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Il segmento testuale Stato democratico è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 428Entità Multimediali , di cui in selezione 12 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 68

Brano: [...]slavia, 1947).

Nel 1949, dopo il distacco della Jugoslavia (v.) dagli altri paesi dell’Europa orientale e

nel clima di quella rottura, Dimitrov dava del regime di democrazia popolare una definizione che ne accentuava decisamente l’elemento classista (di dittatura del proletariato), internazionalista e di legame nei confronti dell’Unione Sovietica:

« In che cosa consiste l’essenza del problema?

1) Si sa che la democrazia popolare e lo Stato democratico popolare sono diventati possibili dopo la sconfitta delle forze del fascismo tedesco, per effetto della storica vittoria riportata dall’Unione Sovietica nella seconda guerra mondiale e della lotta delle masse popolari sotto la direzione della classe operaia per la libertà e l’indipendenza nazionale, che hanno permesso a una serie di paesi dell’Europa orientale e sudorientale di staccarsi dal sistema imperialista.

Il carattere dello Stato di democrazia popolare è determinato da questi quattro elementi fondamentali:

a) Lo Stato democratico popolare rappresenta il potere dei lavoratori, de[...]

[...]co, per effetto della storica vittoria riportata dall’Unione Sovietica nella seconda guerra mondiale e della lotta delle masse popolari sotto la direzione della classe operaia per la libertà e l’indipendenza nazionale, che hanno permesso a una serie di paesi dell’Europa orientale e sudorientale di staccarsi dal sistema imperialista.

Il carattere dello Stato di democrazia popolare è determinato da questi quattro elementi fondamentali:

a) Lo Stato democratico popolare rappresenta il potere dei lavoratori, dell'immensa maggioranza del popolo e la classe operaia vi esercita la funzione dirigente. Questo fatto significa in primo luogo che il potere dei capitalisti e dei grandi proprietari fondiari è rovesciato e che quello dei lavoratori delle città e delle campagne è stabilito sotto la direzione della classe operaia [...].

b) Lo Stato democratico popolare appare come uno Stato del periodo di transizione, chiamato ad assicurare lo sviluppo del paese sulla via del socialismo.

Questo significa che, benché il potere dei capitalisti e dei grandi proprietari fondiari sia rovesciato, e i beni di quelle classi siano divenuti proprietà del popolo, le radici economiche del capitalismo non sono ancora estirpate, gli elementi capitalistici sussistono e si sviluppano sforzandosi di ristabilire la schiavitù capitalistica. È per questo che il movimento verso il socialismo non è possibile se non si conduce una lotta di classe intransigente contro [...]

[...]a rovesciato, e i beni di quelle classi siano divenuti proprietà del popolo, le radici economiche del capitalismo non sono ancora estirpate, gli elementi capitalistici sussistono e si sviluppano sforzandosi di ristabilire la schiavitù capitalistica. È per questo che il movimento verso il socialismo non è possibile se non si conduce una lotta di classe intransigente contro gli elementi capitalistici, fino alla loro completa liquidazione.

c) Lo Stato democratico e popolare si edifica nella collaborazione e neH’amicizia con l’Unione Sovietica, con il paese del socialismo.

Come la liberazione del nostro paese dalle catene deH’imperialismo e la creazione del

lo Stato democratico popolare sono divenute possibili grazie all’aiuto e alla missione liberatrice dell'Unione Sovietica nella lotta contro la Germania fascista e i suoi alleati,

lo sviluppo della nostra democrazia popolare presuppone il mantenimento e il rafforzàmento delle strette relazioni di sincera collaborazione, di mutua assistenza e di amicizia tra il nostro paese e il grande Stato sovietico.

d) Lo Stato democratico popolare fa parte del campo democratico antimperialista.

Soltanto facendo parte del campo democratico unito che ha alla sua testa il potente Stato sovietico, ogni paese a democrazia popolare può garantire la sua indipendenza, la sua sovranità e la sua sicurezza contro l'aggressione delle forze imperialiste.

2) Il nostro paese e gli altri paesi a democrazia popolare, assicurata la stretta collaborazione con l’U.R.S.S. e con le democrazie—’ popolari, vedono aprirsi la possibilità di realizzare il passaggio dal capitalismo al so

cialismo senza un regime sovietico, attraverso il regime d[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 614

Brano: [...]à a favore di una più rapida e organica concentrazione di capitali a livello statale. Le progettazioni “keynesiane” prevalsero negli U.S.A. attraverso il New Deal (v.) e, nel secondo dopoguerra, in tutti i paesi più industrializzati fino alla crisi degli anni Settanta che, a fronte dei nuovi sviluppi del capitale, mostrò nuovamente l'inadeguatezza delle strutture esistenti e delle relative ideologie. In effetti, poggiando sulla concezione di uno Stato democratico quale arbitro ed equilibratore dei

processi economici al di sopra delle parti, la teoria keynesiana lasciava in ombra e mistificava la natura non “neutrale” e inevitabilmente capitalistica dello Stato (concetto bene analizzato e descritto da Marx), quindi l’impossibilità pratica di risolvere equamente attraverso interventi statali i conflitti di classe. In questa luce Keynes appare come il teorico della fase di passaggio dal capitalismo individualistico all’ancor più aggressivo neocapitalismo, cioè al capitalismo maturo ormai incarnato nello Stato del capitale, sia all’interno dei vari pae[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 330

Brano: [...]lare organizzazione, e forse più che altrove fu quindi un fenomeno complesso nelle sue mete e nelle sue aspirazioni, diverse, mediabili ed effettivamente in gran parte mediate, ma non procedenti da un’unica volontà.

Inizio della guerra partigiana

Mentre alcuni esponenti dell’antifascismo veneziano (Arduino Cerutti, Renato Maestro, Renzo Sullam) passavano la linea del fronte per andare verso il Sud a impegnarsi nella ricostruzione del nuovo Stato democratico, il C.L.N. provinciale iniziò la propria attività tra molte difficoltà, alcune proprie a ogni partito, altre relative all’unione di essi. Il P.C.I. a Venezia poteva godere dei frutti non troppo remoti dell’azione di Girolamo Li Causi (v.), Borin e Longobardi, tuttavia aveva alle spalle una classe operaia priva di esperienze di lotta e organizzative che verranno acquisite per forza di cose e solo lentamente. Per qualche mese i comunisti concepiranno la loro presenza nel Comitato interpartito come un fatto tattico in prospettiva rivoluzionaria e solo quando Bruno Venturini (v.) ne sarà a capo, [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 268

Brano: [...]: : ' "

FIAMMK VtIMM W

“ Armi V «norie»*,.

Il n. 9 di “Valcamonica Libera”, riportante il comunicato per la smobilitazione dei partigiani della valle (19.6.1945)

no, ospitò corrispondenze di Lionel

lo Levi, Giacomo Mazzoli, Romolo Ragnoli e divenne portavoce delle istanze dei partigiani smobilitati. Il settimanale condusse vivaci campagne sulle tematiche legate all’epurazione dei fascisti, al reinserimento dei “ribelli” nel nuovo Stato democratico e alla costituzione di cooperative di lavoro tra ex partigiani. Oltre a questo periodico, il Comando di Valle delle Fiamme Verdi disponeva della Radio Valcamonica Libera, le cui trasmissioni ebbero luogo da Breno fin dal giorno dell’ingresso delle forze partigiane nella cittadina.

Mi.Fr.

Valcarenghi, Aldo

N. a Palermo il 4.11.1912, m. a Milano.

Fin dagli anni della scuola militò nel movimento antifascista. Il 10.6. 1931, per essersi fatto promotore, con Giuseppe Boretti (v.), Dino Luzzato e il giellista Aldo Arienti di una manifestazione di solidarietà con il maestro Arturo Toscan[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 562

Brano: [...]191943), Parte seconda, in “Movimento operaio e socialista”, a. XXIII, aprilesettembre 1977, n. 23, p. 315; G. Trevisani, Piccola enciclopedia del socialismo e del comuniSmo, III ed., Cultura Nuova Editrice, Milano 1951.

S.C.B.

Socialdemocrazia

Dottrina politica e prassi del socialismo riformista (v. Riformismo), miranti a superare le conseguenze della lotta di classe attraverso una pacifica intesa e misure legislative nell’ambito dello Stato democratico borghese. Primo teorico della socialdemocrazia viene considerato Ferdinando Lassai le (v.), il cui programma fu assunto nel 1863 dalla Associazione generale degli operai tedeschi, poi dal Partito socialdemocratico tedesco sorto nel 1875.

I notevoli successi organizzativi ed elettorali ottenuti da queste organizzazioni politiche indussero i partiti socialisti di altri paesi europei a seguire lo stesso orientamento, a definirsi socialdemocratici e a collegarsi su scala mondiale fondando nel 1891 la Seconda Internazionale (v.).

La crisi politica del socialismo europeo, manifestatasi allo s[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 199

Brano: [...]ti » che la Chiesa riteneva di aver subito dallo Stato laico liberalborghese.

Fu così che, ancor prima della marcia su Roma, in risposta alla campagna fascista di violenze e di lusinghe si ebbe, caldeggiato dalle autorità vaticane, il crescente disimpegno del clero e delle organizzazioni di Azione cattolica rispetto al Partito popolare: linea che trovò una prima sanzione ufficiale, proprio nel momento in cui andava precipitando la crisi dello Stato democratico, nella lettera inviata il

2.10.1922 dal segretario di Stato Cardinal Gasparri all’episcopato di tutta Italia, per prescrivere che vescovi e parroci dovevano « tenersi del tutto alieni dalle lotte dei partiti, al disopra di ogni competizione meramente politica ». Il significato pratico dell'intervento, al di là di ogni questione di principio, era chiaro: allentamento dei rapporti fra organizzazioni cattoliche e Partito popolare, neutralità nei confronti deirimminente colpo di stato fascista, incoraggiamento ai cattolici conservatori che patrocinavano l’intesa col fascismo per una lotta a fo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 208

Brano: [...]istiana. Senonché nessun’altra soluzione parve possibile e tutti i consensi finirono per convergere su Parri. I partiti del C.L.N. parteciparono al governo su basi paritetiche. Per il Partito d’Azione entrarono, in veste di ministri, La Malfa e Lussu; come sottosegretari, Giuseppe Bruno, Carlo Ludovico Ragghianti, Ernesto Rossi e Pietro Mastino (del Partito Sardo d’Azione).

Al nuovo governo spettò la preparazione delle forme costitutive dello Stato democratico: la Consulta (v.) nazionale e la Costituente (v.). I consultori, nominati dal governo su designazioni della base periferica dei C.L.N., di varie categorie sociali e dèi diversi gruppi politici, furono, in misura non minore dell'Assemblea Costituente, la rappresentanza autentica (anche se non elettiva) e globalmente dotata di un limpido passato antifascista, della volontà del paese. Parri insediò la Consulta il 25.9.1945, con un memorabile discorso. Ma il suo governo ebbe fin dagli inizi una vita tribolata. Gravissime difficoltà gli provenivano dall'eredità della guerra; tuttavia fu l'ostilità[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 209

Brano: [...]200 delegati, con un ampio e libero dibattito che continuò animatamente per tre giorni, sotto la presidenza di Federico Comandini. Si delineò in questa sede il contrasto che opponeva l’orientamento propugnato da La Malfa a quello di cui era sostenitore Lussu. L’uno auspicava infatti una caratterizzazione del partito nel senso di forza democratica di sinistra, impegnata su un programma di riforme nella cornice delle istituzioni tradizionali dello Stato democratico; l’altro si batteva invece per una acquisizione da parte del Partito d'Azione delle premesse socialiste, e quindi per una unificazione con le correnti che rappresentavano il fine socialista della lotta del movimento operaio.

Nel congresso prevalse un ordine del giorno presentato da Lussu, nel quale si faceva richiamo a questa seconda prospettiva, seppure in termini assai imprecisi: l’o.d.g. Lussu riportò 37.000 voti; 17.000 ne ebbe l’o.d.g. di minoranza presentato da La Malfa. L’ordine del giorno vincente era stato sottoscritto, tra gli altri, anche da Cencio Baldazzi, Giuseppe Bruno, Cala[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 694

Brano: [...]e sociali ed economiche del paese.

In forza di questo schieramento unitario che raccoglieva anche le minori forze democratiche di sinistra ed era ìa genuina espressione dell’unità antifascista e della Resistenza, fu possibile introdurre nella Carta costituzionale il riconoscimento di tutta una serie di nuovi diritti dei cittadini, come il diritto al lavoro, al riposo, all’assistenza, aH’istruzione; e indicare come compito essenziale del nuovo Stato democratico quello di « rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscano il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori alla organizzazio

ne politica, economica e sociale del Paese ».

L’accordo dei grandi partiti di massa divenne invece più difficile quando si trattò di introdurre le riforme di struttura. Solo attraverso l’azione assidua e incalzante dei gruppi di sinistra fu possibile introdurre le norme che concernono la riforma agraria, la riforma industriale e la programma[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 196

Brano: [...]0 uomini, raggiunse nel 1944 i 300.000 combattenti, cifra tanto più elevata se si considera il numero complessivo della popolazione.

La nascita della nuova Jugoslavia Il 29.11.1944, in un momento particolarmente drammatico per il paese, si svolse a Jajce la seconda Assemblea dell’A.V.N.O.J., nella quale vennero prese decisioni politiche di fondamentale importanza per l’avvenire della Jugoslavia. In quella sede furono gettate le basi del nuovo Stato democratico federativo che riconosceva assoluta parità di diritti alle diverse comunità nazionali. La Serbia, la Croazia, la Slovenia, la Bosnia e l’Erzegovina, il Montenegro e la Macedonia furono chiamati a costituire la nuova Federazione jugoslava, con i Comitati popolari di liberazione come unici organi investiti di potere locale. L’A.V.N.O.J. si trasformò in supremo organo legislativo ed esecutivo; si diede una presidenza con a capo I. Ribar; costituì il Comitato di liberazione della Jugoslavia, con funzioni di governo provvisorio, e ne designò presidente Tito; decise di interdire il ritorno di Pietr[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Stato democratico, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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