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Il segmento testuale Patto di Varsavia è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 480

Brano: Patto di Varsavia.

le ratifiche del trattato, dichiarazioni di denuncia.

L’art. 2 del 'Patto prevede che i paesi membri cooperino per l’adozione (previo accordo con altri Stati disposti a collaborare) « di misure per la riduzione generale degli armamenti e per l’interdizione delle armi atomiche, all'idrogeno e delle altre armi di distruzione di massa ».

Consentendo poi la « rinazionalizzazione » degli eserciti con l’introduzione di bandiere e simboli nazionali (a tal fine, in Polonia, il generale sovietico Rokossovskij lasciò il posto di ministro della Difesa a un collega polacco,), I' U.R.S.S. si ass[...]

[...]to fosse esplicitamente previsto il richiamo « al reciproco aiuto fraterno » in caso di necessità, nonché precisata la possibilità giuridica di mantenere truppe sovietiche in Ungheria e Romania (che avrebbero dovuto essere ritirate per l’imminente firma del trattato di pace con l'Austria) e la creazione (art. 5) di un Comando militare unificato sotto controllo sovietico.

Struttura

Più semplice nella sua struttura rispetto alla N.A.T.O., il Patto di Varsavia ha come organo principale il Comitato politico consultivo, al quaJe partecipano i segretari generali dei partiti comunisti, i presidenti del Consiglio e i ministri della Difesa e degli Esteri dei paesi membri. Il Comitato, che dovrebbe riunirsi due volte l’anno, è stato sempre convocato in modo irregolare e in alcuni anni non si è nemmeno riunito.

Sottoposto al Comitato politico consultivo è il Comando congiunto delle Forze Armate, a capo del quale si trova un alto ufficiale sovietico.

Fra i vari organi ausiliari del Patto di Varsavia si ricordano la Commissione permanente che ha l’inca[...]

[...] i segretari generali dei partiti comunisti, i presidenti del Consiglio e i ministri della Difesa e degli Esteri dei paesi membri. Il Comitato, che dovrebbe riunirsi due volte l’anno, è stato sempre convocato in modo irregolare e in alcuni anni non si è nemmeno riunito.

Sottoposto al Comitato politico consultivo è il Comando congiunto delle Forze Armate, a capo del quale si trova un alto ufficiale sovietico.

Fra i vari organi ausiliari del Patto di Varsavia si ricordano la Commissione permanente che ha l’incarico di elaborare raccomandazioni in materia di politica estera e il Segretariato, composto da rappresentanti di tutti i paesi membri. Come si è detto, la sede organizzativa e politica è a Varsavia, mentre quella militare è a Mosca.

Vicende

La storia del Patto di Varsavia dalla sua fondazione a oggi, al di là delle dichiarazioni iniziali sulla sua « prov* visorietà » (in attesa di un nuovo clima politico in Europa) e del rafforzamento delle compagini milita

ri delle democrazie popolari, appare contrassegnata da diverse crisi e da un progressivo irrigidimento interno che hanno fatto deH’Unione Sovietica l’elemento aecentratore ed egemone in campo decisionale. II richiamo all’« aiuto fraterno » ha permesso più volte ai sovietici di intervenire con pesanti ingerenze e, pressioni sulla politica estera e interna dei paesi membri, per cui la rigidità della politi[...]

[...]ebbe già nel 1956, a un anno dalla firma del trattato, quando richiamandosi alla clausola dell’» aiuto fraterno » I’ U.R.S.S. fece intervenire in Ungheria le forze del Patto per « riportare l’ordine » e sedare una rivolta, la quale traeva sostanzialmente origine dal rifiuto di massa della politica stalinista di Rakosi.

Dal 1961, dopo la rottura dei rapporti diplomatici fra U.R.S.S. e Albania, questa è stata tenuta al margine dell’attività del Patto di Varsavia. In realtà, poiché non è prevista nel Patto l’espulsione di un membro, la denuncia del trattato, presentata daH'Albania nel 1968, non ha avuto alcun riflesso pratico, tanto che questo paese può essere an

cora formalmente considerato come appartenente al Patto di Varsavia. Più complessa appare la collocazione della Romania che, verso la metà degli anni Sessanta e prendendo

10 spunto dall’uscita della Francia dall’organizzazione militare della N.A.T.O., ha assunto rispetto al Patto di Varsavia una posizione defilata. Mostrandosi preoccupati per alcune proposte di integrazione economica avanzate da scienziati sovietici riguardo all’area compresa fra I’Ucraina e il Danubio (un’integrazione che rischierebbe di compromettere l’unità della Romania e la sua indipendenza), i dirigenti comunisti romeni, e in particolare Ceausescu con un discorso del 7.5. 1966, dichiararono di impegnarsi attivamente per la distensione e per

11 concomitante scioglimento dei due blocchi militari europei, mirando intanto a impedire ogni involuzione del Patto tendente a provocare ulteriori restringimenti del[...]

[...]ietica di usare il Patto per tenere sotto controllo politico e militare, oltre che economico, tutta l'area dell'Est europeo, nonostante che la politica della distensione in quegli anni creasse nuovi rapporti fra Est e Ovest, sollevando non poche speranze sull’espansione della democrazia in tutto il vecchio continente.

L’ulteriore inasprimento della situazione internazionale, con la crisi

Una seduta dei rappresentanti degli Stati membri del Patto di Varsavia (Praga, 5.1.1983)

480



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 479

Brano: Patto di Varsavia

Rispetto al 1934, le novità principali erano date: dalla scomparsa dei riferimenti alle divergenze dottrinarie e tattiche di fondo (anche se venivano mantenute le clausole riguardanti la « piena ed intera autonomia funzionale e dottrinale » dei due partiti e il loro diritto di esprimere liberamente i loro dissensi) ; dal nuovo atteggiamento del P.S.L verso la costituzione di fronti popolari allargati anche ad altre forze politiche; ma, soprattutto, daH’affermazione che i due partiti vedevano « nella unità di azione un primo passo verso il partito unico della classe operaia che costituirà l[...]

[...]secondo dopoguerra, cioè fino al 1956, quando il XX Congresso del P.C.U.S. e i fatti di Ungheria indussero il P.S.I. a decretarne la fine ufficiale. Finché durò, con l’ipotesi della fusione (sostenuta anche da una parte del nucleo dirigente del P.S.I.) e con l’accettazione della politica frontista, esso condizionò il P.S.I. a una politica subalterna al P.C.I., impedendogli di svolgere un ruolo autonomo nel panorama politico italiano.

I.Gr.

Patto di Varsavia

« Trattato di amicizia, cooperazione e mutua assistenza » stipulato il 14.5.1955 nella capitale polacca dai rappresentanti delTUnione Sovietica, della Polonia, della Repubblica Democratica Tedesca, dell'Ungheria, della Cecoslovacchia, della Bulgaria, della Romania e dell’Albania (quest’ultima è uscita dall’organizzazione nel 1968).

A Varsavia risiede l’organo civile direttivo del Patto, cioè il Comitato politico consultivo, mentre l'organo militare, cioè il Comando congiunto delle Forze Armate, ha sede a Mosca.

Origini

L’iniziativa per giungere a un accordo militare multilaterale [...]

[...]ca per il 29.11.1954 una conferenza, alla quale invitò tutti i paesi europei con i quali intratteneva rapporti diplomatici. Il suo dichiarato intento era di arrivare alla condanna di qualsiasi tentativo volto a dividere l’Europa in blocchi contrapposti, nonché di discutere le forme e i modi per realizzare un sistema generale di sicurezza, valido per tutte le nazioni.

All’invito sovietico risposero soltanto i paesi che poi avrebbero aderito al Patto di Varsavia, cosicché la conferenza di Mosca viene considerata come un preambolo per la costituzione della nuova alleanza militare. Un’alleanza certamente di tipo nuovo rispetto alle relazioni internazionali che fino a quel momento avevano caratterizzato l’impegno politico e militare sovietico. Quando Stalin era ancora vivo, i rapporti fra l’U.R.S.S. e gli altri paesi dell’Europa orientale erano fondati su criteri esclusivamente bilaterali, con una serie di trattati firmati a Mosca e in altre capitali del l’Europa dell 'Est fra il 1945 e il 1949, costituenti un fitto intreccio di accordi fra quei paesi. [...]

[...]’Europa dell 'Est fra il 1945 e il 1949, costituenti un fitto intreccio di accordi fra quei paesi. Sul piano dei rapporti multilaterali, Stalin poteva appoggiarsi al Cominform (v.), ma questo era andato rapidamente in crisi in seguito all’espulsione della Jugoslavia (giugno 1948), comunque mancava un organico collegamento unitario sul piano politicomilitare fra l’U.R.S.S. e le cosiddette democrazie popolari che ne riconoscevano l’egemonia.

Il Patto di Varsavia nacque pertanto come reazione allo schieramento anticomunista dei paesi occidentali raccolti nel Patto Atlantico (v.) e, nello stesso tempo, per rafforzare e ampliare quegli accordi di mutua assistenza su cui si erano fino ad allora fondate le relazioni nell’ Europa dell'Est.

Nato come « controblocco » per volere dei successori di Stalin, il Patto prevedeva esplicitamente nel suo preambolo il desiderio comune dei paesi membri di « stabilire un sistema di sicurezza collettiva in Europa basato sulla partecipazione di tutti gli Stati europei, indipendentemente dai loro regimi sociali e statal[...]

[...] nell’ Europa dell'Est.

Nato come « controblocco » per volere dei successori di Stalin, il Patto prevedeva esplicitamente nel suo preambolo il desiderio comune dei paesi membri di « stabilire un sistema di sicurezza collettiva in Europa basato sulla partecipazione di tutti gli Stati europei, indipendentemente dai loro regimi sociali e statali, che permetta di concentrare i loro sforzi per assicurare la pace in Europa » e a favore del quale il Patto di Varsavia si scioglierebbe, venendo così meno la sua ragione di « controblocco ».

Il Patto venne concluso per la durata di 20 anni, con l’intesa di un tacito rinnovo per altri 10 anni, qualora un anno prima della sua scadenza non vengano presentate al governo polacco, depositario del

479



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 481

Brano: Patto Tripartito

Il capo della delegazione sovietica Jurij Andropov sottoscrive il protocollo finale della riunione del 5.1.1983

del Medio Oriente, la corsa al riarmo, la rivoluzione iraniana, l’invasione sovietica dell’Afghanistan (dicembre 1979) e la decisione americana di installare in Europa i missili Pershing e Cruise, ha nuovamente ristretto i margini di manovra dei paesi europei, rispettivamente legati alla N.A.T.O. e al Patto di Varsavia: in particolare, pesanti interferenze occidentali da un lato e intimidazioni militari sovietiche dall'altro, tramite le esercitazioni delle truppe del Patto di Varsavia, hanno contribuito a peggiorare la situazione polacca, dopo le novità apportate dagli scioperi operai del Baltico nell’agosto del 1980. Contemporaneamente, il problema dell’installazione degli euromissili ha contribuito a complicare il quadro delle relazioni europee e mondiali.

S.Bi.

Bibliografia essenziale: Remington. The Warsaw Pact, Cambridge London, 1971; Stefano Silvestri (a cura di) Teoria e pratica della strategia sovietica, Milano, 1975; Caldwell in « Problems of Communism ». n. 24, 1975.

Patto Tripartito

Trattato di alleanza stipulato a Berlino il 27.9.1940 fra Germania,[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 213

Brano: [...]he colpì tutti i settori della società ungherese, da quello culturale ai lavoratori delle campagne, dove fu avviata la collettivizzazione forzata, nonché alla sfera religiosa, con l’arresto e la condanna del cardinale Mindszenty e le persecuzioni contro i cattolici, per finire con le campagne antisemitiche (quantunque lo stesso Ràkosi fosse ebreo). Quanto alla politica estera, l’Ungheria venne legata indissolubilmente all’U.R.S.S., attraverso il Patto di Varsavia (v.) e il Comecon (si veda Marshall, Piano). Ma soprattutto quelli furono gli anni in cui si consolidò enormemente il potere di Ràkosi e si impose un sistema politico ed economico estraneo alle tradizioni e agli indirizzi della società ungherese, con il risultato, sul piano politico, di isolare sempre più i comunisti (e, al

l’interno del partito, il gruppo dirigente) non solo dalle altre correnti politiche, ma dai lavoratori e dalla massa della popolazione. Questo processo di distacco sempre più profondo fra governati e governanti sarà la causa principale della rivolta che sconvolse l’Ungh[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 214

Brano: [...]di guidare la protesta. Alle richieste programmatiche del Circolo Petoefi e alle proteste degli studenti per colpire alla radice lo stalinismo, Geroe (che controllava sempre il partito) rispose rivolgendo un appello alla guarnigione sovietica perché intervenisse. Di conseguenza, il 23 e 24 ottobre crebbero i disordini e lo stesso Nagy venne travolto. Premuto dall'inealzare degli avvenimenti, annunciò il ritorno al “pluripartitismo” e denunciò il Patto di Varsavia, affermando la volontà del popolo ungherese di uscirne. Per i sovietici questo era troppo: il 4 novembre, approfittando dell’attacco francoinglese all’Egitto per il canale di Suez (v.), l'Armata Rossa, nonostante solenni dichiarazioni di non intervento fatte pochi giorni prima, entrò a Budapest e occupò tutte le posizioni strategiche in Ungheria, soffocando i moti popolari nei quali, ovviamente, aveva avuto buon gioco anche la destra. Durante i cruentissimi episodi di quei giorni, si contarono centinaia di vittime, da parte sia degli insorti sia della polizia e delle truppe sovietiche; a Buda[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 235

Brano: [...]va all’U.R.S.S. la possibilità di trarre da questi paesi, praticamente senza controllo alcuno, tutte le risorse industriali, agricole e anche umane (tecnici ecc.) estraibili. Era ciò che sarebbe avvenuto in un primo tempo in forma diretta, attraverso un rigoroso processo di spoliazione a titolo di riparazioni di guerra, e poi in forma indiretta mediante l’instaurazione di ubbidienti regimi di “democrazia popolare” militarmente controllati con il Patto di Varsavia (v.) ed economicamente amministrati attraverso la creazione (1949) del Comecon (Consiglio di mutua assistenza economica). Solo la Jugoslavia saprà opporsi a questa politica sovietica, venendo per tale motivo punita con la “scomunica” del 1948.

La smobilitazione dell’Armata Rossa iniziò nell’estate 1945 e nel 1948 erano tornati alle loro famiglie 8,5 milioni di uomini, ma il passaggio dalla economia bellica a quella di pace si rivelò quanto mai difficile. Particolare penuria si avvertiva nel campo delle costruzioni, con una produzione di cemento scesa al livello di quella del 1928, ma forte[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 5Appendice con numerazione propria (Monografia/libro

Brano: [...]A.Be.

Ordine pubblico; Oviglio, Aldo; Rocco, Alfredo.

Biagianti Ivo I.Bi.

Nencetti, Lido; Partina, Eccidio di; Passalacqua, Luigi; Perillo, Gaetano; Perrone Compagni, Dino; Pieraccini, Famiglia; Pio Borri, Brigata; Poggioni, Banda; Poppi; Pratomagno; Protocolli di Sion; Quattordici luglio (1948); Ricapito, Angelo; Rosseti, Siro.

Bianchini Stefano S.Bi.

Guerra mondiale, Prima; Patto a quattro; Patto di non aggressione russotedesco; Patto di Varsavia; Patto tripartito; Piccola Intesa; P.O.J.; Processo di Lipsia; Rapallo, Trattato di; San Francisco, Conferenza di; Società delle Nazioni; Stalin; Stalinismo, Interpretazioni storiografiche dello; Teheran, Conferenza di; Triplice Alleanza; Triplice Intesa; Ungheria; Varga, Eugenij; Versailles, Trattato di; Yalta.

Biga Francesco F.Bi.

Baiardo, Battaglie di; Bonfante, Silvio; Ceriana, Battaglia di; De Marchi, Gianfrancesco; Devachan, Castello; Di Ferro, Roberto; Evigno, Battaglia di; Ginestro, Eccidio di; Gismondi, Massimo; Imperia; Imperia, Assalto al carcere di; Latte, Eccidio di; Nuvolo[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Patto di Varsavia, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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