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Il segmento testuale Però è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 882Analitici , di cui in selezione 24 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Lettura del saluto della direzione del Partito dei lavoratori socialisti dell'Austria tedesca (sinistra) in Resoconto stenografico del 17. congresso nazionale del Partito socialista italiano : Livorno, 15-20 gennaio 1921 : con l'aggiunta di documenti sulla fondazione del Partito comunista d'Italia

Brano: [...]e delle Repubbliche dei Soviety d'Europa!
«Evviva il proletariato rivoluzionario italiano!
TOMAN ».
Partito socialista austriaco (sinistra)
«Compagni,
«Giacché completamente impegnati ed avendo occupate tutte le nostre forze nella preparazione del nostro ' Congresso di unificazione', che avrà luogo il 23, 24, 25 gennaio dell'anno corrente, ci dispiace vivamente — considerando l'importanza del vostro Congresso — di non potervi prender parte. Però se anche divisi nello spazio, il nostro spirito si trova fra di voi e speriamo ed auguriamo, che le vostre discussioni rinforzeranno il fronte unitario, cosa espressa in modo tanto significativo nella Francia.
«Ci fareste un piacere speciale se riusciste a mandare un vostro delegato al nostro Congresso di Unificazione.
«Salutando cordialmente tutti i compagni che prendono parte al vostro Congresso, auguriamo il miglior successo alle vostre discussioni.
« Con saluti rivoluzionari
Direzione del Partito dei lavoratori socialisti dell'Austria tedesca (sinistra) ».
Partito socialista svizzero[...]



da Lettura del saluto de La Centrale del Partito socialista di sinistra svizzero in Resoconto stenografico del 17. congresso nazionale del Partito socialista italiano : Livorno, 15-20 gennaio 1921 : con l'aggiunta di documenti sulla fondazione del Partito comunista d'Italia

Brano: [...]e delle Repubbliche dei Soviety d'Europa!
«Evviva il proletariato rivoluzionario italiano!
TOMAN ».
Partito socialista austriaco (sinistra)
«Compagni,
«Giacché completamente impegnati ed avendo occupate tutte le nostre forze nella preparazione del nostro ' Congresso di unificazione', che avrà luogo il 23, 24, 25 gennaio dell'anno corrente, ci dispiace vivamente — considerando l'importanza del vostro Congresso — di non potervi prender parte. Però se anche divisi nello spazio, il nostro spirito si trova fra di voi e speriamo ed auguriamo, che le vostre discussioni rinforzeranno il fronte unitario, cosa espressa in modo tanto significativo nella Francia.
«Ci fareste un piacere speciale se riusciste a mandare un vostro delegato al nostro Congresso di Unificazione.
«Salutando cordialmente tutti i compagni che prendono parte al vostro Congresso, auguriamo il miglior successo alle vostre discussioni.
« Con saluti rivoluzionari
Direzione del Partito dei lavoratori socialisti dell'Austria tedesca (sinistra) ».
Partito socialista svizzero[...]



da Lettura del saluto di Toman come rappresentante del Partito comunista austriaco in Resoconto stenografico del 17. congresso nazionale del Partito socialista italiano : Livorno, 15-20 gennaio 1921 : con l'aggiunta di documenti sulla fondazione del Partito comunista d'Italia

Brano: [...]e delle Repubbliche dei Soviety d'Europa!
«Evviva il proletariato rivoluzionario italiano!
TOMAN ».
Partito socialista austriaco (sinistra)
«Compagni,
«Giacché completamente impegnati ed avendo occupate tutte le nostre forze nella preparazione del nostro ' Congresso di unificazione', che avrà luogo il 23, 24, 25 gennaio dell'anno corrente, ci dispiace vivamente — considerando l'importanza del vostro Congresso — di non potervi prender parte. Però se anche divisi nello spazio, il nostro spirito si trova fra di voi e speriamo ed auguriamo, che le vostre discussioni rinforzeranno il fronte unitario, cosa espressa in modo tanto significativo nella Francia.
«Ci fareste un piacere speciale se riusciste a mandare un vostro delegato al nostro Congresso di Unificazione.
«Salutando cordialmente tutti i compagni che prendono parte al vostro Congresso, auguriamo il miglior successo alle vostre discussioni.
« Con saluti rivoluzionari
Direzione del Partito dei lavoratori socialisti dell'Austria tedesca (sinistra) ».
Partito socialista svizzero[...]



da Sergio Criscuoli, [1a p] Ucciso a Roma il giudice dei NAR. Un colpo alla nuca mentre aspettava l'autobus. Aveva scoperto i mandanti dei delitti fascisti [sopratitolo: Terrorismo e mafia convergono in un medesimo attacco alla Repubblica ed ai lavoratori] [sottotitolo: Mario Amato, 42 anni, sorpreso a pochi passi da casa da due killer fuggiti in moto - era senza scorta - Aveva detto: «non vogliono aiutarmi in questa inchiesta importante e delicata»]. [5a p] Hanno tolto di mezzo il principale inquisitore c... in KBD-Periodici: l'Unità - Nuova serie - Edizione nazionale 1980 - - giugno - 24

Brano: [...]itengo di avere individuato i mandanti, i capi», aveva comunicato Mario Amato al procuratore capo, De Matteo. Ma aveva anche annunciato che restava molto lavoro da fare, ed aveva chiesto un aiuto. Voleva che altri colleghi fossero impegnati in questa indagine, divenuta ancora più importante dopo il recente attentato davanti al liceo romano «Giulio Cesare» (un poliziotto ucciso, altri due ridotti in fin di vita), attribuito ai nazisti dei «NAR».
Però quell'aiuto non c'era stato, almeno nella misura richiesta. «In questa inchiesta continuano a lasciarmi solo!», aveva denunciato Mario Amato soltanto due settimane fa, durante un'assemblea ristretta di magistrati della Procura. C'erano state polemiche, certo non nuove. Basta ricordare che anche la prima commissione del Consiglio superiore della magistratura, al termine della sua indagine sul funzionamento della Procura romana, aveva messo per iscritto le lamentele di molti magistrati per «lo stato d'isolamento e di abbandono» in cui si sentono «specie quelli impegnati nei processi più gravi».[...]



da Raffaele Crivaro, Avventura di un commissario in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1960 - 9 - 1 - numero 46

Brano: [...]convenienza Wanda potesse trovare nella tresca: Porzio, sposato e con tre figli, non poteva offrirle niente; quindi bisognava ammettere che Wanda rischiasse tutto quanto per un capriccio. Ora, per quanto Porzio fosse prestante, aveva pur sempre quarantasette anni, e l'ipotesi si reggeva male. Perciò, forse era stata mia madre a parlare al telefono con lui. In quel caso Porzio restava una persona d'onore, ed io non avrei ecceduto da una sfuriata. Però — mi sono riscosso — al telefono poteva anche essere un'amica di Porzio, alla quale lui aveva dato del lei a causa del mio ingresso nella stanza; o addirittura una donna qualsiasi che gli avesse telefonato per motivi d'ufficio: una parente di un « fermato » per avere notizie, un'affittacamere o una negoziante per pratiche relative alla licenza. Ma in questo caso perché Porzio avrebbe salutato la donna tosi affrettatamente? Poteva chiudere la telefonata in un modo limpido! E se fosse stata proprio Wanda? Se si fosse camuffata bene agli occhi miei, mostrandomisi come una ragazza semplice, bisog[...]



da Natalia Ginzburg, Le piccole virtù in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1960 - 9 - 1 - numero 46

Brano: [...] del nostro rapporto coi nostri figli, il primo fondamento dell'educazione. Inoltre, il grande può anche contenere il piccolo: ma il piccolo, per legge di natura, non può in alcun modo contenere il grande.
Non giova che cerchiamo di rammentare e imitare, nei rapporti coi nostri figli, i modi tenuti dai nostri genitori con noi. Quello della nostra giovinezza e infanzia non era un tempo di piccole virtù: era un tempo di forti e sonore parole, che però a poco a poco perdevano la loro sostanza. Ora é un tempo di parole sommesse e frigide, di sotto alle quali forse riaffiora il desiderio d'una riconquista. Ma é un desiderio timido, e pieno di paura del ridicolo. Così ci rivestiamo di prudenza e d'astuzia. I nostri genitori non conoscevano né prudenza, né astuzia; non conoscevano la paura del ridicolo; erano inconseguenti e incoerenti, ma non se ne accorgevano mai; si contraddicevano di continuo, ma non ammettevano mai d'essersi contraddetti. Usavano con noi un'autorità, che noi saremmo del tutto incapaci di usare. Forti dei loro prìncipi, che[...]

[...]va nel nulla, e che anche quei pochi spiccioli possano significare le prime polveri d'un crollo subitaneo e mortale. I ragazzi di simili famiglie non di rado vanno a scuola con abiti consumati e scarpe logore e debbono sospirare a lungo, a volte invano, per una bicicletta o per una macchina fotografica, oggetti che alcuni loro compagni certo piú poveri posseggono da tempo. E quando poi gli viene regalata la bicicletta che desiderano, il regalo é però accompagnato dalla severa raccomandazione di non sciupare, di non prestare a nessuno un oggetto così di lusso, e che é costato tanto denaro. I richiami all'economia, in casa, sono perenni e insistenti: c'è l'ordine di comprare i libri di scuola usati, i quaderni allo Standard. Questo avviene in parte perché i ricchi spesso sono avari, e perché si credono poveri; ma soprattutto perché le madri, nelle famiglie ricche, piú o meno inconsapevolmente, hanno timore delle conseguenze del denaro e cercano di proteggerne i figli foggiandogli attorno una finzione di abitudini semplici, perfino avvezzand[...]

[...]ventosamente fragile, è qualcosa su cui non é consentito scherzare, un funebre dio a cui non ci si può rivolgere che con un sussurro; e per onorare questo dio, per non molestare la sua luttuosa immobilità, bisogna portare il cappotto dell'anno prima diventato stretto, studiar la lezione su libri sfasciati e cenciosi, divertirsi con la bicicletta del contadino.
Se vogliamo educare i nostri figli, essendo ricchi, ad abitudini semplici, dev'essere però ben chiaro che tutto il denaro risparmiato usando simili abitudini viene speso senza parsimonia per altra
LE PICCOLE VIRTÙ 7
gente. Simili abitudini hanno un senso soltanto se non sono avarizia o timore, ma libera scelta, in mezzo alla ricchezza, della semplicità. Un ragazzo di famiglia ricca non impara la sobrietà perché gli si fanno portare dei vestiti vecchi, o perché gli si fanno mangiare a merenda delle mele verdi, o perché lo si priva d'una bicicletta che desidera da lungo tempo: quella sobrietà in mezzo alla ricchezza é una pura finzione, e le finzioni sono sempre diseducative. In qu[...]

[...]convenienza Wanda potesse trovare nella tresca: Porzio, sposato e con tre figli, non poteva offrirle niente; quindi bisognava ammettere che Wanda rischiasse tutto quanto per un capriccio. Ora, per quanto Porzio fosse prestante, aveva pur sempre quarantasette anni, e l'ipotesi si reggeva male. Perciò, forse era stata mia madre a parlare al telefono con lui. In quel caso Porzio restava una persona d'onore, ed io non avrei ecceduto da una sfuriata. Però — mi sono riscosso — al telefono poteva anche essere un'amica di Porzio, alla quale lui aveva dato del lei a causa del mio ingresso nella stanza; o addirittura una donna qualsiasi che gli avesse telefonato per motivi d'ufficio: una parente di un « fermato » per avere notizie, un'affittacamere o una negoziante per pratiche relative alla licenza. Ma in questo caso perché Porzio avrebbe salutato la donna tosi affrettatamente? Poteva chiudere la telefonata in un modo limpido! E se fosse stata proprio Wanda? Se si fosse camuffata bene agli occhi miei, mostrandomisi come una ragazza semplice, bisog[...]



da Graziadei (relatore), Discorso Graziadei in Resoconto stenografico del 17. congresso nazionale del Partito socialista italiano : Livorno, 15-20 gennaio 1921 : con l'aggiunta di documenti sulla fondazione del Partito comunista d'Italia

Brano: [...] dovere, cioè di cercare di attirare — e c'è riuscita, e ne dobbiamo essere lieti come di un primo passo — se ha fatto di tutto per attirare alla Terza Internazionale la parte piú sana, o meno malsana, del socialismo francese... (Oooh, 000h ! Commenti animatissimi)..., se lo ha fatto nell'interesse del movimento mondiale rivoluzionario... (Oooh, 000h ! Commenti animatissimi. Interruzioni da molte parti. Rumori vivissimi e prolungati)..., sapete, però, che cosa pensano i compagni russi dei socialisti francesi? (Interruzioni da varie parti).
Nel n. 12 della Terza Internazionale comunista coloro che operavano per l'epurazione del Partita socialista francese e per l'ingresso della sua parte sinistra nella Terza Internazionale, scrivevano queste parole. Eravamo alla vigilia del Congresso di Mosca, perché il n. 12 dell'Internazionale comunista è stato pubblicato prima della inaugurazione del Congresso di Mosca... (Interruzioni). È stato pubblicato fra Pietrogrado e Mosca, e, siccome i lavori del Congresso vero e proprio sono stati iniziati a M[...]

[...]rlare di piú ! (Commenti animatissimi).
Ora, amici miei, intendiamoci bene. Un conto è il problema della Massoneria rispetto al Partito socialista francese, ed un conto è rispetto alla Terza Internazionale. E mi spiego.
Si dice che anche nel Partito socialista francese, oggi aderente nella parte sinistra alla Terza Internazionale, vi sono parecchi massoni.
Orbene, io temo fortemente che ci() sia vero. Credo che ci() sia un grande pericolo, e spero che i compagni italiani, restando liberi e disciplinati soldati della Terza Internazionale riaffacceranno nel prossimo Congresso la questione contro i francesi. (Applausi). Ma dobbiamo evitare di scendere al pettegolezzo... (Interruzioni dell'on. Baldini).
Caro Baldini, non farmi parlare sulla Massoneria !... (Commenti animati).
Ma, compagni, rispetto alla Terza Internazionale si è diffusa nel Partito questa leggenda offensiva, secondo me, ingiusta, del resto, e me ne appello agli altri compagni che erano con me a Mosca, perché nel giudizio dei fatti siamo tutti, anche qui, concordi, per() [...]

[...]a, votò la cosidetta mozione, chiamiamola cosí, SerratiGraziadei, e non la proposta aggiuntiva Graziadei. E il Congresso votò questa, diremo cosí, dichiarazione, in forma assai infelice dal punto di vista procedurale, all'unanimità. Ma, appunto perché non era redatta nella forma che sarebbe stata la migliore, e poiché né io né altri avemmo modo di guardare alle minuzie, ed io partii senza aver letto i processi verbali, non fu inclusa nelle tesi. Però risultano due cose: prima, che il Congresso l'ha votata, in quella forma proceduralmente infelice di mozione, all'unanimità, ed in secondo luogo che l'invito sarà seguito, perché Zinowieff a Berlino, ad alcuni compagni che andarono a parlargli colà, ha dichiarato sul suo onore che nei processi verbali del Congresso, che saranno ampiamente pubblicati, risulta che la risoluzione contro la Massoneria, proceduralmente cosí male impostata, è stata approvata alla unanimità. (Interruzioni. Commenti animati).
SERRATI: E allora perché vengono nell'Internazionale i francesi? (Scambio di apostrofi tra [...]

[...]a il loro completo passaggio nel campo della borghesia, ecc. ecc.». E finisce: « Il Comitato vi prega di mandargli
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un vostro rappresentante per regolare definitivamente le questioni pendenti, la questione della vostra adesione ».
Perché? Perché la Terza Internazionale non si è ancora fidata —e fa bene — vuol vedere ancora piú chiaro, e tra le altre cose non vuole che il nome non sia cambiato, come invece vorrebbero i socialisti francesi.
Spero che il Comitato esecutivo della Terza Internazionale, avvisato anche dai compagni italiani che resteranno nella Terza Internazionale, porrà a quel diplomatico anche la questione della Massoneria. (Applausi).
Ma sotto il velo della passione le informazioni dell'Avanti! sono cosí strane, che, a proposito della Francia debbo leggerne, con rincrescimento, anche un'altra.
L'Avanti! del 1° gennaio 1920 riproduceva un articolo del Comunista nel quale è detto che in Francia la maggioranza dei deputati socialisti era passata in blocco all'Internazionale comunista.
Nemmeno a farlo apposta è vero il [...]

[...]ezione ed una pratica diversa, non poteva ammetterli nello stesso Partito, e disse: « Qui non c'è luogo a libertà di persone; due scuole che si cozzano tutti i giorni non sono un partito, sono due partiti ».
Ed un'altra volta il Partito ha ragionato cosí; quando ci fu la con
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sezione sindacalista rivoluzionaria, il Partito ad un certo momento disse che quella concezione era aberrante dal Partito, ed aveva ragione, perché portandolo allo sciopero tutti i giorni, portava al culto dello sciopero generale, rendendo impossibile anche l'azione di conquista graduale, che, specialmente allora, prima della guerra, dava degli utili risultati, e rendendo imponente il movimenta politico.
Ebbene, questi due esempi vi dicono che il Partito ha applicato la formula quando era il caso, non l'ha applicata quando non era il caso. Orbene, come il Partito non ha applicato la formula di fronte agli anarchici, né di fronte ai sindacalisti rivoluzionari, allo stesso modo il Partita ha commesso un grave errore, quando a Bologna ha creduto di poter conservare la disciplina, lasciando la libertà del pensie[...]



da Luca Toschi, Varietà e documenti. Un romanzo sconosciuto nella Toscana neoclassicista in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - novembre - 30 - numero 6

Brano: [...]si dell'intreccio di una moderna opera dell'assurdo; è invece l'esile trama attorno a cui è stato costruito il Viaggio di tre giorni, pubblicato anonimo nel 1832 (Firenze, Stamperia Granducale all'Insegna di Pallade). L'autore si può identificare con certezza in Luigi Ciampolini, uno sconosciuto per la critica, o quasi: napoleonico prima, liberale poi, è in Grecia durante la guerra d'Indipendenza contro i Turchi; neoclassicista, che non disdegna però una professionale collaborazione con l'« Antologia », è ai suoi tempi scrittore pressoché ignorato. Eppure conosce Leopardi, Giovan Battista Niccolini, il tragediografo e carbonaro Francesco Benedetti, Giovanni Rosini, il Giordani, Filippo Pananti, ed è noto al Foscolo; anzi, l'incontro con quest'ultimo, come ci confessa in una sua breve autobiografia finora inedita, si rivelò per lui molto importante: « `Io vi conosco', mi disse egli il Foscolo, venendomi incontro e stendendomi cortesemente la mano, e mi recitò il sonetto La Venere Italica scolpita da Antonio Canova [stampata dal Ciampolini [...]

[...]erarsi dal giudizio che ancora oggi la vuole assolutamente legata ad un momento di disimpegno e di rinuncia e non, invece, ad una ricerca (iniziatasi con l'Ortis e con il Sesto tomo dell'Io, ripresa in ultimo con le Lettere scritte dall'Inghilterra) di forme narrative adeguate alle nuove esigenze, memore delle esperienze piú mature del romanzo settecentesco.
3. Accennare alla presenza di aspetti sterniani nel Viaggio del Ciampolini è d'obbligo, però è poco; per la quantità dei riferimenti, infatti, si potrebbe parlare quasi di plagio: basti ricordare il protagonista, cosí simile al parroco Yorick; il suo servo Lorenzo, contadino ma sensibilissimo e affezionato al padrone come La Fleur; Belinda, la bella giovine diventata pazza, sorella gemella di quella Maria di Moulins già ripresa dal Foscolo nel personaggio di Lauretta; e poi Amelia, per la quale il riferimento alla piú famosa Elisa è automatico; il monaco, il fuoco dei cui occhi arde come quello del frate di Calais; il vecchio soldato monco, simile in tutto a quello incontrato da Yori[...]

[...]Belinda; la famiglia del povero indebitato; il cavaliere G...., amante di Madama Susanna, attricetta che vive in compagnia di un pappagallo, di uno scimmiotto, di una cagnetta, di Fulgenzio, suo marito; Amelia, misteriosa amica del viaggiatore; una dama inglese. E altresì, l'« amico di tutti »; Donna Livia e la figlia Fanny, la loro modista di fiducia, il profumiere Mr. Johnston, Mr. Léger; « Contini, Marchesini, Baroncini, tutti ben attillati, speronati, grands hommes de boudoirs, de salons et cafée »; un vecchio povero che parla col cane morto di fame; un anziano Barone, « avanzo del secolo passato », che trascorre la sua giornata tra fiori, vini e cavalli, infastidito soltanto da amministratori lestofanti; l'attore comico che, dopo anni di frustrazioni chiamato infine alla tragedia nella parte di Giuda, si impicca incidentalmente sulla scena; il ladro gentiluomo; il finto Signore; il padre con figlia scimunita; l'exministro, prima ricercatissimo ora scansato da tutti; il monaco... e tante altre figure minori.
Non si tratta quindi di u[...]

[...]un flagello di rose ») ma piú che altro condurlo nelle officine dell'invenzione, svelandone meccanismi e arnesi.
Dopo avere pubblicato quest'opera il Ciampolini non scrive nient'altro. La sua penna si blocca, ed è molto probabile che in ciò abbia giocato la gelida accoglienza riservata al suo lavoro. Scrive nel novembre del 1832 ad un amico molto caro, Giuseppe Ajazzi: « Petite et accipietis nisi quod male petatis, dice il Vangelo, se non erro. Però a questi tristi tempi questa regola che esser dovrebbe infallibile falla sovente, come n'ebbi io certissima pruova. Iddio faccia sí che non t'avvenga, dolcissimo Amico; audiat te Dominus et bene audiat sí che tu possa divenire col tempo anco Mandarino di prima classe che allora ti sovverrai anche di me, la piú umile creatura di questo sozzissimo pantano chiamato Terra,
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nido di Ladroni, covo di vipere, serpajo immondo, sentina d'ogni colpa, vergogna di chi lo creò » (Biblioteca Riccardiana e Moreniana di Firenze, Palagi, 382, 24).
Decisamente quelli non erano tempi f[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] G. Petronio, Gramsci e la critica letteraria in Studi gramsciani

Brano: [...]coculturale di quell'opera, in pagine nelle quali l'istanza viva del crocianesimo
— la ricerca della poetica o no del teatro pirandelliano — si arricchisce di altre istanze tipicamente gramsciane, ed il giudizio estetico
poesia o non poesia — si inquadra in un sistema piú largo di giudizi storicoculturali: « il Pirandello si è fatta una concezione della vita e dell'uomo, ma essa è " individuale ", incapace di diffusione nazionalepopolare, che però ha avuto una grande importanza " critica ", di corrosione di un vecchio costume teatrale » 5; e ancora: « il suo teatro vive esteticamente in maggior parte se " rappresentato " teatralmente,
e se rappresentato teatralmente, avendo il Pirandello come capocomico
e regista. (Tutto ciò sia inteso con molto sale)» 6.
Giudizi letterari cosí articolati e distesi non sono però frequenti, e sarebbe difficile, chi si fermasse ad essi, collocare Gramsci tra i critici letterari o parlare di una sua importanza nella storia della nostra critica letteraria.
1 L. V. N., p. 46 sgg.
2 M. S., p. 199.
3 L. V. N., p. 281 sgg.
4 L. V. N., p. 283 sgg.
5 L. V. N., p. 46.
8 L. V. N., p. 53.
Giuseppe Petronio 225
Ma la critica letteraria non consiste soltanto in quel giudicare puntuale e concreto di cui si diceva; che è anzi, questo, come l'ultimo atto, conclusivo, di un lavoro lungo e complesso al quale attendono o collaborano piú specialisti, ognuno con un suo compito prec[...]

[...]e, originali, del pensiero di Gramsci.
Della lezione crociana era rimasta viva in Gramsci l'esigenza di non perdere mai di vista la natura particolare, specifica, dell'opera d'arte, quella natura formale nella quale consiste lo specifico artistico. Nelle note che già abbiamo citate su Pirandello egli insiste continuamente: « Ma in ogni modo rimane da studiare: 1) se esso è diventato arte in qualche momento, ecc. ecc. » 1; « Quello che importa è però questo: il senso criticostorico del Pirandello, se lo ha portato nel campo culturale a superare e dissolvere il vecchio teatro tradizionale, convenzionale, di mentalità cattolica o positivistica, imputridito nella muffa della vita regionale o di ambienti borghesi piatti e abiettamente banali, ha però dato luogo a creazioni artistiche compiute? » 2. E nelle note raccolte nelle prime pagine di Letteratura e vita nazionale, che sono lo sforzo piú organico del Gramsci per una teoria dell'arte e della critica, questa preoccupazione è costante: « Due scrittori possono rappresentare (esprimere) lo stesso momento storicosociale, ma uno può essere artista, e l'altro un semplice untorello » 3; « Ciò che si esclude è che un'opera sia bella, per il suo contenuto morale e politico, e non già per la sua forma in cui il contenuto astratto si è fuso e immedesimato » 4. Dove vi è certo la lezione crociana[...]

[...], p. 50.
2 L. V. N., p. 49.
3 L. V. N., p. 6.
4 L. V. N., p. 11.
228 i documenti del convegno
gretto positivismo che l'Estetica del Croce aveva dissolto; ma vi è anche la lezione fruttuosa del De Sanctis, e vi è lo spirito del piú serio marxismo che, con Marx ed Engels, aveva anch'esso continuamente messo in guardia dal sociologismo, dalla confusione tra contenuto e forma, dal passaggio meccanico dal giudizio storico al giudizio estetico'.
Però le stesse frasi che ho citate, e altre consimili che si potrebbero spigolare, lette nel loro contesto, che è il solo modo di leggerle, non sono affatto crociane, e sono, anzi, della concezione crociana dell'arte e della critica un superamento radicale. Tanto che, proprio in quelle note è il passo tante volte citato in questi anni, e certo di fondamentale importanza ad intendere Gramsci: « Insomma, il tipo di critica letteraria propria della filosofia della prassi è offerto dal De Sanctis, non dal Croce o da chiunque altro (meno che mai dal Carducci) » 2; un passo riassuntivo e incisivo, in cu[...]

[...]erto, Gramsci sa bene che tale è sempre la critica, anche quando affermi o creda di essere oggettiva, al di fuori o al di sopra della mischia. E comincia infatti proprio da lui quello « smascheramento ideologico » del Croce che si è da poco ripreso e che occorre condurre fino in fondo 4; Gramsci, cioè, sa bene che il Croce è il critico di una « fase difensiva » non piú « aggressiva e fervida », o, diremmo noi, che con lui, il piú intelligente e operoso dei conservatori italiani, la critica letteraria si afferma autonoma, non impegnata, formale, perché solo cosí, in una falsa oggettività, isolando il critico, come l'artista, in una torre d'avorio, essa può servire la causa della conservazione culturale e politica: negare la
L. V. N., p. 9.
2 L. V. N., p. 11.
3 L. V. N., p. 7.
4 Cfr. soprattutto E. GARIN, Cronache di filosofia italiana, Bari, 1955; M. ABBATB, La filosofia di B. Croce e la crisi della società italiana, Torino, 1955, per cui mi permetto rinviare ad una mia recensione in Mondo operaio, IX, 1956, n. 3.
Giuseppe Petronio 23[...]

[...] per cui pure popolare aveva ancora, su per giú, l'accezione che gli aveva data il Berchet nella sua Lettera semiseria. Mentre per Gramsci il male che aveva minato nei secoli la
1 M. S., p. 17.
2 Per quanto segue mi permetto rinviare ad un mio saggio « Di che fanno la criticai critici? », in Mondo operaio, IX, 1956, fasc. 89.
Giuseppe Petronio 233
storia italiana era stato il suo carattere classista, il non essere popolare
e nazionale, dove però popolare aveva il significato preciso, di classe, che poteva dargli on socialista o comunista educatosi su Marx ed Engels
e tempratosi nelle lotte operaie.
La differenza è radicale, e non solo da un punto di vista ideologico; ché anche qui è possibile osservare come una differenza ideologica divenga immediatamente differenza formale, tecnica, sicché la diversa visione storiografica comporta uno spostamento di accenti in ogni giudizio, e apra prospettive nuove, e determini una problematica fino allora nemmeno intravista.
Indicare nei suoi particolari questa problematica gramsciana non è com[...]

[...]so il De Sanctis, senza forse una precisa coscienza; le aveva escluse coscientemente il neoidealismo italiano, che aveva affermato con orgoglio i diritti della propria classe, sola protagonista di storia. Ora invece queste classi subalterne invadono se non il proscenio lo sfondo; non parlano qualche volta, ma la loro muta presenza colorisce e qualifica il dramma che si svolge piú avanti, cosí come il Convitato di pietra per essere muto non resta però estraneo al dramma, che egli condiziona con la sola sua ombra.
Ecco, allora, che nelle pagine dei Quaderni del carcere è una miniera inesausta di spunti e di temi, altamente suggestivi i piú, che Gramsci ha potuto accennare e porre, non svolgere, ma che affascinano oggi il
234 1 documenti del convegno
nostro intelletto, e la cui soluzione potrebbe arricchire la nostra visione della storia letteraria italiana. Si pensi, per un esempio solo, all'attenzione rivolta a certe forme popolari d_ letteratura, quali il romanzo d'appendice 1, la bellettristica 2, e si rifletta come, ancora una volta,[...]

[...] del carattere della sua poesia, e spiegherà meglio, o in modo diverso, i caratteri formali dell'opera sua. II che significa poi rivalutare la critica letteraria sottraendola all'arbitrio deI gusto individuale per farne, invece, un'espressione delle grandi correnti culturali e ideali.
Cosí gli appunti o spunti sparsi di Gramsci sono assai suggestivi non solo per lo storico letterario, ma anche per il critico autore di monografie (di monografie, però, idealmente sciolte, sempre, in una storia coerente ed organica!), inteso a studiare questo o quello scrittore. Valga qualche esempio a chiarire.
Manzoni interessò Gramsci soprattutto per la parte ch'egli ebbe nella annosa « questione della lingua » e per quanto poteva giovargli a delineare quella storia dei gruppi intellettuali italiani che era tra le sue ambizioni maggiori. Manzoni, cioè, lo interessò soprattutto per la sua posizione ideologica di « moderato » e di cattolico; e per questo egli studiò seriamente l'atteggiamento psicologico dello scrittore nei riguardi dei suoi personaggi « [...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] F. Alderisio, Riflessioni di A. Gramsci sul concetto della finalità nella filosofia della prassi in Studi gramsciani

Brano: [...]inismo e l'economia classica inglese, il liberalismo laico e in senso lato lo storicismo, che sta alla base di tutta la concezione moderna della vita. E di tutto questo complesso movimento « la filosofia della prassi è il coronamento », quale «riforma intellettuale e morale », e anche quale dialettizzamento del « contrasto tra cultura popolare e alta cultura » : essa è « una filosofia che è anche politica, e una politica che è anche filosofia ». Però essa « attraversa ancora la sua fase popolaresca », non essendo cosa facile ï1 suscitare da essa « un gruppo d'intellettuali indipendenti »; è ancora « la concezione di un gruppo sociale subalterno senza iniziativa storica,
1 M. S., p. 98. In questo capitoletto, intitolato « Scienza morale e materialismo storico», è difficile cogliere sicuramente il senso inteso da G. nel distinguere «una gerarchia dei fini » da « una graduazione dei fini »; ma mi par verosimile che egli abbia alluso ad una successione storica dei fini individuali e sociali, ed all'azione, o «missione» storica, della classe [...]

[...]lità e di una provvidenza perché —come solitamente è accaduto — si finisce, da un lato, « nel teleologismo trascendentale, se non trascendente », e dall'altro lato — col concetto di caso — « nel materialismo metafisico, che il mondo a caso pone».
Felice Alderisio 59
speculativo astratto, ma « nel senso storico concreto », poiché « esiste necessità quando esiste una premessa efficiente e attiva, la cui consapevolezza negli uomini sia diventata operosa ponendo dei fini concreti alla coscienza collettiva, e costituendo un complesso di convinzioni e di credenze potentemente agente come le " credenze popolari ". Nella premessa devono essere contenute, già sviluppate o in via di sviluppo, le condizioni materiali necessarie e sufficienti per la realizzazione dell'impulso di volontà collettiva, ma è chiaro che da questa premessa " materiale ", calcolabile quantitativamente, non pub essere disgiunto un certo livello di cultura, un complesso cioè di atti intellettuali e da questi (come loro prodotto e conseguenza) un certo complesso di passioni e[...]

[...]e prima di Laplace; Oken, il primo in Germania ad accettare la teoria dell'evoluzione; Hegel: la sintesi e i1 raggruppamento razionale delle scienze naturali da lui fatti sono un'impresa molto piú grande di tutti gli assurdi materialistici messi insieme)... Gli scienziati credono di liberarsi dalla filosofia ignorandola o insultandola; ma poiché senza pensiero non vanno avanti e per pensare hanno bisogno di determinazioni di pensiero e accolgono però queste categorie, senza accorgersene, dal senso comune delle cosí dette persone colte dominato dai residui di una filosofia da gran tempo tramontata, non sono affatto meno schiavi della filosofia, ma lo sono il piú delle volte purtroppo della peggiore. Gli scienziati possono prendere l'atteggiamento che credono: essi sono sotto i1 dominio della filosofia. C'è da porre solo il problema se essi vogliono essere dominati da una cattiva filosofia corrente, o da una forma di pensiero teorico che riposa sulla conoscenza della storia del pensiero e sui suoi risultati » 1. $ vero, e non si può ometter[...]

[...]ava di fare solo i nomi di Aristotele ed Hegel), e giudicando insostenibile la rigida opposizione di premessa e conseguenza, di causa ed effetto, di identità e differenza, di realtà ed apparenza ecc., in quanto « l'un polo è già contenuto in nuce nell'altro, e ad un certo momento si muta nell'altro, e tutta la logica si sviluppa proprio dallo svolgersi di questi contrasti », tuttavia non mancò di ripetere anche in questi manoscritti inediti, che però « tutto ciò, nello stesso Hegel, è mistico, perché la categoria in Hegel appare come preesistente, e la dialettica del mondo reale appare solo come un suo riflesso »; e che quindi « in realtà la cosa va capovolta »; ed è piuttosto e solo « la dialettica del cervello... un riflesso delle forme di movimento del mondo reale, della natura cosí come della storia » 2. Ma si è trattato ancora e non di piú che di una ripetizione del famoso « capovolgimento» feuetibacchiano e piú ancora marxistico, cioè soltanto di una inversione del rapporto tra
1 ENGELS, op. cit., pp. 198, 2034.
2 ENGELS, op. cit.[...]

[...] fort) ciò che Hegel dice dell'istinto (o tendenza : Trieb), e conclude con questa battuta che non mi sembra un fin de non recevoir: « Nell'organismo la finalità interna si manifesta attraverso l'istinto », che mette « piú o meno in armonia il singolo vivente con la sua idea »; e « da ciò vien fuori quanto tutta la finalità interna sia pur essa un determinismo ideologico. E tuttavia Lamarck è contenuto in essa ». Un altro luogo, in cui Engels adoperò il concetto della finalità è quello (nell'Antidühring), in cui egli considera il rapporto sociale determinatosi tra Robinson e Venerdì non come un mero rapporto di forze ineguali, o di forza per la forza e per il dominio, bensí come un rapporto di utilità reciproca, e soprattutto di vita (e s'intende bene, con preminente vantaggio del signore sul servo). In tale luogo Engels osserva che « la forza è solo il mezzo, e il fine è il vantaggio economico»; e inoltre che «quanto è piú fondamentale il fine del mezzo che s'impiega per raggiungerlo, tanto è piú fondamentale nella storia il lato economi[...]

[...] la realtà — sich auf den Kopf, das ist, auf den Gedanken stellt, und die Wirklichkeit nach diesem erbaut. — Anassagora aveva per primo detto che il nous governa il mondo, ma soltanto ora l'uomo era giunto a conoscere che il pensiero debba regolare la realtà spirituale. E con ciò si ebbe una splendida levata di sole, e tutti gli uomini pensanti hanno celebrato questa epoca ».
68 1 documenti del convegno
siffatta curiosità filologica (che non è però solo filologica), nella vasta
e ricca ricerca filologicofilosofica intrapresa dal Lukàcs in una sua pregevole opera 1, in cui con grande diligenza e discernimento ha indagato
e ripresentato le fonti del pensiero hegeliano e di quello marxistico, ed ha adoperato assai di frequente, ed a scopo critico, la frase auf den Kopf quasi come un trito ritornello o uno scongiuro.
però un fatto che il nostro A. Labriola, la cui illuminata e profonda ortodossia marxistica è fuori discussione anche rispetto alla revisione critica della filosofia della storia di Hegel, si astenne tuttavia dall'usare — a scopo di critica — quell'immagine della testa umana rovesciata, cosí com'era stata, se non foggiata, adoperata anche da Marx. Né si può supporre che il Labriola l'avesse ignorata, o non l'avesse rilevata, ma piuttosto che egli, piú avveduto e moderato critico della posizione hegeliana in materia di filosofia della storia e di etica e politica, non intendesse di spingere la sua [...]

[...]ello Hegel, il dare proprio a lui l'ultima parola. Il luogo filosoficamente piú importante e significativo in cui Hegel usò l'immagine auf dem Kop f e gehen sta nella « Prefazione » della Fenomenologia 0806), e, sebbene non potesse allora pensare di offrire egli stesso, e proprio con un suo concetto e una sua immagine assai felice ed espressiva, un argomento critico di facile uso e di grande effetto ai suoi futuri contraddittori o riformatori, è però da riflettere che l'averlo egli stesso escogitato e formulato, ed anzi indicato come un momento naturale e necessario della coscienza fenomenologica, costituisce una posizione di forza per il suo scopritore, che poté segnarne anche il limite di validità e di uso, e inoltre superarlo nel processo ulteriore della stessa coscienza fenomenologica. Ma ai suoi tardivi e frettolosi avversari o riformatori la mancata identificazione — da. parte loro — del luogo teoreticamente piú importante e di maggiore significato, in cui quell'argomento concettuale e critico era stato ad un tempo e scoperto ,nella[...]

[...]osizione, ma è come una scala che permetta di salire ad una sommità. Ed ecco il luogo di Hegel nella sua quasi letterale espressione, e con qualche lieve sfrondamento: « Il pur o conoscere sé stesso nell'assoluto essere altro, questo etere come tale, è il fondamento e il corpo della scienza, ovvero il sapere in generaie. I1 cominciamento della filosofia ha per presupposto ed esigenza che la coscienza venga a trovarsi in questo elemento, il quale però ottiene il suo compimento e la sua trasparenza [ossia l'interna conoscenza, quella data dalla Logica di Hegel) mediante il movimento del suo proprio divenire... La scienza richiede da parte sua all'autocoscienza che questa si sia elevata in questo etere affinché possa vivere con lei ed in lei, e affinché viva; e all'opposto l'individuo ha diritto di esigere che la scienza gli fornisca almeno la guida per elevarsi al detto punto di vista, e che gli mostri lo stesso in lui stesso... Mentre la posizione della coscienza vale come sapere le cose oggettive in opposizione a sé stessa e sé stessa in [...]


precedenti successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Però, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---Storia <---Diritto <---Perché <---italiano <---siano <---Così <---Ecco <---Più <---socialista <---La sera <---comunista <---comunisti <---abbiano <---socialisti <---Come <---Del resto <--- <---Pratica <---italiani <---Già <---Andiamo <---Basta <---Logica <---Non voglio <---Partito <---Sei <---Stato <---Voglio <---ideologico <---italiana <---marxista <---Cosa <---Dei <---Dico <---Dio <---Hai <---Ma mi <---Sulla <---d'Europa <---d'Italia <---ideologie <---realismo <---socialismo <---Agraria <---Bologna <---Certo <---Ciò <---Cominciò <---Davanti <---Dialettica <---Filosofia <---Francia <---Fuori <---Gramsci <---La casa <---La notte <---Lenin <---Marx <---Noi <---Povera <---Va bene <---autista <---capitalismo <---comunismo <---cristiana <---dell'Italia <---fascista <---fascisti <---marxismo <---marxisti <---sappiano <---siciliano <---Adesso <---Arrivò <---Carlo Marx <---Chimica <---Comune di Parigi <---Fai <---Farmacia <---Fisica <---Gli <---Il lavoro <---Lascio <---Macché 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