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Il segmento testuale Quattro Témpora è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 9Analitici , di cui in selezione 1 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Rutilio Cateni, Quella volta che venne il Federale in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 7 - 1 - numero 3

Brano: [...]so. Si sdraia ai piedi di un pagliaio e dorme la sua nottata senza timore e rancore. Che gli importa, dunque, di tante cose a quel gatto che sta in cima al cornicione? Che gli importa di me, della Pavana, del nostro
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campo, della nostra casa da poveri, di Mangione che é entrato in que
sta casa col frustino e mi ha incoronato? ».
Senti un vocio confuso. Era davanti alla casa del fascio. Li fuori
c'erano: Quattro Tèmpora (poeta ufficiale); Bucaneve (ruffiano); Man
gione (segretario politico). E c'erano gli altri. Discutevano, ad alta voce,
sulla stagione e sui raffreddori estivi.
Il primo ad accorgersi di lui fu Bucaneve.
« Buona sera camerata — disse — non si salutano gli amici? ».
«« Sono stanco », disse Libertario.
Mangione intervenne. Prese subito le sue difese.
« Ha ragione. Lavora più di tutti noi. Va a fare il bracciante e
lavora il suo campo. Non ha un minuto di riposo, poveretto ».
Ci sarebbe la notte, — disse Bucaneve ma la notte l'amico
non si riposa ».
Quattro Tèmpora tirò fuori la sua[...]

[...]voce,
sulla stagione e sui raffreddori estivi.
Il primo ad accorgersi di lui fu Bucaneve.
« Buona sera camerata — disse — non si salutano gli amici? ».
«« Sono stanco », disse Libertario.
Mangione intervenne. Prese subito le sue difese.
« Ha ragione. Lavora più di tutti noi. Va a fare il bracciante e
lavora il suo campo. Non ha un minuto di riposo, poveretto ».
Ci sarebbe la notte, — disse Bucaneve ma la notte l'amico
non si riposa ».
Quattro Tèmpora tirò fuori la sua parola di poeta.
« FA l'orgia — disse — l'orgia notturna ».
Bucaneve ridacchiò e osservò che l'orgia è la virtù dei grandi e
degli eletti. Sulla storia romana c'è un'orgia dietro l'altra.
Libertario non sentiva. Aveva gli occhi addosso a Mangione. Sen
tiva il cuore battere forte e il sangue correva su e giù per le vene.
Una cosa che faceva impressione. Mangione se ne accorse e cercò di
non guardarlo, ma Libertario insisteva. Lo seguiva da ogni parte. An
che dietro l'albicocco. Anche dietro il muro di cinta. Allora, Man
gione si fece coraggio e gli si avvicinò. Gli p[...]

[...]Ma tant'è. Bisognava ri
mediare.
« Queste donne che inventiva! — disse — La Pavana mi dette un
bicchiere d'aceto e io sputai fuori dalla finestra ».
« Io ho del vino buono », fece l'altro.
« Tua moglie sbagliò il fiasco ».
« Maiale! » disse Libertario.
Mangione gironzolò. Fece finta di nulla. Scambiò quattro chiacchie
108 RUTILIO CATENI
re con un tale che si chiamava Lentini. Libertario stava per andargli sul muso ma la pancia enorme di Quattro Tèmpora si interpose.
«Conosci Achille? — disse Quattro Tèmpora — Achille era protetto dagli dèi ».
« È un maiale. Ha rovinato la mia famiglia! ».
« Dalle rovine nasce la santità — disse Quattro Tèmpora. — Rassegnati. Coraggio ».
Bucaneve ridacchiava in un crocchio a parte e non scopri nulla di queste manovre. Stava spiegando dei misteri osceni sulla Sacra Famiglia. D'un tratto si senti il rombo violento di un motore. Era una motocicletta. Si fermò proprio li, davanti alla casa del fascio. Il fanale acceso illuminava un pezzo di strada. Mangione si avvicinò subito e domandò al conducente se c'era niente in vista. Intanto, Bucaneve, infilò una sequela di moccoli perché il motore non smetteva di rombare. Allora il conducente spense il motore, si allargò la giubba di pelle e disse di tenersi p[...]

[...] macchina del federale aveva lasciato la strada cilindrata e stava dirigendosi verso il paese a velocità moderata. Tutti zittirono. Allora Mangione disse:
« Il gagliardetto. Presto! Fate presto! » Bucaneve si mosse come un fulmine e andò a prendere il gagliardetto. Tornò quasi subito.
« La bandiera! » urlò Mangione.
Bucaneve consegnò il gagliardetto a un tale e corse a prendere anche la bandiera.
La motocicletta si allontanò rombando.
Disse Quattro Tèmpora: «Peccato che il federale non abbia voluto una bella adunata coi fiocchi! La serata è bella. Avremmo fatto una bellissima figura ».
Mangione disse che bastavano loro. La crema del paese. Allora, Quattro Tèmpora, squadrò bene tutte le teste intervenute e si considerò capo spirituale di quella claque.
Intanto si misero in fila indiana e aspettarono impazienti l'arriva del federale. Le sigarette bruciavano l'aria. Quattro Tèmpora si mise accanto a Libertario perché non commettesse qualche sciocchezza.
La voce di un uomo (doveva essere quella di Lentini) disse: « A me le visite pastorali mettono sempre un tremore addosso ».
« Anche a me — disse un altro. — Ma è questione della prima impressione. Quando si è baciato l'anello, tutto finisce ».
« Che anello! — disse Bucaneve. — Non è mica un arcivescovo! ». «Portavo un paragone », disse quell'altro.
QUELLA VOLTA CHE VENNE IL FEDERALE 109
Finalmente stava arrivando l'automobile. Era una vecchia « Ba
lilla ». A prima vista sembrava che reggesse l'anima coi denti.
« E[...]

[...].
« Vedo », disse il federale. E difatti guardò casa e uomini. Entrarono. Lo stanzone era pulitissimo. Pavesato di bandiere tricolori. Il tavolino era ricoperto di un panno nero. Sul davanti aveva un bel fascio dorato che spiccava alla luce della lampada. Sopra al tavolino, una bottiglia con l'acqua e il bicchiere. Il federale andò in cima alla stanza e si siedé comodamente dietro al tavolino. Accanto a lui c'era Mangione. Alle parti: Bucaneve, Quattro Témpora e qualche altro.
Il federale era un uomo massiccio. Alto. Impettito. Con un berretto a visiera che gli tappava i sopraccigli folti e la testa calva e schiacciata. Chiacchierò un po', sottovoce, con Mangione guardando davanti a sé. Poi, con un sospiro, si alzò dalla sedia appoggiando le mani al tavolino.
Bucaneve subito gridò: « A...ttenti! ». La sua voce fu molto spettacolare. Tutti si irrigidirono. Allora parlò Mangione: «La parola al camerata Tarquinio Andò, nostro amatissimo federale ». Scoppiò un uragano di applausi. Erano cinquanta e parevano mille. La stanza rimbombava furiosamente. B[...]

[...]Erano cinquanta e parevano mille. La stanza rimbombava furiosamente. Bucaneve si avvicinò a Mangione. Gli disse:
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« Il rimbombo! » e Mangione alzò gli occhi al cielo e in cuor suo schiacciò un moccolo grosso come una casa. Non c'era niente da fare. I1 rimbombo c'era e ci stava. Quando si fu schiarita la gola, il federale, fece la sua predica. Cominciò a parlare con un tono piuttosto calmo e sottomesso. Allora Bucaneve disse a Quattro Tèmpora: «Va bene. Su questo tono va bene ». E l'altro disse: «Se parli per il timbro di voce, ti avverto che il bello ha da venire. Quando si fa una predica ci vuole il suo periodo di combinazione, di riscaldamento. Se invece vuoi riferirti al fatto che Tarquinio è un meridionale spaccato... ».
Ma il federale esigeva, giustamente, che tutti ascoltassero quello che diceva, cosicché tutti ascoltarono. Compresi Bucaneve e Quattro Tèmpora.
« Non vi farò un discorso — disse il federale. — Vi illuminerò un poco sulla situazione politica attuale. Guerra d'Africa. Santissima guerra d'Africa. Eppoi sono tra voi per un'altra faccenda. Una faccenda che vi fa disonore... ». Mangione allibì. Dette un'occhiata di traverso a Bucaneve che gliela restituì pari pari. Pensava: « Chi può essere stato ad avvertire il federale? A chi ha potuto interessare quella benedetta storia di corna? ». Aspettò il resto del discorso e allora si rinfrancò. I1 federale diceva: «Infatti: quanti volontari ci sono in questo paese? Quanti fascisti di questa sez[...]

[...]disse il federale. — E una domanda originale e interessante ». Libertario andò li, davanti al federale. Fece il saluto romano. «Riposo! » disse l'altro. E lui rimase sull'attenti e fissò intensamente e senza paura gli occhi di Mansione. Tutti capirono il perché di quella domanda. Erano li. Incantati di vedere Libertario che aveva chiesto la parola, che si era staccato dal loro gruppo ed era distante quattro passi da loro. Già una barriera. Anche Quattro Tèmpora disse: «Però é coraggioso ». Ma Bucaneve si sentiva rodere dentro e Mangione tremava impercettibilmente, con la paura addosso che lo ghiacciava.
«Allora? » disse il federale, bonario.
« Ecco... » Non trovava le parole adatte. Si sentiva confuso. Eppure vedeva negli occhi di Mangione (ah! com'erano quegli occhi!) l'immagine piangente e indifesa della Pavana. La carne di lei. L'ombelico. Il pube... Tutti aspettavano con ansia che lui continuasse a parlare. E allora si fece forte e disse nel grande silenzio: « Signor federale, quanti anni di galera diamo a quel farabutto di Mangione? ».. Mangi[...]

[...]gli occhi!) l'immagine piangente e indifesa della Pavana. La carne di lei. L'ombelico. Il pube... Tutti aspettavano con ansia che lui continuasse a parlare. E allora si fece forte e disse nel grande silenzio: « Signor federale, quanti anni di galera diamo a quel farabutto di Mangione? ».. Mangione si irrigidì, colpito da quell'offesa gridata e improvvisa. Il federale si alzò di scatto dalla sedia. Gli altri tacevano. Impalati come statue. Allora Quattro Tèmpora, con una calma studiata, si mosse dal posto. Si avvicinò al tavolino. Disse: « È un minorato » e si batté una mano, sulla fronte. Il federale stava quasi per cedere, ma la pancia di Quattro Tèmpora si muoveva. Urtò nel tavolino. La bottiglia cadde e versò l'acqua sui pantaloni del federale. Mangione disse: «Signor federale, questo è un nostro poeta. E un genio. Ha scritto una poesia su donna Rachele ».
Ma il federale urlò: « Lasciatelo parlare! ». E Quattro Témpora. si allontanò di nuovo con le mani pigiate sulla pancia.
Allora Libertario rimase ancora li. Fermo e muto. E tutto intorno era un sussurare soffocato. Un ronzio di mosche e di libellule_ Lo guardavano. Lo scrutavano. Lo ingoiavano con gli occhi per quella
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sua posizione di privilegio. Era il padrone assoluto della stanza. Ma proprio per questo si senti come stringere l'anima in una morsa, come soffocare. Quel coraggio che aveva avuto si andava annebbiando. (E dopo? Dico: dopo cosa accadrà a me, alla casa, al campo, alla Pavana?). Eppure, nel briciolo di coraggio che gli r[...]

[...]mbinando troppe. Ma Libertario era ormai troncato. Si guardò intorno, notò i quattro passi che lo distanziavano dagli altri ed ebbe le vertigini di quell'abisso. Si cercò le mani e se le strinse. Piagnucolò: « Federale io... sono cornuto! ».
« Ma le prove, le prove ci sono? » disse ancora il federale.
Non rispose. Non rispose piú. La testa gli girava per via di quella barriera oltrepassata. Allora, per la stanza, cominciò a girare la pancia di Quattro Témpora. Voluminosa. Potente. Entrava in mezzo ai fascisti. Strusciava le altre pance. Le cozzava. Le comandava come una regina. Ci fu una pausa. Una lunga pausa. Il federale aspettava. Dopo un pezzo, la voce di Quattro Témpora. Calma. Grave. Veniva di fondo alla stanza e" sembrava sprofondata in un pozzo.
« Potete giudicare voi stesso, federale. Interrogate. Domandate a questa gente... ».
Quattro Témpora, a questo punto, troncò il meraviglioso incantesimo della voce. Allargò le braccia. Fece un lungo sospiro. Si fermò vicino a un finestrone. Guardò la notte al di là dei vetri. Una notte regale e taciturna.
« Camerata! — disse il federale. — Se non ci sono le prove... ». Si mosse dal tavolino. Andò accanto a Libertario e gli parlò paternamente. « Sei stanco figliolo... Hai la barba lunga. L'uniforme scomposta. Hai bisogno di riposo, di calma... ». Gli mise una mano sulla spalla. Gli disse: « Coraggio. Ci sono passato anch'io ». Come se lui avesse avuto le corna. Ma Libertario era già lontano [...]

[...]iscorso feroce. Africa, Addis Abeba, Negus Neghesti. Ma poi la stanza si vuotò. Un'automobile portò via il federale (forse la Pavana, dalla finestra, vide la strada cilindrata illuminata dai fanali).
Rientrarono quasi tutti nel grande stanzone. Anche questa volta ignorarono Libertario. Parlarono un poco di lui. Così. Di sfuggita. Poi la bocca di Mangione si aperse. Disse: « In Abissinia ci manderemo Libertario ». E nessuno pensò di ridere. Anzi Quattro Témpora disse: « Volontario ». E fece un poco di rima.
RUTILIO CATENI


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Quattro Témpora, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---Allargò <---Alzi <---Anche <---Anzi Quattro Témpora <---Aprì <---Aspettò <---Bucaneve <---Buona <---Chiacchierò <---Cominciò <---Dico <---E Quattro Témpora <---Eccola <---Fagioli <---Fiato <---Fidatissimi <---Giolitti <---Già <---Gli <---Grave <---Gridò <---Guardò <---In Abissinia <---La Pavana <---Lasciatelo <---Lentini <---Ma Bucaneve <---Ma Giolitti <---Ma Libertario <---Maiale <---Mangione <---Molta <---Negus Neghesti <---Patria <---Pavana <---Piagnucolò <---Portavo un paragone <---Potete <---Quattro Tèmpora <---Sacra Famiglia <---Scambiò <---Scoppiò <---Sei <---Storia <---Sulla <---Tarquinio Andò <---Tornò <---Tua <---Una Pavana <---Urtò <---Va bene <---Vai <---Viene <---autista <---d'Africa <---fascisti <---indiana <---italiano <---mangiano <---ruffiano <---sahariana



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