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Il segmento testuale Signore è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 216Analitici , di cui in selezione 4 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da (9 Domande sul romanzo) Elémire Zolla in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 5 - 1 - numero 38

Brano: ELÉMIRE ZOLLA
« Allora il Signore mandò contro al popolo dei serpenti .ardenti, i quali mordevano il popolo; onde molta gente d'Israele mori.
« E il popolo venne a Mosé e disse: Noi abbiamo peccato; conciossiaché abbiamo parlato contro al Signore e contro a te; prega il Signore che rimuova d'addosso a noi i serpenti. E Mosé pregò per il popolo.
«Il Signore disse a Mosé: Fatti un serpente ardente e mettilo sopra un'antenna; e avverrà che chiunque sarà morso, riguardando quello scamperà ».
La esatta rappresentazione del male, la critica fine a se stessa che delinea i confini del male e gli dà forma, reca salute.
Anche il romanziere é chiamato a issare un serpente di bronzo sopra un'antenna, la sua missione é intimamente sacerdotale.
Ma il male ha per essenza la mutabilità poiché è del tempo oltre che nel tempo. Perciò nel deserto era il morso del serpe ar dente e voleva il serpe di bronzo, ma già al tempo di Ezechia questo non aveva piú senso [...]



da Renzo Rosso, Gli apologhi della medusa in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1960 - 1 - 1 - numero 42

Brano: [...] stava per arrivare, fra' Luis si segnò tre volte. (L'esame era durato due anni, ed egli aveva dovuto farsi non meno di una ventina di viaggi, a
GLI APOLOGHI DELLA MEDUSA 45
Cuerta; ma a nulla erano approdati i suoi consigli e i suoi amorosi suggerimenti).
Dopo che le guardie ebbero sistemato ogni cosa secondo le consuetudini del cerimoniale, il frate con un cenno fece attaccare il coro del capitolo che intonò: « Gloria per il mondo intero al Signore degli umili », e, afferrato con la mano destra il crocefisso d'argento che gli pendeva sulla coscia, si mosse in direzione del palco. Sulla sommità di questo egli pronunciò le formule di rito, e non avendo ricevuto altra risposta alla sua esortazione al pentimento e alla confessione della eresia che un sordo belato, siglò l'aria con un ampio simbolo di croce e tornò al suo posto. Mentre il capoguardia si avvicinava alle fascine reggendo una torcia accesa che rendeva intensamente azzurra l'aria circostante e tutta la scena, fra' Luis cadde in ginocchio e chiuse gli occhi, nell'atteggiamento ci[...]

[...]e avvolgevano e nascondevano ormai il palo e il suo ospite, e dal loro centro si levò un lamento nasale acuto, che solo colpi di tosse interrompevano, e fu allora che, fra' Luis entrò nella visione e vi si insediò stabilmente.
Il giardino era verde e oro, ,e le parole che lo incorniciavano e lo intersecavano in tutte le direzioni, sfiorando l'immagine beatifica del Cristo che stava coagulandosi a uno dei lati, erano aeree e solenni, quali: « Il signore è il mio dio », « Egli redimerà i nostri peccati », e così via. Vi erano uccelli variopinti nel giardino, e da una roccia levigata e ombrosa un ruscello faceva cadere la sua acqua mormorante ai piedi del Signore, come a un dipresso nella tela di soggetto analogo del Ribera che il frate aveva ammirato di recente sopra l'altar maggiore della chiesa degli agostiniani a Salamanca.
Mentre le orecchie di Luis tenevano di fuori l'urlo nel quale si era frattanto mutato il precedente lamento, l'immagine santa toccò con la punta dell'indice la fronte madida di sudore del frate, che ne ebbe un grande struggimento e balbettò : « Ti invoco, mio Dio, perché io non so esistere senza di te. Sollevami perché io sia degno. Fa' che non mi disperda nei sensi e abbia la forza di essere giusto. Fa' Signore che il tuo amo[...]

[...]la chiesa degli agostiniani a Salamanca.
Mentre le orecchie di Luis tenevano di fuori l'urlo nel quale si era frattanto mutato il precedente lamento, l'immagine santa toccò con la punta dell'indice la fronte madida di sudore del frate, che ne ebbe un grande struggimento e balbettò : « Ti invoco, mio Dio, perché io non so esistere senza di te. Sollevami perché io sia degno. Fa' che non mi disperda nei sensi e abbia la forza di essere giusto. Fa' Signore che il tuo amore perdoni questo peccatore ».
Fra' Luis adesso si sentiva davvero come morto e le grida bestiali e i sibili che sfuggivano al legno degli arbusti gli giungevano soffocati
46 RENZO ROSSO
come se oltre il fumo che si sprigionava dalla catasta, tra lui e quel palco infuocato, tra lui e la piazza golosa, ci fosse una immensa distanza.
In Luis la visione si spense più lentamente del fuoco, e quando, compiuto il sacrificio ed espletate le ultime formalità, egli si incamminò verso il convento che lo ospitava, nella cavità sonora del suo cervello si susseguivano in un evanescente d[...]



da Saverio Montalto, Memoriale dal carcere in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 7 - 1 - numero 3

Brano: [...]del resto, si poteva vedere anche oggi che aveva circa quarantasei anni (e forse si avvicinava ai cinquanta) e che era madre di otto figli. Della sua bontà poi, del suo sapere fare come economia e come donna di casa, della sua onestà principalmente e di tante cose e rose che non ricordo più, non c’era neanche d’avere la più minima idea, giacché era stata sempre la regina di N... e contorni e tutte le altre donne le quali si credevano per davvero signore perbene, in confronto a lei dovevano nascondersi, giacché tutte sommate assieme non valevano nemmeno il dito mignolo del suo piede; e, a questo punto, quando ci trovavamo soli, soleva aggiungere: «Ma sono stata sfortunata! Non per causa mia, ma per causa di mio marito, di quello stupido, di quello sciocco che non ha voluto ascoltare le mie parole, perché sennò ora non ci troveMEMORIALE DAL CARCERE

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remmo a questo stato e con una figlia di ventiquattr’anni in casa. E non perché non ha avuto matrimoni a bizzeffe, perché tutto il mondo conosce la sua straordinaria bellezza, la sua gran[...]

[...]mio marito! Ma lui me l’ha pagata! Sapete che io non lo voglio più vedere e che siamo divisi? È da tanto tempo che dormiamo ognuno per conto nostro. Ed è stato anche per causa sua che i miei fratelli, quello che sta qui a N... e quello dell’America mi hanno abbandonata e non vogliono più saperne di me. Ma a me interessa poco anche di loro. Mi accontento che le mie figlie ed i miei figli facciano i servi, ma da loro non vado. Però io spero che il Signore m’aiuterà e che quanto prima sposo le mie figlie, giacché per i maschi non ci penso affatto, e così poi voglio divertirmi e scialarmi, perché io ancora sono giovane e bella ed è proprio ora che incomincio a gustare e a capire che significa divertimento, perché fino ad ora, si può dire, che sono stata una ragazzina ingenua! Io e voi non sembriamo di eguale età, non è vero? », Io sorridevo e non potevo fare a meno a non acconsentire a tuttocciò che diceva. La figlia poi sembrava per davvero un’angela calata dal paradiso: nei modi, nel comportamento, nella benevolenza verso mia sorella, per quan[...]

[...], sarò io il primo a non guardarti più in faccia! ». Distaccatomi da lui mi rammentai come diversi anni prima e quando ancora non conoscevo di fatto la famiglia Armoni, una sera al circolo alcuni amici miei compagni di giuoco, parte dei quali ora si trovano al mondo dell’aldilà, parlando sardonicamente di Aurora dissero che anche la madre una volta si era messa in testa che doveva sposare Iginio Milano, il quale rappresentava allora il più ricco signore di N..., e che perciò la figlia non poteva fare a meno a non seguire le orme della madre e ciò per un’altra fissazione che, a quell’epoca, sembra avesse avuta l’Aurora per un giovane figlio di signori di N... Intesi fare il nome poi di un altro individuo col quale si malignava che l’Aurora avesse avuto dei rapporti piuttosto intimi, ma io in quel momento m’interessavo così poco di certi fatti, che ci ridevo anch’io sopra e mi divertivo ad ascoltarli. Seppi più tardi che la ragione vera per cui la madre di mio cognato era nemica col fratello dimorante a N... era ben diversa di come l’aveva rac[...]

[...]voglio che vogliano bene e non a me, perché io del loro bene non saprei cosa farne! ».

«Lo so! Ma non capisci che io son di più ormai? Figurati cheMEMORIALE DAL CARCERE

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non son padrona di prendere neanche un pezzo di pane, non dico per me, ma neanche per le mie figlie. Già, che anche loro incominciano così piccole a parlare e fare le stesse mosse di loro e le istruiscono ad odiarmi. Ma se non crescono come voglio io è meglio che il Signore se le chiami. Già che non le posso neanche educare che si mettono loro davanti e se la pigliano con me. Anche la tua ragazza di servizio ha paura di parlarmi, che se se ne accorgono che viene qui, l’ammazzano. Ed intanto mi lasciano qui sola, abbandonata, con questa bambina, anche a morire di fame. Non ne parliamo poi che cosa hanno fatto con questa casa! Che io non ero degna di entrare in questa reggia, che io non ho visto mai mura pittate ad olio, che io non ho visto mai poltrona ed armadio, che io ero abituata a stare in mezzo ai porci ed in mezzo alle puttane e tutto il resto che sanno di[...]

[...] La bambina ora spaventata stava per dire sì. Mia sorella che fino allora guardava trasognata, a questo punto si fece avanti, alzò le mani al cielo ed urlò disperata: «No, non è vero! Lo giuro, lo giuro! ». S’inginocchiò, si scoperse il seno e continuò fuor di sé «Non è vero! Lo giuro su questo latte che nutrisce quell’innocente! ».

Io mi avvicinai a mia sorella e le dissi: «Alzati! » e poi rivolgendomi a mio cognato profferii « E voi egregio signore, vi prego di essere più umano e di ricordarvi che siete in casa mia! ».

«Finché c’è mia sorella ci sto di diritto; e, se parli ancora ti piglio a calci nel culo » e si slanciò contro di me. Le donne si misero in mezzo e lui si fermò. Mia sorella allora mi chiamò e mi portò nella stanza da pranzo. Quivi giunti mi supplicò : « Dagli la lettera, ti prego, dagliela! ».MEMORIALE DAL CARCERE

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A questo punto ci raggiunse mio cognato seguito da mia moglie. Si avvicinò inferocito e dandomi una schiaffo profferì, portando la mano alla tasca di dietro: «Se non mi dai la lettera, ti faccio s[...]

[...]rcere ed ancora oggi a volte mi domando: è sogno o realtà, ero io o non ero io, è vero o non è vero? Un’altra cosa mi ricordo ancora di quei primi giorni indecifrabili: mi ricordo che volevo piangere ma che il pianto non veniva. Il pianto venne dopo che vidi varie volte mia sorella durante la solitudine della notte e dopo che una notte mi disse: «Taci ormai, non ti disperare, perché lo so bene che non sei stato tu ad uccidermi. E prego sempre il Signore perché non permetta che tu soccomba, e non per te, perché ormai il tuo ed il mio destino si confondono, ma per i miei figli, perché so che un giorno,194

SAVERIO MONTALTO

quando saranno in condizione di poter conoscere il bene dal male, si accosteranno sicuramente a te e solo allora ed in te troveranno queiraffetto che il mio povero cuore, dato che Lui ha creduto così, non gli ha potuto dare ». Dopo queste parole potei piangere profusamente ed il pianto incominciò a rendermi dei momenti sopportabili di vita. Ormai è finita e non ho altro da sperare dal mondo! Troppo amai e troppo soffri[...]



da Mario La Cava, Il grande viaggio in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1954 - 5 - 1 - numero 8

Brano: [...] chiaro, dopo tanti anni che teneva il lutto, nemmeno ora che si era sposata? ».
«Perché? Cosa le é successo? ».
« È morta la cognata! E non era quindici giorni che si era sposata! Va nel paese del marito e deve di nuovo vestirsi a nero... ».
« Sempre con questo lutto Maria! Ma chi é che é morto? ».
«Non the l'ho detto? La cognata, la sorella del marito, una ragazza di vent'anni bella come un fiore, che tanti la volevano... ».
«Pazienza! Il Signore non vuole nessuno troppo contento... ».
Compariva un cliente, un manovale del luogo che diceva di dover partire per trovare lavoro, e chiedeva delle scarpe che aveva dato per accomodare. «No, non l'ho ancora fatte! Ho dovuto fare altro lavoro d'urgenza. Domani! ».
« Ma se é una settimana che mi rimandate di giorno in giorno! No, io ve l'avevo detto. Debbo partire! Porterò, vuol dire, le scarpe da qualche maestro del paese » protestava il cliente.
« Portatele dove volete. Non ho potuto servirvi. Avevo altri impegni... ».
« Eh si! Altri impegni! E perché mi avevate promesso per una settiman[...]

[...]i trovava sul vapore. Passarono nel corridoio uomini in tunica bianca e turbante rosso, ed egli quasi sembrò non li notasse.
Era che considerava di aver perduto il primo treno che avrebbe dovuto prendere e col quale sarebbe stato aspettato dai cognati aI Cairo; sarebbe invece arrivato con ritardo; probabilmente non avrebbe visto nessuno alla stazione; ed egli, spratico della città, come avrebbe fatto a trovare la casa dei parenti?
Domandò a un signore, vestito in nero, che aveva davanti a sé, quanto occorresse per arrivare al Cairo. « Ecco, siamo arrivati » gli rispose quello, in italiano, sorridendo. E già la città compariva colle sue alte torri e colle sue immense chiese.
Alla stazione trovarono per fortuna i fratelli colle mogli che li aspettavano da più ore; essi avevano capito che gli ospiti si erano sbagliati. «Rosaria! » gridò per primo Filippo, ch'era il più espansivo e il più svelto; usci dal cancello dove si trovava e si buttò tra le braccia della sorella. Antonio abbracciava Giuseppe, ridendo, mentre le mogli stavano indietro. [...]

[...]on volevo offendere nessuno! » rispose Giuseppe.
« Non hai dunque capito come sono e che s'infiammano per niente? » ribatté Antonio.
In seguito a ciò Giuseppe si decise di andare a lavorare alla diga, in qualità di aiutante muratore; già era incominciato il forte calore dell'estate, e le sofferenze di Giuseppe, non abituato, erano grandi. E dopo tanti anni di lavoro da calzolaio, una nuova attività si iniziava per lui, di cui le conseguenze il Signore solo poteva sapere quali sarebbero state.
I guadagni ora erano davvero elevati: con essi era possibile non solo vivere bene nella famiglia e permettersi tutte le comodità, ma mettere pure facilmente da parte qualche cosa. Rosaria mandò ai genitori, al pari dei fratelli, il suo regolare assegno mensile.
La salute di Lidia, al solito, diede da pensare; prima furono febbri viscerali, poi una forma di tifo con febbri alte ed estrema debolezza. Furono giorni amari quelli: la vita della loro più piccola figliuola era in pericolo.
Naturalmente anche gli zii e le zie trepidarono per lei; ma la
IL[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Signore, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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