Brano: Patto di Varsavia.
le ratifiche del trattato, dichiarazioni di denuncia.
L’art. 2 del 'Patto prevede che i paesi membri cooperino per l’adozione (previo accordo con altri Stati disposti a collaborare) « di misure per la riduzione generale degli armamenti e per l’interdizione delle armi atomiche, all'idrogeno e delle altre armi di distruzione di massa ».
Consentendo poi la « rinazionalizzazione » degli eserciti con l’introduzione di bandiere e simboli nazionali (a tal fine, in Polonia, il generale sovietico Rokossovskij lasciò il posto di ministro della Difesa a un collega polacco,), I' U.R.S.S. si ass[...]
[...]to fosse esplicitamente previsto il richiamo « al reciproco aiuto fraterno » in caso di necessità, nonché precisata la possibilità giuridica di mantenere truppe sovietiche in Ungheria e Romania (che avrebbero dovuto essere ritirate per l’imminente firma del trattato di pace con l'Austria) e la creazione (art. 5) di un Comando militare unificato sotto controllo sovietico.
Struttura
Più semplice nella sua struttura rispetto alla N.A.T.O., il Patto di Varsavia ha come organo principale il Comitato politico consultivo, al quaJe partecipano i segretari generali dei partiti comunisti, i presidenti del Consiglio e i ministri della Difesa e degli Esteri dei paesi membri. Il Comitato, che dovrebbe riunirsi due volte l’anno, è stato sempre convocato in modo irregolare e in alcuni anni non si è nemmeno riunito.
Sottoposto al Comitato politico consultivo è il Comando congiunto delle Forze Armate, a capo del quale si trova un alto ufficiale sovietico.
Fra i vari organi ausiliari del Patto di Varsavia si ricordano la Commissione permanente che ha l’inca[...]
[...] i segretari generali dei partiti comunisti, i presidenti del Consiglio e i ministri della Difesa e degli Esteri dei paesi membri. Il Comitato, che dovrebbe riunirsi due volte l’anno, è stato sempre convocato in modo irregolare e in alcuni anni non si è nemmeno riunito.
Sottoposto al Comitato politico consultivo è il Comando congiunto delle Forze Armate, a capo del quale si trova un alto ufficiale sovietico.
Fra i vari organi ausiliari del Patto di Varsavia si ricordano la Commissione permanente che ha l’incarico di elaborare raccomandazioni in materia di politica estera e il Segretariato, composto da rappresentanti di tutti i paesi membri. Come si è detto, la sede organizzativa e politica è a Varsavia, mentre quella militare è a Mosca.
Vicende
La storia del Patto di Varsavia dalla sua fondazione a oggi, al di là delle dichiarazioni iniziali sulla sua « prov* visorietà » (in attesa di un nuovo clima politico in Europa) e del rafforzamento delle compagini milita
ri delle democrazie popolari, appare contrassegnata da diverse crisi e da un progressivo irrigidimento interno che hanno fatto deH’Unione Sovietica l’elemento aecentratore ed egemone in campo decisionale. II richiamo all’« aiuto fraterno » ha permesso più volte ai sovietici di intervenire con pesanti ingerenze e, pressioni sulla politica estera e interna dei paesi membri, per cui la rigidità della politi[...]
[...]ebbe già nel 1956, a un anno dalla firma del trattato, quando richiamandosi alla clausola dell’» aiuto fraterno » I’ U.R.S.S. fece intervenire in Ungheria le forze del Patto per « riportare l’ordine » e sedare una rivolta, la quale traeva sostanzialmente origine dal rifiuto di massa della politica stalinista di Rakosi.
Dal 1961, dopo la rottura dei rapporti diplomatici fra U.R.S.S. e Albania, questa è stata tenuta al margine dell’attività del Patto di Varsavia. In realtà, poiché non è prevista nel Patto l’espulsione di un membro, la denuncia del trattato, presentata daH'Albania nel 1968, non ha avuto alcun riflesso pratico, tanto che questo paese può essere an
cora formalmente considerato come appartenente al Patto di Varsavia. Più complessa appare la collocazione della Romania che, verso la metà degli anni Sessanta e prendendo
10 spunto dall’uscita della Francia dall’organizzazione militare della N.A.T.O., ha assunto rispetto al Patto di Varsavia una posizione defilata. Mostrandosi preoccupati per alcune proposte di integrazione economica avanzate da scienziati sovietici riguardo all’area compresa fra I’Ucraina e il Danubio (un’integrazione che rischierebbe di compromettere l’unità della Romania e la sua indipendenza), i dirigenti comunisti romeni, e in particolare Ceausescu con un discorso del 7.5. 1966, dichiararono di impegnarsi attivamente per la distensione e per
11 concomitante scioglimento dei due blocchi militari europei, mirando intanto a impedire ogni involuzione del Patto tendente a provocare ulteriori restringimenti del[...]
[...]ietica di usare il Patto per tenere sotto controllo politico e militare, oltre che economico, tutta l'area dell'Est europeo, nonostante che la politica della distensione in quegli anni creasse nuovi rapporti fra Est e Ovest, sollevando non poche speranze sull’espansione della democrazia in tutto il vecchio continente.
L’ulteriore inasprimento della situazione internazionale, con la crisi
Una seduta dei rappresentanti degli Stati membri del Patto di Varsavia (Praga, 5.1.1983)
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