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Il segmento testuale Renato Serra è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 36Analitici , di cui in selezione 3 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Eugenio Garin, Gramsci nella cultura italiana in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1958 - 1 - 1 - numero 30

Brano: [...]uppo... più importante delle singole affermazioni casuali o degli aforismi staccati », non potrà nascondersi un costante riferimento, e magari alla fine per combattere o rifiutare, a tutta una problematica legata a quel vario rinnovarsi della cultura italiana che si mosse intorno all'attività del Croce. Anche se poi, spesso, molto più che di Croce, dovrebbe farsi il nome del De Sanctis o del Labriola, o perfino, in sede di critica letteraria, di Renato Serra, che crociano senza dubbio non era, ma che Gramsci, in quella commossa pagina in cui pianse la morte di uno dei pochi veri uomini nuovi, uni a De Sanctis e a Croce (7). Tanto riuscì a influire, anche su una mente acutissima, il mito di un comu ne rinnovamento culturale avvenuto sotto il segno del nuovo idealismo.
D'altra parte proprio questo senso estremamente largo attribuito piuttosto a un orientamento culturale che a posizioni specifiche, deve rendere molto cauti nel tentativo di sottolineare in Gramsci il momento o l'aspetto o l'influenza di Croce. E di nuovo, ma rovesciandone l'uso, bis[...]

[...]osizioni specifiche, deve rendere molto cauti nel tentativo di sottolineare in Gramsci il momento o l'aspetto o l'influenza di Croce. E di nuovo, ma rovesciandone l'uso, bisognerà tener presente l'avvertenza
(7) « Il grido del popolo » di Torino, 20111915: « il Serra ha dato una lezione di umanità: in ciò egli ha veramente continuato Francesco De Sanctis, il più grande critico che l'Europa abbia avuto... Ora non possiamo aspettarci più nulla da Renato Serra. La guerra l'ha maciullato, la guerra della quale aveva scritto con parole così pure, con concetti cosí ricchi di visioni nuove e di sensazioni nuove. Una nuova umanità vibrava in lui: era l'uomo nuovo dei nostri tempi, che tanto ancora avrebbe potuto dirci ed insegnarci, Ma la sua luce s'è spenta e noi non vediamo ancora chi per noi potrà sostituirla... » Ne La Città Futura (Numero unico, Torino 11 febbraio 1917), ove pure riporta un lungo testo di Salvemini sul concetto di cultura, nel riprodurre anche un testo di Croce Gramsci lo chiama « il più grande pensatore d'Europa in questo momento [...]

[...]non consapevolezza fondamentale. E neppure, per le ragioni indicate, sarà da accettare un netto distacco fra l'elaborazione del periodo dal '27 in poi e l'attività precedente, quasi di un momento di pensiero posteriore a quello dell'azione: opera di storico succeduta a quella del politico. Senza dubbio uno sviluppo nel pensiero gramsciano è innegabile — nessuno potrebbe porre mai sullo stesso piano l'articolo del « Grido del Popolo » in morte di Renato Serra e i testi dei quaderni su Croce., Ma si tratta di una chiara linea di approfondimento, non della verifica di una dialettica di tipo crociano fra un pensiero e un'azione fra loro `distinti'. La saldatura di teoria e pratica, di pensiero e azione, fu anzi in Gramsci, a un certo momenta, così `realmente' raggiunta che, come i suoi più energici articoli di « Ordine Nuovo » mettono efficacemente e criticamente a fuoco le questioni del momento in cui operano, così, quanto più profondo sembra farsi il suo ironico distacco (17), tanto più aderente si rivela il suo pensiero al moto delle cose, più per[...]



da [Le relazioni] E. Garin, Gramsci nella cultura italiana in Studi gramsciani

Brano: [...]uppo... più importante delle singole affermazioni casuali o degli aforismi staccati », non potrà nascondersi un costante riferimento, e magari alla fine per combattere o rifiutare, a tutta una problematica legata a quel vario rinnovarsi della cultura italiana che si mosse intorno all’attività del Croce. Anche se poi, spesso, molto più che di Croce, dovrebbe farsi il nome del De Sanctis o del Labriola, o perfino, in sede di critica letteraria, di Renato Serra, che crociano senza

1 La Critica, XXII, 1924 (20 maggio), p. 191 : « non è detto... che la eventuale pioggia di pugni non sia, in certi casi, utilmente e opportunamente somministrata»; Pagine sparse, voi. II, Napoli 1943, p. 37179 (dal Giornale d’Italia, 27 ottobre 1923; Corriere italiano, 1 febbraio 1924; Giornale d’italia luglio 1924). Nell’ultima intervista (luglio ’24), p. 377, si legge: «esso [fascismo] non poteva e non doveva esser altro, a mio parere, che un ponte di passaggio per la restaurazione di un più severo regime liberale, nel quadro di uno stato più forte... Poteva ben sodd[...]

[...]re una statua di san Pietro, e taglia di qua, taglia di là, correggi, abbozza, fini col ricavare un manico di lesina » 2. Sono righe di una consapevolezza crudele, che vien fatto di mettere a fronte al program
1 11 grido del popolo di Torino, 20111915: «il Serra ha dato una lezione di umanità : in ciò egli ha veramente continuato Francesco De Sanctis, il più grande critico che l’Europa abbia mai avuto... Ora non possiamo aspettarci più nulla da Renato Serra. La guerra l’ha maciullato, la guerra della quale egli aveva scritto con parole cosi pure, con concetti cosi ricchi di visioni nuove e di sensazioni nuove. Una nuova umanità vibrava in lui; era l’uomo nuovo dei nostri tempi, che tanto ancora avrebbe potuto dirci ed insegnarci. Ma la sua luce s’è spenta e noi non vediamo ancora chi per noi potrà sostituirla... ». Ne La città futura, ove pure riporta un lungo testo di Salvemini sul concetto di cultura, nel riprodurre anche un testo di Croce* Gramsci lo chiama « il più grande pensatore d’Europa in questo momento ». E più oltre (« Margini » 6), a[...]

[...]una non consapevolezza fondamentale. E neppure, per le ragioni indicate, sarà da accettare un netto distacco fra l’elaborazione del periodo dal ’27 in poi e l’attività precedente, quasi di un momento di pensiero posteriore a q/uello dell’azione: opera di storico succeduta a quella del politico. Senza dubbio uno sviluppo nel pensiero gramsciano è innegabile: nessuno potrebbe porre mai sullo stesso piano l’articolo del Grido del popolo in morte di Renato Serra e i testi dei Quaderni su Croce. Ma si tratta di una chiara linea di approfondimento, non della verifica di una dialettica di tipo crociano fra un pensiero e un’azione fra loro « distinti ». La saldatura di teoria e pratica, di pensiero e azione, fu anzi in Gramsci, a un certo momento, cosi « realmente » raggiunta che, come i suoi più energici articoli òelYOrdine Nuovo mettono efficacemente e criticamente a fuoco le questioni del momento in cui operano, cosi, quanto più profondo sembra farsi il suo ironico distacco1, tanto più aderente si rivela il suo pensiero al moto delle cose, più pertine[...]



da a.n.[Anna Nozzoli], scheda sintetica di «Il lettore di provincia» in KBD-Periodici: Rinascita 1975 - 8 - 29 - numero 34

Brano: [...] Valle insieme a Bruno Pompili e ad un comitato direttivo composto da D. Berardi, F. Contorbia, C. Pedrelli, R. Turci e successivamente anche da L. Fabiani e F. Mollia.
D'indirizzo prevalentemente letterario, la rivista nasce con il preciso intendimento di proporre una dimensione di lavoro « provinciale », lontana dalle influenze e dai condizionamenti dell'attuale industria culturale, ricollegandosi, con la scelta della testata, alla lezione di Renato Serra, recentemente richiamata, anche nella definizione, da Ezio Raimondi. Cosl nell'aperto rifiuto dell'« integrazione » la rivista é venuta accogliendo voci e forze della cultura periferica, insieme ad un'ampia raccolta antologica di testi dialettali di varie regioni italiane (T. Guerra, R. Pascutto, W. Galli, A. Spallacci, G. Cisco). Muovendo dalla provincia assunta come simbolo di una condizione intellettuale lontana dai centri di potere, i redattori hanno tuttavia mirato al rinnovamento del serriano « leggere in provincia », tentando di preservare la formula dai pericoli di un provincialismo e[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Renato Serra, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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