Brano: [...]n uomo Bartali che ama onorare i doveri che impongono all'uomo il rispetto della famiglia [ ...1 si è dato da fare per abbellire l'Albero di Natale dei suoi ragazzi, ha personalmente provveduto ad acquistare per essi i doni per la festa piú attesa dai piccoli: la Befana. È diventato, Bartali, un uomo qualsiasi, un papà affettuoso e straordinariamente dolce e sentimentale. Lui, aspro dominatore delle altissime vette (N. Giorgetti, Bartali 1949, « Stadium », aprile 1949, p. 24).
Fra i ruoli esercitati dal « magnifico atleta cristiano », Bartali è anche il sim
bolo della ruralità (Abele secondo la tradizione biblica) contrapposto a quello della città (Caino):
Il segreto della `continuità' è anche, e soprattutto, nella purezza patriarcale della sua vita: marito, padre esemplare, le tentazioni, i trionfi, i denari della grande città non l'hanno né allettato né mutato: egli è rimasto l'artigiano, il contadino, il lavoratore toscano, attaccato alla sua gente, alla sua terra, alla sua casa [...] (L. Ferretti, Gino Bartali, « Stadium », aprile 194[...]
[...](Abele secondo la tradizione biblica) contrapposto a quello della città (Caino):
Il segreto della `continuità' è anche, e soprattutto, nella purezza patriarcale della sua vita: marito, padre esemplare, le tentazioni, i trionfi, i denari della grande città non l'hanno né allettato né mutato: egli è rimasto l'artigiano, il contadino, il lavoratore toscano, attaccato alla sua gente, alla sua terra, alla sua casa [...] (L. Ferretti, Gino Bartali, « Stadium », aprile 1949, p. 6).
NOTERELLE E SCHERMAGLIE 229
Va tuttavia detto come, accanto al mito domestico e familiare del pio Bartali
emerge, nella stampa cattolica quello del Bartali pugnace, combattivo, affatto remissivo e simbolo della riscossa del mondo cattolico; un Bartali nel quale si
sostituisce — secondo una felice definizione — alla « figura mansueta del francescano quella del pugnace domenicano » (C. Trabucco, Intervista con Bartali, « L'Avvenire d'Italia », 28 luglio 1948). E, sotto la pugnace veste del domenicano, Gino Bartali è colui che con le sue vittorie consacrate alla Madonn[...]
[...]o, l'organo dell'associazionismo sportivo cattolico, riconoscendo che Coppi era ormai « il piú forte, il piú `fenomenale' » lamentava come mancasse « a coronamento di questa inimitabile macchina sportiva fatta di muscoli e di stile, l'alone di umanità che circonfonde ed esalta l'atletica e nobile figura di Gino [...] questo cristiano che non chiude la sua fede in un eremo ma la
professa per tutte le vie del mondo » (L. Ferretti, Gino Bartali, « Stadium », agosto 1949, pp. 56).
3. Non è facile, a causa anche di un'enfatica mitizzazione tramandatasi nella
fantasia popolare, dare il giusto peso ad uno dei punti piú controversi della vicenda bartaliana ossia al ruolo taumaturgico della sua vittoria, al Tour de France
nel 1948 in coincidenza con le calde giornate seguite all'attentato a Togliatti. Sul problema, sfiorato di recente anche da Massimo Caprara, la stampa cattolica non sembrò, in quei momenti, nutrire il minimo dubbio sulla capacità che quella
vittoria ebbe come deterrente contro la rabbia popolare in seguito all'attentato al lead[...]