Brano: [...]o al camerata germanico. Al caso Discobolo si affiancarono centinaia di casi simili, fra i quali particolarmente illuminante quello relativo al “Ritratto di gentiluomo” del Memling, opera di eccezionale importanza storicoartistica appartenente al principe Carlo Andrea Corsini di Firenze, della quale Ciano con lettera urgente delI’11.6.1941 (e l'urgenza sembra essere caratteristica costante di questo tipo di interventi) chiedeva a Bottai, « per desiderio del Fuehrer », il permesso di esportazione, addirittura in esenzione di tasse.
Nella lunga e accorata risposta con la quale Bottai tentò di opporsi, come sempre invano, a questo ulteriore salasso del nostro patrimonio artistico assume significativa rilevanza documentaria il passo nel quale viene sottolineato come l’esportazione di quest'opera si inserisca « in quello che è divenuto un sistema abitudinario che minaccia di estendere all'Italia i procedimenti già da tempo in uso nell'Olanda, nel Belgio e nella Francia occupata e, più recentemente, nella Slovenia e nella Croazia ». Una fra[...]
[...]
Nello sfacelo generale delle nostre Forze Armate si era dissolto anche quel particolare Servizio siglato
5.1.M., ossia Servizio Informazioni Militari, comunemente detto di spionaggio e controspionaggio. Era stato un servizio abbastanza efficiente, così che i tedeschi ne imposero la ricostituzione nell'Italia occupata ponendolo alle dirette dipendenze del loro Sichertheitsdienst, il supremo organo poliziesco nazista, col nuovo indicativo di S.I.D., ossia Servizio Informazioni della Difesa. A tale scopo, i vecchi appartenenti al S.I.M. furono invitati a ripresentarsi, come dicevano, « per difendere l’onore deH’esercito italiano macchiato da Badoglio ».
Rodolfo Siviero e altri esponenti del vecchio S.I.M., come i colonnelli Od elio e Galloni, videro nella mossa tedesca un grave pericolo, non per la scarsa utilità che questo servizio avrebbe avuto ai fini della strategia della guerra, ma piuttosto perché esso avrebbe potuto risultare efficientissimo per massacrare altri italiani. Nello stesso tempo, essi videro nell’invito nazista una [...]
[...] in pochi, uomini che, pur bravi soldati e ottimi italiani nel servizio, nutrivano convinta avversione per il fascismo e per il nazismo. Fu pertanto sviluppata un’intensa e rapida azione di ricerca di questi elementi, sulla base di una accurata scelta, per persuaderli a ripresentarsi per combattere i nazisti all'interno stesso del loro apparato. Non pochi accettarono, così che non so
lo a Firenze, ma anche a Milano e a Bologna tre sezioni del S.I.D. furono riorganizzate con elementi scelti da Siviero e compagni prima che dai tedeschi.
Questo servizio segreto, costituito col rischio che ben si immagina dentro un servizio segreto quale quel
10 tedesco, divenne arma formidabile in mano alla Resistenza che, grazie ad esso, potè venire a conoscenza di piani militari, subito trasmessi agli Alleati, di progetti di rastrellamento a carico di formazioni partigiane, che fu così possibile avvertire tempestivamente, di provvedimenti che si volevano prendere a carico di perseguitati politici
o razziali, che così poterono essere salvati.
I[...]
[...]archi nazisti che passavano precise ordinazioni. Di esso, il cui Comando avrebbe preso sede presso l’istituto Tedesco di Storia dell’Arte in piazza Santo Spirito, facevano parte esperti d’arte e esperti imballatori agli ordini deH’emerito professore Langsdorff, nominato colonnello SS e « protettore del patrimonio artistico italiano ». Immediatamente Siviero riuscì a stabilire due specifici servizi di controllo: uno sugli ordini che passavano dal S.I.D. e dal Kunstschutz; l’altro, sui depositi ove erano state decentrate le opere d’arte. Per la pratica utilizzazione di queste preziose informazioni, Siviero organizzò un gruppo di partigiani, in gran parte costituito da cultori dell’arte e da giovani artisti fiorentini come Bruno Becchi e Rino Cioni (entrambi cadranno nella battaglia per Firenze), avente il compito specifico di sventare i piani nazisti.
A qualificare l'importanza e la validità dell'operato di questo gruppo già basterebbe ricordare, fra i tanti, il salvataggio delle vetrate del Duomo di Arezzo, un’operazione che richiese non [...]