Brano: [...]ini, 9 dei quali sciedensi e 1 di Torrebelvicino. Il processo si concluse con la condanna di Domenico Marchioro (v.) a 15 anni di reclusione, Pietro Pietrobelli (15 anni), Giuseppe Zordan (7 anni), Alfredo Bologna (6 anni e 8 mesi, ma morirà in carcere), Giuseppe Cauduro e Riccardo Walter (entrambi a 3 anni), Ernesto Lapo (4 mesi), Antonio Ballardin. Ai vicentini Emilio Zola, Antonio Peruffo e Ottorino Volpe furono inflitte pene dai 3 ai 5 anni. Pietro Tresso, Ange
lo Pietrobelli e Domenico Viotto vennero assolti.
Primo dopoguerra
Al termine del sanguinoso conflitto che tanto le era costato, la città si vide riconosciuti i sacrifici sopportati con l’assegnazione di una Croce di guerra al valor militare, decorazione che il 10.6.1920 verrà ufficialmente consegnata dal generale Pecori Giraldi al sindaco di Schio, durante una cerimonia svoltasi nella Piazza dei Signori a Vicenza. Ma la popolazione non aveva dimenticato le pene sofferte e, negli anni successivi al 1918, il malcontento popolare si estese qui come altrove. Il rincaro intollerabi[...]
[...]ti sciedensi emigrati, soprattutto in Francia, mantennero con i compagni rimasti in patria rapporti politici e periodici contatti che alimentarono varie iniziative di lotta: nel 1928, per resistere a quella che sarà chiamata la “seconda ondata di riduzione dei salari” imposta dal fascismo, gli operai delle Manifatture Rossi scesero in sciopero e un centinaio di essi vennero arrestati.
Tra i più noti dirigenti comunisti sciedensi in Francia fu Pietro Tresso (v.) che, staccatosi dal partito nel 1931 per costituire la Nuova Opposizione Italiana (v.), cadrà nel corso della Resistenza francese.
Nel 1936, dopo l’inizio della guerra civile spagnola, operò a Schio un’organizzazione per l’espatrio clandestino di combattenti garibaldini. Fra gli espatriati che raggiunsero la Spagna si ricordano Eugenio Piva (v.), Igino Piva (v.), Oscar Capetto e Antonio Tessaro (questi due ultimi, per meglio operare, erano entrati a far parte delle organizzazioni fasciste, ricoprendovi cariche, come fecero anche altri comunisti). Dalla proclamazione delle Leggi eccezi[...]
[...]ioro, processato insieme ai massimi dirigenti del P.C. d’I. nel noto “processone” (v.) e condannato a 17 anni di reclusione (sent. n. 58 del 20.2.
1928); suo fratello Isidoro, condannato a 9 anni e 10 mesi (sent. n. 64 del 29.9.1928); Antonio Gheno, poi assolto dall’imputazione di aver concorso alla costituzione di un’associazione sovversiva nel Bresciano (sent. n. 105 del 1.5.1928); Silvio Canova, condannato a 3 anni (sent. n. 146 del 1928); Pietro Tresso, inquisito per attività sovversiva e stralciato perché latitante (sent. n. 16 del 5.2.
1929); Riccardo Salvador (v.) di Piovene, condannato a 12 anni e 6 mesi per ricostituzione del P.C. d’I. e propaganda sovversiva (sent. n. 210 del 26.9.1928); il sacerdote Giacomo Vigna, accusato di aver offeso l’esercito italiano ma poi rilasciato per non
luogo a procedere (ordin. n. 114 del 13.11. 1931).
Assolto fu anche Riccardo Walter, imputato di far parte del l'organizzazione comunista veneta con funzioni dirigenti. Walter, con
10 pseudonimo di Viribus, era in effetti una pedina fondamenta[...]