Brano: Einaudi, Luigi
Grande influenza esercitò Luigi Einaudi su larghi strati di intellettuali e sulla vita economica italiana, con un’affermazione di principi liberalistici che usciva rafforzata dalla sua dirittura morale. Indiscutibile l’importanza del suo contributo alla qualificazione degli studi economici in Italia, e in particolare alla nascita della Scienza delle finanze, anche se le sue idèe non trovarono in patria quel terreno ideale che egli prefigurava secondo i canoni dell'economia classica. Le sue impostazioni furono contestate in particolar modo dai marxisti. Riguardo ai postulati einaudiani «della uguaglianza » e della « neutralità dello Stato », sui quali dovrebbe essere edificata la « scienza » finanziaria, si è osservato trattarsi di concezioni « illuministiche » e « intellettualistiche », miranti a costringere la realtà economica e politica in schemi astratti, quindi inservibile « ginnastica mentale ». A proposito dei « Principii di scienza delle [...]
[...]impostazioni furono contestate in particolar modo dai marxisti. Riguardo ai postulati einaudiani «della uguaglianza » e della « neutralità dello Stato », sui quali dovrebbe essere edificata la « scienza » finanziaria, si è osservato trattarsi di concezioni « illuministiche » e « intellettualistiche », miranti a costringere la realtà economica e politica in schemi astratti, quindi inservibile « ginnastica mentale ». A proposito dei « Principii di scienza delle finanze » scrive Antonio Pesenti: « Di Stato, quale soggetto autonomo e attivo della attività finanziaria, l'Einaudi non parla e impernia la sua impostazione sulla corrispondenza tra servizi pubblicientrate sulla base di criteri economici. Anche quando ammette l'esistenza di servizi pubblici„ 2. carattere politico, scelti cioè non con criterio economico, considera che si tratti di eccezioni e che esista una equivalenza tra le imposte pagate dalla collettività e i servizi pubblici ottenuti. A questa presunzione egli aggiunge l'altra: che la ripartizione del carico fiscale avvenga in modo da arrecare i[...]
[...]e e nella distribuzione del carico fiscale entravano permanentemente come termini di giudizio elementi ben diversi dall'astratto calcolo economico di un buon pater familias, come pretendeva la idealizzazione della società fatta [...] dall'Einaudi. [...] Lo Stato non è e non appariva un buon pater fami lias quando scioglieva i.fasci siciliani e sparava a Milano, non appariva cioè un puro ente economico al disopra delle classi ». (A.P., Lezioni di scienza delle finanze e diritto finanziario, Roma, 1961).
Molto più duro il giudizio di Antonio Gramsci, che nel carcere di .Turi scriveva: « Gli articoli del!’Einaudi sulla crisi, ma specialmente quelli pubblicati nella " Riforma Sociale ” del gennaiofebbraio 1932, sono spesso delle arguzie da rammollito. Einaudi ristampa brani di economisti di un secolo fa e non si accorge che il mercato è cambiato, che i ” supposto che " non sono più quelli. La produzione internazionale si è sviluppata su tale scala e il mercato è talmente divenuto complesso, che certi ragionamenti appaiono infantili, letteralmente. Forse ch[...]