Brano: [...] si limitava alla rappresentazione dei motivi più decorativi dell'arte paleolitica che era già stata abbondantemente pubblicata (Cartailhac, Breuil, La caverne d'Altamira; E. Piette, L'art pendant l'ange du renne, Paris 1907; S. Reinach, Répertoire de l'art quaternaire, Paris 1913, ecc.). È solo dopo tale pubblicazione
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che la pittura dell'artista spagnolo si arricchisce del simbolismo e dello schematismo neolitici.
Herbert Read ha notato il rapporto tra Mirò e l'arte levantina spagnola (intanto, solo per mettere un po' d'ordine e chiarire l'uso dei termini, penso che anziché di arte del Levante spagnolo si debba parlare di arte schematica neolitica; in Miró infatti i simboli neolitici, come vedremo dall'analisi delle singole opere, ricorrono di continuo, mentre di immagini provenienti dal mondo del levante spagnolo, ancora attaccato alla tradizione figurativa, non ne compare neanche una); il rilievo é indicativo e precisa quando dice che il pittore « fu attratto dalla vitalitá dell'arte preistorica, dalla calligrafi[...]
[...]alla tradizione figurativa, non ne compare neanche una); il rilievo é indicativo e precisa quando dice che il pittore « fu attratto dalla vitalitá dell'arte preistorica, dalla calligrafia nervosa, dal significato simbolico ». Sebbene il discorso del critico inglese appaia privo di sicurezza critica proprio nella conclusione, quando si afferma che « Miró potrebbe anche non avere mai visto alcun esempio di arte preistorica », il confronto fatto da Read mantiene intatto il suo valore indicativo specialmente se paragonato a supposizioni come quelle di Cirici Pellicer, Mirò y la immaginacion, Barcelona 1949, che denuncia un possibile influsso di una mostra tenuta a Monaco nel 1903 o l'influenza del Museo di arte della Catalogna. Oppure di J. E. Cirlot, Mira, Barcelona 1949: « Mire, puede asimismo ser relacionado con el abstractismo astronomico de Caldér; en el existe siempre una tension astral cuya vacacion errante ama los signos que consultaban los caldeos ». Oppure infine di A. Verdet, Mira, Nice 1957: « Les dessins rupestres étaient un moye[...]