Brano: NUOVI ARGOMENTI
N. 3 LuglioAgosto 1953
LETTERE DI CONDANNATI A MORTE
DELLA RESISTENZA EUROPEA
Nei primi due o tre anni dopo la Liberazione vi è stata in Italia una grande fioritura di scritti sulla Resistenza. Salvo poche eccezioni si trattava, come logico, di memorie e di opuscoli celebrativi, scarsamente efficaci come ,contributi alla storia della Resistenza, preziosi tuttavia, nel loro insieme, per ché offrono un mosaico di testimonianze particolari ed un quadro del clima in cui si svolsero gli avvenimenti di quegli anni. Pochi di quei, testi, anche fra i buoni e gli ottimi, ebbero larga diffusione. Per quanto sappiamo, negli altri Paesi dell'Europa Occidentale (ad eccezione della[...]
[...]Resistenza nelle pubbliche biblioteche, l'educazione degli scolari e studenti ai valori che animarono il Movimento di Liberazione in Italia e negli altri Paesi e, in genere, la conoscenza di quel momento della nostra vita nazionale che fu l'atto di nascita della Repubblica Italiana. È mancata da parte degli studiosi ed artisti una elaboiazione dei fatti e dei temi di quei tempi, ostando, fra molte cause spcci
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fiche e generiche, lo scoraggiamento degli editori, anche fra i più democratici, di fronte al disinteresse del mercato librario per i testi sulla Resistenza. Il solo Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia ha rappresentato, pur nella estrema limitatezza dei mezzi finanziari a disposizione, una certa continuità negli studi e nella raccolta di documenti. E ciò proprio nel periodo in cui avveniva la fioritura delle memorie degli exgerarchi fascisti e repubblichini. Analoga vicenda sembra aver subito la pubblicistica degli altri Paesi dell'Europa Occidentale e una parallela[...]
[...], varie, riflettendo l'evoluzione, dopo circa un decennio, delle correnti che della Resistenza erano state protagoniste e dei partiti che avevano formato i Comitati di Liberazione Nazionale; ma furono nel loro insieme, (ignorandosi qui volutamente gli insulti di una parte della stampa neofascista) serie e impegnate. Perciò ci parve di essere su di una buona strada e di dover fare, su di essa, un passo avanti.
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Dapprima pensammo ad una seconda raccolta di lettere di partigiani, non più limitata al tema dei condannati a morte. Ne facciamo qui cenno perché è una ricerca che qualcuno dovrà compiere (e subita, prima che altro materiale vada disperso!) rifacendosi al lavoro che l'Omodeo compi sulle lettere dei combattenti della prima guerra mondiale e da cui emerge, sia pure limitatamente ai ceti intellettuali borghesi, la storia morale delle generazioni che in quella guerra si sacrificarono. Noi ci orientammo invece verso un lavoro che fosse la diretta estensione delle Lettere italiane e iniziammo, d[...]
[...]endosi al lavoro che l'Omodeo compi sulle lettere dei combattenti della prima guerra mondiale e da cui emerge, sia pure limitatamente ai ceti intellettuali borghesi, la storia morale delle generazioni che in quella guerra si sacrificarono. Noi ci orientammo invece verso un lavoro che fosse la diretta estensione delle Lettere italiane e iniziammo, d'accordo con l'Editore Einaudi, le ricerche per una raccolta di Lettere di Condannati a morte della Resistenza Europea.
Le ragioni di questa ricerca sono evidenti e si collegano strettamente alle ragioni ed ai risultati di quella condotta nell'ambito nazionale. E anche i criteri informativi ed il metodo sono i medesimi. Si tratta di procedere allo spoglio di pubblicazioni sulla Resistenza che possano contenere lettere scritte in punto di morte dai patrioti «giustiziati » e di organizzare una rete di collaboratori che conducano le ricerche nei vari settori. C'è da superare la difficoltà rappresentata dalla lingua, c'è da interessare alla iniziativa persone lontane, studiosi, direttori di istituti storici o di[...]
[...]o a sé è quello della Polonia dove i patrioti (i polacchi in genere) furono vittime di eccidi di massa, senza tri, bunali e senza preavvisi, ed intere famiglie, anzi, intere comunità, furono sterminate; malgrado le ricerche compiute dallo Zwiazek Bojownikow di Varsavia, la sola Lettera finora reperita (che qui presentiamo, di ignota presumibilmente polacca, ci proviene da un archivio berlinese). Presentiamo
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anche alcune delle lettere italiane che nell'antologia europea faranno parte del capitolo Italia.
Quanta l'Europa sia divisa, ce ne rendiamo ben conto attraverso questa esperienza di lavoro. Non ci riferiamo, s'intende, alla cosidetta cortina di ferro. Ci riferiamo alla difficoltà di scambi culturali fra Paese e Paese, alle difficili relazioni fra i gruppi culturali di diverse ideologie nei singoli Paesi. La ricerca intrapresa potrà avere anche questa ragione: di aver portato il suo contributo all'abbattimento delle barriere che ci dividono.
PIERO MALVEZZI e GIOVANNI PIRELLI
IGNOTA
Presu[...]
[...]uando ebbi cercato per cinque giorni fra i cadaveri (gli uomini venivano uccisi davanti alla fabbrica di mattoni e trasportati poi al cimitero), trovai anche il suo. Da quel giorno la mia vita è cessata. Non avrei potuto augurarmi un compagno migliore e più fedele nemmeno nei miei più bei sogni di quando era ragazza. Soltanto per due anni e due mesi mi é stato concesso di essere felice. E ora ? Stanchi di fru
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gare fra i cadaveri, si era «contenti» di aver trovato quello che si cercava: ma si può esprimere in parole un simile strazio?
...Davide é stato « liquidato ». Ah, beato lui! Per lui é finito. Noi invece attendiamo ancora la pallottola della morte. Il 31 agosto ha avuto inizio la grande azione. Allora perdemmo la nostra cara, buona, generosa madre. Occorrevano 3000 vittime. Avevano escogitato un altro nuovo trucco. Alle persone che lavoravano ed alle loro famiglie furono messi sui libretti di lavoro dei timbri speciali della polizia. Fu detto loro che in quest'azione sarebbero state rispa[...]
[...]mma, la nostra cara e fedele mamma, il buon cuore di mamma...
Intanto continuavano le preoccupazioni quotidiane, la dura lotta per l'esistenza che era diventata stupida, priva di senso.. Si dovette cambiare casa ancora una volta, il ghetto doveva essere ancora ristretto. Infatti le case degli uccisi erano venute libere. E si continuava a vivere.
Il 5 novembre era domenica. Improvvisamente, alle undici del
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mattino, il ghetto fu circondato ed il ballo ricominciò. Io fui, quella volta, particolarmente «fortunata ». Senza che avessi alcun sospetto d'una imminente azione, esattamente dieci minuti prima che il ghetto fosse circondato, ero uscita. Col tempo ci si abitua a tutto. Si diventa così ottusi. Anche se si perdeva qualcuno degli amici o parenti più prossimi, non si reagiva quasi piú. Non si piangeva, non si era più esseri umani, si era di pietra, senza più sentimenti, nessuna notizia ci faceva più impressione. Ci si avviava alla morte, anzi, con calma assoluta. La gente sul piazzale era indi[...]
[...] la quale io ho sempre vissuto. (Seguono alcune parole cancellate dalla censura) ...nasce. Queste sono idee così, lo so che fareste voi stessi tutto il possibile. Ma se anche non riuscirete a nulla, non disperatevi per questo, né siate infelici. Una volta o l'altra dietro ad ognuno si chiude la porta. E per quanto riguarda papà pensateci sopra, se sia il caso di non dirgli nulla o di fargli capire qualcosa.
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Meglio sarebbe di non angustiare con niente la sua vecchiaia. Decidete voi, siete, ora, più vicini a lui e alla mamma.
Scrivetemi, vi prego, che ne è di Gustina e mandatele i miei più affettuosi saluti. Che sia sempre forte e coraggiosa e che non rimanga sola col suo grande amore, che io sento continuamente. Vi è in lei ancora tanta giovinezza e sentimento perché possa avere il diritto di rimanere vedova. Volevo che fosse felice e vorrei che lo fosse anche senza di me. Dirà che non è possibile. Ma è possibile. Nessun uomo è insostituibile. Nel lavoro, come nei sentimenti. Ma tutto questo an[...]
[...]erazione dei minatori e redattore del giornale « Havir ». Arrestato dalla Gestapo ad Ostrava, è imprigionato, torturato, condannato a morte a Berlino ed ivi suppliziato il 12 ottobre 194'3. (Lettera tratta dalla raccolta a Poslední Dopisy x, Svoboda, Praga, 1946)
Pankrác.
Cara Hedvika,
il 17 agosto sono stato condannato a morte. La faccenda durerà ancora tre lunghi mesi. Se sarà mio destino morire, non c'è
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nulla da fare. La rasa nasce con le spine. Ma nel tuo cuore e nel pensiero della o nera» Ostrava non morirò mai, poiché ho sempre fatto solo del bene ed ovunque ho portato l'amore e la gioia. Oggi muoiono gli uomini migliori. Sembra che per l'amore verso la classe operaia e la nazione io debba pagare un tributo: la mia testa. Sembra che per un bene immortale io debba dare del sangue mortale. Le vie della resurrezione sono lastricate con i nostri carpi, le porte della nuova primavera sono costruite con le nostre teste. Cara nazione boema, caro papà Josef ! Noi alld fine, malgrado tutto, vince[...]
[...]silenziosa notte ci portava, da Zarubek, il suono della canzone: o Quando il destino ti porta il dolore e la malinconia t'entra nel cuore ». Canto quella canzone che cantavamo pulendo le piume e anche quell'altra: o Arriva la primavera, arriva, di nuovo verrà maggio ». Sii coraggiosa, non piangere, soltanto l'uomo debole dispera di sé. In occasione delle nostre nozze d'argento ti ringrazio per il tuo amore
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verso di me, per tutto ciò che hai fatto per me. Che la vita ti dia
ancora raggi di sole dorato e il profumo delle rose!
Sarò felice, Hedvika, di ricevere ancora tuoi scritti. Sii forte
e coraggiosa.
Tuo
Josef
ANTONIE BEJDOVÄ
Cecoslovacca, operaia, moglie del redattore del giornale giovanile « Mladé Gardy » Karel Elsnic. Lavora nella Segreteria dei Sindacati Rossi di Moravská Ostrava e continua tale lavoro durante l'occupazione nazista e dopo che, nell'autunno del 1941, il marito viene suppliziata dai tedeschi. Nel luglio 1943 viene arrestata perché sospettata di spionaggio a favore d[...]
[...]nde e ti immedesimerai nella mia situazione, allora capirai. Non ho potuto fare altrimenti, la vita é stata dura e crudele, rimpiango solo di non esser morta assieme al papà. Tu, Kájusenka caro, sta con la zia e voglile bene, come hai voluto bene a me, poiché anche la zia e gli altri ti vogliono tanto bene. Sta sempre con loro, quella é la mia seconda casa. Io, fino all'ultimo momento, penserò a te e ti ricor
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derò. Kájuska, ti auguro una vita felice e la tua dovrà essere vera
mente gioiosa e felice.
Ciao, mio piccolo!
La tua mamma
JAN (:ERNY
Cecoslovacco, nato nella Moravia Meridionale il 15 giugno 1912. Funzionario del «Komsomol» in Moravia e quindi a Praga, Commissario politico del battaglione « Dimitrov » nella guerra di Spagna. Rientrato a Praga attraverso la Francia ed il Belgio, é aggregato al Comitato Centrale del Partito Comunista Cecoslovacco e lavora con Fucík e Zika alla Direzione del Partito. Arrestato nel 1942, viene tradotto di prigione in prigione e suppliziato a Brandembur[...]
[...]a, lo sai che non mi sono mai dimenticato di te. Penso a voi tutti, nessuno escluso delle nostre grandi famiglie, ogni giorno. Appena mi alzo il mio o buon giorno » é anzitutto rivolto a voi tutti, miei cari, e quando vado a dormire i miei ultimi pensieri, prima di addormentarmi, e la mia t( buona notte » sono rivolti ancora a voi. Caro Karlik, la tua lettera mi ha fatto molto piacere, ma mi ha fatto anche
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ridere talvolta. Certo, ragazzo caro, se non vi fossero queste tribolazioni! Ma devi sempre ricordarti che molta gente sta anche peggio e che si debbono superare le prove più difficili. Guarda quante preoccupazioni hanno dovuto passare con noi i nostri genitori, ebbene... le hanno superate. E così, miei cari, penso di poter ricevere da voi ancora qualche lettera, che forse é in viaggio. Ne avrei molto piacere. Da qui, tra due o tre giorni, verrò trasferito in una prigione dove aspetterò, soltanto aspetterò. Oggi indosso ancora abiti civili, poi sarò vestito da carcerato. Potete continuare a [...]
[...]ti voi che la vostra vita sia bella come questa giornata, che vi sia in essa molto sole e pochissime nuvole, oppure che vi siano solo quelle che portano la rugiada.
Così, miei cari, ed anche voi più piccini, ricevete tutti un gran bacio (a voi piccoli anche un buffetto sulla guancia per ognuno, in aggiunta) e un caldo abbraccio. A tutti i conoscenti una stretta di mano. State tutti bene.
Vostro
Jan
gig
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IVAN VLADKOV
Bulgaro, nato a Drjanovo il lo gennaio 1915, impiegato di Tribunale Dipartimentale, poi licenziato per la sua attività nel movimento operaio. Sorpreso nel maggio 1943 come operatore di una radio trasmittente clandestina, viene fucilato il 22 novembre dello stesso anno. (Lettere e pagine di diario tratte dalla raccolta « Poslednata im Duma », Edizioni del Partito Comunista Bulgaro, Sofia, 1952)
Prigioni Centrali di Sofia
Caro Rumjanco,
negli ultimi minuti della mia vita mi sforzo di ricordare il tuo bel visetto ridente e di mandarti un bel bacio.
Caro, domani eseguono la [...]
[...]anche tu e ama la giustizia. Ama tua madre, figliolo caro, essa sarà per te una difesa nella vita.
Bacio te, tua mamma, i fratelli, le sorelle e il nonno.
Tuo padre
Vanío
21 novembre 1943
L'unico desiderio che ho è di vivere.
Qualcosa ti soffoca, ti porta via, ti toglie lentamente la coscienza; lo spazio della cella diventa stretto, la cella sembra senza aria. Eppure, avere tanto desiderio di vivere!
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E il bambino! Caro il mio figliolo, che fin da adesso sente la mancanza del suo papà. Sono ancora commosso delle sue parole: « Papa, quando vieni mi compri un tramvaiuccio, il trenino, le scarpe ».
Mio figlio sente la mia mancanza, ha nostalgia di me, della carezza e del pensiero del papà. Quando gli ho risposto che non mi lasciavano andare da lui, mi ha detto: «Ma allora se non vuoi venire vuol dire che non mi vuoi bene, papà ». Che puro amore infantile, che grande amore racchiude il suo animo!
Ma questi che ci hanno condannato a morte non hanno forse bambini? Non capiscono gli errori, no[...]
[...]zano di calmare, di confórtare, che altro possono fare? L'incertezza sopratutto rende inquieti, ma il desiderio di vita é tanto grande. Vorrei essere di nuovo al mio lavoro, sento il bisogno di lavorare, di una stanchezza fisica, di ripensare, la sera, buttato sul letto pulito, al lavoro fatto. Come ti senti bene quando vedi che il lavoro ti riesce bene. A me il lavoro dá alla testa come il profumo dei lillà.
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21 novembre 1943
Marusja, Rumjanco, zio Kolo, mamma, Stefano, Vladko, papà, arrivederci, oggi mi fucilano. Vi amo, siate forti. Vi bacia il vostro
Vanío
NICOLA NISOV OPOV
Bulgaro, nato il 7 novembre 1912 a Salonicco (Macedonia), assistente in uno stabilimento di cioccolato a Sofia. Prima della guerra è Segretario dell'Associazione degli operai dell'industria dolciaria. Durante la clandestinità organizza gruppi di resistenza facendoli figurare come organizzazioni sportive e prende parte all'attività di gruppi di sabotaggio. Ferito e catturato il 27 settembre 1941, il 18 ottobre viene c[...]
[...]estato con numerosi compagni il 23 novembre 1944 nella fabbrica Manfred Weisz, oggi Mattia Rákosi, di Csepel, viene con essi suppliziato, il 24 dicembre 194', nella prigione di SopronKöhida. (Lettera inedita avuta dall'Associazione Ungherese Combattenti della Libertà)
Miei cari,
sono assolutamente tranquillo e sereno. Ho sempre detto che non sarei vissuto oltre i trent'anni, ma voi non volevate credermi.
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Mi hanno condannato a morte. I miei ultimi pensieri sono per voi.
Mia piccola Margit, un addio particolare a te. Sei mia sorella minore, ma sei sempre stata anche il mio modello. Sei un carattere forte, non ti abbattere nemmeno ora. Prosegui sulla via che hai iniziato e lotta a denti stretti per lo scopo della tua vita: perché ne vale la pena.
Lo dico anche ora: ne vale la pena.
Mamma, non piangerei! Io ti ho procurato molte ore amare, ma ora perdonami, e pensa con affetto a tuo figlio che era tanto ansioso di affetto. Da voi ho ricevuto tutto quello ch'era possibile. Vi ringrazio di aver[...]
[...]enire, tutto quello che puoi. Vogliatevi bene, perché solo l'affetto dá senso alla vita.
Perdonatemi se sto filosofeggiando, ma credetemi, io sento così, mi fa bene dirvi questo per l'ultima volta e mi pare di essere tra voi e di conversare e parlare con voi.
Mi congedo da tutti: non mi sarebbe possibile nominarli uno a uno.
Mia adorata mamma, babbo, sorelle mie, vi abbraccio con caldo affetto.
Pista
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ZOLTÁN SCHOENHERZ
Ungherese, nato a Ko"síce nel 1905. Segretario del Partito Comunista Ungherese, dopo quattro anni di attività clandestina viene arrestato, il 6 luglio 1942, e consegnato alla Gestapo ungherese. Condannato a morte il 29 settembre 1942, il 9 ottobre viene suppliziato. (Lettera inedita avuta dall'Associazione Ungherese Combattenti della Libertà)
Budapest, 8 ottobre 1942
Mio adorato Gyuri, figlio mio, mia adorata moglie,
caro piccolo figlio mio, quando riceverai fra le mani queste righe io non sarò più. Muoio nel giorno stesso in cui tua madre ti partorì con dolore. Muoio [...]
[...]ne dei bambini erano sbagliate. A questo proposito é apparso un interessante articolo nell'opera intitolata Dialettica di Jassenskij. È l'ultimo saggio. Leggilo.
Mi congedo da te e da Gyuri. Rivedo nel ricordo molte cose belle che avemmo in comune: Praga, la Slesia, la visita a Bruna, Praga VII, Pilsen, Kosice, ecc. ecc. Ma terminando questa lettera non voglio commuovermi ed essere sentimentale. Ti auguro
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di camminare sempre sulla retta via e che tu abbia ancora molta felicità nella vita. Quanto a me, sto qui, incrollabile come in tutta la mia vita, ed é così che muoio. Saluta i miei amici. Vi abbraccio con affetto.
Il vostro Zoli
Miei cari genitori, mio tesoro, sorella mia Klára,
mi si stringe il cuore se penso quanta tristezza ho causato e causo a voi. In una cartolina ho scritto che speravo di potervi rendere tutto l'affetto e tutte le cure di cui mi avete circondato. Purtroppo non posso adempiere quello che desideravo. Non pensate però a me con cuore risentito per le tante tristezze ch[...]
[...] e la sua famiglia potranno ancora arrecarvi gioia.
Cara sorellina, io ti penso ancora molto spesso come quando eri ancora piccola piccola, a sei anni, come quando si giocava ancora insieme. Poi la .vita ci ha separati.
Ancora davanti a te c'é una vita meravigliosa. Ti auguro che sia la più bella possibile e forse potrai servirti ancora dei consigli che ti diedi l'altra volta. Tesoro mio, Klára sorella mia.
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GERTRUD SEFT.F
Tedesca, nata nel 1923, infermiera. In seguito all'attività da lei svóka a favore degli ebrei perseguitati, viene arrestata, condannata a morte e, il 12 gennaio 1945, suppliziata. (Lettera tratta dalla raccolta « Briefe von Antifascisten geschriebenen vor ihrer Hinrichtung u, VVN Verlag, BerlinPotsdam, 1948)
Mia cara piccola figlia Michaela,
oggi la tua mammina deve morire. Ho da chiederti due cose soltanto mia piccina: tu devi diventare una donna buona e coraggiosa e dare tante soddisfazioni ai nonni. Ti auguro ogni bene per il cammino della tua vita e ti prego di voler[...]
[...]sa trattiene il respiro, anche questi minuti sono per oggi trascorsi e la giornata può essere registrata come un'altra giornata guadagnata...
21 marzo 1943
Domani é di nuovo una giornata critica di prim'ordine, e nessuno può sapere se tra ventiquattr'ore sarò ancora in questa cella, se fra trenta ore sarò ancora vivo. Ma alla morte é tolta ogni amarezza, non la tristezza, naturalmente, ma non é forse que
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sta quasi dolce? Proprio ora lo sento fortissimo, ora che da una indefinibile e profonda unione con te ritrovo la via verso le parole, le idee.
Donde ci verra questa cosa che con magica forza tocca i nostri animi e li unisce? Perché questa sorgente non sgorga sempre? Sedevo sul duro sgabello della mia cella, come cento e cento ore prima d'allora, e mi trovai profondamente immerso nel tutto: nella natura, nell'uomo, nell'arte. La differenza fra la vita e la morte era scomparsa in un'unica gioia, quella d'esistere...
28 marzo 1943
Mezzogiorno e trenta. In questo momento quattro compagni di [...]
[...]mmacolato, intimo, l'amore tua e degli altri. Sono inspiegabilmente felice. Ricordami cosí...
ERIKA VON BROCKDORF
Tedesca, nata in Pomerania il 13 febbraio 1910, assistente sociale. Insieme al marito Cay, arrestato con lei ma poi liberato, partecipa all'attività cospirativa del gruppo Schulze BoysenHarnack. Arrestata a Berlino dalla Gestapo, alla fine di agosto del 1942, insieme a tutti i dirigenti del
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gruppo, é la sola, insieme alla moglie americana di Harnack, a non essere condannata a morte. In seguito all'annullamento della sentenza decretato da Himmler, viene decapitata a BerlinoPloetzensee, il 13 maggio 1943, con altri 8 patrioti. (Lettera tratta dalla raccolta a Briefe von Antifascisten geschriebenen vor ihrer Hinrichtung », VVN Verlag, BerlinPotsdam, 1948)
Mio Cay,
quante preoccupazioni devi aver avuto per me in questi giorni. Io ho pensato forse più a te che a me stessa. So che se tu avessi dieci vite, le daresti tutte per me. Ma qui davvero nessuno mi può aiutare. Questo cammi[...]
[...]gio ed una rapida morte. Ti saluto per l'ultima volta, mio caro. Ti ripeto adesso in questa ora estrema: la mia vita senza di te era nulla, solo per opera tua ha avuto un significato ed un contenuto. E questo adesso mi aiuta. Pensa ogni tanto a me, ma non essere triste. Sono serena e molto tranquilla. Mi sento consolata perché comprendo che é necessario.
Ogni bene per te, per il tuo avvenire
la tua Erika
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HERMANN LANGE
Tedesco, nato a Leer (Ostfriesland) il 16 aprile 1912. Cappellano della comunità di Lubecca, svolge attività cospirativa nei locali gruppi giovanili cattolici. Arrestato a Lubecca il 15 giugno 1942, viene decapitato ad Amburgo, il 10 novembre 1943, insieme ad altri due cappellani cattolici e ad un pastore protestante. (Lettera inedita avuta dalla Redazione del periodico «Die Tat » di Francoforte sul Meno)
Quando riceverete questa lettera io non sarò più fra i vivi! Ciò che da molti mesi ormai ha continuamente occupato le nostre menti senza lasciarci un minimo di tregua, sta p[...]
[...]olici. Offritelo dunque a Colui che ha sofferto per noi e sopportato la più grande di tutte le pene. In Lui tutto possiamo sopportare. Vedete, i legami dell'amore che ci uniscono non sono spezzati dalla morte. Pensate a me nelle vostre preghiere, che io possa essere sempre con voi, ora che per me non esisteranno più limiti di tempo e di spazio. Il tempo passerà veloce anche su questa vostra grande sofferenza.
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Papà e mamma, vi prego di cuore, non abbattetevi, non abbandonatevi a pensieri malinconici. Non dimenticate che avete ancora altri figli i quali hanno diritta alle vostre cure. Io sin dall'inizio ho posto tutto nelle mani di Dio. E se Egli ora mi chiede questa fine, ebbene, la sua volontà sia fatta! Arrivederci lassù, dal Padre della Luce!
Il vostro felice
Hermann.
FItAN'Z MAGER
Austriaco, nato nel 1895, tramviere, capo dell'Associazione dei tramvieri di Vienna e, nella clandestinità, Segretario dell'Associazione dei trasportatori. Arrestato a Vienna e condannato il 23 novembre 1942, [...]
[...]destino e del mio con tegno. La morte non é in definitiva così orribile come generalmente la si pensa. Una volta che ci si è rassegnati al proprio destino e se si tiene conto dello stato in cui qui vegetiamo, essa é una vera liberazione. Ognuno si augura che venga subito, eppure tutti temono le ore estreme, l'angoscia della morte prende ogni uomo ed ogni nervo si ribella contro la morte violenta. Con tutta
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la rassegnazione esteriore e nonostante una continua preparazione spirituale, è sempre una terribile prova per i nervi quando, dalla propria cella o da quella vicina, dei prigionieri vengono prelevati per essere giustiziati. In ogni giorno in cui le esecuzioni hanno luogo, in gènere il mercoledì, giovedì e venerdì, già si è presi dallo spavento quando si sente l'avvicinarsi dei passi alla cella e lo stridere dei catenacci alla porta. La nostra condizione è indescrivibile. Fra la vita. e la morte, senza diritti, simili a bestie destinate al macello. Abbiamo soltanto gli indumenti indispensabi[...]
[...]po neanche 40 giorni. Tutti questi dati sono mere supposizioni. Nessuno sa niente di preciso. Non udiamo e non vediamo nulla del mondo. Meno di tutto sappiamo dei nostri affari personali. E poiché anche i nostri parenti non sanno nulla, ci tocca aspettare, aspettare, finché la cella si apre e saremo condotti alla esecuzione. Il nostro solo mezzo di informazione è il tubo del cesso. Al secondo piano e sopra an
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cora vi sono dei prigionieri che hanno diritto all'acquisto di un giornale e che ci forniscono le più importanti notizie della giornata.
Dal 26 novembre eravamo compagni di cella noi tre, Bill, Rosporka ed io. Il 6 gennaio Bill fu giustiziato; noialtri ne abbiamo molto sofferto. Ci fu difficile superare questo colpo. Eravamo insieme da sette settimane. Già dal 7 settembre era stato condannato a morte e si trovava nella cella. Era maturo da molto tempo. Durante i temuti giorni delle esecuzioni egli se ne stava spesso ore ed ore davanti alla porta e cercava di capire se e quanti venivano c[...]
[...]ncepito l'internazionale come un fattore ostile, avverso al nazionalismo, ma come una intesa ragionevole dei vari interessi nazionali nell'interesse di un fecondo sviluppo di tutta l'umanità. Mi sono sempre riconosciuto come parte della mia Patria e del mio popolo, perché considero popolo e nazione non come qualcosa di artificioso e casuale, ma come fenomeno naturale, storicamente determinato. La mia posi
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zione democratica mi conduce verso il socialismo internazionale che unisce i popoli.
Sono una vittima di questi tempi terribili, come molte, molte migliaia prima e dopo di me. Devo morire perché la solidarietà umana mi é filtrata nel sangue e nell'animo, perché stimo superiore alla mia salvezza personale il rispetto verso il mio prossimo, verso i miei compagni di lavoro.
I più affettuosi, caldi saluti e baci d'addio dal vostro
papà
LEOPOLD BRTNA
Austriaco, nato a Vienna il 31 marzo 1921, falegname ed autista. Dall'età di sedici anni partecipa all'attività, poi divenuta clandestina, di v[...]
[...]ta nel poter dire un giorno: mio figlio ha lottato per una vita più degna, ed é morto nella consapevolezza di aver sacrificato la sua vita al socialismo.
E se forse continuate a nutrire dei lievi dubbi: io sono convinto che il domani apparterrà all'operaio. Perciò sopporto piil facilrhente il mio destina. Avreste dovuto sentire la nostra solidarietà nella prigione, vi sareste resi conto che un tale movimento
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non può perire. Questo stendardo rosso sangue, cui é legata la vittoria, riordinerà il mondo e merita che si lasci la vita per esso. Invero, nessuno di noi muore volentieri, perché avremmo ancora molti compiti da risolvere; ma se così deve essere, allora avvenga con ferrea decisione.
Visto che ora sono dunque un delinquente, non dovete tuttavia disperarvi: il basto non è ancora spezzato. E necessario restare forti fino all'ultimo respiro. Mostrate che il dolore, la sofferenza, la vecchiaia, il terrore non vi possono spezzare. I genitori da cui sono nati figli di questo genere, sono lotta[...]
[...]oi continuiate ad essere forti, fino ad incassare il debito che ancora deve essere saldato, oggi. Vi posso assicurare che nemmeno il vostro Poldi si nasconde dietro i nostri eroici caduti, e non rimpiange in nessun modo la sua vita perché ora vogliono la sua testa! No, per me c'é solo un avanti, e non una vergognosa diserzione della bandiera. So cosa mi attende, ed aspetto con animo sereno quella giornata.
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Già il mio avvocato mi ha fatto un quadro del mio nuovo ambiente, cioè nel suo intimo mi ha dato per perduto. Io sapevo e conoscevo la mia posizione sin dalla prima giornata del mio arresto, ma non mi volevo arrendere, per quanto Kohim avesse rivelato tutto. Il mio motto era: guadagnare tempo vuol dire guadagnare mezza vita. Ma, se quest'ultimo atto non mi sarà risparmiato, lo saprò sopportare da combattente.
La mia vita l'avevo già conclusa il 3 dicembre '42, e non ho perciò desideri, soltanto vi pregherei di una cosa: Anni, finché se lo merita, consideratela come mia moglie. Essa è giovan[...]
[...]l mattino, si, si avvicina con passi giganteschi la giornata in cui i proletari di tutto il mondo si riuniranno per marciare sotto il sole dolce di maggio. Non camminate curvi! Anche a voi sorriderà il raggio di sole sulla mia bara. Vi chiamo coraggiosi genitori: siate coraggiosi e fieri: voi avete posto le fondamenta e la gioventù costruirà su di esse. Così il nostro stendardo non si ammaina mai, ed è questo
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ciò che vogliamo. Vi auguro salute ed una tarda età perché possiate vedere il compimento della nostra opera. Con fierezza per i miei coraggiosi genitori termino con un forte: Evviva il Fronte Rosso.
Vostro figlio Leopold
P. S. Vi prego, salutate anche la coraggiosa mamma di Franzl Reingruber, e ringraziatela per il suo grande aiuto. Anche il suo dolore é un ammonimento per il movimento, anche a lei bisognerà porgere ringraziamenti perché per lei la vita é stata durissima. La saluta uno dei suoi figli.
Leopold
ELEF'E1'IRIOS CHIOSSÈS
Greco, nato al Pireo nel 1923, studente in letter[...]
[...]edi. Respiro per l'ultima volta la profumata aria ellenica sotto l'Imetto. E una mattina splendida. Abbiamo fatta la comunione e ci siamo tutti spruzzati con acqua di colonia che un nostro compagno aveva in tasca.
Addio Ellade, madre di eroi.
Addio, miei cari. Addio. Sappiate tutti esser degni di me. Addio sorelline. Addio papà. Addio dolce mammina. Coraggio. Viva la Patria.
Vi bacio con amore
Leftéris
30 LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA
ANGHELOS e MARINOS BARKAS
Greci, fratelli, nati entrambi ad Aghiios Ioannis, sobborgo di Atene, meccanico il primo e studente liceale il secondo. Membri di una organizzazione in collegamento con l' EA/A, svolgono azione di sabotaggio it primo nello stabilimento Malcini6tis che produceva motori da aeroplano, ed il secondo agli impianti telefonici ad Atene e nell'Attica. Arrestati i! 12 gennaio 1942, nella casa del padre che pure viene arrestato e condannato a dieci anni di reclusione. Fucilati al medesimo palo a Kessariani (Atene) il 26 maggio 1942. (Lettera inedita tradotta dall'originale d[...]
[...]o. Venite ad accendere la nostra piccola candela.
Vi mandiamo tutta la nostra roba e siamo certi che giungerà nelle vostre mani. Non vi agitate! Non é poi una gran cosa. Per l'umanità sono stati uccisi milioni di giovani. Forse loro non avevano una mamma ? Questo pensiamo e non sentiamo tanta pena. Non abbiamo altro da dirvi perché non ci viene in mente nulla_
Vi abbracciano i vostri figli
Marinos Anghelos
LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA 31
KIM MALTUEBRUN
Danese, nato ad Edmonton (Canada) l'8 luglio 1923. Nel 1944 interrompe la carriera nella Marina Mercantile per dedicarsi alla lotta clandestina. Nel dicembre dello stesso anno é arrestato dalla Gestapo e suppliziato nell'aprile successivo. (Lettera tratta da u Kim P, Thaning e Appels Forlag, Copenaghen, 1945)
Cella 411, 4 aprile 1945
Cara mamma,
con Jt rgen, Niels e Ludvig sono stato condotto davanti al tribunale militare. Siamo stati condannati a morte. So che sei una donna forte e che ti rassegnerai, ma non ti devi limitare a rassegnarti, devi anche rendertene conto. [...]
[...]ondo é assai strano esser seduto qui, intento a redarre questo documento per la vita. Ogni parola resta impressa, non può esser modificata, mai mutata.
J¢rgen scrive di fronte a me, abbiamo vissuto insieme, ora moriamo insieme, due compagni. Sono stato con Poul, avevamo molte opinioni differenti, ma egli sa cos'ho in me e cosa posso dare. Senti come una lama che ti taglia l'animo, é il dolore, si dice, ma
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guarda l'infinito, dobbiamo morire, e né io né te possiamo dire se sia bene o male che il mio trapasso avvenga un po' prima o un po' dopo. Ricordati, ti giuro che è vero, che agni dolore si muta in gioia, ma solo pochi vorranno riconoscerlo di fronte a se stessi. Si sono avvolti nel dolore e l'abitudine fa credere loro di esser sempre avvolti nel dolore. La verità è che dopo il dolore giunge la profondità e dalla profondità sorge il frutto.
A me niente taglia l'animo, è così, e te ne devi render conto. Ho qualcosa che vive e arde in me, amore, ispirazione, chiamala come vuoi, tuttavia qualc[...]
[...]non sia unilaterale. Il nostro paese tende verso una grande méta, qualcosa a cui anche il piccolo contadino aspirerà, mentre con gioia sente che il suo lavoro e la sua lotta hanno fatto suo questo c< qualcosa ».
In fine c'é lei che é mia. Falle capire che le stelle brillano an cora ed io non era che una pietra miliare. 'Aiutala, ora potrà diventare molto felice. In fretta, tuo figlio maggiore = ed unico
Kim
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LEIF DINES PEDERSEN
Danese, nato a Copenaghen il 3 dicembre 1921, studente in Agraria. Organizzatore di un gruppo di guastatori e ricercato dalla Gestapo, riprende l'attività clandestina a Silkeborg, dove viene arrestato dopo l'azione contro le officine di Darr e suppliziato nel marzo 1945. (Lettera tratta dalla raccolta « De Sidste Timer », Berlingske Forlag, Copenaghen, 1946)
13 marzo 1945
Cara mamma e papà,
questa mia lettera sarà dunque il mio ultimo saluto a voi. Oggi ho saputo la mia condanna. La pena capitale. Molto probabilmente avrete già saputo cosa ho fatto. Ho parteci[...]
[...] il debito contratto per ragioni di studio, debito che purtroppo non posso più liquidare.
Innanzi tutto vi prego salutare le zie Elsa e Margrete e rin graziarle per ciò che hanno fatto per me durante la mia infanzia e gioventù. Seguono due indirizzi a Silkeborg. Uno é il mio domicilio in Thorsgade 46 (il padrone di casa si chiama Jensen); l'altro é un certo salumiere Skou, Ornsovej 93, dove mi recavo a
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mangiare. Egli vi aiuterà certamente a procurare e ad inviarvi
quanto mi appartiene.
In fine, i più cari saluti e grazie ancora per tutto ciò che avete
fatto per me durante la mia infanzia e gioventù.
Perdonatemi.
Leif
CHART J'S APPELMAN
Olandese vissuto in Belgio, nato a Villersle Bouillet, fucilato alla cittadella di Liegi il 26 novembre 1943. (Lettera avuta dall'Armée Belge des Partisans)
Miei cari fratelli e cari compagni,
vi scrivo questa lettera, 7 ore e 50 prima della mia morte.
Paul, quando Jean ritornerà dalla Germania gli dirai che non mi é dispiaciuto di morire perché da[...]
[...]ome mio ricordo. Sebbene sia un tedesco mi ha abbracciato, aveva le lacrime agli occhi. Mio caro Paul, mi saluterai i compagni Adrien, Edgar, Paul Delise e sua moglie e Willy, Pauline e madrina, Arturo Jacques, mi saluterai pure il signor Jacques, Allaert, Laruelle, il signor Vicario ed il signor Curato. Pregate per noi, questo vi farà del bene.
Ecco un verso che abbiamo composto nell'ultima nostra ora:
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LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA
« Il sole si alza all'orizzonte, ma la mia vita è al suo declino Perché lassù noi vivremo, cantando con gioia le lodi di Dia ». Miei cari fratelli, compagni, addio! Addio!
Sono nato olandese. Ho lavorato olandese. Ho pregato in olandese. Sono stato prigioniero olandese. Muoio olandese.
Viva Cristo! Viva il Belgio! Viva l'Olanda! Viva la libertà!
Charles Appelman
JACQUES GUY
Belga, nato a Veviers, fucilato alla cittadella di Liegi il 29 febbraio 1944. (Lettera avuta dall'Armée Belge des Partisans)
Caro papà e cara Mamy,
eccovi una seconda lettera nella quale vi racconto come tutto é a[...]
[...]
Parecchie persone debbono ringraziarmi per non aver fatto il loro nome. Ed ora sono fiero di me, perché ho resistito a tutto ed ho salvato molte vite.
Vi sarò riconoscente di far conoscere questo resoconto a Gilberte così come alle associazioni di cui facevo parte.
Il mio corpo resterà nel cimitero militare di Liegi e morirò da vero belga. Viva. il Belgio!
Guy Jacques
sempre belga
morto per la Patria
JV LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA
(Biglietto trovato negli abiti di Jacques Guy dopo la sua morte)
Un'ultima parola per dirvi che per parte mia non ho mai denunciato o incolpato alcuno, malgrado le numerose fustigate che ho ricevuto per farmi parlare.
Avrei potuto salvare la mia testa in molti modi. Ma ho preferito essere fucilato che tradire, in questo modo muoio da uomo in gamba e fiero di me.
Guy Jacques
FERNANDE VORRAL
Belga, nata a Charleroi, decapitata a Wolfenbuttel il 7 agosto 1944. (Lettera avuta dall'Armée Belge des Partisans)
Mia piccola mamma,
ho una notizia ben triste da darti, sii coraggiosa ti prego, so[...]
[...]audio, che avrò lottato. Digli di cercare di ben comprendere la vita, avrei tanto voluto fargliela scoprire. Ho pensato enormemente anche a lui, in prigione. Ti chiedo di abbracciarmi Maria. Dille che lei è uno dei miei più bei ricordi. Sono veramente felice di aver incontrato sulla mia strada una persona cosí buona e cosí onesta. L'amo molto e le sono molto riconoscente per avermi dato un po' della sua amici
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zia. Chiedo scusa a tutti per il dolore che vi arreco ma sento che voi mi perdonerete. La causa che difendo é giusta, é sacra. Che i miei compagni sappiano che non ho mai dubitato del suo trionfo. Ho anche l'autorizzazione a scrivere ad Alberto. Gli scriverò indirizzando a sua sorella. E molto giovane, sarà libero quando ritornerà, si rifarà una nuova vita, l'altra non ha contato. Da sposati siamo rimasti cinque giorni insieme!
Mia piccola mamma, ho lasciato della roba da mia cognata. Vedi di riprenderla. Vorrei che tu dessi a Maria quella bomboniera tanto bella ch'essa mi aveva dato tem[...]
[...]nzioni sino alla fine, sono sempre rimasta atea. Oggi é una giornata bella e calda, questo per me è un simbolo dell'aurora che vedo spuntare. Approfittatene.
La prigione non mi ha cambiato moralmente, salvo per rendermi migliore.
Ed ora dico addio a te, mia piccola Mamma, ed a tutti quelli che mi hanno voluto bene. Ancora una volta, coraggio. Ti lascio, ahimé, per sempre.
La tua «grande» figlia Fernanda
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P. S. Di ai miei amici che non rimpiango nulla di ciò che ho fatto, che ricomincerei la mia vita sulla stessa via che ho seguito, per quanto riguarda il mio lavoro.
Ti abbraccio un'ultima volta.
F.
PAUL THIERRET
Francese, arrestato il 18 maggio 1942, fucilato il successivo 21 ottolyre. (Lettera tratta dalla raccolta « Lettres de fusillés », Éditions France d'Abord, Paris, 1946)
Ottobre 1942
Alla mia cara moglie, alla mia famiglia, ai miei amici.
Fui condotto alla Brigata Speciale dove subii un primo interrogatorio, ma non risposi nulla. Fui incatenato e custodito da tre guardie, isol[...]
[...]ie labbra, dovettero riportarmi via. Mi gettarono in una cella dove, non so come, passai la natte. Un mese dopo ero ancora tutto nero dal collo ai polpacci, in seguito ai colpi, ricevuti; non so quante volte svenni.
Lasciai il deposito (dove avevo avuto la gioia e insieme il dolore di vedere la mia cara moglie, non ancora liberata) il 10 giugno, per raggiungere la Santé, dove mi trovo da quella data. Do
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LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA
vevo subire l'interrogatorio da parte dei tedeschi 1'11 e il 17 giugno, poi il 14 luglio. Non fu peggiore di quello che avevo dovuto subire da parte dei francesi. Quelli, almeno, hanno la scusa di difendersi, ma cosa dire dei poliziotti francesi?
Il vero supplizio é che dal 10 giugno al 1° ottobre ho avuto giorno e notte le mani legate dietro la schiena: se volete aggiungere quanto ero martoriato nella mia carne (sotto i colpi le mie natiche s'erano talmente gonfiate che i calzoni si sono spaccati), mi era quasi impossibile sdraiarmi. Solo, senza notizie, senza niente e la pancia vuota, ho[...]
[...]le 1944. (Lettera tratta dalla raccolta ((Lettres de fusillés », Editions France d'Abord, Paris, 1946)
Fresnes, 25 aprile 1944
Cará mammina cara,
perdonami, mia cara mamma, di averti già dato tante pene, ma oggi te ne dò una più dolorosa di tutte: fra due ore, cioè alle quindici di questo pomeriggio, sarò fucilato dal plotone d'esecuzione.
Sono stato condannato a morte 1'11 aprile e sarò fucilato a 18
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anni ed un mese giusto: muoio da valoroso che ha la coscienza di non aver fatto che il suo dovere. Voglio proprio, cara mamma, che tu non ti faccia del cattivo sangue per tuo figlio, perché io non sono più da compiangere, parto per raggiungere il regno di Dio dove sari) molto felice: quelli che sono più da compiangere siete voi, tu ed il mio amato papá.
Prima di morire, domando perdono a tutte le persone a cui ho fatto del male e perdono tutte le persone che mi hanno fatto del male..
Tu andrai a trovare Clémence, Léon, i miei cugini, le mie cugine, così come Henriette e tutta la sua famigl[...]
[...]uattro studenti nel corso di una manifestazione al liceo, il 10 marzo 1942, viene con essi fucilato, l'8 febbraio 1943, al MontValerien (Parigi). (Lettera al padre tratta dalla raccolta «Lettres de fusillés n, Éditions France d'Abord, Paris, 1946)
8 Febbraio 1943
Mio carissimo,
non so se tu t'aspettassi di rivedermi: io me lo aspettavo. Ci hanno detto stamattina ch'era finita, allora addio. So che è un col
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po molto duro per te, ma spero che tu sia abbastanza forte e che saprai continuare a vivere, avendo sempre fiducia nell'avvenire.
Lavora, fa questo per me, continua ad occuparti dei libri che volevi scrivere, pensa che io muoio da Francese per la mia Patria..
T'abbraccio forte.
Addio, carissimo jean Arthus
VALERIO BAVASSANO
Italiano, nato a Genova il 14 gennaio 1923, operaio elettromeccanico. Partigiano nella III Brigata Garibaldi « Liguria », il 17 aprile 1944 viene catturato nel corso di un rastrellamento, tradotto di carcere in carcere e più volte seviziato. Fucilato al Colle[...]
[...]giono questo grande dolore. Ti avevo pur detto che mi sembrava poco naturale restar vivo solo io fra tanti compagni morti.
Adesso andrò con loro. Doveva finire così.
Ancora una volta, mammina, perdonami.
Anche Milli deve perdonarmi e dille che se spesse volte ci si bisticciava, era proprio perché ci volevamo bene.
Quando il dolore ti sembrerà insopportabile, rifugiati in lei, ti sarà di grande sollievo.
42 LUTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA
Ricevi da tuo figlio il più affettuoso abbraccio e tanti, tanti
baci, anche per Milli. Per l'ultima volta perdonatemi.
Vostro
Valerio
PAOLA GARELLI
Italiana, nata a Mondovì (Cuneo) il 14 maggio 1926, pettinatrice. E collegatrice e rifornitrice di viveri e materiale per le formazioni partigiane operanti nella zona di Savona. Arrestata nella notte fra il 14 ed il 15 ottobre 1944, il successivo lo novembre viene fucilata alla Fortezza di Savona con altri cinque patrioti tra cui due donne. (Lettera tratta dalla raccolta «Lettere di condannati a morte della resistenza italiana », Einaudi, To[...]