Brano: [...] società per il progresso del commercio cinogiapponese le quali promettono prosperità e sicurezza non appena il carbone e i minerali metallici cinesi possano essere scambiati con le macchine giapponesi. E coloro che sostengono che la rapida industrializzazione cinese non consentirà eccedenze di materie prime per l'esportazione, vengono ridotti al silenzio dall'argomento che i geologi cinesi hanno scoperto grossi giacimenti nuovi. Sia come sia, a Pechino vanno in pellegrinaggio, oltre ai simpatizzanti politici, rispettabili industriali, e tutti ne ritornano con promesse vaghe ma spettacolose.
Cresce il fascino della Cina, qualunque siano le possibilità reali. Il terrore del futuro e la propaganda di Pechino valgono a incoraggiarlo. E impressione generale che in Asia stiano succedendo cose decisive e che al Giappone, potenza asiatica, sia interdetto parteciparvi. E ansiosamente avvertita la possibilità che il Giappone si trovi tagliato fuori dalle idee e dai risultati di questa grande trasformazione. E soprattutto si profila il pericolo che un giorno o l'altro la Cina possa soppiantare il Giappone sugli essenziali mercati asiatici.
Quest'ansia é aggravata da due ulteriori fattori.
In ottant'anni, e mentre la sua popolazione triplicava, il Giappone si é trasformato da società per 1'80% agricola [...]
[...]iù breve. E, parlando dei problemi economici delle aree depresse, il più influente economista indiano mi ha assicurato che il mondo comunista era più genuinamente interessato dell'Occidente ad aiutarli, se non altro per indebolire l'influenza occidentale in quelle regioni.
È difficile aprire un giornale in Giappone senza trovare articoli dettagliati sulle ultime realizzazioni cinesi. Ogni giorno par
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tono delegazioni per Mosca e Pechino. Ho incontrato infermiere che avevano visitato gli ospedali cinesi e studenti che erano stati invitati dai loro colleghi cinesi. Il presidente di una delle società per lo sviluppo del commercio cinogiapponese mi invitò a pranzo e parlò delle impressioni entusiastiche riportate in frequenti viaggi a Pechino. Dopo di che le sue segretarie mi fornirono la documentazione concernente le possibilità di scambi commerciali tra i due paesi.
Viaggiando sulla transiberiana da Pechino alla Manciuria, ho visto in ogni stazione delegazioni di operai cinesi salutare tecnici russi che avevano terminato il servizio in Cina. Di solito c'erano mazzi di fiori e lacrime e strette di mano, e le scene sembravano piuttosto autentiche. Nella biblioteca dell'Università di Pechino ho visto studenti che leggevano testi universitari tecnici russi, tenendo a portata di mano un dizionario russocinese. In molti alberghi per studenti ho incontrato universitari arabi e dell'Asia orientale. Pochi giorni trascorrono senza un congresso nel quale asiatici o africani di diverso colore e nazionalità si riuniscono in base al comune denominatore emotivo dell'odio contra l'uomo bianco. E ogni giorno, all'ora di pranzo, nel Peking Hotel potevo vedere delegazioni negre venute da ogni angolo dell'Africa. Tornavano dal quotidiano giro di visite a fabbriche e istituzioni nelle grandi autom[...]
[...]tivo dell'odio contra l'uomo bianco. E ogni giorno, all'ora di pranzo, nel Peking Hotel potevo vedere delegazioni negre venute da ogni angolo dell'Africa. Tornavano dal quotidiano giro di visite a fabbriche e istituzioni nelle grandi automobili Zis, solitamente riservate agli alti papaveri del regime. A tavola poi erano circondati di ospitalità e di attenzioni infinite da parte dei loro interpreti cinesi.
Su tutto il vasto triangolo, tra Tokio, Pechino e Nuova Delhi, nuovi vincoli si forgiano. Qui si può quasi sentire il pendolo della storia che abbrevia e accelera le oscillazioni. Le cose accadono più rapidamente di quanto mai sia avvenuto. E nella scia di questi cambiamenti é probabile emergano nuove configurazioni di potere politico.
Per tre secoli, grazie alla propria industriosità al proprio spirito inventivo, un pugno di nazioni occidentali ha dominato il mondo. Dal 1918 questa superiorità é sfidata ogni giorno di piú. Le tecniche che hanno assicurato all'Occidente quella supremazia si sono anzitutto diffuse in Giappone, poi in Russi[...]