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Il segmento testuale Regno del Sud è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 8Entità Multimediali , di cui in selezione 12 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 511

Brano: [...]. Nell’Italia tagliata in due dall’occupazione nazista sostenne la necessità dell’abdicazione del re e caldeggiò la soluzione formale della reggenza, voluta anche da Benedetto Croce, sino a che maturassero le condizioni per una libera consultazione popolare sul destino della monarchia in Italia. In accordo con i rappresentanti antifascisti dei partiti del C.L.N., nel congresso di Bari (v.) denunciò apertamente il clima di camouflage politico del Regno del Sud e, superato \’impasse del primo governo Badoglio grazie alla formula luogotenenziale proposta da Enrico De Nicola, s’impegnò nel settore dell’epurazione dei quadri amministrativi dello Stato e della punizione dei delitti fascisti.

Dal 22.4.1944 al 20.1.1945, nel se

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 403

Brano: [...]ezione deN’Assemblea costituente erano ormai alle porte, per influenzarne i risultati. Fu l’ultima “scorrettezza”, neH’ambiguo tentativo di stornare un giudizio del popolo centrato sulla sua persona e dì facilitare Umberto a conservare la corona. A Vittorio Emanuele non rimase comunque che un anno e mezzo di vita, che trascorse in esilio ad Alessandria d’Egitto.

Bibliografia:_G. Volpe, Vittorio Emanuele III, Milano 1939; A. Degli Espinosa, Il Regno del Sud, Roma 1946; Gec (E. Gianeri), Il piccolo re. Vittorio Emanuele nella caricatura, Torino 1946; D. Bartoli, V.E. Ili, Milano 1946; ld., La fine della monarchia, Milano 1966; U. D' Andrea, La fine di un regno: grandezza e decadenza di V.E. Ili, Torino, 1951; M. Viana, La monarchia e il fascismo. L’angoscioso dramma di V.E. Ili, Roma 1951; S. Scaroni, Con V.E. Ili, Milano 1954; N. D’Aroma, Vent' anni insieme: V.E. e Mussolini, Bologna 1957; P. Puntoni, Parla V.E. Ili, Milano 1958; R. Katz, La fine dei Savoia, Roma 1975; S.



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 639

Brano: [...], sui poteri da riconoscere o da negare alla monarchia. Nell’Italia occupata dai tedeschi non si poneva il problema di dare vita a un governo unitario, poiché di fatto questo governo esisteva ed era rappresentato dal C.L.N.A.I..

I rapporti con gli Alleati, senza essere immuni da screzi, erano infine di effettiva collaborazione; del tutto cordiali quelli tra le « missioni » alleate e la maggior parte delle formazioni partigiane.

Ciò che nel Regno del Sud era stato considerato « un colpo di scena — scriverà

lo storico Roberto Battaglia —, che a Roma aveva dato luogo ad una violenta polemica sfociando infine nel rinsaldamento, almeno formale, del fronte antifascista, ebbe nel Nord un effetto diverso, come diversa era la situazione sul campo di battaglia dove già i monarchici e I repubblicani combattevano fianco a fianco ».

II 15.4.1944 il governo di Salerno si dimise. Badoglio, nuovamente

incaricato di ricostituirlo, concluse le consultazioni in pochi giorni dando vita (22 aprile) al nuovo gabinetto, al quale partecipavano i partiti an[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 229

Brano: [...]ri: fra i primi, Badoglio, Ambrosio, i generali Giuseppe Castellano e Giacomo Carboni, il maresciallo Enrico Caviglia,

il generale Angelo Cerica, comandante dei carabinieri, e altri ancora. Non vi rimasero estranei ufficiali comandanti di reparti periferici, come il generale Raffaele Cadorna. Dopo I'8.9.1943, seguendo il monarca nella fuga a Brindisi, molti di quegli alti ufficiali riuscirono a salvarsi la vita. La loro situazione però, nel « Regno del Sud », in balìa degli angloamericani che preferivano affidare i postichiave dell’Esercito a uomini di altra provenienza (il generale Taddeo Orlando al ministero della Guerra e il marescial

lo Giovanni Messe allo Stato Maggiore generale, liberati sollecitamente dai campi di prigionia alleati), fu per qualche tempo quella di una casta che aveva perduto, insieme alla propria dignità, ogni residua posizione di potere.

Generali fascisti o filofascisti

Oltre alle più alte gerarchie militari che sin dall’inizio aderirono o dimostrarono apertamente le loro simpatie al fascismo (Armando Diaz, Lui[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 328

Brano: FIAT

Giovanni Agnelli presenta a Mussolini la « Balilla », la prima utilitaria della FIAT (Torino, aprile 1932)

della lotta di liberazione, minacciando serie ritorsioni. Ben diverso fu il comportamento dei lavoratori (v. FIAT, Resistenza operaia alla), ma la restaurazione politica che già attivamente si preparava nel « Regno del Sud » prima ancora della liberazione del Nord, avrebbe posto i massimi dirigenti del monopolio torinese al riparo da ogni sanzione.

. Il dopoguerra

L’apparato produttivo dell’azienda non subì dalla guerra danni irreparabili, anche perché gli operai, organizzati nelle unità partigiane di fabbrica, salvarono gli impianti dalla distruzione che i tedeschi avevano progettato. AH'indomani della Liberazione il C.L.N. regionale piemontese designò come commissario straordinario dell’azienda il comunista Battista Santhià. Ma il regime commissariale fu di breve durata. Caduto il governo di Ferruccio F[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 804

Brano: [...] (v. Corpo italiano di liberazione) e, a partire dal mattino dell’8.12.1943, si svolse il primo combattimento delle ricostituite forze italiane sul fronte della V Armata. L’episodio di Montelungo, piuttosto modesto e non fortunato dal punto di vista militare, acquista un rilievo storico per il suo retroscena e per la sua incidenza politica.

Il Raggruppamento « Savoia »

Dichiarata guerra alla Germania e muovendo dalle province liberate (il «Regno del Sud»), il governo Badoglio era riuscito a equipaggiare alla meglio circa 5.000 uomini e a impiegarli nel settore occidentale della linea difensiva apprestata da Kesselring per l’inverno 194344 tra il Tirreno e l’Adriatico. Obiettivo politico dell’operazione era non solo l’inserimento italiano nella campagna d’Italia (v.) degli Alleati, ma possibilmente un recupero della monarchia nella risalita verso Roma.

Il primo ordine di costituzione del Raggruppamento, che indicava chiaramente l’esigenza di raccogliere in un’unità mista reparti di varia provenienza, risale al 26.9.1943. Formatosi in Pugli[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 820

Brano: [...]quotidiano) L’Uomo Qualunque. Grazie a una sua particolare vena scandalistica, diretta contro tutte le organizzazioni politiche antifasciste, il foglio ebbe successo tra quegli strati di ceto medio, soprattutto impiegatizio e professionale, che si sentivano fortemente frustrati dal fallimento del fascismo e daH’emergere di una nuova classe dirigente politica. Fatto in massima parte di maldicenze, insinuazioni e irrisioni, nel clima torbido del « Regno del Sud » il giornale si diffuse tra un pubblico che, abituato da decenni a una totale censura politica, scopriva finalmente la « libertà di stampa ». Gli strali dell’« Uomo Qualunque » si rivolgevano contro i partiti di sinistra e contro i C.L.N., visti come parvenus della politica, in nome di una « onestà » e « professionalità » rivendicate alla vecchia classe dirigente, di cui il Giannini si faceva portavoce e difensore.

Visto il successo del giornale, al termine della guerra Giannini decise di entrare direttamente nella lotta politica fondando il Fronte dell’Uomo Qualunque per partecipare alle[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 93

Brano: [...]uo contributo al gran mulino del voto nostalgico, moderato e monarchico.

Dopo il 25 luglio

Se questi erano, grosso modo, gli schieramenti di partito e di opinione emergenti dal dibattito e dal travaglio politico del paese, dal settembre 1943 le istanze repubblicane vennero a configurarsi come una questione nazionale e di democrazia, attraversando diverse tappe. A partire dai quarantacinque giorni del governo Badoglio e dall’esperienza del “Regno del Sud”, le ultime mosse dei Savoia e dei monarchici inseguirono il sogno di un ripristino dell’autorità regia e di un ricupero di consensi in gara con la controparte, ma si trattava * di una corsa contro il tempo a causa di eventi e tendenze difficilmente governabili.

Gli operai di fabbrica del triangolo industriale erano scesi in campo già prima del 25.7.1943 e la cautela di classe dei protagonisti del colpo di stato del 25 luglio fu, in definitiva, la causa del fallimento delle operazioni dell’8 settembre; e tutta la successiva condotta del re, a partire dalla fuga di Pescara (v.), fu viziata [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 101

Brano: [...]ivo: stando alle testimonianze di Carlo Ragghianti, gli uomini più aperti ed esposti della vecchia area mazziniana prevalentemente erano

attratti da movimenti nuovi proprio perché si era interrotto il continuismo repubblicano. Così, tra Ravenna e Forlì, il Partito italiano del lavoro (v.) e gli organismi connessi poterono prendere piede inserendosi sull'antico humus repubblicano.

Il P.R.I. in quanto tale fu invece scarsamente presente nel “Regno del Sud”, almeno fino alla liberazione di Roma (giugno 1944) e nel CentroNord fu solo sporadicamente partecipe dei C.L.N..

Quantunque il ravennate Arnaldo Guerrini (v.), già organizzatore della Gioventù repubblicana ed ex confinato, avesse cooperato in modo determinante a costituire fra il 1936 e il 1940 la rete cospirativa poi confluita nel P. d'A. fra l’Emilia e le Marche, spingendosi fino a Firenze, Genova e Milano, il peso della questione istituzionale, forse un cumulo di cattivi ricordi e l’esperienza di non lontane traversie trattennero molti repubblicani in una posizione piena di riserve ne[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 238

Brano: [...]l giorno l’azione armata, stretta fra i compromessi del C.C. L.N. e anche per i cambiamenti intervenuti nel vertice militare (erano saliti al Nord Giorgio Amendola e Sandro Pertini, sostituiti rispettivamente da Celeste Negarville ed Enrico Di Pietro), scossa dall’arresto di Saverio Tunetti, organizzatore socialista del quartiere Prati e, il 27 maggio, dalla notizia dell’uccisione di Eugenio Colorni, praticamente cessò.

Lo Stato Maggiore del “Regno del Sud” nominò Roberto Bencivenga comandante civile e militare di Roma ed egli prese a svolgere un ruolo del tutto autonomo rispetto ai partiti; un compito peraltro di pura attesa, anche perché, immobilizzato dalla frattura di un femore, Bencivenga venne ospitato in un palazzo del Laterano che godeva di extraterritorialità. Nello stesso tempo la Santa Sede svolse un ruolo sempre più determinante per bloccare ogni ulteriore azione armata e, in definitiva, concordò il passaggio indolore della città dai tedeschi agli Alleati. La Giunta militare del C.C.L.N. e i partiti antifa

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successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Regno del Sud, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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