Brano: [...] organico (e non democratico), si opponeva la visione terzinternazionalistica dell'organizzazione che privilegiava i problemi della tattica efficace per giungere all'unità di azione
e alla coesione delle forze proletarie. Bordiga rettifica la nota formula del centralismo democratico, poiché la democrazia « non può essere per noi un principio; il centralismo lo è indubbiamente, poiché i caratteri essenziali del
2 A. BORDIGA, Partito e classe, « Rassegna Comunista », Milano, I, n. 2, 15 aprile 1921, p. 63; dr. anche A. BoRDIGA, Il Partito Comunista, « l'Ordine Nuovo », Torino, I, n. 120, 1° maggio 1921, p. 1.
PARTITO E PROSPETTIVA DELLA RIVOLUZIONE COMUNISTA IN BORDIGA 265
l'organizzazione del partito devono essere l'unità di struttura e di movimento »3. Il rilievo, coerente con un approccio subordinante la tattica a un corpus di verità allergiche alla verifica dei fatti, è la spia di un dissenso di fondo tra la direzione del PCD'I e il Komintern, dissenso che si manifesta a proposito del modo di intendere e applicare la serie di 25 tesi sul fronte u[...]
[...]ogrammi opportunistici o socialriformistici che minacciano l'integrità classista del movimento operaio, fino a radicare ed estendere la convinzione tra le masse che il partito comunista sia il meglio preparato a far prevalere la causa del proletariato.
Bordiga teme soprattutto che le fusioni di sezioni isolate dell'Internazionale con altri organismi politici, ovvero il graduale assorbimento di frazioni
3 A. BORDIGA, Il principio democratico, « Rassegna Comunista », Napoli, II, n. 18, 28 febbraio 1922, p. 888.
4 F. LIvoxsI, Amadeo Bordiga. Il pensiero e l'azione politica 19121970, Roma, Editori Riuniti, 1976, pp. 1967.
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o gruppi di organizzati su basi tendenziali nel seno dell'organizzazione, come la penetrazione sistematica e il noyautage in altri organismi che abbiano natura e disciplina politica, determinino delle anormalità gravi e dannose. Appare chiara in questo contesto l'avvertenza espressa dal PCD'I:
Nella misura in cui la Internazionale applicherà tali espedienti, si verificheranno manifestazioni di federalismo e rot[...]
[...]olo, inflessibile come un capo militare ». In altri termini, la tattica del fronte unico fu da Bordiga combattuta special mente perché egli « non poté ammettere mai un'azione comune tra un Partito omogeneo e disciplinato come il Comunista e l'inconcludenza caotica di certo massimalismo » (A. VIGLONGO, Bordiga, « La Rivoluzione Liberale », Torino, iI, n. 33, 30 ottobre 1923, pp. 133134).
9 [A. BORDIGA], La riscossa proletaria da Verona a Roma, « Rassegna Comunista », Roma, I, n. 13, 15 novembre 1921, p. 599.
80 [A. BoRDIGA], Fallimento e panico nel mondo borghese, « Rassegna Comunista », Roma, r, n. 16, 30 dicembre 1921, p. 746. La conclusione della guerra imperialistica ha scatenato nuovi contrasti tra le potenze capitalistiche mondiali: « Lo schiacciamento militare della Germania lungi dall'eliminare le cause di conflitto ha suscitato le rivalità tra gli altri colossi e ha fatto rialzare la testa all'America e al Giappone che con minori sacrifici hanno attraversata la guerra » (ibidem).
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portata della minaccia fascista e del tragico errore commesso dalle vecchie caste dirigenti liberali nel secondare la conquista del potere da parte delle bande mam[...]
[...]el 1848, poiché vi si sono svolte due rivoluzioni, una dopo l'altra, la rivoluzione democratica e la rivoluzione proletaria. L'esperienza tattica della rivoluzione russa non può essere trasportata integralmente negli altri paesi, nei quali la democrazia borghese funziona da lungo tempo e dove la crisi rivoluzionaria non sarà che il passaggio diretto da questo regime politico alla dittatura del proletariato (Sulla questione del Parlamentarismo, « Rassegna Comunista », Roma, i, n. 8, 15 agosto 1921, p. 367).
Può sorprendere la relativa duttilità di queste affermazioni di Bordiga, il cui accordo col bolscevismo si limita tuttavia alla concezione dello stato borghese da rovesciare con la violenza delle masse, e alla necessità della rottura con le correnti socialriformistiche, anche di quelle che si richiamano alle peculiarità del movimento operaio come si è venuto evolvendo nei diversi paesi. Restano in questo contesto valide le ragioni che avevano ispirato la tattica astensionistica, da Lenin giudicata semplicistica e infantile. In appendice a L'« Estrem[...]