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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 276

Brano: [...]o dal colligiano Velio Mechini [Pelo] che, in contatto con gli antifascisti di Poggibonsi subito dopo l'8 settembre, aveva già partecipato ad alcune azioni con la cosiddetta Banda del Massetano, operante nella zona di Massa Marittima. Raggiunta una forza di 75 uomini con base sul Poggio del Comune, il Distaccamento “Velio” fu diviso in tre squadre, dette Squadre volanti della Valdelsa, che operarono tra Monterigqioni, Casole, Colle, Poggibonsi e San Gimignano. Dal 10 febbraio al

22 marzo, oltre a partecipare all’occupazione di Montieri (v.) insieme alla “Lavagnini”, queste “Volanti” compirono una diecina di azioni, fra

Velio Mechini durante la lotta partigiana

cui gli assalti alla caserma dei carabinieri di Casole e al presidio della G.N.R. della frazione di Tignano.

Il 28 marzo questa formazione fu duramente colpita dall’eccidio di Montemaggio (v.) che costò ben 19 morti, 17 dei quali erano valdelsani. Gli effetti di questa strage, dopo la quale la G.N.R., alla caccia dei superstiti, si accanì inutilmente contro le popolazioni di San [...]

[...]ecina di azioni, fra

Velio Mechini durante la lotta partigiana

cui gli assalti alla caserma dei carabinieri di Casole e al presidio della G.N.R. della frazione di Tignano.

Il 28 marzo questa formazione fu duramente colpita dall’eccidio di Montemaggio (v.) che costò ben 19 morti, 17 dei quali erano valdelsani. Gli effetti di questa strage, dopo la quale la G.N.R., alla caccia dei superstiti, si accanì inutilmente contro le popolazioni di San Gimignano e Colle, si fecero sentire sul movimento partigiano locale, tanto che ad alcuni soldati tedeschi fu possibile infiltrarsi nelle sue fila simulando sentimenti antinazisti e la volontà di disertare. Si ebbe così, la sera del 28 aprile, il rastrellamento di Castellina Scalo che si concluse con 3 morti, tra cui due donne.

Le tragiche lezioni di San Donato e Montemaggio indussero la Resistenza locale a una migliore organizzazione e a un maggiore coordinamento. Nel maggio, anche per l'imminente scadenza del cosiddetto “bando del perdono” (v. Forze armate repubblichine) che portò altri renitenti [...]

[...]he lezioni di San Donato e Montemaggio indussero la Resistenza locale a una migliore organizzazione e a un maggiore coordinamento. Nel maggio, anche per l'imminente scadenza del cosiddetto “bando del perdono” (v. Forze armate repubblichine) che portò altri renitenti alle formazioni, con 6 partigiani di Certaldo e Colle che, dopo l’eccidio di Montemaggio, erano stati rinviati in Valdelsa dalla “Lavagnini”, nonché con gruppi di Colle, Poggibonsi e San Gimignano si costituì il IX Distaccamento “G.A.P. Valdelsa” che operò nei comuni di Certaldo, Colle, Poggibonsi, San Gimignano e Castellina in Chianti.

Ai primi di maggio, i resti del Distaccamento “Velio” erano confluiti nella 23a Brigata Garibaldi “Guido Boscaglia” (v. Radi, Guido), di recente sorta per iniziativa dei re' sponsabili militari dei C.L.N. di Volterra, Colle e Pisa. Questa formazione opererà nei boschi di Berignone e poi sui monti delle Carline. A essa si uniranno più tardi alcuni partigiani di Castelfiorentino che, aggregati a un gruppo empolese in transito, formeranno la 3a Compagnia della Brigata stessa, al comando di Aldo Giuntoli (v.).

Fra le azioni del periodo spiccano: nel maggio, il trasp[...]

[...]di alcuni partigiani di Castelfiorentino che, aggregati a un gruppo empolese in transito, formeranno la 3a Compagnia della Brigata stessa, al comando di Aldo Giuntoli (v.).

Fra le azioni del periodo spiccano: nel maggio, il trasporto di armi da una oolveriera nei pressi di Casole, effettuato da partigiani travestiti da vigili del fuoco per superare due posti di blocco tedeschi: il 10 giugno, la liberazione dei detenuti politici dal carcere di San Gimignano; alcuni scontri con militi fascisti e truppe tedesche da parte della formazione “Bustichini” di Castelfiorentino e di un gruppo della “Maqni Magnino” (proveniente da Montecatini e diretta verso la “Boscaglia”) che inflissero al nemico

perdite di uomini e mezzi, subendo a loro volta 2 morti e alcuni feriti. Nella zona tra Castelfiorentino e Montespertoli operò anche un gruppo della Divisione “Arno” (o “Potente”) guidato da Renzo Baroncini [Folle), di cui fecero parte alcuni partigiani locali.

Gli aspetti politici e sociali

Nel conto di questa attività vanno messi, però, anche screzi e[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 275

Brano: [...]ano con un certo anticipo. All'indomani del 25 luglio si poterono perciò costituire subito comitati cittadini variamente denominati e composti non tanto da rappresentanti ufficiali di partiti (poiché solo quello comunista aveva mantenuto un’organizzazione) quanto da persone di varia tendenza politica, ma accomunate dall’antifascismo. Questi comitati guidarono le spontanee manifestazioni popolari (fra cui va ricordata in particolar modo quella di San Gimignano del 26 luglio, per la liberazione dei detenuti politici, negata dal direttore del locale penitenziario) e, pur senza aderire alle proposte di “pacificazione” coi fascisti, avanzate da sacerdoti e da esponenti del mondo cattolico, cercarono di evitare violenze e vendette inconsulte, benché la polizia di Badoglio non si comportasse con altrettanto senso di responsabilità. A Castelfiorentino, per esempio, i carabinieri minacciarono con le armi la folla che dimostrava contro l’ex consigliere nazionale fascista e agrario Gherardo Casini, colui che dai microfoni dell’Eiar (v.) aveva esortato gli it[...]

[...]tti, ma ci fu anche chi si presentò al reparto per vestirsi, armarsi e darsi poi “alla macchia”. La spiegazione di questi comportamenti andava ricercata nelle tradizioni antifasciste familiari, come dimostrano le relazioni stese dai carabinieri che parlavano di « aperta avversione dei genitori » e di « massa operaia che, con qualche rara eccezione, tende al comuniSmo ». Ma l’opposizione era diffusa anche tra le altre forze politiche, tanto che a San Gimignano, fra gli arrestati per attività contro la R.S.I. nel dicembre 1943, si trovarono anche cattolici e socialisti.

Una circolare del 26.3.1944 della Tenenza dei carabinieri di Empoli, avente giurisdizione anche nella Valdelsa fiorentina, parla di un « manifesto sovversivo », diffuso particolarmente fra i « rappresentanti del clero sociale» [sic). Il manifesto, intitolato «I cattolici nell’ora presente », terminava con le parole: « nel fascismo non è né la salvezza né la libertà ».

Alla chiamata alle armi della repubblica di Salò risposero varie manifestazioni di donne, fra le quali particol[...]

[...]tonoma comunista”, formata da una trentina di ex militari (tutti contadini) che, attraverso contatti col C.L.N. Toscano, avrebbe poi dato vita alla 3a Brigata “C. Rosselli”, operante in una zona avente come epicentro Montespertoli. Nel dicembre, un gruppo di giovani di Vico d’Elsa e Certaldo, fra i quali alcuni degli arrestati del maggio precedente, dopo una sosta di circa un mese sui Cornocchi (Gambassi) e poi in una base sul Poggio del Comune (San Gimignano), per interessamento dell’ispettore militare “Roberti” (v. Guglielmo Nencini) raggiunsero il monte Quoio e costituirono il secondo nucleo della futura Divisione Garibaldi “Spartaco Lavagnini” (v.). Nel rastrellamento di Rigosecco (15.1.1944) questo nucleo ebbe subito un caduto (il certaldese Luigi Marsili), ma nei mesi successivi al gruppo si aggiungeranno altri giovani di Colle, Poggibonsi e San Gimignano.

Nel gennaio 1944 i comitati politico e militare del Partito comunista di Castelfiorentino, presi accordi con i compagni di Certaldo ed Empoli, decisero di costituire la Brigata Garibaldi “A. Gramsci”. Questa formazione aggregherà, oltre ai partigiani del mandamento, quelli di altre zone, compresi 6 ex prigionieri di guerra russi e 2 americani, fino a raggiungere, nel corso della sua attività, una forza di 267 uomini suddivisi in vari distaccamenti dislocati su un vasto territorio.

Il primo gruppo, che si accantonerà nei boschi de “Le Corbezzolaie” e poi a “La Pietrina”, aggregando i re[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 542

Brano: [...]azioni, preconizzando il fallimento del Fascismo italiano, e non risparmiando parole irriverenti verso

11 Duce, che l’Italia venera ed i! mondo ammira.

Sul giornale "Il nuovo Avanti” scrisse vari articoli celandosi sotto lo pseudonimo Gin [...] ..

In carcere

Detenuto per 6 mesi nel carcere romano di Regina Coeli prima del processo, dopo la condanna Pesenti fu inviato a Fossano, dove rimase

1 anno, quindi a Civitavecchia e infine a San Gimignano.

Durante la lunga detenzione a Civitavecchia, i disagi subiti nelle varie carceri si cumularono, provocandogli un attacco di angina pectoris di origine enterica. Poiché i medici del Centro clinico e le autorità carcerarie (come risulta da documenti deH’Archivio di Stato) si astennero dal curarlo e non gii comunicarono neppure la diagnosi della gravissima malattia, potè sopravvivere solo grazie alla sua giovane ed energica fibra, sorretta da un’eccezionale forza d’animo, (Ma i postumi di quel male l'avrebbero condotto a una morte prematura). In carcere, il giovane studioso rat forzò le prop[...]

[...]ronte alla rovina che il fascismo stava preparando e alla vergogna morale che esso aveva instaurato, o per la tragica situazione dei disoccupati e delle masse impoverite. Personalmente mi sentivo più libero anche sul piano scientifico, come testimonia una lettera che, da Fossano, scrissi a Benedetto Croce e che gli inviai tramite mio padre, cosa possibile per il fatto che Croce era senatore ».

Uomo di governo

Liberato dalla Casa di pena di San Gimignano soltanto il 4.9.1943 (dopo 8 anni di dura prigionia) Pesenti tornò per alcuni giorni a Verona per salutare la famiglia e subito dopo decise di passare le linee del fronte per raggiungere l’Italia liberata onde riprendere fattività po

Antonio Pesanti (al centro) con sua moglie Adriana durante un congresso in India

litica. Portatosi con un avventuroso viaggio a Bari, si mise a disposizione del partito, entrò a far parte del Comitato federale della Federazione comunista barese e venne incaricato di dirigere il giornale Civiltà Proletaria.

Nel gennaio 1944 partecipò al Congresso nazional[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 457

Brano: [...]e di pena italiane. L’obiettivo è naturalmente quello di umiliare il detenuto, facendogli intendere che egli dipende non tanto da un regolamento, quanto dall’arbitrio del direttore o di chi lo rappresenta.

Il collettivo

Dopo la sentenza del Tribunale speciale i condannati venivano trasferiti dal carcere giudiziario di Regina Coeli in Roma alle case di pena, le più importanti delle quali si trovavano a Portolongone, Santo Stefano, Volterra, San Gimignano, Castelfranco Emilia, Turi di Bari, Oneglia, Fossano, Saluzzo, Civitavecchia, La Pianosa. Le prime tre erano note per il rigore che vi era instaurato e per ie condizioni particolarmente insalubri (una sorta di

L’interno della fortezza di Volterra, adibita a carcere

quello che un tempo era chiamato « carcere duro »), mentre a La Pianosa e a Turi di Bari venivano invece inviati i detenuti gravemente infermi o colpiti da malattie croniche. Fino al 1931, in tutti i suddetti penitenziari i detenuti politici dovevano scontare un sesto della loro pena in segregazione cellulare, ossia in rigoro[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 321

Brano: [...]di guerra.

Cadde durante un combattimento contro preponderanti forze tedesche. Dopo la Liberazione l’Università di Padova ha conferito alla sua memoria la laurea « ad honorem ».

Ferro, Mario

N. a Rovigo il 23.11.1909; impiegato.

Comunista, nel gennaio 1943 fu processato dal Tribunale speciale per attività antifascista e per aver svolto a Milano propaganda contro il regime. Condannato a 5 anni di reclusione, fu detenuto nel carcere di San Gimignano (Siena).

Dopo T8.9.1943 ha preso parte alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza lombarda, organizzando formazioni partigiane a Erba (Como).

Ferrovieri nella Resistenza

La grande importanza delle ferrovie nel quadro degli essenziali servizi logistici fece sì che durante la seconda guerra mondiale l'intera rete ferroviaria dei paesi occupati dai tedeschi diventasse uno dei principali bersagli degli Alleati e delle forze partigiane. Bombardamenti e mitragliamenti aerei, sabotaggi, attentati, scioperi del personale ferroviario si integrarono spesso con felice coordinazione[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 498

Brano: [...]), « tutte sospette di attività antifascista e antinazionale » secondo la relazione del Comando provinciale della G.N.R.. Alla fine del rastrellamento i fascisti trucidarono i civili Ovidio Gennaroli, Aminto Gennaroli, Dante Manfredi.

G.Fr.

Gatti, Giovanbattista

N. a Torino il 30.11.1896; tornitore. Comunista, nel 1929 fu condannato dal Tribunale speciale a 10 anni e 6 mesi di reclusione che trascorse nelle carceri di Civitavecchia e di San Gimignano.

Dopo I*8.9.1943 ha preso parte alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza.

Gattinara, Combattimento di

Comune di 8.000 abitanti (7.500 nel capoluogo) e importante centro di comunicazione tra Biplla e Vercelli, durante la Guerra di liberazione Gattinara venne a trovarsi praticamente sulla linea del fronte tra partigiani e fascisti, continuamente pattugliata dagli uni e dagli altri. Tra le numerose azioni partigiane di cui divenne teatro, quella del 16.6. 1944 assunse un’ampiezza non prevista e superò l’obiettivo iniziale.

I partigiani si erano proposti di recuperare l[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 284

Brano: [...]Ovidio Sabatini », comandato da Mauro Capecchi (Faro), Sestilio Pedani (Carbonaro

o Kiro) ed Enzo Nizza (La Pietra), ad Abbadia San Salvatore, Pian Castagnaio, Santa Fiora, Arcidosso, Castel del Piano e Cinigliano;

Vili Distaccamento « Boccheggiano », comandato da Ideale Tognoni, a Montieri;

IX Distaccamento « G.A.P. Val d’EIsa », composto da squadre comandate da Azelio Lami, Minghi, Treves Prilli, Mario Baroncini e altri, a Poggibonsi, San Gimignano e Colle Val d'Elsa.

La vita nei distaccamenti

Con la costituzione dei vari distaccamenti sorsero molti problemi nella vita della formazione. Si trattava anzitutto di tenere costantemente collegati con il Comando di brigata reparti lontani tra loro varie decine di chilometri e dispersi in zone impervie. E bisognava coordinare l’attività di tutti i distaccamenti, assicurando in ognuno di essi quella disciplina e quei criteri organizzativi che avevano costituito la forza della formazione originaria. Insieme all’attività svolta a tal fine dal comandante « Viro », dal commissario politico « [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 285

Brano: [...]« Serpente »; o la fantasia, come fu il caso della beffa del finto funerale per trasportare, sotto il naso dei tedeschi, un partigiano ferito (Tegoia, giugno 1944). Si potrebbero ricordare azioni rocambolesche, come il disarmo della caserma della Guardia nazionale re

pubblicana di Chiusdino, condotto da un nucleo di 5 partigiani, fra i quali Augusto e Virio Bianchi e Wilson Poi itti, o la liberazione dei detenuti politici dal penitenziario di San Gimignano (8.6.1944) e dal carcere di Santo Spirito in Siena (17.6.1944). Quest’ultima azione, guidata da Giuseppe Martini [Paolo] e appoggiata dal I Distaccamento, diede il via alla mobilitazione delle squadre armate cittadine in Siena. L’intensa attività di guerriglia contro tedeschi e fascisti era la principale fonte di armi e di materiale bellico per l’intera Brigata. Tuttavia, sfruttando i contatti di un gruppo giellista con la Missione alleata in Versilia, la « Lavagnini » riuscì a ottenere tre aviolanci che furono utili soprattutto perché misero a disposizione dei partigiani grandi quantità di e[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 653

Brano: [...]ttrezzò per riprodurre la stampa proveniente dall’estero e pubblicare un giornaletto locale, intitolato La scintilla.

Dopo gli arresti del 1932, cui riuscì audacemente a sottrarsi il comunista Pietro Borghi (che si distinguerà poi nella guerra di Spagna, ab

battendo due aerei franchisti), l’organizzazione clandestina comunista si ricostituì rapidamente, tanto che la ricorrenza del Primo Maggio 1933 fu festeggiata con una gita a Castello di San Gimignano. L’intervento fascista in Spagna e la partecipazione italiana alla Seconda guerra mondiale trasformarono in un baratro la spaccatura esistente fra regime e classi popolari,

il cui vero stato d’animo si manifestò anche a Poggibonsi, con la dimostrazione organizzata il 26.7.

1943 dagli operai della locale vetreria per chiedere « la pace separata e la liberazione del detenuti politici ».

Guerra di liberazione

Durante il periodo del governo Badoglio l’alto livello di sensibilizzazione politica della popolazione consentì a Poggibonsi una rapida ricostituzione dei partiti democratici. D[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 47

Brano: [...]rticoli, saggi. In particolare si citano i suoi lavori su Boccioni (segnalato al Premio Viareggio del 1962); i suoi scritti su Boldini, Delacroix, Cagli, Guttuso, Corrente; la Storia autobiografica della pittura moderna (6 volumi).

È collaboratore artistico di « Vie Nuove ». Come membro della Giunta dell’Ente mani

festazioni milanesi, è stato organizzatore di mostre d’arte. Nella stessa veste, ha prestato la sua opera a Ferrara, Pontedera, San Gimignano e altrove.

De Gregori, Francesco

Medaglia d'oro al valor militare alla memoria. N. a Roma nel 1910, caduto alle Malghe di Porzus (Udine)

il 7.2.1945; ufficiale dell’esercito. Uscito dall'Accademia militare di Modena e assegnato aH'8° Reggimento alpini, durante la seconda guerra mondiale prese parte alle operazioni belliche sul fronte occidentale e poi a quelle sul fronte grecoalbanese. Rimpatriato per malattia e promosso capitano, insegnò per breve tempo alla Scuola militare di Bassano del Grappa (Vicenza), facendo successivamente ritorno in Albania come addetto allo stato maggiore d[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine San Gimignano, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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