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Il segmento testuale Pio XI è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Luigi Salvatorelli, L'azione cattolica in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 7 - 1 - numero 3

Brano: L'AZIONE CATTOLICA
Pio XI é stato chiamato il Papa dell'Azione cattolica, ch'egli diceva « pupilla dei suoi occhi ». Acquista, dunque, un valore particolare la definizione che di essa egli ebbe a dare: «la partecipazione dei laici all'apostolato gerarchico della Chiesa » Questa definizione il pontefice riteneva di averla formulata «non senza divina ispirazione»; e precisò di essersi ispirato «ai testi della Sacra Scrittura », cioè a un passo dell'epistola di San Paolo ai Filippesi (IV, 3): «aiuta quelle che lavorano con me nel Vangelo ». Come si vede, San Paolo parlava di donne. La partecipazione dei laici all'apostol[...]

[...]ina ispirazione»; e precisò di essersi ispirato «ai testi della Sacra Scrittura », cioè a un passo dell'epistola di San Paolo ai Filippesi (IV, 3): «aiuta quelle che lavorano con me nel Vangelo ». Come si vede, San Paolo parlava di donne. La partecipazione dei laici all'apostolato si estende adunque ad ambo i sessi: come, infatti, risulta dalla struttura dell'Azione Cattolica italiana. Tutto ciò si accorda con l'altro richiamo, fatto per essa da Pio XI, al « sacerdozio universale » dei cristiani. Richiamo che forse sorprenderà chi é abituato alla netta, rigorosa distinzione, caratteristica del cattolicesimo, fra clero docente, e popolo, o laicato, discente. Beninteso, nel pensiero del pontefice non c'era nessuna contraddizione fra i due principi, sacerdozio universale del popolo cristiano e clero gerarchico: in quanto che il primo non può né deve essere esercitato se non secondo i dettami del secondo.
L'Azione cattolica, dunque, si proclama antica quanto il cristianesimo. Qui, però, prima di andar più avanti, occorre una distinzione. cc Az[...]

[...] » preso
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nel primo senso; bensì, certe attività specifiche, caratterizzate e unificate da uno spirito e da un obbiettivo comuni: caratterizzazione e unificazione che è, per l'appunto, cómpito dell'Azione cattolicaistituto di assicurare.
La caratterizzazione dell'Azione cattolica quale partecipazione laicale all'opera di apostolato del clero é stata fatta propria, e sistematicamente ripetuta, dal successore di papa Ratti, Pio XII, nonché dalle alte gerarchie cattoliche di ogni paese: ed ha avuto la sua proclamazine « urbi et orbi » nel primo « Convegno mon diale per l'apostolato dei laici» tenutosi a Roma dal 7 al 14 ottobre 1951. Ad esso parteciparono — secondo i dati dell'Osservatore Romano — sessantaquattro paesi e trentacinque organizzazioni nazionali.
Il tema dell'apostolato laico in collaborazione con la gerarchia ecclesiastica fu il motivo conduttore dei discorsi tenuti al Convegno, con insistenza sul carattere religioso, spirituale, dell'apostolato medesimo. Dopo un primo saluto, a nome della presidenza del [...]

[...] furono fatte dal cardinal Caggiano, vescovo di Rosario (Argentina), circa le relazioni fra Azione cattolica e società civile. Egli ricordò che i cattolici, oltreché membri della Chiesa, sono cittadini della città terrena, entro la quale debbono dare la loro collaborazione al bene comune temporale che é il fine della società civile. Questo non é più il campo dell'Azione cattolica, ma dell'azione « dei cattolici », disposti — e qui citò parole di Pio XII del 1945 — ad innestare nel campo sociale, economico, giuridico, il vero spirito cristiano, e a salvaguardare con l'azione civica e politica gli interessi religiosi. Quindi, precisando il punto di vista teorico, l'Eminentissimo Caggiano concluse che l'oggetto dell'Azione cattolica é essenzialmente soprannaturale, e pertanto non si inserisce direttamente ed exprof esso nel temporale, ma ha su di esso le ripercussioni piú felici; ed é per questo che si può parlare di influenza sociale dell'Azione cattolica nel campo economicösociale, e persino in quello politico.
Nello stesso ordine di idee s[...]

[...]ne internazionale dell'Apostolato laico. V'erano bensì talune Federazioni particolari, principale quella degli intellettuali e degli studenti cattolici (« Pax Romana »).
* * *
E interessante confrontare con queste manifestazioni del Congresso l'allocuzione pronunciata, la domenica 14 ottobre 1951, subito dopo la chiusura del congresso, dal Santo Padre, nell'udienza solenne data ai membri del congresso medesimo. Questo discorso (in francese) di Pio XII é uno dei suoi migliori, per limpidità e vivacità di esposizione.
V'é, naturalmente, una consonanza generale (talora anche di formule e di parole) con affermazioni fondamentali fatte al congresso: unità mistica in Cristo dei membri della Chiesa; distinzione, collaborazione e subordinazione fra laicato e clero. Non vi
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troviamo invece quell'insistenza, che abbiamo riscontrato al Congresso, sulla formazione individuale, sulla vita spirituale personale, anche se accenni non mancano. L'accento é portato sulle relazioni fra l'apostolato laico e la società, insieme con una [...]

[...]letamente confutatrice della tesi tc laica » impugnata dal Pontefice: in quanto che precisamente quel «prender rango» del laicato successe a un'attività più varia, più disordinata se si vuole, ma anche più libera, del popolo cristiano nelle età anteriori.
Ma dove il pontefice entrò nel vivo dell'argomento, e individuò efficacemente uno svolgimento fondamentale per il cattalicismá, fu nel tratto seguente. Prima della rivoluzione francese — disse Pio XII — esisteva fra Chiesa e Stato una stretta unione, sul terreno comune della vita pubblica. Grazie a ciò, e alla generale atmosfera cristiana risultante, non occorreva allora tutto il lavoro odierno del clero e dei laici per la salvaguardia e il valore pratico della fede. Alla fine del secolo XVIII, la costituzione degli Stati Uniti d'America e la rivoluzione francese concorsero, per vie diverse, a porre fra Chiesa e Stato un distacco che — anche quando non ha portato a un regime istituzionalmente separatistico —, ha posto la Chiesa nella necessità di «provvedere con mezzi propri ad assicurare[...]

[...]
tefice per l'« apostolato laico » é alquanto differente da quella dominante al Congresso. Ciò apparirà più chiaro riconnettendo questa prima parte del (( messaggio» pontificio con l'ultima, in cui si parla de « il lavoro pratico che l'apostolato dei laici ha compiuto e compie attraverso il mondo intero in tutti i domini della vita umana individuale e sociale D. A proposito di tale lavoro, delle cui specie diverse è fatta una lunga enumerazione, Pio XII credeva di potersi felicitare con i congressisti «della vostra resistenza a quella tendenza nefasta, regnante anche presso taluni cattolici, la quale vorrebbe confinare la Chiesa nelle questioni puramente religiose, lasciando al di fuori l'umanità dibattersi nelle sue angustie D. (( Necessariamente e continuatamente », seguitò il papa, ((la vita umana privata e sociale si trova in contatto con la legge e lo spirito del Cristo; ne risulta, per la forza delle cose, una compenetrazione reciproca dell'apostolato religioso e dell'azione politica... Sul terreno politico si dibattono e si dettano l[...]

[...]iale si trova in contatto con la legge e lo spirito del Cristo; ne risulta, per la forza delle cose, una compenetrazione reciproca dell'apostolato religioso e dell'azione politica... Sul terreno politico si dibattono e si dettano le leggi di più alta portata, come quelle riguardanti il matrimonio, la famiglia, il fan ciullo, la scuola... Possono esse lasciare indifferente, apatico, un apostolo? ». E qui, richiamando dichiarazioni sue precedenti, Pio XI giunge ad affermare che pur non dovendo entrare l'A. C. nella lizza dei partiti, « sarebbe biasimevole di lasciare libero il campo, per la direzione degli affari dello stato, agli indegni e agli incapaci D.
Qui, evidentemente, siamo al di là — molto al di là — di quelle idee di influenza consequenziale, di penetrazione morale, per la modificazione in meglio e la trasformazione della società civile e politica, di cui abbiamo inteso parlare al Congresso. All'efficacia indiretta, al risultato obbiettivo terreno dell'opera soprannaturale — il « soprappiù "» data, secondo il Vangelo, a chi cerca [...]

[...]ra qui l'azione diretta, il proposito preventivo, 1'« interventismo» politicosociale; anche se, prudentemente, il pontefice aggiunge che «é difficile formulare su questo punto una regala uniforme per tutti ».
Questi ammonimenti del pontefice sui pericoli di ogni concezione (( puramente religiosa » dell'Azione cattolica, non erano sulla
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sua bocca cosa nuova. Già quattro anni innnanzi, per due volte nel corso di otto mesi, Pio XII aveva manifestato la stessa preoccupazione. Parlando il 22 gennaio 1947 ad alcune centinaia di signore e signorine aderenti ai gruppi di « rinascita cristiana» — un movimento o una organizzazione cattolica italiana di cui non ci é accaduto in seguito di sentir menzione — egli aveva affermato risolutamente che «il voler tirare una netta linea di separazione tra religione e vita, tra soprannaturale e naturale, tra Chiesa e mondo, come se non avessero nulla a che fare tra loro, come se i diritti di Dio non avessero valore in tutta la multiforme realtà della vita quotidiana, umana e sociale, é c[...]

[...]a ha ricusato sempre, e continua oggi a ricusare più energicamente che mai, di essere considerata come spirito puro; essa crede che questa condizione angelica convenga al mondo celeste, ma non a quello di quaggiù; essa vuol essere un'organizzazione materiale, giuridica, né più né meno dello Stato, mentre al tempo stesso si presenta come l'unica depositaria autorizzata del così eroicamente antigiu ridico Discorso della Montagna ».
Abbiamo inteso Pio XII ricollegare l'Azione cattolica al Regno di Cristo. In ciò egli continuava direttamente Pio XI, il quale precisamente aveva concepito l'Azione cattolica, da lui riorganizzata, come lo strumento di attuazione della regalità di Cristo e del supremo governo della Chiesa sulla società cristiana. La «regalità di Cristo» é stata una delle iniziative più caratteristiche di papa Ratti: non già ch'egli inventasse l'idea, ma fu lui a trarla in luce — alla ribalta, se così é permesso esprimersi — dall'oscurità e dalla dimenticanza delle «riserve» ecclesiastiche. Istituendo la festa di Cristo Re con l'enciclica Quas primas datata 11 dicembre 1925 (cioè pochi giorni avanti la chiusura dell'Anno San[...]

[...]ono nessuna attenzione; e la quasi totalità dei fedeli, per primi, non comprese il significato della nuova festa, anche perché non lesse l'enciclica. Dicendo che Cristo era il reggitore dell'umanità non solo spirituale, ma temporale, e la Chiesa l'organo di questo suo reggimento, il pontefice faceva della regalità di Cristo il titolo giuridico per il governo della Chiesa sul mondo, e riprendeva in altri termini l'Unam Sanctam di Bonifacio VIII.
Pio XII, come si é detto, continua logicamente, coerentemente, Pio XI; e le dichiarazioni di lui che abbiamo esaminato testé ne sono la prova. In quanta all'attuazione pratica, però, passa una differenza notevole fra i due pontificati. Qui occorre rifarsi indie
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tro, tentando un breve schizzo di storia politicoecclesiastica del cinquantennio.
La successione, nel 1903, di Pio X a Leone XIII — il cui pontificato aveva raggiunto e superato i leggendari «annos Petri» — é forse il caso più favorevole per quello schema dell'alternanza fra papa politico e papa religioso il quale ebbe gran voga nel primo venticinquennio del nostro secolo. Ho det[...]

[...]e più risoluta che mai, in fatto e in diritto, del potere assoluto papale, così da potersi parlare di rinnovate impostazioni teocratiche. Ricordiamo le parole rivolte ai pellegrini francesi nel 1909: «Chi si ribella all'autorità della Chiesa, sotto l'ingiusto pretesto che essa invade i termini dello Stato, impone dei termini alla verità. La Chiesa domina il mondo perché é la sposa di Gesù Cristo ». Come si vede, Pio X anticipa qui la dottrina di Pio XI sulla regalità di Cristo esercitantesi attraverso la Chiesa.
Pio X è una figura estremamente interessante, e l'opera sua di pontefice fu di grande importanza, non soltanto per la Chiesa. La figura attende ancora chi la ritragga «in piedi », come l'opera non ha ancora avuto il suo storico. Leone XIII aveva mirato a
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rimettere in contatto la Chiesa col mondo mediante un'opera paziente e pieghevole di adattamento; aveva voluto far riprendere
al papato la partecipazione — egli, anzi, aveva sognato: la dire zione — nella vita internazionale. Pio X fece opera tutta contrari[...]

[...]esa col mondo mediante un'opera paziente e pieghevole di adattamento; aveva voluto far riprendere
al papato la partecipazione — egli, anzi, aveva sognato: la dire zione — nella vita internazionale. Pio X fece opera tutta contraria: lavorò a concentrare, a raccogliere in se stesso, ad isolare (potremmo dire) il cattolicesimo. Concentration et défense catholiques: con queste parole fu esattamente definita l'opera sua.
A Leone XIII non meno che a Pio XI spetterebbe il titolo di papa dell'Azione Cattolica. Potremmo dire che il primo é stato il fondatore, il secondo il restauratore (e il terzo, papa Pacelli, il trasformatore). L'« Opera dei Congressi e dei Comitati Cattolici rappresenta la prima organizzazione dell'Azione cattolica: si può in proposito consultare con profitto il libro del De Rosa, presso Laterza, L'Azione cattolica. Storia politica dal 1874 al 1904. L'a Opera dei Congressi » rispondeva piuttosto al principio, vigorosamente riaffermato adesso da Pio XII, dell'espansione della Chiesa dal santuario nel mondo civile, che non a que[...]

[...] che il primo é stato il fondatore, il secondo il restauratore (e il terzo, papa Pacelli, il trasformatore). L'« Opera dei Congressi e dei Comitati Cattolici rappresenta la prima organizzazione dell'Azione cattolica: si può in proposito consultare con profitto il libro del De Rosa, presso Laterza, L'Azione cattolica. Storia politica dal 1874 al 1904. L'a Opera dei Congressi » rispondeva piuttosto al principio, vigorosamente riaffermato adesso da Pio XII, dell'espansione della Chiesa dal santuario nel mondo civile, che non a quello dell'« apostolato laico» quale abbiamo visto predominare nel congresso omonimo. L'a Opera» — il cui titolo burocratico trovò censure nel campo dell'integralismo cattolico italiano — agiva principalmente nel campo economicosociale e in quello amministrativo, permessi e anzi additati ai cattolici dallo stesso pontefice che teneva in piedi rigorosamente il « non expedit» per le elezioni politiche.
Alla fine del pontificato di Leone XIII intervenne a compli care le cose la democrazia cristiana, alla cui avanguardia e[...]

[...]tre altre attività potevano essere «azione di cattolici »: chiara allusione alla C.I.L. e al P.P.I.
Sotto Benedetto XV, tuttavia, le relazioni — che di fatto non potevano mancare — col P.P.I., furono buone, pur mantenendosi la distinzione: e il principio di riorganizzazione dell'Azione, cattolica non trasse l'Unione popolare dall'ombra in cui l'avevano relegata le due istituzioni, politica e sindacale, « di cattolici ». La situazione cambia con Pio XI, concorrendovi in uguale o disuguale misura le tendenze del nuovo pontefice e gli avvenimenti politici italiani.
Pio XI, per mentalità e per carattere, aveva più di una affinità con Pio X; era tuttavia più «politico» e più colto di lui, e soprattutto al posto del pessimismo «contrattile» di papa Sarto portava un ottimistico espansionismo: rassomigliando piuttosto, per questo lato, a Leone XIII. Un tale stato di spirito ci sembra di ritrovare nella sua enciclica sulla Regalità di Cristo, che era potenzialmente (come si é accennato) tutto un programma di politica ecclesiastica.
Se per Benedetto XV l'Azione cattolica doveva mantenersi
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nettamente distinta dal P.P., ma senza nessuna, ostili[...]

[...]ontrattile» di papa Sarto portava un ottimistico espansionismo: rassomigliando piuttosto, per questo lato, a Leone XIII. Un tale stato di spirito ci sembra di ritrovare nella sua enciclica sulla Regalità di Cristo, che era potenzialmente (come si é accennato) tutto un programma di politica ecclesiastica.
Se per Benedetto XV l'Azione cattolica doveva mantenersi
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nettamente distinta dal P.P., ma senza nessuna, ostilità, per Pio XI questo partito sembra aver fatto figura di «terzo incomodo ». Gli interessi cristiani, l'espansione cattolica dovevano essere tutelati e promossi dall'Azione cattolica, cioè dalla Santa Sede e dall'episco pato, e da questi soltanto. I concorsi necessari sul terreno politico propriamente detto Pio XI li ricercava piuttosto, secondo le sue tendenze conservatrici e autoritarie, nell'intesa diretta coi governi: donde lo sviluppo grandioso da lui dato alla politica concordataria. L'offensiva, pertanto, del fascismo giunto al potere contro il P.P. lo lasciò indifferente; e D. Sturzo fu pregato a un certo momento — anzi, in due momenti consecutivi — di trarsi di mezzo, per non recare danno alla religione e imbarazzi alla Santa Sede.
Dopo la soppressione delle libertà pubbliche, a cui il pontefice aveva assistito (per quanto possiamo giudicare da certi suoi atteggiamenti) con neutralità benevol[...]

[...]contro pro
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cedimenti e principi fascisti; ma protestò anche allora di non voler condannare il partito e il regime come tali. L'accordo del 2 settembre 1931, terminante il conflitto, rappresentò una sostanziale vittoria fascista. L'A.C. era mantenuta, ma ne veniva allentata l'organizzazione nazionale e delimitata strettamente l'attività entro il campo puramente religioso, secondo il criterio che abbiamo inteso ripudiare da Pio XII. Due punti sottolinearono questa vittoria fascista: l'impegno di escludere dai dirigenti dell'A.C. coloro che avessero appartenuto a partiti avversi al regime; e il non aver rinnovato il pontefice le obbiezioni contro il giuramento delle organizzazioni giovanili. Rimaneva per il pontificato il vantaggio di aver mantenuto sostanzialmente i quadri dell'A.C., che a suo tempo avrebbero giovato per la ripresa in pieno non solo di questa, ma della D.C. Negli anni di buone relazioni che seguirono fin quasi alla vigilia della guerra — fra i due poteri, quel vantaggio fu bilanciato, e probabilmente [...]

[...]ente «clericofascista» creatosi in Italia: commistione di ortodossia religiosa e di conformismo politico, rievocante i tempi di «Trono e Altare », ma senza il fondamento morale su cui aveva riposato quella antica associazione.
Negli ultimi anni di Pia XI tornò a manifestarsi un distacco fra la Chiesa o meglio, il pontefice personalmente — e il regime, distacco proveniente sostanzialmente dall'aver fatto il fascismo causa comune con il nazismo. Pio XI riaffermò l'opposizione di massima già formulata più volte contra i totalitarismi statali, ma adesso con aderenza assai più efficace alla situazione concreta. Rinacquero contrasti tra fascismo e A.C.
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Questi contrasti rimasero lontani dalla gravita del conflitto del 1931: e a soffocarli contribuì la successione a papa Ratti di papa Pacelli, il quale desiderava vivamente la buona armonia col regime; e l'avrebbe desiderata anche con quello nazista, solo che Hitler ci avesse messo un po' di buona volontà (e non avesse scatenato la guerra).
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All'inizio, pertanto, del [...]

[...]quero contrasti tra fascismo e A.C.
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Questi contrasti rimasero lontani dalla gravita del conflitto del 1931: e a soffocarli contribuì la successione a papa Ratti di papa Pacelli, il quale desiderava vivamente la buona armonia col regime; e l'avrebbe desiderata anche con quello nazista, solo che Hitler ci avesse messo un po' di buona volontà (e non avesse scatenato la guerra).
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All'inizio, pertanto, del pontificato di Pio XII non ci furono novità sostanziali per l'Azione Cattolica: se mai, una accentuazione del suo carattere ecclesiastico e locale (cioè, estraneo alla politica). Le modifiche ai suoi statuti, apportate nell'estate del 1939 dalla commissione cardinalizia preposta all'A.C. da Pio XII — al posto dell'alta direzione personale tenuta dal suo predecessdre — sancivano una più diretta assunzione del governo dell'A.C. da parte dei vescovi per le singole diocesi, e dei parroci per le singole parrocchie, con una trasformazione profonda degli organi direttivi centrale e diocesani: scomparivano il presidente generale (laico) e i presidenti (laici) delle Giunte diocesane. In quanto alla Commissione cardinalizia — il cui segretario (ecclesiastico) assumeva il nome di direttore nazionale dell'A.C. —, essa si limitava alla nomina di certe cariche e all'emanazione eventuale di norme gen[...]

[...]che nella gara dei program
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mi politici «é doveroso dare la preferenza alla corrente che per il contenuto del suo programma e per le persone che lo sostengono offre le migliori garanzie di attuare una costituzione coerente con i principi cattolici ». Era con ciò stabilito il rapporto di appoggio e di controllo fra A.C. e D.C.
Il 12 ottobre 1946 — istituita già la repubblica, eletta ed entrata in funzione la Costituente — Pio XII nominò le cariche direttive dell'Azione cattolica italiana. Avv. Vittorino Veronese, Presidente Generale (con due vicepresidenti generali, maschile e femminile); prof. Luigi Gedda, Presidente centrale dell'Unione Uomini di A. C.; dott. Maria Rimoldi, Presidente centrale dell'Unione Donne di A.C.; prof. Carlo Carretto, Presidente centrale della Gioventù maschile di A.C.; prof. Carmela Rossi, presidente centrale della Gioventù femminile di A.C.; sig. Carlo Moro, Presidente centrale degli Universitari di A.C.; sig.na Piera Lado, Presidente centrale delle Universitarie di A.C.; prof. Giov. Batt.[...]

[...] da un paese all'altro, e perfettamente forse in nessuno. I più distanti ne rimangono, crediamo, Francia e Germania, ove la molteplicità e l'autonomia delle precedenti organizzazioni hanno radici più salde. A voler dare maggiori particolari, occorrerebbe poco meno di un altro articolo, con poca utilità per lo scopo di orientamento generale.
Con la riorganizzazione del 1946, l'Azione cattolica italiana riprendeva e perfezionava la fisionomia che Pio XI aveva voluto darle: fisionomia di cui sono tratti essenziali l'alto personale dirigente laicale e la stretta dipendenza dalla Santa Sede, due tratti
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non contrastanti (come' potrebbe sembrare a prima vista), ma concorrenti.
Le diverse associazioni nazionali — Uomini cattolici, Giovani cattolici, etc. — formanti tutte insieme il corpo unitario dell'A.C. italiana, mantennero anche sotto Pio XII (se non andiamo errati), e anche dopo la riorganizzazione ultima del 1946, un grado notevole di autonomia (ciò vale ancora di p,iù per la A.C. degli altri paesi, come si è già accennato). La Presidenza Generale,. cioè, sotto il Veronese, si poteva ancora considerare un organo di collegamento e coordinamento superiori, piuttosto che di suprema direzione autoritaria. Questo stato di cose appare notevolmente cambiato da quando al Veronese è successo, al principio del 1952, il Gedda. Il cambiamento avvenne, come si vede, appena qualche mese dopo il Congresso internazionale dell'Apostolato laico [...]



da Carlo Falconi, La crisi della Parrocchia in Italia in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 7 - 1 - numero 3

Brano: [...]bini alla comunione e la propaganda della comunione frequente tra gli adulti. Nel 1905 la canonizzazione dell'umile Curato d'Ars da parte dell'exparroco di Riese fu considerata come un simbolo della nuova direzione di riforma interiore impresso dal Sarto alla Chiesa.
E per tutta la prima metà del sec. XX l'azione di governo della S. Sede doveva infatti rimanere decisamente orientata in senso parrocchiale. Le affermazioni pontificie — da Pio X a Pio XII — relative all'importanza della parrocchia nella vita della Chiesa potrebbero costituire un'antologia di non irrilevanti proporzioni, dove, forse, ad avere il primato, sarebbe Pio XI, il papa delle missioni, dell'A.C., della Conciliazione, é vero, ma non meno il Papa della parrocchia. Canonizzando, a neppur due anni dalla sua elezione, il Curato d'Ars (che più tardi, in occasione del giubileo della sua ordinazione sacerdotale, avrebbe costituito patrono di tutti i parroci) egli sembrò voler raccogliere dal predecessore Pio X la bandiera di combattimento. E quello ch'egli fece, anche solo in Italia, per lo sviluppo e la dotazione delle parrocchie, dimostra la concretezza dei suoi propositi. Sin dai primi anni del suo pontificato, infatti, egli organizzò per il meridione la[...]

[...]a chi direbbe che esso é sopito sbaglierebbe. Gli echi dei curiosi esperimenti francesi furono quanto mai vivaci anche di qua dell'Alpi e provocarono, nel '48, il ritorno del problema allo studio di tutte le branchie dell'A.C. Basta del resto scorrere le riviste (4) d'ispirazione cattolica dell'ultimo quinquennio per convincersi della sua continua presenza. Dal '51 poi, a renderlo piú attuale, son venuti di rink calzo alcuni notevoli discorsi di Pio XII.
PROFILO DELLA PARROCCHIA MODERNA
Sarebbe dunque un grave errore non curarsi dell'importanza che la Chiesa dá all'istituto parrocchiale nell'attuale fase di riassesto e di conquista che la caratterizza. Chi conosca anche solo superficialmente la parrocchia del 1953 e la confronti con quella di 50 anni or sono non può del resto meravigliarsi di tale condotta. Una parrocchia — quella degli ultimi anni del pontificato leoniano —pacifica, e sonnolenta, fatta sulla misura del ceto borghese d'allora, quasi sempre deserta durante la settimana dal pacifico giansenismo dei fedeli e appena messa in [...]

[...]ittà a capitale d'Italia, la crisi di crescenza scoppiò, come é noto, tragicamente. Per quel che ci riguarda, basterà dire che, sul principio del novecento, quando la popolazione toccava già il mezzo milione d'abitanti, si davano parrocchie (salite nel frattempo a 58) con 40.000 anime, come S. Maria Maggiore, e con 30.000 come S. Giovanni in Laterano, SS. Vincenzo e Aurelio, ecc. (10). Pio X corse ai ripari con opportuni smembramenti. Ma toccò a Pio XI, subito dopo la prima guerra mondiale, ten
(10) Abbiamo ricavato queste notizie dal volume La cura d'anime nelle grandi città di H. Swoboda (prof. di teol. past. all'Univ. di Vienna), tr. it. Roma, 1912: la prima pubblicazione in tutta la letteratura internazionale che affrontò exprofesso il problema, e di cui fu notevolissima l'eco nel mondo cattolico.
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tare mezzi radicali contro una situazione che nel frattempo si era veramente incancrenita. Alle prime piuttosto disorganiche provvidenze fece seguire, come si é detto, nel 1930, la fondazione dell'Opera per la Preservazione[...]

[...]e : parrocchie s'è in parte accennato riferendo, ad es. sull'operosità della Pontificia Opera per la preservazione della fede in Roma. E si potrebbe facilmente sviluppare coi dati relativi alla moltiplicazione delle parrocchie realizzata nei vari centri urbani da Milano a Napoli, da Genova a Bari. Ma che il problema dell'elefantiasi delle parrocchie cittadine, specie periferiche, sia tutt'altro che risolto lo attestano i recentissimi discorsi di Pio XII. Il problema é spesso complicato dalla scarsezza numerica del clero disponibile e il Papa é giunto persino ad approvare, per la sua Diocesi, il sistema cosiddetto di patronato, secondo il quale alcune diocesi più favorite per numero di sacerdoti possono (( adottare l'una o l'altra parrocchia di Roma in guisa di provvederla del numero di sacerdoti di cui ha bisogno ». Estendendo il metodo, qualcuno (41) ha addirittura auspicato la possibilità di vere e proprie emigrazioni interne (tra diocesi e diocesi) di giovani sacerdoti o di seminaristi,
(37) L'Uomo di tutti, Pisa, 1940.
(38) Parrocchia[...]

[...]c.
(41) A. LISANDRINI o. f. m., ne L'Assistente Eccl., 1952, II, pp. 325 segg.
72 CARLO FALCONI
oltre all'utilizzazione delle prestazioni dei religiosi o dei sacerdoti non in cura d'anime.
Ma le parrocchie cittadine, anche opportunamente ridotte di superficie e di popolazione, rivelano sempre delle zone morte o inerti (secondo omissioni ufficiose esse morderebbero efficacemen te su poco piú d'un decimo della sua popolazione). Per vivificarle Pio XII ha approvato la formazione, già esperimentata qua e là per spontanee iniziative di privati, di cellule cristiane, fungenti da ritrovi spirituali aperti, nelle famiglie ospitanti, alle più libere discussioni religiose, ma dirette da sacerdoti; e l'utilizzazione di «posti provvisori» (come le cappelle interne degli istituti religiosi) per la moltiplicazione dei luoghi di culto. Quest'ultima era una realizzazione discussa da anni, ma che attende ancor oggi la sua messa in atto. Meta ultima: quasi ogni via, fuor che nelle immediate vicinanze della chiesa parrocchiale, dovrebbe avere una sua capp[...]



da Eugenio Reale, Comunisti e cattolici in KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1944 - numero 1 - giugno

Brano: [...]al sangue delle migliaia e migliaia di credenti massacrati dagli eserciti fascisti italiani e tedeschi sol perché colpevoli di aver difeso la loro patria contro i generali traditori e contro l'invasore straniero.
La voce dei comunisti e delle masse cattoliche invocanti l'unione di tutte le forze contro la reazione é il 'fascismo non è rimasta senza eco e le piu alte gerarchie della Chiesa l'hanno spesso ascoltata e raccolta. Lo stesso pontefice Pio XI rispose qualche anno fa alla < mano tesa > dai comunisti ai loro fratelli cattolici eon la dichiarazione che c una mano tesa non si respinge > e con un famoso messaggio al cardinal Verdier nel quale era detto tra l'altro
che i se questo gesto della mano tesa esprime da parte dei comunisti il desiderio di meglio conoscere i loro fratelli cattolici, ,per meglio rispettare, con la religione che li ispira, le loro convinzioni, i loro sentimenti e le loro opere, la Chiesa non rifiuterà quest'opera di luce
Come abbiamo ripetutamente espresso ed affermato, come abbiamo dichiarato il 14 maggio, a n[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Pio XI, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---Chiesa <---Storia <---cristiani <---fascismo <---fascista <---italiani <---italiano <---A.C. <---ACLI <---Associazioni <---Dio <---Diritto <---Ecco <---Gesù Cristo <---Già <---La Chiesa <---Leone XIII <---Papa <---Pio X <---Pio XII <---Pratica <---abbiano <---cattolicismo <---cristiana <---cristiane <---cristianesimo <---cristiano <---fascisti <---italiana <---laicismo <---nazista <---siano <---A.C.I. <---A.C.L.I. <---Acquista <---Adam Josefcyk <---Aiuto Cristiano <---Aldo Leoni <---Alfonso Rulliani <---Altare <---Alto Mantovano <---Amendola <---Assistenti <---Attenti <---Azione <---Azione cattolica <---Basso M <---Basso Mantovano <---Basta <---Biblioteca Parrocchiale <---Bollettino Parrocchiale <---Bombay <---Boulard <---Buona Stampa <---Bussi <---C.I.F. <---C.I.L. <---CGIL <---CISL <---Caggiano <---Calabria <---Cardijn <---Carlo Carretto <---Carlo Moro <---Carmela Rossi <---Carolingi <---Caserta <---Casse Rurali <---Cattolica Italiana <---Cattolicesimo <---Cattolico Italiano <---Cavagna <---Cenacolo <---Cenarle <---Centro Cattolico di Studi Sociali <---Charles Flory <---Chiesa D La <---Chiesa in Italia <---Chiese in Roma <---Circoli <---Ciò <---Comitati Cattolici <---Comitati Civici <---Comitato Parrocchiale <---Comunità <---Concentration <---Concilio <---Concilio Vaticano <---Concilio di Trento <---Concilio di Vienna <---Confederazione <---Congresso Cattolico <---Convegni del Clero <---Corpo Mistico <---Corrado Corghi <---Corsi Agricoli <---Cosi <---Crisi <---Crispolti <---Cristo Re <---Cristo-Uomo <---Curia Romana <---D.C. <---Dal IV <---Dalla Torre <---De Rosa <---Del resto <---Della Chiesa <---Diritto Canonico <---Diritto canonico <---Diritto feudale <---Dodici <---Don Romolo <---Dottrina Cristiana <---Droulers <---E Tito Casini <---Economia <---Ercoli <---Eremitani <---F.A.C. <---Faggioli <---Francia <---Franzelin <---Friburgo <---G.I.O.C. <---Gedda <---Geografia <---Gerusalemme <---Giovanni Barra <---Giuliotti <---Godin <---Gracias <---Grosoli <---I 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