Brano: [...] (Germania libera) che, per iniziativa dei comunisti, riunì numerosi esponenti intellettuali della emigrazione antinazista (v. Germania) nonché un gruppo di militari. Egli personalmente si prodigò poi nel lavoro di propaganda tra i prigionieri di guerra tedeschi dopo la battaglia di Stalingrado, quando ormai certa apparve la sconfitta della Germania nazista, per preparare la rinascita di un movimento di sinistra nel paese.
Il presidente della R.D.T. Walter Ulbricht (giugno 1950)
Il ritorno in patria
Dopo la capitolazione del Terzo Reich rientrò a Berlino occupata dalle truppe sovietiche e fu il primo dirigente della amministrazione municipale nella capitale tedesca, impegnata ad affrontare gli angosciosi problemi di sopravvivenza e di ricostruzione dell’immediato dopoguerra. Sul piano politico, operò per la unificazione di comunisti e socialdemocratici in un solo partito, ma questa operazione ebbe successo soltanto nella zona occupata dai russi: nacque così nel 1946 il Partito di unità socialista (S.E.D.), nel quale Ulbricht assuns[...]
[...]diato dopoguerra. Sul piano politico, operò per la unificazione di comunisti e socialdemocratici in un solo partito, ma questa operazione ebbe successo soltanto nella zona occupata dai russi: nacque così nel 1946 il Partito di unità socialista (S.E.D.), nel quale Ulbricht assunse la carica di vicepresidente. Al secondo congresso del S.E.D. egli venne eletto membro della segreteria e nel terzo congresso (1950) segretario generale.
Leader della R.D.T.
Allorché, dopo la costituzione della Repubblica Federale Tedesca nella Germania occidentale occupata dalle truppe francoangloamericane, nella zona occupata dai russi fu costituita la Repubblica Democratica Tedesca (7.11.1949), Ulbricht ne venne designato vicepresidente (con W. Pieck presidente). Da allora ebbe inizio, nel partito come nel paese, una svolta radicale: gradualmente allontanati dai posti di direzione gli esponenti socialdemocratici, la S.E.D. divenne un partito comunista a tutti gli effetti, rigorosamente legato all’U.R.S.S.; analogamente, la politica interna della R.
D.T. [...]
[...]el paese, una svolta radicale: gradualmente allontanati dai posti di direzione gli esponenti socialdemocratici, la S.E.D. divenne un partito comunista a tutti gli effetti, rigorosamente legato all’U.R.S.S.; analogamente, la politica interna della R.
D.T. si adeguò, come nelle altre “democrazie popolari”, alle esigenze economiche e politiche dell'Unione Sovietica.
Poco dopo la morte di Stalin si ebbero a Berlino e in vari altri centri della R.D.T. imponenti moti popolari per un cambiamento di regime politico (17.6.1953), il che indusse Ulbricht e il suo governo ad adottare la linea detta del “nuovo corso” che permise di ricuperare una seppur fragile base di collaborazione tra i diversi ceti sociali e forze politiche, formalmente rappresentati nel cosiddetto “Fronte nazionale”. Nello stesso tempo, gli oppositori all’interno della S.E.D. venivano duramente repressi ed eliminati (ZaisserHercustadt nel 1953, Schirdewan nel 1958), anche se nella R.D.T. non si giunse mai ai pubblici “processi” conclusi da condanne a morte come avvenne nelle [...]
[...]politico (17.6.1953), il che indusse Ulbricht e il suo governo ad adottare la linea detta del “nuovo corso” che permise di ricuperare una seppur fragile base di collaborazione tra i diversi ceti sociali e forze politiche, formalmente rappresentati nel cosiddetto “Fronte nazionale”. Nello stesso tempo, gli oppositori all’interno della S.E.D. venivano duramente repressi ed eliminati (ZaisserHercustadt nel 1953, Schirdewan nel 1958), anche se nella R.D.T. non si giunse mai ai pubblici “processi” conclusi da condanne a morte come avvenne nelle altre “democrazie popolari”.
Con un trattato del 1955 l’U.R.S.S. restituì formalmente la sovranità alla R.D.T., ma questa entrò contemporaneamente a far parte integran
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