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Il segmento testuale Robbe-Grillet è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 135Analitici , di cui in selezione 6 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Romano Bilenchi, Ancora sul romanzo in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1960 - 1 - 1 - numero 42

Brano: [...]tico, allo stesso linguaggio della critica musicale per fabbricare un tessuto poeticonarrativo. Il linguaggio di Musil e quello di Thomas Mann fanno parte del loro stile, del loro modo di rappresentare. Chiedete un parere a Hemingway. Sono certo che Mann e Musil avevano pensato a questa obiezione: e se fossero qui con noi chi sa quanto riderebbero delle nostre chiacchiere. Ne riderebbero insieme con Hemingway.
3. — Ho letto i libri di Butor, di RobbeGrillet, di Nathalie Serraute. Ho anche letto un saggio di RobbeGrillet apparso sulla
ANCORA SUL ROMANZO 39
« Nouvelle Revue Française » e una serie di articoli programmatici da lui scritti per « FranceObservateur ». Questi articoli potevano essere accettabili: uno scrittore può benissimo partire da certi risultati raggiunti da Joyce e spingersi oltre lungo una direttrice prestabilita, ma le realizzazioni narrative di questo scrittore che passa per un caposcuola mi sembrano deludenti. Anche i romanzi di RobbeGrillet non sono che dichiarazioni programmatiche in cui mi è stato impossibile rintracciare il volto di uno scrittore, una necessità interiore di esprimersi, un tessuto narrativo che renda vero e indispensabile quanta si vorrebbe rappresentare. Si, è cambiato il rapporto tra l'individuo e il mondo oggettivo, tra la vita interiore e la vita pragmatica, rapporta che nell'Ottocento classico (Balzac, Stendhal e anche Tolstoj se vogliamo) si esauriva nella socialità. Ma gli « oggetti » di questi scrittori francesi che cosa ci dicono dell'uomo contemporaneo e, quel che più conta, dell'uomo in genere ? I l[...]

[...]e nulla hanno a che vedere con il realismo.
8. — Che concetto avete della storia? Credete voi che in Guerra e pace contino più le descrizioni delle battaglie e le sparate di Tolstoj contra Napoleone che i rapporti del principe Andrej con la moglie, il babbo, la sorella, Natascia, Pierre, ecc. ecc.? Che nei Promessi sposi contino più le descrizioni dei tumulti di Milano, della peste che i rapporti fra Renzo e Lucia? Sarebbe come dar ragione a un RobbeGrillet.
9. — Sono molti. Ve ne indicherò soltanto qualcuno: Petronio, Cervantes, Goethe, Hawthorne, Dostoevskij, Melville, SainteBeuve, James, Puskin, Tolstoj, Gogol, Fromentin, Manzoni, Nievo, Verga, Kafka, Thomas Mann, AlainFournier, Musil, Brach, Mauriac, Tomasi di Lampedusa. Essi, sia pure in maniera diversa e con risultati diversi, hanno scritto romanzi che corrispondono a quello che pensa debba essere un romanzo. E lasciatemi citare Cechov, sebbene sia stato tanto avveduto da non scrivere veri e propri romanzi.
P.S. — Scusate la fretta e questo mio ragionare sotto forma di appunti. Noi itali[...]



da (9 Domande sul romanzo) Sergio Solmi in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 5 - 1 - numero 38

Brano: [...]he che la vicenda romanzesca ha lasciato sugli oggetti visualmente recepiti e descritti, o facendola scaturire per suggestione dall'apparente oggettività di un contesto dialogato ecc. A parte le differenze che presentano tra loro i vari scrittori censés di appar
9 DOMANDE SUL ROMANZO 57
tenere a detta scuola, e che rendono assai difficile escogitare per essi un reale denominatore comune (quale vero rapporto c'è fra Beckett, Butor, la Sarraute, RobbeGrillet?), a parte le parziali somiglianze con modi del romanzo poliziesco (in ispecie nel caso di RobbeGrillet), mi pare che quanto può vagamente apparentare quegli scrittori, e far pensare ad un atteggiamento, quanto meno' in una zona assai rarefatta, in certo grado comune, consiste nello sviluppo, in forme narrative, di intenzioni e modi già noti alla lirica francese degli ultimi decenni, diretti ad accentuare l'emozione, per così dire, obliterandola, e in realtà isolandola con reagenti negativi (vuoi d'indifferenza, vuoi di distrazione laterale, vuoi vagamente nostalgici, o scopertamente ironici), in maniera da presentare, per così dire, lo scavo in rilievo, o viceversa.
Roland Barthes, a proposit[...]

[...]do comune, consiste nello sviluppo, in forme narrative, di intenzioni e modi già noti alla lirica francese degli ultimi decenni, diretti ad accentuare l'emozione, per così dire, obliterandola, e in realtà isolandola con reagenti negativi (vuoi d'indifferenza, vuoi di distrazione laterale, vuoi vagamente nostalgici, o scopertamente ironici), in maniera da presentare, per così dire, lo scavo in rilievo, o viceversa.
Roland Barthes, a proposito di RobbeGrillet, ha accennato alla crisi della civiltà borghese, e della relativa psicologia, e, quindi, all'attualità di un « formalismo assoluto » (le dégré zéro de l'histoire). Ma anche questa tesi poco mi convince. La psicologia di un mondo in crisi non vuol dire assenza di psicologia, ma piuttosto ambiguità, contraddizione, che quindi può benissimo essere resa, magari in modi anch'essi ambigui e contradditori.
Perciò l'ultimo romanzo di RobbeGrillet, La jalousie, che sembra intenda realizzare in pieno la definizione di Barthes, sopprimendo la psicologia mediante la soppressione dello stesso personaggio principale (ridotto a un ipotetico, astratto e innominato punto di vista attorno a cui ruota il racconto), resta un prodotto eccezionale, il risultato di una specie di scommessa, e in definitiva astratto e volontario. Mentre il precedente romanzo, Le voyeur, presentava, invece, nella forma indiretta di cui s'è accennato, l'evocazione di una realtà psicologica — sia pure bruta ed elementare —, destando di riflesso quella forza emotiva, senz[...]



da Pietro Citati, Ideologia e verità in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1960 - 1 - 1 - numero 42

Brano: [...]inibile alone, prima ancora di venir approfondita ed analizzata. Il canone della verità sembra stabilito per sempre. Si rinuncia a qualsiasi sperimentazione psicologica. Non so come questa impoverita, pura e monotona linea musicale possa riuscire ad esprimere qualcuno, come l'uomo moderno, di cui in fondo ignoriamo quasi ogni cosa.
Un filo sottile continua a legare, malgrado tutto, la prosa astratta e ragionieresca dell'ingegnere agronomo Alain RobbeGrillet a quella, ancora poetica e segretamente sontuosa, di Gustave Flaubert. Ma il regno degli oggetti si è trasformato, in un secolo, in quello dell'assenza. I sentimenti, che Flaubert nascondeva e realizzava liricamente negli oggetti, si sono lasciati ormai completamente assorbire e risucchiare, e sono scomparsi del tutto. Hanno abbandonato, al loro posto, un enorme vuoto, una muta ossessione visiva; o corrodono appena le cose, scrostano la vernice di un muro, allungano un'ombra fredda sulle pareti. Nemmeno le cose esistono piú. Soltanto la loro astratta impronta geometrica, o la loro ombra, cont[...]

[...]e di un muro, allungano un'ombra fredda sulle pareti. Nemmeno le cose esistono piú. Soltanto la loro astratta impronta geometrica, o la loro ombra, continua ad incidersi nello spazio, come la macchia irregolare che segna per sempre, sulla parete, l'impronta del grosso millepiedi schiacciato dal tovagliolo di Frank. Non si é molto lon
IDEOLOGIA E VERITÀ 87
tani dal tentativo di Joyce, nei racconti piú scarni ed impartecipi dei Dublinars. Di suo RobbeGrillet ci ha aggiunto specialmente l'abilità diabolica del congegno, e quella specie di folle ascetismo avanguardistico, per cui la poesia viene a coincidere interamente con le trovate tecniche, con le formule che si vengono man mano inventando. Ma quanto a fare di questa formula quella stessa della narrativa moderna, l'unica arte possibile in un mondo dove la psicologia sarebbe scomparsa, non é nemmeno il caso di parlarne. Sono quei discorsi che passano gli anni, la vita continua e muta, l'avanguardia si copre di rughe, e uno si vergogna persino di averli non dico fatti ma pensati.
In un recente a[...]

[...]rsi che passano gli anni, la vita continua e muta, l'avanguardia si copre di rughe, e uno si vergogna persino di averli non dico fatti ma pensati.
In un recente articolo, Italo Calvino, raccogliendo insieme alcuni sintomi e tendenze recentissime, vede la letteratura e l'arte di oggi sepolte sotto Il mare dell'oggettività. Non riesco per conto mio a condividere la sua tesi, che uno spartiacque senza rimedio divida le tendenze oggettivistiche dei RobbeGrillet e dei Pollock dall'arte, per cosí dire soggettivistica, della prima metà del nostro secolo. Un secolo fa Mallarmé e Rimbaud avevano iniziato, assistiti per la prima volta dallo spirito di sistema, a trascrivere qualsiasi contenuto in cifre oggettive ed analogiche. Nemmeno la Jalousie aggiunge nulla a quello che sapevamo sui destini dell'oggettivismo moderno. Il quale si trova, non da oggi, ad un bivio:
o proclamare il vuoto senza fine e tacere, dopo averlo espresso una volta; o invece lavorare codesti simboli oggettivi con la devozione preziosa di un parnassiano. Gli oggetti, ormai, come ogg[...]



da (9 Domande sul romanzo) Italo Calvino in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 5 - 1 - numero 38

Brano: [...]ire al di là delle varie lenti di cultura, di coscienza, di estro e mania personale che compongono il loro cannocchiale. Insomma romanzi come era romanzo — faccio un nome solo tra quelli che mi vengono in mente — il « Don Chisciotte ».
2) La corrispondenza tra cultura d'una data epoca e letteratura creativa ha il suo giusto terreno d'attuazione nel modo di vedere il mondo, cioè nei mezzi d'espressione (behaviourismoHemingway; positivismo logico RobbeGrillet ecc...). È naturale però che ci sia oggi anche una narrativa che si pone come oggetto le idee, la complessità delle suggestioni culturali contemporanee ecc... Ma a farlo riproducendo delle discussioni di intellettuali su questi argomenti, c'è poco sugo. Il bello è quando il narratore da suggestioni culturali, filosofiche, scientifiche ecc... trae invenzioni di racconto, immagini, atmosfere fantastiche completamente nuove;
io ITALO CALVINO
come nei racconti di Jorge L. Borges, il piú grande narratore <« intellettuale » contemporaneo.
3) Il pericolo della « nouvelle école » è di restringere [...]

[...]nte nuove;
io ITALO CALVINO
come nei racconti di Jorge L. Borges, il piú grande narratore <« intellettuale » contemporaneo.
3) Il pericolo della « nouvelle école » è di restringere il discorso della letteratura a quello, forse più rigoroso ma certo più limitato, delle arti figurative. Sul rifiuto della psicologia non ho nulla in contrario, ma il guaio è che la « nouvelle école » volta le spalle a tutto tranne che alla psicologia. Le voyeur di RobbeGrillet é un racconto bellissimo finché non si scopre che tutta la vicenda gravita sul fatto che il protagonista è un paranoico. E La jalousie, opera di grande rigore ed efficacia, é uno studio psicologico, anche se rappresentato attraverso una enumerazione di oggetti invece che introspettivamente. RobbeGrillet dovrebbe portare la sua geometrizzazione fino in fondo, espungere ogni vibrazione psicologica. E Michel Butor dovrebbe geometrizzare di più la forma, tenersi in un'economia chiusa di racconto. A L'emploi du temps basterebbe essere più secco e sarebbe il perfetto romanzolabirinto che vuol essere. E La Modification sarebbe un bellissimo racconto, fosse ridotto a un quarto delle sue dimensioni.
4) Non dipende dagli scrittori ma dal moto dei tempi. Quando ho cominciato a scrivere io, una quindicina d'anni fa, pareva fosse diventato naturale lo scrivere oggettivo: veniva da scrivere la storia di [...]



da (9 Domande sul romanzo) Giorgio Bassani in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 5 - 1 - numero 38

Brano: [...]ico connettivo, a tutt'oggi, del caos linguistico nazionale, allora, anche in Italia, tutto sarà possibile. Nell'attesa, il romanzo saggistico, letterario (è stato evocato Musil, ma bastava Manzoni), ha tutta l'aria di essere quello che meglio fa al caso nostro.
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Nell'immediato anteguerra, Carlo Cassola scrisse due piccoli libri di racconti (La visita, Alla periferia) che anticipano curiosamente la visività da obbiettivo fotografico di Butor, RobbeGrillet, Nathalie Sarraute. Anche i racconti di Bilenchi, della stessa epoca, sono prevalentemente visivi. Ma a quel tempo, in Italia, c'era il fascismo, la dittatura. La retorica più smaccata, più indecorosa, impregnava ogni manifestazione pubblica e privata, pratica o intellettuale. In quelle condizioni, l'assenza dell'arte, la sua purezza, ebbero una precisa giustificazione, e rappresentarono effettivamente una protesta dell'intelligenza e del gusto contro la noiosa e offensiva volgarità delle sfere ufficiali. Ora, io sono lontanissimo dal proporre l'equazione fascismogollismo. Eppure... Ad ogni m[...]

[...]lettuale. In quelle condizioni, l'assenza dell'arte, la sua purezza, ebbero una precisa giustificazione, e rappresentarono effettivamente una protesta dell'intelligenza e del gusto contro la noiosa e offensiva volgarità delle sfere ufficiali. Ora, io sono lontanissimo dal proporre l'equazione fascismogollismo. Eppure... Ad ogni modo, non mi pare azzardato prevedere che la fortuna, in Italia, di manierismi narrativi del genere di quelli di Butor, RobbeGrillet, Nathalie Sarraute, dipenderà in gran parte dalla sorte che sarà riservata alla nostra democrazia. L'impassibilità mortuaria del Voyeur e della jalousie evoca direttamente la dittatura del grande capitale indu
4 GIORGIO BASSANI
striale, il « moderno » qualunquismo neopositivista (E la conseguente messa al bando dei comunisti).
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È un'ipotesi, un sogno, una chimera. Ciò non toglie che molti nostri critici di sinistra ne parlino come di qualcosa veramente esistente o realizzabile; e che continuino a confrontare ogni romanzo che vien fuori con questo ideale, platonico (anche se marxistico) n[...]



da (9 Domande sul romanzo) Alberto Moravia in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 5 - 1 - numero 38

Brano: [...]ona, ricorda avvenimenti del passato. E si capisce subito perché: la materia dei romanzi di memoria per forza di cose é ordinata secondo un tempo ideale o ideologico che non é quello naturalistico delle rappresentazioni dirette e drammatiche. Questo tempo ideale o ideologico richiede un intervento continuo della riflessione, un commento continuo della ragione. Sotto quest'aspetto si potrebbe dire che La Rechèrche é tutto un immenso saggio.
3. — RobbeGrillet e gli altri che in Francia vorrebbero un romanzo visivo, ossia un romanzo nel quale niente fosse contesta bile e tutto fosse assolutamente sicuro appunto perché legato al più sicuro dei nostri sensi che é la vista, vorrebbero in fondo un romanzo in cui la realtà fosse disumanizzata, ossia restituita all'oggettività vergine e terribile che forse aveva prima della comparsa dell'uomo sulla terra. Robbe Grillet dice infatti: « È illegittimo e arbitrario scrivere "il mare sorride", perché il mare non ha una bocca e non può per questo, sorridere; é un tratto umanistico, si attribuisce al mare un ca[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Robbe-Grillet, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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