Brano: NUOVI ARGOMENTI
y. 10 SettembreOttobre 1954
INCHIESTA SU ORGOSOLO i
ORGOSOLO ANTICA
Chi inoltrandosi nel centro della Sardegna diretto allo sperduto paese di Orgosolo percorra lunga la camionabile la estesa e deserta pianura di granito e di macchia bassa che, desolata e silente, va per 40 km. da Orosei a Nuoro, vede all’improvviso — come una antichissima visione naturale — levarsi un monte di pareti dolomitiche bianche e scoscese — il monte di Oliéna — primo segnale di una lunga catena di monti uguali, e da esso nascosti, che per circa 40 km. si stende sino al mare.
In contrasto con la pianura biancogrigia e tutta uguale che si attraversa — che è una gigantesca piattaforma di granito sollevatasi tutta insieme sul [...]
[...]dere.
Questo è il paese, dall’esterno, ma quel che ancor più forse vi colpisce è la visione di uomini e di donne inconsueti. Nei giorni normali, ad un estraneo che arrivi in auto, con la corriera quotidia4
FRANCO CAGNETTA
na il paese appare quasi sempre vuoto, spopolato. Uomini non se ne incontrano perché sono tutti, o quasi tutti, ai pàscoli. Si incontrano sulla via solo donne e vecchi.
Le donne di Orgosolo, tra tutte le pastore di Sardegna — per chi ne abbia un poco esperienza —, si possono riconoscere facilmente. Di statura alquanto più alta della media delle sarde, col corpo ben modellato, slanciato, agilissime nel sedersi ed alzarsi da terra senza aiuto di mani, hanno visi quasi sempre belli, scuri e delicati, pur se un poco rustici, con occhi neri, vellutati, che, per profondità, sembrano avere una doppia pupilla. Lo sguardo delle donne orgolesi è cupo, intenso, ardente : sembra venire da una forza strana, ignota e primitiva. Predisposte nel corpo ad una certa rozzezza e nel volto a un certo declino, sui trentanni le orgole[...]
[...]e nel corpo ad una certa rozzezza e nel volto a un certo declino, sui trentanni le orgolesi si fanno dure e legnose; il viso si copre di rughe, si devasta come avviene tra le giovani in Africa : più che ad un fattore climatico ciò è dovuto, piuttosto, al lavoro sfibrante di casa e di campagna che, dalla più tenera età, sono costrette a subire.
Nel modo di vestire di ogni giorno le donne orgolesi non si differenziano più da tutte le pastore di Sardegna, ma le distingue sempre ima cura maggiore nel vestito, una dignità di sé scomparsa ormai tra uguali categorie del continente; un portamento severo, un’andatura maestosa. Portano, di solito, una gonna scura marrone
o nera che a diecine di pieghe discende sino ai piedi, come è uso in Spagna; una camicia più chiara abbottonata al collo e ai polsi; larghi mantelli in lana grezza di color marrone o nero, oppur scure mantiglie a larghe frangie, come è uso in Spagna; piedi scalzi, quasi sempre, o sandali; e un fazzoletto che copre sempre il capo e, discendendo per il viso, viene rigirato sotto il[...]
[...]delle donne. Stanno lì, calmi, contenti del calore, come lucertole già stanche, dalle facce dure, squamose, eppur dolci. Alcuni portano lo antico costume di Orgosolo che consiste in un giubbone di pelli grezze di pecora, appena ricucite — come tra i popoli più primitivi —, che sormonta, a volte, ancora un altro giubbone nero, di orbace; in pantaloni larghi di tela bianca, a mezza gamba; con uose
o pezze ai piedi; ed il nero berretto frigio di Sardegna issato sulla testa. Altri portano camicie inamidate a cento pieghe, e macchiate tutte di vino; pantaloni di soldato ridotti a toppe; berretti di velluto con chiazze e strappi. Quasi tutti ricordano figure da Antico Testamento: con peli bianchi che discendono da sopra gli occhi, dalle orecchie, dai baffi, in una barba morbida, fluente, ben disposta in pieghe ondulate, che scende sino a metà petto. Hanno in mano vincastri contorti, bastoni maestosi da pastori.
Un quadro di tremila anni fa!
Questo è l’aspetto che compare per primo, superficiale, al visitatore, ma, cominciando a conoscere, [...]
[...]esta privata.
Orgosolo ha, attualmente, una popolazione di circa 4312 abitanti, con una percentuale di uomini poco superiore alle donne, e 330 famiglie (2).
(2) TABELLA DELLA POPOLAZIONE DI ORGOSOLO
SECONDO ICENSIMENTI UFFICIALI DAL 1676 AL 1951
Stato sotto il quale si è evolto il censimento
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Totale delle famiglie
3 5 " £
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Regne de Sardeyna (Corona di Castiglia ed Aragona)
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Regm/di Sardegna
Regno d’Italia
Repubblica Italiana
1688
1698
1728
1751
1839
1842
1848
1861
1871
1881
1901
1911
1921
1931
1936
1951
1188
1528
722
1256
2058
2077
2110
2009
1943
2174
2845
2988
2896
3062
3146
4251
599
750
897
1077
1010
1468
1466
589
778
859
1000
999
1594
1688
1830
2629
2959
3560
113
96
29
344 (fuegos) 487 ”
174 (fuochi) 530 ”
507
494
421
643
760
391
414
384
N.B. — l dati dei censimenti del «Regne de S[...]
[...]pecializzati); 2 di sale e tabacchi; 8 di bettole con vendita di vino, birra, acquavite.
In tutto il paese non vi sono fogne (se non un solo condotto nella strada principale); vi è la luce elettrica, introdotta da non molto a 160 volt, da una impresa privata, ma non in tutte le case; vi è l’acqua in poche fontane pubbliche, ma non nelle case, o solo in pochissime; vi è 1 pubblico telefono.
Corridore, Storia documentata della popolazione di Sardegna (14791901). Carlo Clausen, Torino, 1902, pp. 330. I dati dei censimenti del « Regno di Sardegna », del « Regno d’Italia » e della « Repubblica Italiana » sono riportati dalle relative pubblicazioni ufficiali. Quelli del 1951 sono ancora in elaborazione.INCHIESTA SU ORGOSOLO
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Gli istituti pubblici sono il Municipio, la Posta, 1 scuola con 5 classi elementari, 1 — incredibile — ambulatorio (l’acqua bollita per le iniezioni i clienti devono portarsela da casa); 1 chiesa e 12 cappelle, 1 cimitero.
Dei carabinieri e della polizia si dirà dopo.
In paese vi sono: 1 camion, 1 trattore, 5 motociclette, 10 biciclette; qualcuno ha la radio; cinema nessuno.
Se il paese sembra, a pr[...]
[...]ituti pubblici sono il Municipio, la Posta, 1 scuola con 5 classi elementari, 1 — incredibile — ambulatorio (l’acqua bollita per le iniezioni i clienti devono portarsela da casa); 1 chiesa e 12 cappelle, 1 cimitero.
Dei carabinieri e della polizia si dirà dopo.
In paese vi sono: 1 camion, 1 trattore, 5 motociclette, 10 biciclette; qualcuno ha la radio; cinema nessuno.
Se il paese sembra, a prima vista, un miserrimo paese — come tanti di Sardegna — esso è invece potenzialmente ricco, uno dei più ricchi di Sardegna.
Il territorio comunale è di 22.695 ha. di terreni — il secondo, per estensione, dopo Villagrande Strisaili, e Urzulei, di tutta la Sardegna. È importante qui rilevare in rapporto alla popolazione, ed è un indice impressionante, forse il più basso d’Italia, che la densità è di 13,5 ab. per km2.
La sua superficie territoriale, che raggiunge 40 km. circa di estensione nei punti più distanti, è tenuta quasi tutta a pascolo e a foresta.
I dati esatti della superficie tenuta a pascolo mancano. Si possono aggirare, per calcoli approssimativi sul 55 / 100 del totale. La superficie forestale — secondo i dati gentilmente fornitimi dal locale ufficio forestale — con non meno di 800.000 piante — quasi tutte quercie di leccio, poche di [...]
[...]— dal bruco « Limantria dispari ». I dati esatti della superficie tenuta a coltivato, in generale orti, mancano. Si possono aggirare, per calcoli approssimativi, sul 15 / 100 del totale. Il numero del bestiame (mancan i dati esatti) si aggira, all’incirca, su 53.200IO
FRANCO CAGNETTA
capi. Pecore : 29.000. Capre : 8500. Maiali : 3000. Bovini : 2300. Asini e cavalli: 400 (3).
È un patrimonio che, indubbiamente, è tra i primi di tutta la Sardegna.
Una ricchezza sconcertante in contrapposto alla miseria, al livello di vita in cui vive la popolazione.
Per avere una prima nozione di questo fenomeno, delle sue cause, bisogna andare nelle campagne a conoscere i pastori, il territorio.
Il 17 luglio 1954 mi sono recato in località « Orgurui » a 89 km. dal paese ad intervistare il vecchio pastore Floris Carlo fu Giovanni e fu Sanna Maria Antonia, di Orgosolo, nato, probabilmente, il 1877. Ecco i miei appunti dell’intervista, avvenuta tramite i pastori Succu Giovanni Antonio e Marrosu Antonio, di Orgosolo.
« Mai uscito da Orgosolo.[...]
[...], naturale, cupo, preistorico sarcofago.
La parte inferiore è, visibilmente, di dolomite: con canaloni precipiti, con declivi grigiastri di pietra, di sabbia; la parte superiore, di calcare, tutta bianca, erosa, forma un caos di massi, di rupi che, quasi sempre, luccicano al sole.
È la più remota, la più selvaggia montagna di tutt’Orgosolo.
Nell’epoca primaria — 400 milioni di anni fa — la grande impalcatura granitica che costituisce la Sardegna era emersa unita dalle profondità marine; nell’epoca secondaria il mare era tornato ad invadere e coprire le coste nordorientali di tutta l’isola; e nella epoca terziaria, nel periodo cretaceo — 100 milioni di anni fa — una grande sollevazione aveva portato in alto tutti i depositi del fondo marino — le dolomiti (più pesanti), i calcari (più leggeri) — che, costituendo una montagna, un altopiano, si erano fermati, appena ripiegati. Passando dallo stato incandescente dell’uscita a quello successivo del raffreddamento, tutta questa montagna si era spaccata in enormi crepacci, in grandiose fratt[...]
[...]o tutti i depositi del fondo marino — le dolomiti (più pesanti), i calcari (più leggeri) — che, costituendo una montagna, un altopiano, si erano fermati, appena ripiegati. Passando dallo stato incandescente dell’uscita a quello successivo del raffreddamento, tutta questa montagna si era spaccata in enormi crepacci, in grandiose fratture. Erano 10014
Branco cagnetta
milioni di anni che il Supramonte stava là, arcano, immobile: la Sfinge di Sardegna.
Sopra il tetto dell’altopiano si può accedere solo per due impressionanti scalinate naturali di rocce e di boschi. Scivolose pareti, di tanto in tanto interponendosi, vi costringono spesso all’ascensione. Sulle due punte che chiudono le scalinate — « sa pruna », alta 1416 m., « Lollòine », alta 1351 m. — grandi massi naturali, modificati probabilmente dalla mano dell’uomo, vi minacciano, per tutto il tempo, a forma di feritoie, di fortilizi.
Quasi alla fine, dopo 4 ore di salita, si può vedere quasi per intero l’orizzonte di tutti i monti che rinchiudono il territorio di Orgosolo: a su[...]
[...]di, come sospesa in un’amosfera immobile, senza segno di vita; e, lontano, i monti dalla strana forma di buccina, per cui si chiamano il Corno di bue. A nord, si vede uno sterminato territorio deserto, pietroso, tormentato, con al centro la punta a cono del monte di Gonàri; accanto la precipite montagna di Oliena, con ai piedi la larga foresta, quasi vergine, di Murgugliai, nella quale il 1899, si scontrarono le più grandi bande dei latitanti di Sardegna (di Lovicu di Orgosolo) contro 200 carabinieri, poliziotti, soldati.
Ancora un poco e si sarà sulla tettoia dell’altopiano (quale sorpresa vi aspetta?).
A chi lo guardi la prima volta affacciandosi e quasi all’improvviso — l’altopiano si presenta sotto gli occhi come una catastrofica, una paurosa visione. È un mondo lunare, un mondo non umano.
Una lunga e stretta pianura, lunga circa 2030 km., colore di ossa, si stende sotto gli occhi con un paesaggio di asprezza, di drammaticità certo rara. Non vi è terra, probabilmente, che riesca a conservare così evidenti, così chiari, i segni de[...]
[...]butiformi, di piccola profondità, o tali che le pietre lanciate dai pastori non rispondono più con un tonfo di caduta — per esempio « su disterru ». Cadaveri di pastori assassinati si trovano in queste buche e qualcuna prende nome da loro, come, per esempio quella « Matteo Grua », ucciso nel 1917.
Sono le « nurre », le misteriose cavità del Supramonte, così antiche che sembrano nella denominazione ricordare i Nuragici, i primi abitatori della Sardegna.
Non vi è dubbio che si tratta di un paesaggio tipico del calcareo: di un carso.16
FRANCO CAGNETTA
Il carbonato di calcio, di cui è costituito il terreno, alla caduta delle pioggie, al contatto con l’anidride carbonica che vi è contenuta, si scioglie, si fora in tutte quelle crepe, quelle voragini, in un processo che è in corso dalle origini, da 100 milioni di anni.
Tutto il sottosuolo deve essere forato in un sistema di ranali, di fiumi sotterranei, di grotte naturali. Si conosce il fiume di « Gorropu », che si inabissa di un tratto nella terra, con gorgoglìi paurosi, spumeggian[...]
[...]; e dei piccoli cinghiali neri, poi bianchi, fortissimi, zannuti, progenitori del maiale. Corrono soli o in truppe guidate dal più forte, prosecutori di una vita zoologica già trasformata al piano e qui uguale identica da millenni, depositari dell’antico segreto della trasformazione della specie.
Qui tutto è estraneo, tetragono, insensibile ad ogni mondo di uomo.
Un Eden spaventevole!
Questo è il Supramonte, il più isolato territorio di Sardegna, il cuore dell’Orgolese, tutto avvolto nel mondo minerale, vegetale, animale; misterioso, oscuro come il territorio di un altro pianeta.
In esso vive il pastore di Orgosolo, il pastore medio, il pastore giovane: il pastore del 1954.
Quando inoltrandomi nel bosco avevo cercato — e quasi con disperazione — i primi segni, il primo volto di un uomo, mi ero trovato di fronte a indizi di una estrema, incredibile primitività.
Di tanto in tanto si trovavano piccole conche naturali, dovute all’erosione, coperte da una pietra : erano il solo segno umano, dei pastori che così conservano l’acqua[...]
[...]ca città. Era il luogo dove sorgeva un abitato primitivo. E ancora il cerchio — 3000 anni fa come oggi — lo distingue. Di solito vi è vicina, sempre, una fonte: la vegetazione più intensa, più verde lo denuncia; ed è certo laINCHIESTA SU ORGOSOLO
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presenza dell’acqua la ragione di questa identica, immutata dislocazione.
Qualche volta i pastori abitano ancora nei Nuraghi — nelle grandi torri coniche e mozzate dell’antica civiltà della Sardegna —; ed i due Nuraghi del Supramonte — Nuraghe Mereu, e Nuraghe intro de patenti — portano sempre tracce di permanenza, di accampamento dei pastori.
In località « campu boariu » mi erano apparse di queste capanne e, all’improvviso, piccole pecore magre e macilente, grigiobianche. Di contro a noi ci erano venuti cani magri, affamati, ululanti, e non avevo inteso che fischi, urla acutissime, volare di sassi. La mia guida, Salvatore Marotto, aveva levato nell’aria un grido rauco, gutturale, e, come geni del bosco — inattesa apparizione — erano comparsi prima uno, poi due, i primi uomini del mon[...]
[...]dole con le gambe, le munge per il tempo necessario, lasciandole poi passare.
11 latte, raccolto in « malunes » (recipienti di sughero), in otri cuciti di pelle di pecora, o in recipienti di metallo — se non è portato a piedi o a cavallo, e per chilometri e chilometri, al più vicino caseificio — si deve lavorare subito.
Per prima, generalmente, si fa « sa frue » (= il latte acido), che è l’alimento tipico e principale di tutti i pastori di Sardegna.
Si pone il latte in un recipiente a fuoco e lo si fa tiepido a 4045 gradi. Poi si prende «su ’agar’u» (= il caglio) — che è un pezzo di duodeno dell’agnello — e, staccatane la quantità di un cucchiaino circa per 4 litri di latte, riposto in uno straccio di lino, si inumidisce col latte e si spreme, in qualche goccia, nel recipiente.
Il dosaggio è operazione molto delicata: se poco, il latte non si quaglia, se troppo si inacidisce. Bisogna scuotere subito questo con una mano, perché il quaglio non si depositi tutto in una parte. Ben presto lasciato ora a freddo il latte comincia a rappr[...]
[...]ni di mentalità e cultura proprie solo alle civiltà primitive, è difficile trovare ancor oggi, forse, in qualsiasi altro paese d’Italia e d’Europa. Per una convergenza di motivi ambientali estorici (che cercheremo poi di indicare tutt’insieme) il paese si presenta come uno di quei piccoli mondi quasi perfettamente isolati e con una sto ria abbastanza semplice che sembrano destinati alla specifica ricerca dell’etnologo. Tra quasi tutti i paesi di Sardegna (che tutti in passato hanno attraversato una analoga situazione) Orgosolo è quello che ha maggiormente conservato basi economiche e forme ideologiche tali che lo fanno vivere ancor oggi nei più antichi « cicli culturali »‘ che si conoscano tra le popolazioni dell’Europa.
In maniera evidente, e con forme quasi lineari, in Orgosolo si presenta, innanzitutto, imo schema di costituzione della società, di struttura sociale, che, secondo la denominazione dell’etnologia classica delle scuole di Mòdlig, Schmidt, Montandon, Menghin, prende il nome di « grande famiglia » o « grande famiglia pastoral[...]
[...]età si stacchi dalla grande famiglia vera e propria o, più esattamente, quello che divide il paese in due classi di « grandi famiglie ». Esse sono quella di « sos proprietarios » (i proprietari) detta anche di « sos meres » o « sos prinzipales » (i padroni, i principali) e quella di « sos poveros » (i poveri) detta anche di « sos terraccos » (i servi).
La esistenza di uguale divisione sin dal tardo impero romano si può comprovare, in tutta la Sardegna, dai contemporanei documenti e, in particolare dalla « Carta de Logu » di Eleonora Giudichessa di Arborea (un codice legislativo che è il più importante documento di storia medioevale sarda). Allo stato attuale la divisione, che può essere altrettanto antica in Orgosolo, è quasi completa: il paese compare come spaccato in queste due grandi classi pastorali.
I rapporti, tra queste due classi (che non vanno affatto intese in senso moderno, ma solo antico) sono rapporti speciali di una unitaria società famigliare e patriarcale, di una « tribù ».
Esiste uno stato di pace e di colloquio tra [...]
[...]o, comincia a sospettarlo come un nemico, come il futuro ladro delle sue greggi, delle sue terre, dei suoi averi; e apre le ostilità apertamente con l’oppressione, con la denunzia a torto o a ragione per ogni minimo fallo, con l’angheria, con rappresaglie, con l’omicidio.
La formazione di questa classe di « sos proprietarios » o « sos meres» o «sos prinzipales» è avvenuta ed avviene in OrgosoloINCHIESTA SU ORGOSOLO
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(come in tutta la Sardegna) in modo assai speciale: con la rapina di pecore altrui, con il furto, con l’appropriazione violenta di terreni comunali e delle terre più povere ed indifese tra le private, con l’usura, con l’abuso del potere, se detiene il Comune, con amicizie tra le autorità.
Non mi è stato possibile ricostruire in Orgosolo (poiché manca ogni dato ufficiale) una tabella che indichi esattamente tutte le proprietà private delle terre (secondo la estensione e la qualità) e delle greggi (secondo il numero e la qualità), delle case di abitazione e negozi, del liquido ecc. I dati in mio possesso sono tutti em[...]
[...]onfinana Chi furana e chi occhini e rapinnana (4).
La tronfia arroganza della classe sociale dei proprietari e signori di Orgosolo ho avuto modo io stesso di sperimentare direttamente, allorché, nel corso della mia inchiesta, per evitare la rivelazione di verità, alcuni di loro hanno osato farmi minacce di morte, se non sgombravo, minacce che hanno avuto il solo effetto di dimostrarli tra i più incivili e i più disprezzabili gruppi sociali di Sardegna.
La classe di « sos poveros » o « sos terraccos » ha, nei riguardi della classe superiore un atteggiamento anche troppo paziente, controllato, seppur astioso e, direi, invidioso.
In fondo a ciò sta la opinione primitiva che, poiché il modo quasi unico di arricchirsi rapidamente in una sola vita è qui la rapina, l’appropriazione, l’usura, occorrono pur per questo qualità da
(4) Lascio il testo sardo scorretto, secondo lo scrittore. Eccone la traduzione:
Per descriverti la gente villana seminatrice di oscurantismo vi è in paese la razza Monniana che col potere dà l’ostracismo.
E [...]
[...]n « ciclo culturale » di pastori, chiuso in una organizzazione famigliare, la quale nell’interno è divisa in individui isolati, quasi zoologici, nell’insieme in due grandi e rudimentali42
FRANCO CAGNETTA
gruppi di classe. È questo il mondo patriarcale, straordinariamente antico e sorprendente, di quasi tutti i paesi della Barbagia. Ma il paese di Orgosolo gode fama particolare ed eccezionale di paese che si distingue tra tutti questi : in Sardegna è considerato il paese della « vindicada » o « vindicau » (vendetta) e della « bardana » (razzia), un paese di cupi assassini e di terribili ladri di pecore. Sin dall’inizio dell’800 esiste una letteratura giornalistica che contribuisce a sottolineare solo questo aspetto del paese, a spargerne il terrore, ed è raro che non si aggiunga sempre al nome del paese l’aggettivo «maledetto» o non si consigli, accuratamente, di evitarlo. Quasi in tutta la Sardegna sono pochi i sardi che vi abbian messo piede, senza alcun impegno che li costringesse, e meno ancora quelli che ne parlino senza una paura [...]
[...] considerato il paese della « vindicada » o « vindicau » (vendetta) e della « bardana » (razzia), un paese di cupi assassini e di terribili ladri di pecore. Sin dall’inizio dell’800 esiste una letteratura giornalistica che contribuisce a sottolineare solo questo aspetto del paese, a spargerne il terrore, ed è raro che non si aggiunga sempre al nome del paese l’aggettivo «maledetto» o non si consigli, accuratamente, di evitarlo. Quasi in tutta la Sardegna sono pochi i sardi che vi abbian messo piede, senza alcun impegno che li costringesse, e meno ancora quelli che ne parlino senza una paura esagerata o che non preferiscano tacerne. Quasi tutti i pastori dei paesi confinanti, solo a fare il nome di Orgosolo, non riescono a nascondere un gesto di sgomento, di timore, ed il pastore orgolese sino al secolo scorso (come riferisce, ad es., l’abate Angius) era talmente temuto dai pastori delle pianure in cui svernava che questi credevano incontrandolo, addirittura, che fosse sicuro presagio di tempesta atmosferica.
La situazione criminale, in ver[...]
[...]solo a fare il nome di Orgosolo, non riescono a nascondere un gesto di sgomento, di timore, ed il pastore orgolese sino al secolo scorso (come riferisce, ad es., l’abate Angius) era talmente temuto dai pastori delle pianure in cui svernava che questi credevano incontrandolo, addirittura, che fosse sicuro presagio di tempesta atmosferica.
La situazione criminale, in verità, in Orgosolo non è normale : da molti anni è oramai il solo paese della Sardegna in cui si può dire che esistono come « istituti sociali » veri e propri la « vendetta » e la « bardana ». Se esistesse una statistica degli omicidi, ferimenti, conflitti, ricatti, sequestri di persona, grassazioni, e di reati come furto di pecore, sgarrettamenti, furti di campagna, distruzioni di viti e colture, incendi di boschi ecc., probabilmente Orgosolo (almeno in rapporto a questi due « istituti » che li originano) sarebbe quasi ogni anno in testa ai paesi di Sardegna. Da uno studio dei giornali sardi dal 1901 al 1954 (e con l’approssimazione possibile), ho rilevato che in Orgosolo (e s[...]
[...]he esistono come « istituti sociali » veri e propri la « vendetta » e la « bardana ». Se esistesse una statistica degli omicidi, ferimenti, conflitti, ricatti, sequestri di persona, grassazioni, e di reati come furto di pecore, sgarrettamenti, furti di campagna, distruzioni di viti e colture, incendi di boschi ecc., probabilmente Orgosolo (almeno in rapporto a questi due « istituti » che li originano) sarebbe quasi ogni anno in testa ai paesi di Sardegna. Da uno studio dei giornali sardi dal 1901 al 1954 (e con l’approssimazione possibile), ho rilevato che in Orgosolo (e specie nei mesi caldi che coincidono con la presenza della popolazione dei pastori), si verificano un omicidio in media ogni due mesi (6 all’anno) con un minimo mensile di 0 ed un massimo di 8, anche 23 in un giorno, per una percentuale annua di 1 ucciso su 600 abitanti. I reati agrari commessi da orgolesi (e specie nei mesi freddi nelle pianure in cuiINCHIESTA SU ORGOSOLO
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discendono), si verificano con una media di 1 alla settimana (52 all’anno), con un minimo di 0[...]
[...] sembra però essere ancora uguale, o quasi, a quella di Orgosolo.
Quale è dunque la ragione del sopravvivere in Orgosolo di una situazione sì particolare e, soprattutto, di istituti sociali come la « vendetta » e la « bardana » che in tutti gli altri sono quasi scomparsi? Quale è la ragione strutturale, e culturale, della turbolenza continua di Orgosolo?
Il problema è tra i più difficili e complessi che imponga una storia delle montagne di Sardegna ma, al tempo stesso, è tra i più importanti e decisivi per chiarire le basi ultime ed essenziali della storia di queste società.
10 non credo che il problema possa essere mai risolto dallo studioso che lo guardi da un punto di vista statico della «odierna» economia. Poiché la spiegazione si può trovare solo, a mio parere, in una economia (struttura e cultura) che c’è stata e non si vede in Orgosolo se non in numerosi e reperibili elementi che sono sopravvissuti e come incastrati nell’attuale « ciclo culturale » dei pastori
o della « grande famiglia ».
Si tratta di mettere in luce str[...]
[...]qui avanzare per convalidare questa tesi, ma, soprattutto, varrà a convincere il lettore uno studio dei due principali e particolari istituti sociali del paese, e cioè la « vendetta » e la razzia.
Si tenga conto, innanzitutto, che Orgosolo, tra tutti i paesi della Barbagia, è ancora oggi il solo che conservi nel proprio territorio foreste quasi vergini, e sterminate, a differenza di tutti i paesi vicini che nel secolo scorso (come in tutta la Sardegna) ne sono stati spogliati da una speculazione privata.
La selvaggina (diminuita fortemente in tutta la Barbagia) è più facile a trovarsi ancor oggi nel territorio di Orgosolo, e specie per razze zoologiche preistoriche, come i mufloni.
Nel corso della mia gita effettuata sul Supramonte ho avuto la fortuna di fare un ritrovamento archeologico di una certa importanza : in località « sas baddes » (le valli), ai limiti di un bosco che confina con un largo prato di terra alluvionale, e cioè un’antica palude, ho rinvenuto i resti di un abitato del neolitico (epoca della pietra levigata), costi[...]
[...]bilmente, fa pensare ad un abitato di cacciatori.
Notizie storiche sugli abitanti di Orgosolo quali cacciàtori sono numerose ma di tradizione soltanto orale. Allo stato attuale non esiste più nel paese un solo individuo che viva della sola caccia, ma sino a 50 anni fa, e specialmente tra i banditi, secondo notizie avute da quasi tutti gli abitanti, esistevano cacciatori abituali, di mestiere.
L’abitante di Orgosolo è conosciuto in tutta la Sardegna come un meraviglioso cacciatore. Abile, astuto, paziente, testardo in modo eccezionale egli si sopraeleva su tutti gli altri sardi, e specialmente nella caccia del cinghiale e del muflone (oggi interdetta), secondo qualità che possono discendere soltanto da tradizioni storiche.
Una antica caccia oggi scomparsa che per la sua singolarità vale qui a lungo ricordare era la caccia tra l’uomo e l’avvoltoio, da cui discendeva anche una sorprendente forma particolare di gioco. Questo antico gioco, di cui non ho qui più trovata traccia alcuna, ma che è assai vivo ancora nel ricordo di qualche vecc[...]
[...]ri e di bastoni, di penne, di ali, di braccia. Era la lotta più misteriosa, più antica e più segreta del paese. Risaliva a ragioni primitive della specie umana: suggeriva l’idea degli uomini che contendono al caos le distinzioni dell’essere, che cercano di distinguersi dalla forza del bruto con le astuzie, con l’intelligenza, il lavoro, lo strumento. L’orgolese giocava, mimava inconsciamente l’origine dell’uomo.
Anche il più grande zoologo di Sardegna del XVIII secolo, padre Francesco Cetti S.J., ricorda questa lotta (6).
Che l’abitante di Orgosolo fosse probabilmente un popolo cacciatore (e guerriero) può essere sottolineato anche, indirettamente, dall’abilità e dalia fama che in passato ha avuto, ed ha ancor oggi, come cavaliere. Gli orgolesi, chi li vede per la prima volta a cavallo, strappano un grido di entusiasmo. Basta guardarli con le gambe nervose e sottili strette alla pancia del cavallo, senza sella e senza staffa, slanciarsi con in mano la criniera tra uno svolazzo
(6) Francesco Cetti, Gli uccelli di Sardegna. Presso Gius[...]
[...]olo cacciatore (e guerriero) può essere sottolineato anche, indirettamente, dall’abilità e dalia fama che in passato ha avuto, ed ha ancor oggi, come cavaliere. Gli orgolesi, chi li vede per la prima volta a cavallo, strappano un grido di entusiasmo. Basta guardarli con le gambe nervose e sottili strette alla pancia del cavallo, senza sella e senza staffa, slanciarsi con in mano la criniera tra uno svolazzo
(6) Francesco Cetti, Gli uccelli di Sardegna. Presso Giuseppe Piattoli. Sassari. MDCCLXXVI, p. 23.
IINCHIESTA SU ORGOSOLO
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di pelli o di lucenti panni, tra balzi, dirupi, precipizi. I primi cavalieri di Sardegna.
L’amore quasi incredibile che l’orgolese porta per le armi, qualsiasi genere di armi, può essere un segno, ancora, della origine antichissima e lunghissima, da un popolo in eminenza di bellicosi cacciatori. Imbracciando il fucile oggi, come ieri la clava e l’arco con le frecce; l’orgolese sembra nato in quella positura.
I migliori tiratori sardi — e ne fa fede la tradizione dei banditi
— discendono da Orgosolo.
Un altro elemento che potrebbe denunciare l’origine orgolese dai «cacciatori» è la generale crudeltà che essi dimostrano contro gli animali o gli uomini che lottano. Ho as[...]
[...]omicidio, nello scempio di cadaveri. Da tale crudeltà, approfondita dalla macellazione nella società dei pastori, discende il carattere alquanto sanguinario, l’abitudine frequente al sangue.
Poiché il ciclo culturale dei « cacciatori » si accompagna sempre, o quasi sempre, con una attività specifica di « raccoglitori » vale qui citare un importante ed ancor esistente istituto che ha una forte sopravvivenza in Orgosolo (già diffuso in tutta la Sardegna) che è, esattamente, quello dell’« Ademprivio ».
L’« Ademprivio », il quale è un uso civico locale così diffuso e tenace che dai tempi della legislazione aragonese (1325) sino alle leggi italiane di abolizione (186577) era stato codificato come « diritto », è l’abitudine di tutto il paese di riunirsi per andare nei boschi, gratuitamente e senza ostacolo (ora soltanto per uno o due48
FRANCO CAGNETTA
periodi dell’anno) a fare legna, pietre, ghiande ed altri frutti che si trovino. L’ademprivio come « diritto » è rimasto sino ad oggi solo in Orgosolo.
In esso è da individuarsi il più[...]
[...]corpo, pali, protettori.
È di straordinario interesse rilevare che l’esecuzione della sentenza viene delegata non ad un solo individuo ma sempre aINCHIESTA SU ORGOSOLO
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più di uno poiché l’antico diritto sardo, abitualmente, non conosce altra forma. L’uso locale dell’esercizio collettivo della giustizia era così invalso ed è ancor oggi così radicato che tutti i governi, da quello spagnolo a quello italiano, lo hanno dovuto elevare in Sardegna a proprio istituto. Nel periodo di dominio spagnolo e piemontese l’istituto locale era l’« incarriga » e cioè l’imposizione ai maggiorenti di un paese di ricercare, catturare od uccidere il responsabile di un reato grave, pena, nell’insuccesso, una punizione collettiva, generalmente una multa. Era indispensabile poiché la forza pubblica statale poteva considerarsi ;— come oggi — impotente a tenervi la giustizia, poiché estranea e nemica di queste popolazioni. In tutto il periodo del dominio italiano, dal 1849 al 1954, questo istituto ha avuto sempre vita e vive ancora, sia pure in forma non i[...]
[...]avuto sempre vita e vive ancora, sia pure in forma non importante come in passato, ma solo parallelo alla forza pubblica statale, ed è conosciuto sotto il nome di « baracellato » o «compagnia baracellare ». Questa è composta di cittadini incensurati, volontari o estratti a sorte, che hanno il compito di battere periodicamente le campagne con ronde, intervenendo, quando sia necessario, con il diritto al conflitto. La storia del « baracellato » in Sardegna — un istituto diffuso d’altronde nel medioevo in tutta Europa con nomi e forme varie — è molto lunga e complessa, con continua soppressione e restaurazione, poiché quasi sempre si trasforma in vere associazioni a delinquere, ma è pur sempre necessario per sostituire la forza pubblica statale qui impotente ed inadeguata. In Orgosolo in quest’anno non esisteva la «compagnia baracellare» poiché due o tre anni fa si è dovuta sciogliere per delitti da essa compiuti e non si è potuta riattivare per un collettivo rifiuto della popolazione a farne parte.
L’applicazione della sentenza avviene con i[...]
[...]nte, anche il fucile, poco la rivoltella, la scure, il pugnale, la pietra, le mani per strangolare. Assai diffuso è l’omicidio operato precipitando il giustiziato in un pozzo o in una nurra, sì che al tempo stesso, ne scompaia il cadavere. Sconosciuto, invece, è l’omicidio per avvelenamento.
L’audacia orgolese nell’uccidere sulla pubblica piazza, davanti alla casa sulla strada, davanti alla caserma dei carabinieri ecc. ha una fama in tutta la Sardegna. L’omicidio avviene però sempre in modo tenebroso e non conosco casi di omicidi avvenuti dopo rissa
o colluttazione a viso aperto. La capacità di sparire degli assassini di Orgosolo ha altrettanto, in tutta la Sardegna, larga fama.
Si può dire che al delitto segua sempre P« esemplarità ». Il cadavere viene abbandonato, generalmente, in luogo visibile o trascinato, a volte, davanti alla casa, né si tralascia mai di lasciargli qualche sfregio, mutilazione o scempio visibile. Per quanto si possa sostenere l’influenza in questo delle leggi spagnole, questo uso è in verità assai più antico, se si ritrova codificato nella « Carta de Logu », e risale, addirittura, a presupposti e residui di cultura e mentalità primitiva. In generale sono quasi legge in Orgosolo due mutilazioni: il taglio delle orecchie per i la[...]
[...] è però attenuato anche in Orgosolo da qualche principio che la considera estinguibile (e così conduce a punizioni « minori »).
In generale si possono dire aumentate le vendette « minori » o
lo spargimento di sangue « secondario » che si ha con lo sgozzamento e sgarrettamento di pecore. Questo reato, che non ha pari in tutta Italia per estensione, è un vero flagello della economia orgolese, come ieri lo era, e forse ancor oggi, di tutta la Sardegna : patrimoni ingenti vanno distrutti. L’intensità del fenomeno è tale che ogni mattino, come mi scrivono da Orgosolo, esiste un vero e proprio « bollettino informativo ».
Anche le soluzioni della « vendetta » con una « pacificazione »
o vendetta « simbolica » sono assai in uso. Il principio della « conciliazione » si trova anche, costantemente, nel diritto sardo, anzi si può dire che la « Carta de Logu », in contrapposto alla vendetta, a questo si informi.
Qualche volta quando si sia pure versato sangue, se le circostanze lo consentono ed il reato è preterintenzionale o, almeno, esegu[...]
[...]i popoli predoni nel territorio italiano è una sorpresa per la maggior parte degli italiani.
E, in verità, l’attività dei predoni di Barbagia (limitata oggi soprattutto al paese di Orgosolo) costituisce per le popolazioni confinanti (Fonni, Urzulei Oliena, Villagrande ecc.) e per quelle delle pianure in cui scendono in transumanza (Campidani, Baronia, Ogliastra, Gallura ecc.) uno dei problemi più gravi come è tra i più gravi della economia di Sardegna.
Uno studio attento ed analitico delle forme e dei modi della « bardana » o razzia orgolese può permettere di mettere in evidenza elementi speciali che si devono far risalire non alla struttura economica e sociale del ciclo odierno della « grande famiglia », ma piuttosto a quello del ciclo anteriore dei « cacciatori e raccoglitori ». Al tempo stesso, può porre in rilievo che la serie dei reati connessi non possono catalogarsi tranquillamente tra quelli di « delinquenza comune » : furto, abigeato, grassazione ecc.
La larghezza e l’intensità dell’esercizio della « bardana » devono farla r[...]
[...]ostrarsi al pubblico al momento che il reato viene consumato.... Il numero stragrande dei furti non potrebbe avere luogo senza l’aiuto di coloro che con biechi fini vogliono arricchirsi senza badare ai mezzi, e costoro non li troviamo tra i poveri, ma sibbene tra coloro che del furto non hanno bisogno per vivere, tra gli agiati» (10). Il colonnello On. PaisSerra il 1896 nella inchiesta parlamentare da lui condotta sulle condizioni della p. s. in Sardegna per incarico di Crispi, così scriveva: «Non è raro il caso che partecipino a rapine agiati pastori, e spesso ve ne ha di coloro che seguitano i loro affari, resi più prosperi dal bottino ricavato in siffatte
(9) Avv. G. M. LeiSpano, Presidente dell’Associazione Economica Sarda. La questione sarda. Con dati originali e prefazione di Luigi Einaudi. Bocca, Torino, 1922, pp. 112.
(10) Egidio Castiglia, Undici anni nella zona delinquente. Dessi, Sassari, 1899, pp. 8284.INCHIESTA SU ORGOSOLO
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imprese; e se non se ne vantano non se ne sentono però né rimorso né vergogna, come se si tr[...]
[...]da militari (spesso sardi, parenti e amici) che incautamente o criminosamente le vendono. La frequenza di armi di dotazione regolare tra carabinieri, polizia, esercito, tra autori di « bardane » sono una prova di questo mercato.
La « bardana » si organizza, in generale, non con una partenza collettiva ma con convegno in un dato luogo. I mezzi di trasporto,
(11) Relazione d’inchiesta sulle condizioni economiche e della sicurezza pubblica in Sardegna promossa con Decreto ministerale del 12 dicembre 1894. Tip. della Camera <iei Deputati, Roma, 1896, pp. 51.
(12) Ib. p. 74.66
FRANCO CAGNETTA
oltre le gambe od il cavallo, come anticamente, sono tutti quelli moderni che si trovano di volta in volta: treno, auto, bicicletta, motocicletta. La capacità di spostamento dei predoni orgolesi a marce forzate, con tempi da corse a cronometro, è quasi incredibile.
I partecipanti alla « bardana » vanno da 2 a tutto il paese, con una media di 1050 per volta.
Le « bardaqe » si fanno a viso aperto o mascherato.
I ripi di impresa che comp[...]
[...]oco conquistato dagli orgolesi, era militarmente presidiato, e si accendevanoINCHIESTA SU ORGOSOLO
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continuamente conflitti con diecine e diecine di morti. Dopo tanto sangue, il 1845 Locoe veniva completamente spopolata e distrutta e la tradizione vuole che ciò sia avvenuto per avvelenamento di tutte le acque ad opera di orgolesi.
Il saccheggio di tutte le case di un vicino paese, è uno dei feno meni più impressionati della storia di Sardegna. Per darne un esempio vivo darò qui la descrizione di uno assai celebre compiuto in Tortoli il 13 novembre 1894, che contiene tutti gli elementi di questa forma classica di « bardana ».
A mezzanotte, da 100 a 500 grassatori orgolesi a cavallo, armati di moschetti, erano penetrati, silenziosi, in quel paese. Circondata la caserma dei carabinieri, e dispostisi nelle vie in modo da poter controllare tutte le case, avevano cominciato a sparare contro le finestre, cacciando urla acutissime per intimidazione. Dalla caserma de} carabinieri avevano risposto al fuoco con due o tre fucilate e, allor[...]
[...]o assaltate. L’ultima strage di « sa verula » ne è una prova.
L’abilità di scomparire dei predoni, senza lasciar traccia, in un territorio che totalmente li favorisce, la velocità con cui riescono, veri e propri fulmini, a ritornare a casa, è incredibile
E non vi è caso, o quasi alcuno, in cui trapeli qualche cosa.
Se non vi è spia, se non vi è conflitto accidentale, fortuito, si può tener fede a LeiSpano, già capo della Magistratura in Sardegna che scrive : « per esperienza personale posso dire essere rarissimo il caso che un malfattore sia scoperto e assicurato alla Giustizia ».
Le cronache delle « bardane » (che richiederebbero una intera biblioteca), il loro sviluppo continuo non « straordinario » portano ad alcune conclusioni generali. Scrive, ad es., il PaisSera nella su citata inchiesta, a proposito della « bardana » : « Si avverta che nella sua esecuzione ha un colore di impresa guerresca che si riattacca alle tradizioni dei popoli primitivi della Sardegna » (13).
Se non si tiene presente questo carattere normale, (sepp[...]
[...]so che un malfattore sia scoperto e assicurato alla Giustizia ».
Le cronache delle « bardane » (che richiederebbero una intera biblioteca), il loro sviluppo continuo non « straordinario » portano ad alcune conclusioni generali. Scrive, ad es., il PaisSera nella su citata inchiesta, a proposito della « bardana » : « Si avverta che nella sua esecuzione ha un colore di impresa guerresca che si riattacca alle tradizioni dei popoli primitivi della Sardegna » (13).
Se non si tiene presente questo carattere normale, (seppur per noi « straordinario ») si rischia di non comprendere una situazione locale che non può essere se non quella che è: non si può affrontare concretamente la soluzione del problema.
Un fenomeno singolare su cui bisogna rivolgere l’attenzione è che l’abitante di Orgosolo, il pastore, il componente della « grande famiglia », che, come tale, dovrebbe avere il carattere di uomo prudente, sospettoso, chiuso nella famiglia, proprio e quasi solo in queste imprese rischiose, pericolose quanto mai, può dirsi che esca dal proprio [...]
[...]secolo scorso, e così pure l’Italia settentrionale e centrale; il lamento persiste ancora nelle cosiddette aree depresse, cioè in quelle che non sono pie72
FRANCO CAGNETTA
namente entrate nel processo di industrializzazione, come l’Europa balcanica e danubiana, qualche zona della Spagna, e — per l’Italia
— la Puglia, la Lucania, la Calabria, qualche settore anche abbastanza a nord della catena appenninica (come la Sabina) e, infine, la Sardegna. Nella sua forma generale il lamento funebre è un sistema organico tradizionale e rituale di espressioni foniche (verbali e musicali) e mimiche, sistema che si inserisce nel cerimoniale funerario in momenti critici particolari, e che per il suo interno meccanismo deve essere interpretato come un modo di difesa dall’eccesso parossistico (o addirittura autolesionistico) che l’evento luttuoso scatena nei sopravvissuti, soprattutto le donne. Il lamento funebre è reso dalle parenti femminili del defunto, o dalle lamentatrici professionali in un ulteriore sviluppo dell’istituto, e si appoggia su mo[...]
[...]
Si as pi ’au pinna non torres in Sardinna Si as pi ’au referma non torres a caserma Si as pi ’au tenteri non torres a quarteri Frade meu Micheli de lussu su paperi L’happo in su ’ampu ruttu su paperi de lussu.
(Come non ti ho toccato ti veda congedato. Come non ti ho veduto ti veda col congedo. Se hai fratelli o sorelle in città non possa tornare. Se hai sorelle e fratelli non possa tornare in città. Se hai preso penna non possa tornare in Sardegna. Se hai preso ferma non possa tornare in caserma. Se hai preso calamaio non possa tornare al quartiere. Fratello mio Michele, di lusso carta. La ho ora nel campo rotta, questa carta di lusso).
La chiesa in Sardegna ha combattuto il lamento, come ne fanno fede i canoni dei concili diocesani. Negli stessi lamenti si ritrova talora una eco di questa lòtta, poiché in dati casi la resistenza dei preti a seguire il loro ufficio ha dato argomento alla lamentatrice di esprimere il suo disappunto.
A Orgosolo qualche anno fa un corteo funebre aveva luogo, accompagnato dal lamento tradizionale: il parroco volle impedire alle lamentatrici di assolvere il loro compito e, allora, una di esseINCHIESTA SU ORGOSOLO
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conclusali suo lamento con questi quattro versi che sono ancora ricordati :
Si ischiada su[...]
[...]rale italiana è caratterizzata invece da una continua e straziante deformazione della faccia e di tutto il tronco. Questi caratteri di immobilità sono comunque rintracciabili in diverse altre culture, tra le quali quelle celtiche e di derivazione africana ».
Rimane, infine, tra le manifestazioni culturali tipiche di Orgosolo anche il ballo detto « su ballu sardu » o « su ballu tondu » (il ballo sardo o il ballo tondo) che, diffuso in tutta la Sardegna, è stato da molto tempo e largamente studiato. Si tratta, come è noto, di un ballo in circolo tra uomini e donne (a volte centinaia) nelle case o sulla pubblica piazza, eseguito tenendosi per le braccia, con quasi immobilità della parte superiore del tronco e passi lenti e gravi, a volte accelerati e quasi frenetici, intramezzati da saltelli, ma mai deformanti e scomposti. I balli a circolo, diffusi in tutto il bacino mediterraneo (Kolo montenegrino ecc.) tradiscono la loro arcaica tradizione nella forma di circolo, sempre legata a ragioni di magia il cui significato è oggi difficile determin[...]
[...]on doveva essere dissimile come ci testimonia l’Iliade (cap. XVIII, scudo di Achille). E così era altrettanto il ballo dell’antica Roma se si tiene conto della testimonianza dell’Eneide (VI, 664):
Pars pedibus plaudunt choreas et carmina dicunt...
# * #
Chi ricerchi qualche notizia sulla origine, sulla storia antica, medioevale e moderna di Orgosolo si mette in una impresa quasi disperata. A somiglianza di quasi tutti i piccoli paesi di Sardegna e ancora più — quasi un caso limite — su di Orgosolo non si tramanda quasi nulla per iscritto. Bisogna andare a cercare qualche breve notizia contenuta in opere generali sulla Sardegna, in codici diplomatici, in rapporti di amministrazione e di polizia, in libri di viaggiatori, in opuscoli di folklore, in fogli di archivio — disseminati per ogni dove — sempre nascosta tra una selva di altre notizie, esterna alla vita del paese, riguardante affari generali, formali. In questo secolo il nome di Orgosolo è conosciuto attraverso cronache di giornali e di qualche rivista solo per truculenti fatti di sangue, per i « briganti ». Esiste, probabilmente, più letteratura per qualche paese africano.
Posso, intanto, qui fornire le notizie da me raccolte in 4 anni in biblioteche pubbl[...]
[...] e private, in archivi di quasi tutt’Italia.
Origini
L’origine delle popolazioni di Orgosolo (come, in generale, di quelle di tutta la Barbagia) si perde nella notte dei tempi. Si può ritenere ipoteticamente, sulla scorta delle notizie storiche generali eINCHIESTA SU ORGOSOLO
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sugli elementi su ricavati dalle ricerche di etnologia, che potrebbe trattarsi di popoli venuti dall’Asia attraverso l’Africa, e per terra, quando '"Cioè la Sardegna, nel paleolitico, con le Baleari ed il Marocco formava un solo continente: la Tirrenide.
Storia antica. (Epoca nuragica e romana)
L’estensione di tutto il territorio di Orgosolo è disseminata da monumenti primitivi, tipici della prima civiltà della Sardegna, e databili, di volta in volta, in un ciclo che va dall’VIII al II sec. a.C.
Si trovano 2 « Perdas fittas » (cioè blocchi di pietra monolitici eretti verticalmente) di destinazione ancora dubbia; di datazione incerta, in loc. : Galamòli e Orùlu.
■ Si trovano 5 gruppi di « Domus de janas » (cioè grotticelle scavate nel granito) di destinazione cemeteriale; di datazione incerta, in loc.: Oreharva, Guspine, Soràsi, sas Molas, sas Vaddes (al Supramonte).
Si trova una « Sepultura de Gigantes » (cioè un lungo corridoio circondato da muro basso e chiuso, in testa, ad abside) di destinazione[...]
[...] per un proprio campicello — aveva rinvenuto resti di mura in disposizione rettangolare, frammenti di ceramica e cretaglie, vasi in pietra, vasetti in bronzo e in argento, monete varie, residui di ossami di animali e due classiche navicelle votive muragiche di bronzo. Informato il podestà il materiale era stato portato a Nuoro nel museo del Comune. Recatosi in Orgosolo il 1930 il prof. Taramelli, per ricerche sulla sua « Carta archeologica della Sardegna », saputo anche che sul luogo esistevano leggende di tesori sepolti, di fantasmi, ne aveva tratta la conclusione che doveva trattarsi di « un sacrario » per l’adorazione delle rupi — come nei culti Cananei — dotato di un altare per sacrifici animali, le cui ossa venivano gettate dall’alto. Riteneva che fosse stato frequentato dai primi abitatori della Sardegna, anche in epoca cartaginese, e poi romana, — come comprova il trovamento di 9 monete puniche e 16 monete romane (imperiali) di cui si dà descrizione (15).
Nel corso della mia gita al Supramonte ho avuto anch’io occasione di fare, come ho accennato, scoperta di un abitato neolitico che può essere di una certa importanza. Aggiungo qui che la località è vicino al pozzo di « su disterru » — secondo il classico culto degli antichi sardi presso le fonti —, ed ha alle spalle un complesso cemeteriale di <j Domus de janas ». Potrebbe, perciò, essere stato un altro luogo di culto.
Per l’epoca rom[...]
[...]emia Nazionale det Lincei, ecc.; 1932, voi. Vili f., pp. 52836.INCHIESTA SU ORGOSOLO 83
V \ ....
Storia medioevale. (Epoca dei Giudicati e spagnola)
Il primo documento scritto in cui si ricordi Orgosolo — ed il solo per tutto il periodo del regno dei Giudici sardi, nell’alto medioevo, è l’atto di pace stipulato tra Eleonora, Giudichessa di Arborea e Don Giovanni, Re di Aragona, il 24 gennaio 1388, pubblicato nel « Codice Diplomatico di Sardegna » di Pasquale Tola. In questo documento, firmato da tutti i Comuni del Giudicato di Arborea, tra i firmatari risultano per la «villa» di Orgosolo tali Mariano Murgia, « Majore » (e cioè capo della polizia); Petto de Cori, Joanne de Ferrari, Petro Merguis, Mariano Pina « jurati » (suoi aiutanti); Petro de Oscheri, Oguitto de Martis, Petto Seche, Arcocho Lafra e Joanne Sio « habitantes » (abitanti), convenuti tutti in Orani il 12 gennaio 1388 davanti alla chiesa di San Pietro ed al notaio Arcocho Salari fu Nicolaus per accettare (16).
Le notizie su Orgosolo, nel medioevo, sono formali e conc[...]
[...]esato pagavasi il diritto fisso di feudo e, dopo questo, vari altri diritti per quello che seminavasi, per branchi che pascolavano e per
i formaggi che si estraevano » (17).
Altra notizia di questo periodo si deduce da una Transazione del 23 settembre 1726 pervenuta dal Municipio di Orgosolo all’Archivio di Cagliari, con la quale si annette « il salto della villa spogliata di Locoe » a quello di Orgosolo (18).
(16) Codice diplomatico di Sardegna con altri documenti storici raccolti, ordinati ed illustrati dal cav. Pasquale Tola. Chirio e Mina, Torino, 1845, pp. 128 sg. e ristampato in: Historiae patriae monumenta edita iussu Regis Caroli Alberti. Tomus X. Codex diplomaticus Sardiniae. Tomus I. Codice diplomatico di Sardegna con altri documenti raccolto ordinato ed illustrato dal cav. P. Tola ecc. Augustae Taurinorum e Regio Typographeo. MDCCCLXI. Diplomi e carte del sec. XIV. CL. L’originale è conservato nell’Archivio di Stato di Cagliari. Voi. F, fol. 43 (5).
(17) Dizionario geografico storico statistico commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna compilato per cura del prof. Goffredo Casalis ècc. Presso G. Maspero, Torino, 1834. Voi. XII, pp. 678.
(18) Testi e documenti per la storia del diritto agrario di Sardegna. Pubblicati e coordinati con note illustrative da Gino Barbieri, Vittorio Devilla, Antonio Era, Damiano84
FRANCO CAGNETTA
Dal 1765 Orgosolo fa parte della lncontrada di Nuoro sino al 1849, fine del feudalesimo in Sardegna. « I diritti che si pagavano erano quello del feudo, che era fisso, quindi quello del montone per Orgosolo, una prestazione per i formaggi, il diritto del vino e un canone per gli ademprivi di Locoe » (19).
Soccorso alle notizie di storia medioevale ci viene da documenti ecclesiastici:
Anticamente Orgosolo faceva parte, di nome, della Diocesi di Suelli.
Il primo documento in cui si citi Orgosolo è una lettera scritta da papa Giulio III in data 22 agosto 1551 indirizzata al canonico Nicolaus Crinvellas residente in Suelli con la quale gli si concedeva « la prebenda di Orgosolo » (80 d[...]
[...]« nato in Orgosolo negli ultimi anni del secolo XVII, morto prima del 1640 » (22) vissuto prima a Baunei e
Filia, Carlo Guido Mor, Aldo Perisi, Francesco Pilo Spada, Ginestra Zanetti. Sotto la direzione di Antonio Era. Con prefazione di Arrigo Solmi. Gallizzi, Sassari, 1938, pp. 502. L’originale era nel Municipio di Orgosolo, ora scomparso.
(19) Op. cit.y voi. XII, pp. 679.
(20) Pubblicazioni della R. Deputazione di storia patria per la Sardegna. Dionigi Scano, Codice diplomatico delle relazioni fra la Santa Sede e la Sardegna. Parte seconda: Da Gregorio XII a Clemente XIII. Giulio III. Doc. CDLIX, pp. 30910.
(21) Novena della B. Assunta venerata in Orgosolo. Con spigolature storiche sul paese a cura del Parroco Sac. Don Francesco Lai. Tip. Ortobene, Nuoro, 1953, pp. 1820.
(22) Storia letteraria di Sardegna del cav. D. Giovanni Siotto Pintor, ecc. Tip. Timon, Cagliari, 1844, voi. Ili, pp. 496, nota l.INCHIESTA SU ORGOSOLO
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Triei e poi « nella Corte Romana », autore di una traduzione dall’italiano al sardo di un libro apologetico di vite di 45 Sante Vergini e Martiri di autore anonimo e dei PP. Ant. Galloniu e Villegas (23), oltre che di « canzoni manoscritte » andate « perdute » (24).
Da quella traduzione si può supporre anche un certo lavorio di adeguamento della Chiesa al dialetto locale, secondo i principi prescritti nel Concilio di Trento per una maggiore penetrazione tra le pleb[...]
[...]io di adeguamento della Chiesa al dialetto locale, secondo i principi prescritti nel Concilio di Trento per una maggiore penetrazione tra le plebi rustiche.
Il 1799 Orgosolo compare citata nella Bolla del papa Pio VI: « Eam inter ceteras » del 21 luglio, con la quale si istituiva la nuova Diocesi di NuoroGaltelly, di cui il paese faceva parte come Rettoria (25).
Dal padre BrescianiBorsa S.J., nella celebre opera « Dei costumi dell’isola di Sardegna » si ha notizia su Orgosolo che : « I Gesuiti che avevan stanza in Oliena visitarono quel popolo in sullo scorcio del sec. XVII e con la santa parola il mansuefecero; ma, cessati i Padri, tornò all’antica rustichezza. Lasciaron essi tuttavia di sé orma indelebile, poiché, introdotti per opera loro i gelsi e i bachi da seta, in quella grossa terra le donne del villaggio vi tesson drappi » (26).
(23) Legendariu ( de Santas / Virgines, et Martires / de lesu Christu / hue fi contennen exemplos admirabiles, necessarios ad ogni forte de persones, qui pretenden falvare sas animas insoro / vogadas[...]
[...]as in forma brevis, Epistolas ad Principes, Viros et alios atque Allocutiones complcctens. Tomus sextus. Pars I. Pii VI continens pontificatum ab anno primo usque ad octavum. Prati. In Typographia aldina. MDCCCXLVII. Doc. CCXIX. Revocatio unionis decretae ab Alexandro VI ecclesiae calaritanae et galtellinensis, cum declaratione, et ampliamone diocesum (Dat. die 21 junii 1779. Anno V). Paragrafi 3 e 6, pp. 59495.
(26) Dei costumi dell'isola di Sardegna comparati cogli antichissimi popoli orientali per Antonio Bresciani d.C.d.G. All’Uffizio della Civiltà Cattolica, Napoli. Voi. II, pp. 113. Il Bresciani, Visitatore della C.d.G. in Sardegna, non fu però ad Orgosolo.86
FRANCO CAGNETTA
Storia moderna. (Epoca piemontese e italiana)
Solo dal principio del secolo scorso cominciano ad aversi su Orgosolo notizie meno estrinseche.
11 primo scrittore su cose del paese è il generale Alberto Fer rero della Marmora che, nel suo Itinéraire de l’tle de Sardaigne. cita un episodio avvenuto in Orgosolo, in data imprecisata — che può comprendersi tra il 1831 ed il 1844 :
« Sul Monte Novo si trova la cappella di San Giovanni e non lontano, ai suoi piedi, una regione detta Fontana bona, nella quale vi è qualche capanna di pastori q[...]
[...]a armata che vorrebbe sorprenderli in quei ripari quasi inaccessibili, dove si rifugiano dopo aver fatto le loro rapine; queste rapine consistono quasi tutte in furti di bestiame e, qualche volta, rubano ai proprietari dei villaggi vicini — di cui sono il terrore — greggi intere e gli stessi buoi da lavoro » (27).
L’abate Vittorio Angius di Cagliari (17971862), nel Dizionario geograficostoricostatisticocommerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, compilato dal prof. Goffredo Casalis, il 1843, voce:
(27) Itinéraire de Vile de Sardaigne pour faire suite au Voyage en cette contrèc par le Conte Albert de La Marmora, ci devant Commandant Militaire de Vile de Sardaigne, Làeutenant generai, Sénateur du Royaume etc. Chez les frères Bocca libraire du Roi. Turin, 1862, voi. I, pp. 41920. La traduzione è mia.INCHIESTA SU ORGOSOLO
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Orgosolo, è il primo scrittore che dia ampie notizie sul paese, la popolazione, l’agricoltura, la pastorizia, il commercio, la religione e le antichità (28).
'Il 1848, voce: Nuoro provincia di Sardegna.[...]
[...]r le Conte Albert de La Marmora, ci devant Commandant Militaire de Vile de Sardaigne, Làeutenant generai, Sénateur du Royaume etc. Chez les frères Bocca libraire du Roi. Turin, 1862, voi. I, pp. 41920. La traduzione è mia.INCHIESTA SU ORGOSOLO
87
Orgosolo, è il primo scrittore che dia ampie notizie sul paese, la popolazione, l’agricoltura, la pastorizia, il commercio, la religione e le antichità (28).
'Il 1848, voce: Nuoro provincia di Sardegna. Carattere morale di questi provinciali orgolesi, scrive:
« Gli orgolesi sono una popolazione assai sfavorevolmente conosciuta per lo spirito di vendetta, per le rapine e per l’animosità che spiegano i banditi contro i militari. Contrariamente alla pratica degli inquisiti che, quando si incontrano con la truppa si mettono solo in guardia e non osano alcuna offesa se vedano non essere assaliti o ricercati, gli orgolesi, che molto ancora conservano del carattere degli antichi barbaricini prendono l’offensiva. Uno che entri in quel territorio con merci od altro va sicuramente, perché in quel [...]
[...]oria di Orgosolo si chiude il secolo scorso con una rivalità di vendetta o « disamistade » tra le famiglie Mesina e Pisanu che oggi è impossibile ricostruire, come ho tentato di fare, per mancanza di exprotagonisti e di tradizioni orali, e si apre, nel nostro
(30) Op. cit., voi. II, pp. 11314.
(31) Inventano del R. Archivio di Stato di Cagliari e notizie delle carte conservate nei più notevoli Archivi Comunali, Vescovili e Capitolari della Sardegna. Pietro Vatdés, Cagliari, 1902, pp. 176.INCHIESTA SU ORGOSOLO 9!
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secolo, con l’altra rivalità di vendetta o « disamistade » tra i Gossu e i Corraine che ho analiticamente ricostruita nel già cit. saggio sulla rivista « Società ».
Esistono anche nel Museo storico dell’Arma dei Carabinieri in Roma (piazza Risorgimento) «verbali» di conflitto a fuoco, nell’Archivio, ed « Armi ed oggetti sequestrati a banditi » di Orgosolo, nelle vetrine. Sono un soccorso alla storia di Orgosolo.
Per l’intensissimo periodo di banditismo 18821899 si conserva
il Verbale del conflitto a fuoco avven[...]
[...]re Succu, Giuseppe Gangas (32).
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Per dare un quadro vivo, immediato, dell’antica Orgosolo dò qui di seguito due biografie di vecchi viventi: ziu Marrosu Gangas
(32) A completare questi dati generali sulla storia del paese di Orgosolo si può qui, ancora, riportare l’indicazione di tutte le carte geografiche (mi limito a quelle classiche) in cui compare il toponimo: « Orgosolo ».
Eccone l’elenco dalla più antica:
1) Carta della Sardegna di Rocco Cappelline^ (1577). Originale Ms. nella Bibl. Vaticana in Roma cm. 33x73. Rocco Cappellino, ingegnere di fortificazioni di Carlo V, rimasto per 15 anni in Sardegna disloca Orgosolo nella « Barbaira Cevolo » tra « Bodusò » (Buddusò) e « Bynmana » (Biddamanna). Una buona riproduzione della carta è in : Istituto Geografico Militare. Monumenta Italiae Cartographica. Riproduzione di carte generali e regionali d’Italia dal sec. XIV al XVII, raccolte e illustrate da Roberto Almagià, Firenze, coi tipi dell’istituto Geografico Militare, 1929, tav. LV.
Su di questa si attenne Egnazio Danti, sul cui disegno il fratello Antonio Danti dipingeva il 1589 la carta di :
2) Sardegna. Galleria delle Carte Geografiche dei Musei Vaticani in Roma.92
FRANCO CAGNETTA[...]
[...] (Buddusò) e « Bynmana » (Biddamanna). Una buona riproduzione della carta è in : Istituto Geografico Militare. Monumenta Italiae Cartographica. Riproduzione di carte generali e regionali d’Italia dal sec. XIV al XVII, raccolte e illustrate da Roberto Almagià, Firenze, coi tipi dell’istituto Geografico Militare, 1929, tav. LV.
Su di questa si attenne Egnazio Danti, sul cui disegno il fratello Antonio Danti dipingeva il 1589 la carta di :
2) Sardegna. Galleria delle Carte Geografiche dei Musei Vaticani in Roma.92
FRANCO CAGNETTA
e ziu Carlo Floris detto Anzelu Zudeu. Ho raccolto queste due biografie dalla viva voce dei protagonisti, trascrivendone fedelmente il racconto parola per parola. L’ho ricomposto, naturalmente, dall’iniziale disordine, e, trasportandolo in italiano, ho cercato di mantenermi ligio agli originali modi sintattici ed al gergo orgolese. Tra tutti i 15 o 20 vecchi che ho interpellato nel paese questi due principalmente mi sembra che riescano a dare un’idea larga, abbastanza completa, di quella che era la straordi[...]
[...]mente mi sembra che riescano a dare un’idea larga, abbastanza completa, di quella che era la straordinaria vita in Orgosolo 4050 anni fa.
Il primo di essi, il vecchio ziu Marrosu, ladro di pecore, quasi
La posizione di Orgosolo ha la stessa aberrazione che nella carta di Rocco Cappellino. Una riproduzione, ma illeggibile, di questa carta è nel cit. Mon. It. Cart., tav. LXI.
Su di questa si attenne Giovanni Antonio Magini per la carta di Sardegna nella sua celebre: L’Italia nuovamente più perfetta che mai per innanzi, posta in luce, scolpita e con le suoi figure uiuamente rappresentata. Amsterdam. Di questa una buona edizione è la:
3) Sardegna, il cui originale si conserva nelPIstituto Geografico Militare in Firenze cm. 111,5x89. Magini colloca Orgosolo nella « Barbagia Iolai » tra Siniscola e Bicyman (Biddamanna), sottoponendovi Lode e Posadal Una buona riproduzione di questa carta c nel cit. Mon. It. Cart., tav. LVII.
Altra edizione, analoga, di Amsterdam (Clement De Ionghe), senza data, è:
4) Nova description d’Italia: Sardegna; con originale in Londra, conservato nel British Museum, cm. 106x124. È riprodotta nel cit. Mon. It. Cart., tav. LIX.
All’opera di Magini si attenne anche la carta di Sardegna de:
5) L}ltalia di Matteo Greuter. Stampa veneta del 1657. Sardegna (foglio 10) cm. 208x114, riprodotta nel cit. Mon. It. Cart.
Pure al Magini si attiene Vincenzo Coronelli nel suo celebre: Ìsolario descrittivo geografico histonco sacro profano antico moderno politico naturale e pratico ecc. Tomo II delVAtlante veneto, opera e studio del P. Maestro Vincenzo Coronelli, Min. Conv. Cosmografo della Serenissima Repubblica di Venezia e Principe dei Geografi. A spese dell’Autore M.DC.LXXXX.VI. Nella carta:
6) Isola e Regno di Sardegna soggetta al Re di Spagna ecc. Alle pp. 102103.
7) Le Royaume de Sardaigne dressé sur Ics cartes manu scripte s levées dans [...]
[...]. 208x114, riprodotta nel cit. Mon. It. Cart.
Pure al Magini si attiene Vincenzo Coronelli nel suo celebre: Ìsolario descrittivo geografico histonco sacro profano antico moderno politico naturale e pratico ecc. Tomo II delVAtlante veneto, opera e studio del P. Maestro Vincenzo Coronelli, Min. Conv. Cosmografo della Serenissima Repubblica di Venezia e Principe dei Geografi. A spese dell’Autore M.DC.LXXXX.VI. Nella carta:
6) Isola e Regno di Sardegna soggetta al Re di Spagna ecc. Alle pp. 102103.
7) Le Royaume de Sardaigne dressé sur Ics cartes manu scripte s levées dans le Payt par les ingégnieurs piemontois a Paris. (A Messieurs de TAcademie Royale des Sciences). Colloca Orgosolo nell’cc Incontrada di Orani » a confine con il « Judicato di Ulliastro ».
8) Nuova Carta dell’isola e Regno di Sardegna. Opera del R. P. Tommaso Napoli delle Scuole pie colleggiate dell’Università di Cagliari e del cav. Rizzi Zannoni del Buro topografo della guerra presso S. M. il Re delle Due Sicilie.
9) Carta/ dell’isola e Regno / di Sardegna f dedicata f alla Maestà del Re f Carlo Alberto primoJ dal suo umilissimo e devotissimo suddito / Maggiore Generale Conte Alberto Ferrerò della Marmora / Comandante la R. Scuola di Marina di Genova / Membro della R. Accademia delle Scienze di Torino / già J Colonnello AiutanteGenerale J aiutato dal suo collaboratore / il cav. D. Carlo De Candia / Maggiore del R. Corpo suddetto / Parigi e Torino 1845 (incisori Desbruissons e Arnoul, dal 1838 al 1840) 1/250.000. I rami sono conservati negli archivi dell’istituto Geografico Militare di Firenze. Da questa Carta la posizione di Orgosolo è definita[...]
[...]oro, poiché ziu Marrosu era scomparso, e non si sapeva proprio dove. Era andato, forse, a Nuoro per postulare la pensione. Quando stavo per iniziarne le ricerche in tutti i paesi vicini ad Orgosolo era ricomparso all’improvviso facendomi un inchino e, con vivacità persino accresciuta, aveva ripreso il filo interrotto del racconto dall’ultima parola. Io mi auguro che, visti i suoi meriti e riconosciuta la sua grande fantasia, qualche Cavaliere di Sardegna, di Spagna e d’Italia, come egli dice, si convinca che, in qualche modo, si può coronare il suo sogno.
Il secondo vecchio, ziu Carlo Floris o ziu Anzelu Zudeu, è invece un uomo diverso da ziu Marrosu, un calmo, un riflessivo patriarca. Tutto il giorno stava solitario in campagna, sotto una quercia, e con voce grave, con gesti misurati. Se circondato dai figli, dai nipoti, dai pronipoti, lentamente raccontava. La sua piccola mania di andare a caccia di tesori è un quadro serio della grande miseria del paese. Nel suo parlare vi era, di tanto in tanto, un alito di antica poesia quando ricorda[...]