Brano: [...]ci uno strumento per cominciare ad abbozzare la dottrina sociale cattolica. A Milano, per iniziativa del sociologo cattolico Giuseppe Toniolo, sorse nel 1894 l’Unione per gli studi sociali. Sempre più attiva divenne l’Opera dei Congressi per organizzare e disciplinare la partecipazione dei cattolici alla vita sociale e politica italiana, anche se a livel
lo elettorale ciò avverrà solo nel
1913 con il cosiddetto Patto GentiIoni approvato da Pio X (v. Democrazia cristiana).
Si può dire che, se i diciassette anni trascorsi tra la formazione dell’unità d’Italia e la morte di Pio IX erano stati caratterizzati da un clima di contrapposizione tra Vaticano e Stato italiano, i pontificati di Leone XIII e di Pio X (19031914) gettarono una passerella tra le due rive. Tuttavia non mancarono nuove polemiche aH’interno dello stesso mondo cattolico, per esempio dopo la pubblicazione da parte di Pio X dell’enciclica uPascendi dominici grecis” (8.9.1907), con la quale venne condannato il modernismo. Oltre ad Ernesto Buonaiuti (v.), furono raqgiunti da provvedimenti canonici gli altri esponenti più significativi di quella corrente di pensiero che reclamava un adeguamento della tradizione della Chiesa ai nuovi tempi, quali Romolo Murri (v.), Antonio Fogazzaro, Tommaso Gallarati Scotti e Giovanni Semeria.
Con le elezioni del 1913 un primo gruppo di “cattolici deputati” entrò alla Camera, anche se il “Non expedit” non venne abrogato del tutto. Si era però aperta nella politica italiana una n[...]
[...]la tradizione della Chiesa ai nuovi tempi, quali Romolo Murri (v.), Antonio Fogazzaro, Tommaso Gallarati Scotti e Giovanni Semeria.
Con le elezioni del 1913 un primo gruppo di “cattolici deputati” entrò alla Camera, anche se il “Non expedit” non venne abrogato del tutto. Si era però aperta nella politica italiana una nuova fase, sia per i cattolici che per i rapporti tra Va
Vaticano
ticano e Stato italiano, rapporti che dopo la morte di Pio X prenderanno una direzione diversa, sulla via della “conciliazione”.
Prima guerra mondiale
Sotto il pontificato di Benedetto XV (19141922) si verificarono alcuni fatti nuovi: la Santa Sede si dichiarò contraria all’intervento dell’Italia nel conflitto, sia per evitare un'estensione della lotta europea sia e soprattutto perché gli interventisti (v.) sostenevano che, in caso di guerra, l’Italia avrebbe dovuto sospendere le immunità concesse dalla legge delle Guarentigie. Il 20.6. 1915 il cardinale Pietro Gasparri (segretario di Stato) dichiarò che la Santa Sede aspettava di veder sistemata[...]
[...]Nel pieno del conflitto europeo Benedetto XV, per far risaltare il carattere pacifico della Santa Sede, con una lettera inviata l’1.8.1917 chiese ai capi degli Stati belligeranti di porre fine ad una « inutile strage ». Intanto Meda restava ministro anche nel gabinetto di Vittorio Emanuele Orlando (v.) formatosi il 29. 10.1917 e, alla fine della guerra (4.11.1918), il clero partecipava a tutte le manifestazioni di giubilo del popolo italiano.
Pio X nei Giardini Vaticani (luglio 1913)
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