Brano: [...] che si verifica nel 1949 nella Germania Orientale: la ripresa economica consente il ridestarsi delle lotte operaie nel momento stesso in cui l'apparizione degli stacanovisti e dei cronometristi nelle fabbriche addita agli operai un avversario immediato.
L'iniziativa della lotta viene quasi sempre presa dagli operai di eta matura, spesso dai quadri di base del sindacato e del partito (2). Si tratta di prepararsi o di accordarsi per attaccare in sede di assemblea sindacale un certo provvedimento o un certo metodo di lavoro del cronometrista? La grande esperienza organizzativa degli operai tedeschi riprende tutto il suo vigore e serve allo scopo.
Come sempre, la lotta di massa mette in evidenza, accanto ai vecchi, dei nuovi quadri: la fusione necessaria si compie in seno alle stesse assemblee ufficiali, all'uscita delle riunioni, negli stessi laboratori fra gruppi affini che si formano e fra i quali si discute liberamente.
Con questa lotta economica spontanea e con questi inizi di organizzazione operaia autonoma, la vita ideologica torn[...]
[...] Che cosa é il regime? E l'Unione Sovietica? Che cosa è la «intelligentzia »? (5). Non vi é dubbio che queste domande non ricevono una precisa risposta, ma la cosa importante é l'atmosfera nella quale esse sorgono e la situazione di fatto che le ha fatte sorgere.
Con il sorgere di queste discussioni ideologiche, tutte le vecchie correnti politiche della vecchia classe operaia tedesca rivivono fra gli operai. Non é un caso se alla conferenza del SED del 1949 Fred Oelssner, il migliore teorico del partito, attacca per la prima volta il luxemburgismo (6). È caratteristico che nel 1948 il partito denunciava soprattutto il « nazionalismo schumacheriano »; nel 1949 il « sindacalismo puro » da un lato, ed il « radicalismo di sinistra » dall'altro (7).
(5) Sotto questa parola gli operai riuniscono i tecnici, i dirigenti, le alte gerarchie del sindacato e del partito. Generalmente gli operai sono ostili alla intelligentzia. Si Iegge: «Esiste ancora nella grande maggioranza dei casi una diffidenza istintiva (fra operai e tecnici) una antipatia c[...]
[...]bbiamo il compito di debellare gli avanzi teologici di tipo semimenscevico della sinistra tedesca, questi avanzi che riuniamo abitualmente sotto il nome di Iuxemburgismo. Non si creda che questa quistione possa essere risolta semplicemente dicendo: chi dei nostri tanti membri hanno letto Rosa, che importanza hanno ancora questi problemi? No, questo sarebbe un sottovalutare il peso della tradizione ideologica» (Protokoll der I Parteikonferenz der SED, Berlino, 1949, pag. 457).
(7) «In questo momento le centrali dello spionaggio inglese ed americano lavorano in un primo luogo per diffondere la propaganda trotskista... Allo stesso tempo continua il pericolo dell'opportunismo di destra... » (Dokument der SED, T. II, pag. 289). La situazione sembra particolarmente grave a Lipsia, vecchia città socialista, ove, secondo il rapporto del segretario del partito, si è svolta una lotta efficace contro l'ideologia schumacheriana, ma dove si é avuta «una eccessiva tolleranza verso le argomentazioni di apparenza radicale e rivoluzionaria ». (Neues Deutschland del 7.12.49). Nel 1949 il
SENNO SAREL PROLETARIATO E ORDINE DEMOCRATICO POPOLARE 167
Così nel corso di questa tappa, la lotta per le rivendicazioni suscita la rinascita di una vita ideologica e di un inizio di organizzazione operaia indipendenti. Es[...]
[...]o decide di estendere il fronte nazionale fino agli « antichi funzionari, soldati, ufficiali e generali della « Wehrmacht », cosí come agli ex nazisti. Anche a questo proposito il pericolo é additato a sinistra: « Il primo pericolo ed il maggiore é attualmente la ristrettezza settaria... che si esprime attraverso al fronte nazionale... con il rifiuto di collaborare con elementi patriottici non appartenenti al popolo lavoratore... » (Dokument der SED, T. II, Berlino 1950, pag. 344 e 354).
168 COMUNISMO E OCCIDENTE
La rivolta del 1953
Nel luglio 1952 il Congresso del partito adotta la politica che é conseguenza del riarmo ufficialmente annunciato: una politica dura, spartana, nella quale la produzione non produttiva verrà immensamente accresciuta, nel momento stesso in cui forze giovanili vengono distolte dalla produzione. Nel suo rapporto, di ritorno dal 19° Congresso bolscevico, Walter Ulbricht così definisce questa politica : massima economia, produttività accresciuta, revisione delle norme (Neues Deutschland 23.11.52). Da ora in poi[...]
[...]dacale del cantiere di Semm e di Faust non abbia appoggiato la loro iniziativa e che, nell'assemblea sindacale da lui diretta egli abbia taciuto e li abbia lasciati attaccare da tutti i partecipanti (14).
Poco alla volta gli operai riescono ad imporre a parecchi capisquadra e perfino a parecchi attivisti il loro stato d'animo « ereditato dal tempo della lotta di classe ». Il brigadiere è nominato dalla direzione, ma é praticamente impossibile insediarlo contro la decisa volontà degli operai: non potrebbe lavorare. Giacché è un fatto che l'antica rigorosa disciplina di fabbrica o di cantiere é stata spazzata via dal « vento del 1945 » e niente altro l'ha ancora sostituita. Il caposquadra riceve una percentuale progressiva sui salari della squadra, in caso di sorpassamento del piano. Egli ha dunque l'interesse a spingere la produzione. Allo stesso tempo per? egli é costretto a convincere gli operai che essi devono produrre, giacché adesso il regime é loro: il partito non può accettare di essere isolato nell'impresa. Ogni settimana, e talo[...]
[...]paccio era più scadente : ma adesso le due situazioni si equivalgono. Qualche squadra decide di cercare lavoro altrove: l'operaio è per sua natura nomade. Lungo la Stalinallee, nella marcia verso il centro della città, altre squadre si aggiungono alle prime. Ben presto il corteo ascende ad un migliaio di operai. Allora il carattere della manifestazione cambia: non si pue) più andare a cercare lavoro in tal numero: il corteo si indirizza verso la sede del governo per domandare risposta alla petizione dell'8 giugno. Strada facendo, operai di altri rami e passanti ingrossano il corteo : alla Leipzigerstrasse il corteo é composto di migliaia di operai. Ed ecco che il carattere del corteo, rimasto fino ad allora calmo, cambia ancora una volta : le rivendicazioni economiche si sono trasformate in rivendicazioni politiche. Davanti alla sede del Ministero, davanti al Ministro Selbmann che tenta di parlar loro, questi operai non organizzati danno prova di una grande maturità, quella maturità, quell'impeto fiducioso nella propria forza, che le giornate rivoluzionarie danno agli operai. « Sono un operaio comunista », dice il Ministro. « Te ne sei dimenticato — gli gridano — i veri comunisti siamo noi, non tu ». E presentano le loro rivendicazioni.
Lo svolgimento dei fatti di Berlino del 17 giugno é noto : nuove manifestazioni degli operai edili; sciopero nelle principali aziende; intervento di gruppi semifascisti dalla BerlinoOve[...]
[...]ganizzano il movimento, ed allo stesso tempo assumono la gestione delle imprese : hanno cura di assicurare i lavori di manutenzione, di organizzare la, vigilanza contro gli eventuali sabotaggi; e quando si tratta di imprese di interesse pubblico urgente, di assicurarne il funzionamento. Ad Halle, a Bitterfeld, a Magdeburgo, a Iena, gli scioperanti, riuniti in piazza, eleggono un co mitato centrale di sciopero. Questo, quando ne ha il tempo, si insedia nella casa comunale, si occupa degli approvvigionamenti della città, della produzione del gas e dell'elettricità, ordina ai pompieri di rimanere in servizio, ecc. ecc. In altre città ci si limita ad eleggere dei co mitati operai di fabbrica. Si esce in strada, si balla, si occupano le sedi del partito, si disarmano i poliziotti, si liberano i prigionieri politici, ecc. ecc.
I comitati di sciopero adottano in generale atteggiamenti differenti, a seconda che abbiano a che fare con le autorità tedesche o sovietiche. Le prime vengono ignorate, con le seconde si offre di trattare. Ecco il telegramma che il comitato centrale di sciopero di Bitterfeld invia al comandante sovietico in Berlino :
« Sig. Alto Commissario, noi lavoratori del circondario di Bitterfeld vi preghiamo di togliere senza indugio lo stato di assedio da Berlino, tosi come ogni altra misura diretta contra gli ope[...]
[...] ecc.
I comitati di sciopero adottano in generale atteggiamenti differenti, a seconda che abbiano a che fare con le autorità tedesche o sovietiche. Le prime vengono ignorate, con le seconde si offre di trattare. Ecco il telegramma che il comitato centrale di sciopero di Bitterfeld invia al comandante sovietico in Berlino :
« Sig. Alto Commissario, noi lavoratori del circondario di Bitterfeld vi preghiamo di togliere senza indugio lo stato di assedio da Berlino, tosi come ogni altra misura diretta contra gli operai, di guisa che sia possibile a noi tedeschi continuare a credere che voi siete veramente il rappresentante di un governo di lavoratori ».
Ed ecco il telegramma che lo stesso comitato indirizza al governo di BerlinoEst:
BENNO SAREI. PROLETARIATO E ORDINE DEMOCRATICO POPOLARE 181
«Noi lavoratori del circondario di Bitterfeld esigiamo: dimissioni del sedicente governo democratico tedesco... costituzione di un governo provvisorio composto di lavoratori progressisti... » (25).
Vi sono stati casi in cui alcuni comandanti sovietici locali, prima di aver ricevuto l'ordine di repressione, hanno riconosciuto i comitati di sciopero ed hanno trattato con essi. Questo fatto si é verificato specialmente nelle imprese aventi lo statuto di società anonime sovietiche.
Indubbiamente la rivolta non è stata esclusivamente proletaria. Scesi in strada, gli operai si sono visti unire a loro tutti gli strati della popolazione. Accanto al « Brüder zur Sonne zur [...]