Brano: [...] fascismo, per creare collegamenti con gruppi di soldati, marinai e altri membri delle forze armate, e perfino in seno alla milizia fascista.
Tra i numerosi periodici clandestini di quegli anni vanno ricordati: La Recluta e La Caserma, destinati alle forze armate; Deio, portavoce della minoranza slovena; La Risaia, nel Vercellese; La Voce della Gioventù, nel Biellese; Portolongone, nello stabilimento Fiat Lingotto (Torino); Il Risveglio nella R.I.V. di Villar Perosa (Torino); Il Fanciullo Proletario; Il Soccorso Rosso, foglio di solidarietà per organizzare la raccolta degli aiuti alle vittime politiche del fascismo; Il lavoratore del mare, a Genova; La Difesa, organo dei lavoratori agricoli; La Compagna, giornaletto per le donne; La Giovane guardia, a Milano; La Scintilla, a Cremona; Il Contadino, a Roma. Numerose altre pubblicazioni, fra cui diversi «numeri unici », non ebbero continuità o furono stroncate sul nascere dagli interventi della polizia.
Lo sforzo era al limite ideile possibilità e il partito non poteva illudersi di mante[...]
[...]neamente, portando alle organizzazioni direttive e stampa clandestina, o cliché già pronti per essere riprodotti. Il centro estero del partito, oltre a dirigere l’attività aH'interno e quella dei comunisti emigrati nei diversi paesi d’Europa e di altri continenti (v. Antifascismo all’estero), assicurava una larga azione propagandistica e culturale antifascista per mezzo di settimanali editi in Francia, Svizzera, Belgio, Messico, U.S.A., e con la rivista mensile Stato Operaio. Dal marzo 1927 all’agosto 1939 quest’ultima venne stampata a Parigi in due edizioni, una delle quali su leggerissima carta riso, per essere
più facilmente introdotta e diffusa in Italia.
Il « plebiscito » fascista del 1929
Nel marzo del 1929 i fascisti, volendo dimostrare all'estero l’adesione « totalitaria » degli italiani al regime senza correre il rischio di una vera consultazione elettorale, in luogo delle elezioni indissero un « plebiscito », chiamando gli elettori a votare (con un « sì » che era già stampato in grandi lettere sulla scheda) la lista di[...]
[...]e per sottrarsi alla lotta, e poteva favorire l’attesismo que^do invece era necessario compiere ogni sforzo per spingere gli italiani a un’azione antifascista positiva.
La « svolta » del 1930
L’esame autocritico e il dibattito sull’attività politica e organizzativa, sugli errori compiuti e sulle perdite subite investirono problemi riguardanti la natura stessa del fascismo, la funzione della socialdemocrazia e la prospettiva generaler della rivoluzione italiana.
La discussione dei comunisti italiani si collegava d’altra parte con quelle del VI Congresso dell’Internazionale Comunista (1928), poi culminate al X Plenum (1929), sulla fine del periodo di relativa stabilizzazione del capitalismo, sul rapido evolversi di una crisi economica e politica, sull’aggravarsi del pericolo di una nuova guerra mondiale.
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