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Il segmento testuale Pio X è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 96Entità Multimediali , di cui in selezione 16 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 315

Brano: [...]ci uno strumento per cominciare ad abbozzare la dottrina sociale cattolica. A Milano, per iniziativa del sociologo cattolico Giuseppe Toniolo, sorse nel 1894 l’Unione per gli studi sociali. Sempre più attiva divenne l’Opera dei Congressi per organizzare e disciplinare la partecipazione dei cattolici alla vita sociale e politica italiana, anche se a livel

lo elettorale ciò avverrà solo nel

1913 con il cosiddetto Patto GentiIoni approvato da Pio X (v. Democrazia cristiana).

Si può dire che, se i diciassette anni trascorsi tra la formazione dell’unità d’Italia e la morte di Pio IX erano stati caratterizzati da un clima di contrapposizione tra Vaticano e Stato italiano, i pontificati di Leone XIII e di Pio X (19031914) gettarono una passerella tra le due rive. Tuttavia non mancarono nuove polemiche aH’interno dello stesso mondo cattolico, per esempio dopo la pubblicazione da parte di Pio X dell’enciclica uPascendi dominici grecis” (8.9.1907), con la quale venne condannato il modernismo. Oltre ad Ernesto Buonaiuti (v.), furono raqgiunti da provvedimenti canonici gli altri esponenti più significativi di quella corrente di pensiero che reclamava un adeguamento della tradizione della Chiesa ai nuovi tempi, quali Romolo Murri (v.), Antonio Fogazzaro, Tommaso Gallarati Scotti e Giovanni Semeria.

Con le elezioni del 1913 un primo gruppo di “cattolici deputati” entrò alla Camera, anche se il “Non expedit” non venne abrogato del tutto. Si era però aperta nella politica italiana una n[...]

[...]la tradizione della Chiesa ai nuovi tempi, quali Romolo Murri (v.), Antonio Fogazzaro, Tommaso Gallarati Scotti e Giovanni Semeria.

Con le elezioni del 1913 un primo gruppo di “cattolici deputati” entrò alla Camera, anche se il “Non expedit” non venne abrogato del tutto. Si era però aperta nella politica italiana una nuova fase, sia per i cattolici che per i rapporti tra Va

Vaticano

ticano e Stato italiano, rapporti che dopo la morte di Pio X prenderanno una direzione diversa, sulla via della “conciliazione”.

Prima guerra mondiale

Sotto il pontificato di Benedetto XV (19141922) si verificarono alcuni fatti nuovi: la Santa Sede si dichiarò contraria all’intervento dell’Italia nel conflitto, sia per evitare un'estensione della lotta europea sia e soprattutto perché gli interventisti (v.) sostenevano che, in caso di guerra, l’Italia avrebbe dovuto sospendere le immunità concesse dalla legge delle Guarentigie. Il 20.6. 1915 il cardinale Pietro Gasparri (segretario di Stato) dichiarò che la Santa Sede aspettava di veder sistemata[...]

[...]Nel pieno del conflitto europeo Benedetto XV, per far risaltare il carattere pacifico della Santa Sede, con una lettera inviata l’1.8.1917 chiese ai capi degli Stati belligeranti di porre fine ad una « inutile strage ». Intanto Meda restava ministro anche nel gabinetto di Vittorio Emanuele Orlando (v.) formatosi il 29. 10.1917 e, alla fine della guerra (4.11.1918), il clero partecipava a tutte le manifestazioni di giubilo del popolo italiano.

Pio X nei Giardini Vaticani (luglio 1913)

315



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 202

Brano: [...]ese ed ha aperto la strada alla possibilità di nuovi rapporti fra le diverse componenti politiche e ideali in cui si raccolgono le masse popolari.

G.Ch.

L'Azione cattolica, organizzazione di làici che si propone di fiancheggiare l’attività pastorale del clero con opere di apostolato nei più importanti campi della vita sociale, è presente in tutti i paesi cattolici. Con questa denominazione essa è sorta in Italia nel 1906, per iniziativa di Pio X, dopo la soppressione dell’Opera dei congressi e dei comitati cattolici italiani che — dal settembre 1875 — guidava il pensiero e l’azione dei cattolici italiani. Con la sua enciclica II fermo proposito (11.6.1905), Pio X indicò le linee generali della nuova organizzazione (la quale avrebbe dovuto raccogliere « i cattolici di tutte le classi sociali, ma specialmente le grandi moltitudini del popolo, intorno a un solo centro comune di dottrina, di propaganda e di organizzazione centrale»); è nel febbraio del 1906 fu chiamato a dirigerla l’avvocato Paolo Pericoli, affiancato da G. Toniolo e dal conte Medolago Albani. Sorse così, con sede in Firenze, l'Unione popolare dei cattolici italiani. Nel corso dello stesso anno sorse l’Unione elettorale cattolica; l’insieme delle già esistenti opere economiche e sociali d[...]

[...]ione elettorale cattolica; l’insieme delle già esistenti opere economiche e sociali dei cattolici si costituì in Unione economica sociale e, a fianco di queste organizzazioni, continuò a operare la Società della gioventù cattolica (che già faceva parte dell'Opera elei congressi). Fu infine creato un organo centrale di coordinamento delle quattro associazioni, chiamato Direzione generale deM’associazione cattolica italiana (1908).

Il 2.10.1922 Pio X! riorganizzò l’Azione cattolica, dandole la fisionomia che a grandi linee conserva tuttora, e ne nominò presidente l’avvocato Luigi Colombo, di Milano. Pio XII, eletto Papa nel 1939, procedette a riforme dello statuto che comportarono, tra l’altro, l’abolizione del presidente laico e l’istituzione, al suo posto, di un direttore generale ecclesiastico, assistito eia una Consulta. Alla periferia, la direzione veniva affidata ai vescovi e ai parroci, assistiti dajje Consulte. Ma nell’ottobre 1946 lo stesso Papa annullava, queste modifiche, istituendo la Giunta centrale, le Giunte dioce

sane e quelle parrocchiali, e affidandole nuovamente alla direzione dei laici.

L’azione cattolica comprende attualmente 7 diverse organizzazioni: l’Unione Uomini[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 564

Brano: Appendice

aveva condannato nel 1864 il liberalismo come eresia).

A bloccare questa ventata di rinnovamento fu l’enciclica di Pio X « Pascendi » contro il movimento modernista, considerato foriero di gravi errori dogmatici e morali. Nella Fuci si scontrarono così l’anima più culturale e quella più praticapastorale, maggiormente propensa al lavoro nel sociale lasciando perdere le dispute teologiche. Prevalse questa seconda. A decretare il silenzio su questioni filosofiche fu

lo stesso padre Agostino Gemelli, che impose a tutti gli universitari una linea di rigoroso tomismo (cioè la filosofia perennis direttamente dedotta dal pensiero di san Tommaso d’Aquino).

Ma la natura federativa della Fuci non permetteva un rigid[...]

[...]itari fascisti (v. G.U.F.) era una realtà. Dal congresso bolognese del 1925 a tutto il 1933 la Fuci fu bersaglio quasi quotidiano delle intimidazioni e delle violenze fasciste, anche se i fucini non erano tutti dichiaratamente antifa

scisti.

Su questioni di diplomazia con il regime caddero le teste di assistenti spirituali quali don Giandomenico Pini, don Luigi Pistelli e infine lo stesso Montini. Il 1925 fu anche l'anno in cui papa Ratti (Pio XI) decretò la revisione degli statuti dell'Azione cattolica in una struttura ancor più gerarchica e controllata nelle ramificazioni. Anche i presidenti nazionali della Fuci, fino a quel momento eletti democraticamente dai gruppi, da allora in poi vennero scelti dal Romano Pontefice.

Il maggior legame tra Fuci e giunta dell'A.c. non mise al riparo i fucini dalle vessazioni fasciste. La via della Fuci sembrava tuttavia segnata: ripiegarsi sulla formazione spirituale e culturale, l'unica che concedesse spazi di libertà non controllati dal regime e dalla stessa gerarchia ecclesiastica (almeno f[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 159

Brano: [...]ata fondata rOpera dei congressi e dei comitati cattolici, precorritrice dell’odierna Azione Cattolica (v.); e durante il papato di Leone XIII s’era formata quella corrente di « democrazia sociale » che aveva nel sacerdote Romolo Murri la sua punta di diamante, ma che annoverava tra i suoi sostenitori nomi della curia e nomi insigni di intellettuali cattolici (come il professore universitario Giuseppe Toniolo). La politica vaticana instaurata da Pio X (19031914) risolse a favore delle forze più reazionarie della Chiesa la polemica tra il progressismo di Murri e il conservatorismo della curia romana. L’« Opera dei congressi » venne sciolta nel 1904; un anno dopo venne sconfessata la corrente di Murri e nel 1907 il Murri stesso fu sospeso « a divinis ».

L’anno 1904 vede però la convocazione delle elezioni generali amministrative. La Chiesa romana, in quell’occasione, capì che continuando a insistere sulla politica del « non expedit » si sarebbe lasciato campo libero ai socialisti (che facevano continui progressi). Così lo stesso Pio X fu [...]

[...]ia romana. L’« Opera dei congressi » venne sciolta nel 1904; un anno dopo venne sconfessata la corrente di Murri e nel 1907 il Murri stesso fu sospeso « a divinis ».

L’anno 1904 vede però la convocazione delle elezioni generali amministrative. La Chiesa romana, in quell’occasione, capì che continuando a insistere sulla politica del « non expedit » si sarebbe lasciato campo libero ai socialisti (che facevano continui progressi). Così lo stesso Pio X fu costretto ad attenuare il principio (anche se non lo abrogò) e a permettere che i cattolici partecipassero alle elezioni con la nuova formula « cattolici deputati: sì; deputati cattolici: no ». Più tardi (esattamente l’11.6.1905), con l’Enciclica « Il fermo proposito », il Pontefice autorizzò i fedeli a recarsi alle urne, e ad essere candidati in determinati casi, rimettendo ai vescovi il giudizio di merito — e « caso per caso » — nelle rispettive diocesi. In occasione delle elezioni del 1913 (svoltesi per la prima volta col « suffragio universale », promulgato da poco) i cattolici riuscir[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 285

Brano: [...]rative. Nel 1907 Orlando assunse il dicastero di Grazia e Giustizia nel gabinetto costituito da Giolitti l’anno precedente. Qui diede avvio a sotterranei ma consistenti rapporti con il Vaticano, studiandosi di favorire la ripresa delle relazioni fra Stato e Chiesa, ma con un sottile intreccio a base di relazioni personali. Allorché, nel 1909, il gabinetto Giolitti cadde, Orlando fu il primo ministro italiano a ricevere la speciale benedizione di Pio X, del quale (inopinatamente, per un liberale che si proclamava di radicate convinzioni laiche) approvò la campagna antimodernista, definendola storicamente decisiva. Obliquità inspiegabile, sul piano intellettuale, da parte del costituzionalista che, nella sua sfera, aveva indubbiamente operato sulle posizioni più avanzate cui la borghesia italiana sapesse portarsi, conferendo — come fu detto — con le proprie teorie, un « substrato giuridico alla politica giolittiana », nel senso di orientare l’interpretazione della legge quale fat

tore di tutela del popolo, riconosciuto nel diritto di inso[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 111

Brano: [...]entrata in guerra deH'Italia. Del resto lo stesso Stato italiano si era inizialmente dichiarato « neutrale ».

Il 2.8.1914 il Consiglio dei ministri deliberava di considerare « l’Italia in stato di pace con tutte le parti belligeranti », aggiungendo che « il Governo del Re, i cittadini e i sudditi del Regno hanno l’obbligo di osservare i doveri della neutralità secondo le leggi vigenti e secondo i principi del diritto internazionale ». Il papa Pio X approvò questa decisione e fece appello da parte sua a tutti i cattolici italiani per ribadire la neutralità della patria. In una sua disposizione il ministro Sa landra ordinò ai prefetti di proibire pubbliche manifestazioni favorevoli od ostili che fossero a qualsiasi Stato belligerante.

I socialisti, attraverso articoli e con le vignette del noto disegnatore Scalarmi, svilupparono una grande campagna di propaganda contro la guerra. Benito Mussolini, allora direttore dell 'Avanti!, dopo l’ultimatum dell’Austria alla Serbia (26.7. 1914), lanciò lo slogan « Abbasso alla guerra! » e, durante[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 855

Brano: [...]dizione che la Democrazia cristiana potesse divenire tutta l’azione e tutto il pensiero del movimento cattolico, cioè un’Opera trasformata in senso democratico cristiano. Intanto continuava a lavorare in campo politicosociale raccogliendo nell’ambiente cattolico opposizioni e consensi. Fu un periodo fecondo e difficile, del quale fa testo anche la polemica sostenuta dal sacerdote con il patriarca di Venezia Giovanni Melchiorre Sarto, futuro papa Pio X.

La Lega democratica nazionale

Dopo lo scioglimento dell’Opera dei Congressi (dicembre 1905) Murri con altri cattolici fondò a Bologna la Lega democratica nazionale, praticamente in opposizione alla vecchia linea di azione cattolica. La Lega traduceva in termini autonomistici un programma avanzato in tema di sensibilità sociale, che non era il vago populismo di don Aibertario e di Toniolo, ma una precisa qualificazione e una scelta politica. C’era nella impostazione dei giovani leghisti una sincera e non più strumentale adesione alla democrazia, una accettazione della libertà altrettant[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 654

Brano: [...]ente nel movimento cattòlico milanese, cui lo portava la tradizione familiare. Iniziò anche un’intensa attività giornalistica collaborando a\VOsservatore cattolico del sacerdote don Davide Al bertario tanto che, alla morte di questi (1902), lo sostituì alla direzione del giornale. Sotto la guida di don Albertario e poi di Meda, il foglio milanese preparò l’intervento sempre più attivo dei cattolici nella vita politica italiana, spingendo il papa Pio X ad abrogare I '11.6.1905 l'assoluto divieto del «non expedit » (non giova) che, dal 1870, impediva di fatto ai cattolici di partecipare alle elezioni.

Già consigliere provinciale di Milano per il mandamento di Rho (1902), alle elezioni politiche del 1909 Filippo Meda fu eletto deputato. Nel frattempo, assunta la dire

zione di altri due giornali (Attesa e Unione), si diede a preparare la trasformazione del secondo ne L’Italia che, dal 1912, sarà l’organo dei cattolici italiani. Fu presidente della provincia di Milano dal 1913 al 1920 e fondò nel 1925 la rivista di studi politici Civitas,[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 623

Brano: [...]ettore dell’« Action francaise » trasformata da settimanale in quotidiano. Ateo dichiarato, Maurras fu nondimeno a favore di un’alleanza con la Chiesa cattolica che egli considerava strettamente legata alla monarchia e come un possibile strumento per garantire la stabilità politica e sociale. Per qualche tempo il movimento godette così degli appoggi dell’alto clero vaticano e Maurras si ebbe inizialmente perfino la benedizione personale del papa Pio X.

Nel 1925 indirizzò una provocatoria lettera aperta al ministro degli Interni, tacciandolo di filocomunismo e incitando implicitamente i seguaci dell’Action frangaise alla violenza fisica, ma il gesto gli costò una condanna a 2 anni di carcere e una multa di 1.000 franchi (29.10.1926). Poco dopo, quando Maurras tentò di strumentalizzare le forze cattoliche francesi ai propri fini politici, anche la benevolenza vaticana si convertì in condanna: ai cattolici fu allora proibito di aderire al movimento e il quotidiano dell’Action frangaise fu messo addirittura all’indice, insieme ai libri dell[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 144

Brano: [...]verno Pelloux (14. 5.189924.6.1900).

1900

310.6: alle elezioni politiche il governo viene sconfitto.

24.6: caduto Pelloux, il nuovo governo viene affidato a Giuseppe Saracco, che forma un ministero di centrosinistra (24.6.190014.2.1901 ). 20.7: l’anarchico Gaetano Bresci uccide Umberto I. Sale al trono Vittorio Emanuele III.

1901

15.2: governo di Giuseppe Zanardelli (15.2.190129.10.1903).

1903

20.7: sale al soglio pontificio Pio X. 3.11: secondo governo Giolitti 3.11. 190312.3.1905).

1904

settembre: sciopero generale di protesta contro gli eccidi della polizia.

ottobre: scioglimento delle Camere e nuove elezioni: i socialisti man

II marchese Antonio Starabba di Rudinì

tengono le posizioni. Il Vaticano sospende il « non expedit » e per la prima volta vengono eletti deputati cattolici.

1905

In opposizione all’Azione cattolica, il sacerdote Romolo Murri fonda a Bologna la Lega democratica nazionale.

6.3: sciopero generale dei ferrovieri contro le misure antisciopero proposte da Giolitti.

16.3: c[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Pio X, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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