell'Alta Italia non serva che a preparare il trionfo dei clericomoderati » (Roma, 6.3.1892).

Bibliografia: D. Riazanov, Antonio Labriola, In Stato operaio » n. 7, settembre 1927, Parigi, Feltrinelli, 1966; L. Dal Pane, Antonio Labriola, la vita e il pensiero, Editori Riuniti, Roma, 1970; G. Berti, Materiali per il centenario di A. Labriola, « Stato operaio », ediz. di New York, novembre 1941gennaio 1943, Reprint Feltrinelli, 1966; A. Gramsci, Il materialismo storico, Einaudi, Torino, 1949; P. Togliatti, Per una giusta comprensione del pensiero di A. Labriola, « Rinascita », nn. 47, 1954; L. Cafagna, Profilo biografico e intellettuale, « Rinascita », numeri citati.

Labriola, Arturo

N. a Napoli il 21.1.1873, ivi m. il 23.6.1959.

Di famiglia artigiana, si laureò ventiduenne con una tesi sulle dottrine economiche di Quesnay. A

14 anni già militava nel Circolo della Gioventù Operosa, di tendenze repubblicane, e qui conobbe il giovane Gin[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 481

Brano: [...]ricolosa a quei comunisti che, quantunque legati alla ferrea disciplina di partito, mal digerivano per questioni di principio il compromesso con il fascismo.

Sulle reazioni provocate dall’appello tra i comunisti carcerati in Italia si avrà la testimonianza di Pietro Secchia (v.): « ...quando nell'autunno del 1936 ci pervenne l’appello del partito: Per la salvezza dell'Italia e la riconciliazione del popolo italiano, pubblicato in agosto su Lo Stato operaio, il suo contenuto provocò larga discussione fra tutti i compagni; il nostro comitato direttivo difese e sostenne l’indirizzo del manifesto e lo popolarizzò a tutti i gradini dell’organizzazione, sia pure attenuandone i passaggi più indigesti. Ma tra di noi del direttivo e alcuni compagni a noi più vicini l’appello fu discusso, e si manifestò apertamente, su alcune parti del manifesto stesso, il nostro dissenso che decidemmo dt fare conoscere al centro estero del partito. la parte che suonava più ostica e meno accettabile era quella che aveva per titolo I comunisti fanno proprio il programma f[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Stato operaio, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---comunista <---fascismo <---italiano <---fascista <---antifascista <---comunisti <---Partito comunista <---Storia <---italiana <---socialista <---Lo Stato operaio <---italiani <---C.L.N. <---fascisti <---fasciste <---P.C.I. <---antifascisti <---Antonio Gramsci <---Diritto <---P.S.I. <---socialisti <---Bibliografia <---Comitato centrale <---capitalismo <---U.R.S.S. <---italiane <---socialismo <---stalinismo <---Ordine Nuovo <---P.C. <---Pratica <---antifascismo <---antifasciste <---dell'Internazionale <---riformista <---Bruno Buozzi <---Editori Riuniti <---Paimiro Togliatti <---Partito Operaio <---Stato Operaio <---capitalista <---ideologico <---marxista <---sindacalisti <---trotzkismo <---Agraria <---Alfonso Leonetti <---Arditi del popolo <---Battaglie sindacali <---Bollettino del Partito <---Brigata G <---C.G.L. <---C.V.L. <---Comando generale del Corpo <---Corea del Nord <---Critica sociale <---Filosofia <---Giuseppe Berti <---Giuseppe Di Vittorio <---Il lavoratore <---Il risveglio <---Italia Libera <---La Spezia <---La caserma <---La guerra <---La prima <---La risaia <---Lega dei Comuni <---Lo Stato Operaio <---Luigi Longo <---O.N.U. <---Ordine nuovo <---PCI <---Pietro Secchia <---Primo Maggio <---Repubblica Sociale Italiana <---Retorica <---S.S. <---San Pietro <---Sistematica <---Terzo Mondo <---U.S.A. <---Voix Ouvrière <---bordighiana <---capitalisti <---collettivismo <---comuniste <---corporativismo <---dell'Italia <---giellisti <---latifondisti <---marxiste <---nazista <---nell'Italia <---opportunismo <---riformisti <---sciovinisti <---sindacalismo <---socialiste <---staliniane <---trotzkista <---trotzkisti <---A.D.P. <---A.N.P.I. <---A.N.S. <---A.S <---Adriano Dal Pont <---Affermatosi in Francia <---Agli S <---Agli S M <---Al VI <---Aladino Bibolotti <---Alfeo Brandi <---Alleanza nazionale <---Amato Vittorio <---André Leroux <---Antonio A Gi <---Antonio A Gib <---Antonio Labriola <---Architettura di Roma <---Architettura in Italia <---Armata in 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