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Il segmento testuale Patria è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 126Analitici , di cui in selezione 5 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Giovanni Pirelli e Piero Malvezzi (a cura di), Lettere di condannati a morte della Resistenza europea in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 7 - 1 - numero 3

Brano: [...]fatto meramente personale, privato, ed il rispetto per gli altrui sentimenti religiosi é dovere elementare di un uomo educato e perbene. Anche dal punto di vista nazionale non mi sento colpevole. Non ho mai concepito l'internazionale come un fattore ostile, avverso al nazionalismo, ma come una intesa ragionevole dei vari interessi nazionali nell'interesse di un fecondo sviluppo di tutta l'umanità. Mi sono sempre riconosciuto come parte della mia Patria e del mio popolo, perché considero popolo e nazione non come qualcosa di artificioso e casuale, ma come fenomeno naturale, storicamente determinato. La mia posi
26 LETTERE DI CONDANNATI A. MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA
zione democratica mi conduce verso il socialismo internazionale che unisce i popoli.
Sono una vittima di questi tempi terribili, come molte, molte migliaia prima e dopo di me. Devo morire perché la solidarietà umana mi é filtrata nel sangue e nell'animo, perché stimo superiore alla mia salvezza personale il rispetto verso il mio prossimo, verso i miei compagni di lavoro.
I[...]

[...]ppartenente ad una formazione partigiana che affiancava l'opera dell' EAM, viene arrestato al Pireo, il 19 febbraio 1942, mentre stampa un giornale clandestino, e fucilato al Pireo il 5 giugno 1942, con otto exufficiali della R. Marina greca. (Lettera inedita tradotta da amici greci dall'originale esistente negli archivi dell'Arcivescovado di Atene)
'Cara mammina, papà e sorelline,
oggi 5.6.42 ci fucileranno. Affrontiamo la morte per la nostra Patria da veri uomini. Non soffro per niente e così non voglio che voi soffriate. Non voglio pianti né lacrime. Abbiate pazienza. Vi auguro tanta felicità e non vi addolorate per me. Saluti di cuore a tutti. Siamo degni dei nostri avi e della Grecia. Non tremo affatto e vi scrivo dritto in piedi. Respiro per l'ultima volta la profumata aria ellenica sotto l'Imetto. E una mattina splendida. Abbiamo fatta la comunione e ci siamo tutti spruzzati con acqua di colonia che un nostro compagno aveva in tasca.
Addio Ellade, madre di eroi.
Addio, miei cari. Addio. Sappiate tutti esser degni di me. Addio sor[...]

[...]egni dei nostri avi e della Grecia. Non tremo affatto e vi scrivo dritto in piedi. Respiro per l'ultima volta la profumata aria ellenica sotto l'Imetto. E una mattina splendida. Abbiamo fatta la comunione e ci siamo tutti spruzzati con acqua di colonia che un nostro compagno aveva in tasca.
Addio Ellade, madre di eroi.
Addio, miei cari. Addio. Sappiate tutti esser degni di me. Addio sorelline. Addio papà. Addio dolce mammina. Coraggio. Viva la Patria.
Vi bacio con amore
Leftéris
30 LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA
ANGHELOS e MARINOS BARKAS
Greci, fratelli, nati entrambi ad Aghiios Ioannis, sobborgo di Atene, meccanico il primo e studente liceale il secondo. Membri di una organizzazione in collegamento con l' EA/A, svolgono azione di sabotaggio it primo nello stabilimento Malcini6tis che produceva motori da aeroplano, ed il secondo agli impianti telefonici ad Atene e nell'Attica. Arrestati i! 12 gennaio 1942, nella casa del padre che pure viene arrestato e condannato a dieci anni di reclusione. Fucilati al medesi[...]

[...]a dall'Armée Belge des Partisans)
Miei cari fratelli e cari compagni,
vi scrivo questa lettera, 7 ore e 50 prima della mia morte.
Paul, quando Jean ritornerà dalla Germania gli dirai che non mi é dispiaciuto di morire perché da quando ho lasciato casa sapevo quello che facevo. Non prendermi per un bugiardo, ma andremo alla fucilazione cantando, perché noi non moriremo come molti nel letto, ma per la nosta libertà, per il Belgio, per la nostra Patria. Mio caro fratello Jean, quando ritornerai io sarò già morto, ma è una morte difficile da guadagdarsi in tempo di pace, ma facile da guadagnarsi in tempo di guerra.
Jean, fatti coraggio e soprattutto tieni alto il morale, perché un giorno non ci si vedrà sulla terra, ma in cielo.
Mio caro Paul, la tua pipa l'ho regalata ad uno dei miei migliori amici, che mi ha dato da mangiare e me ne ha data un'altra, con la quale ho molto fumato, è molto buona, conservala come mio ricordo. Sebbene sia un tedesco mi ha abbracciato, aveva le lacrime agli occhi. Mio caro Paul, mi saluterai i compagni Adrien[...]

[...]to. Siamo stati traditi. Arrivato alla Piazza Vieuxtemps, mi sono visto circondato di Feldgendarmes. Da quel momento ho capita che tutto era finito. Alla Kommandantur mi hanno interrogato, hanno voluto farmi parlare. Sono stato battuto, legato ad un tavolo, con fustigate che cadevano come la pioggia. Ma mai, davvero mai, ho fatto il nome di nessuno. Avrei potuto salvare la mia testa, ma ho preferito nulla fare e nulla dire che potesse tradire la patria.
Ti renderai conto che dopo tutto questo ho il coraggio sufficiente per essere fucilato. Che è una bagatella in confronto a tutto quello che ho sopportato.
Parecchie persone debbono ringraziarmi per non aver fatto il loro nome. Ed ora sono fiero di me, perché ho resistito a tutto ed ho salvato molte vite.
Vi sarò riconoscente di far conoscere questo resoconto a Gilberte così come alle associazioni di cui facevo parte.
Il mio corpo resterà nel cimitero militare di Liegi e morirò da vero belga. Viva. il Belgio!
Guy Jacques
sempre belga
morto per la Patria
JV LETTERE DI CONDANNATI A MORT[...]

[...]in confronto a tutto quello che ho sopportato.
Parecchie persone debbono ringraziarmi per non aver fatto il loro nome. Ed ora sono fiero di me, perché ho resistito a tutto ed ho salvato molte vite.
Vi sarò riconoscente di far conoscere questo resoconto a Gilberte così come alle associazioni di cui facevo parte.
Il mio corpo resterà nel cimitero militare di Liegi e morirò da vero belga. Viva. il Belgio!
Guy Jacques
sempre belga
morto per la Patria
JV LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA
(Biglietto trovato negli abiti di Jacques Guy dopo la sua morte)
Un'ultima parola per dirvi che per parte mia non ho mai denunciato o incolpato alcuno, malgrado le numerose fustigate che ho ricevuto per farmi parlare.
Avrei potuto salvare la mia testa in molti modi. Ma ho preferito essere fucilato che tradire, in questo modo muoio da uomo in gamba e fiero di me.
Guy Jacques
FERNANDE VORRAL
Belga, nata a Charleroi, decapitata a Wolfenbuttel il 7 agosto 1944. (Lettera avuta dall'Armée Belge des Partisans)
Mia piccola mamma,
ho u[...]

[...]
non so se tu t'aspettassi di rivedermi: io me lo aspettavo. Ci hanno detto stamattina ch'era finita, allora addio. So che è un col
LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA 41

po molto duro per te, ma spero che tu sia abbastanza forte e che saprai continuare a vivere, avendo sempre fiducia nell'avvenire.
Lavora, fa questo per me, continua ad occuparti dei libri che volevi scrivere, pensa che io muoio da Francese per la mia Patria..
T'abbraccio forte.
Addio, carissimo jean Arthus
VALERIO BAVASSANO
Italiano, nato a Genova il 14 gennaio 1923, operaio elettromeccanico. Partigiano nella III Brigata Garibaldi « Liguria », il 17 aprile 1944 viene catturato nel corso di un rastrellamento, tradotto di carcere in carcere e più volte seviziato. Fucilato al Colle del Turchino, il 19 maggio 1944, con altri cinquantasette patrioti. (Lettera inedita avuta dalla famiglia per il tramite di Calisto Saettone di Genova)
Carceri 16/5/1944
Mammina carissima,
un triste presentimento mi dice che oggi é stata l'ultima volta che ci siam[...]



da Osvaldo Bayer, Il cimitero dei generali prussiani in KBD-Periodici: Belfagor 1984 - 3 - 31 - numero 2

Brano: [...]Neanche un soldato che sia venuto a portare un fiore al suo generale! E neppure i braccianti dei suoi antichi latifondi ad est dell’Elba si ricordano più del loro Junker, del loro « Giovin Signore ». Con tutto quell’orgoglio, con tutte quelle spalline dorate e gli stivali di cuoio, l’uniforme di taglio impeccabile e il suo monocolo in modo che l’occhio potesse lanciare fulminei sguardi di aquila! Dove è finito tutto questo? I suoi discorsi sulla patria e poi ancora sulla patria e poi sui nemici della patria? Generale Triitzchler von Falkenstein. Già il suo nome da solo faceva paura alle reclute. Gli si confondeva la lingua al solo pronunciarlo. Il suo monumento funebre conserva ancora sulle pareti le impronte di quarantanni fa, quando l’Esercito Rosso attaccò Berlino da sud per arrivare a Tempelhof. Le pallottole russe sul suo126

OSVALDO BAYER

monumento, generale, e li, a pochi metri la bandiera nordamericana da quarantanni. Le ferite aperte sui mattoni. Magari, qualcuno di quei contadini tartari o caucasici tanto odiati, si è divertito a cercare di interrompere il suo sonno marziale a co[...]

[...]lhof. Le pallottole russe sul suo126

OSVALDO BAYER

monumento, generale, e li, a pochi metri la bandiera nordamericana da quarantanni. Le ferite aperte sui mattoni. Magari, qualcuno di quei contadini tartari o caucasici tanto odiati, si è divertito a cercare di interrompere il suo sonno marziale a colpi di fucile. Ma più grave di queste ferite è Poblio assoluto del popolo. La gloria teatrale delle fiaccolate e delle vuote parole di onore e patria, vuote, quando sono solo un sinonimo di interessi, privilegi, prerogative.

Mi fermo davanti alla tomba del « maggior generale e generale al seguito di Sua Maestà il Kaiser re Guglielmo Secondo, Bernhard von der Lippe ». Il tempo e Poblio hanno reso quasi illegibili le parole dedicate dallo stesso monarca al « fedele camerata »: « A te spetta l’immortale corona delPonore ». Allori ed un capro maschio coronato. No, non c’è niente di vero, niente e nessuno aspetta il generale von der Lippe. Mori definitivamente quando è morto. A nulla son servite le fanfare funebri riservate ai generali. Li, [...]

[...]mori del rituale. Qui i generali stanno fra di loro. Uomini dal chepi, dal casco argentato, con nastri, decorazioni, medaglie pendenti. Uomini dalle grandi prebende e dalla grande sospettosità. Il maggior generai Paul von Schmidt scriveva nel 1904: « Dobbiamo continuare a sostenere gli ideali eterni del corpo ufficiali, ora più che mai, difronte al crescente incalzare del socialismo ». Sì, mai dalla parte della « frivolezza della plebe ». Con la patria, non con il popolo. Era un onore essere ammessi ad un ricevimento dei Krupp, di Thyssen e di Mauser, i fabbricanti dei loro ferri del mestiere. Il Kaiser aveva una stanza riservata nella residenza dei Krupp, a Essen, e quella stanza venne poi riservata a Hindenburg e a Hitler. Krupp aveva sempre un posto a tavola per tutti gli amici sudamericani e li, immancabile, c’era il nostro generale Riccheri. Al tavolo del fabbricante di cannoni non c’erano differenze di patria, o di razza o di mentalità. Erano tutti associati nella funebre liturgia delle armi. Con una sola differenza: gli uni erano ven[...]

[...]olo. Era un onore essere ammessi ad un ricevimento dei Krupp, di Thyssen e di Mauser, i fabbricanti dei loro ferri del mestiere. Il Kaiser aveva una stanza riservata nella residenza dei Krupp, a Essen, e quella stanza venne poi riservata a Hindenburg e a Hitler. Krupp aveva sempre un posto a tavola per tutti gli amici sudamericani e li, immancabile, c’era il nostro generale Riccheri. Al tavolo del fabbricante di cannoni non c’erano differenze di patria, o di razza o di mentalità. Erano tutti associati nella funebre liturgia delle armi. Con una sola differenza: gli uni erano venditori, e gli altri compratori. Questi guadagnavano e quelli le facevano pagare ai loro popoli. Tutti insieme furono gli inventori dei « conflitti di frontiera », delle « provocazioni » e delle diverse teorie della cosiddetta « sicurezza nazionale ».

Il trionfo di Bismarck sulla Francia di Napoleone ih avrebbe avuto, perciò, funeste conseguenze per i paesi alleati dell’Europa, come per esempio l’Argentina. La tecnologia militare prussiana cominciò ad invadere i mer[...]

[...]amente perfino nell’educazione dei bambini e può cosi corrodere le fon128

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damenta della nazione. Tutto è sicurezza, e la sicurezza deve stare dappertutto a vigilare su tutta la vita dei popoli. Il maresciallo di campo prussiano Colmar von der Goltz, autore del libro La nazione in armi, divenne, dalla sera alla mattina, il filosofo dei nuovi ufficiali argentini. Gli uomini d’arme hanno il dovere ineluttabile di vigilare sulla Patria, essi rappresentano la Nazione, sono la Nazione, in costante allerta. Gli insegnamenti dei militari prussiani che arrivano nel Cono Sud latinoamericano: il generale Korner in Cile, il colonnello Arendt in Argentina, e il generale Kundt in Bolivia, furono i primi passi verso il ridicolo ed irrazionale militarismo in paesi che avrebbero potuto essere esempi di pace e di convivenza nel mondo intero. I Krupp ed i loro cannoni furono i veri padri dell’adozione del servizio militare obbligatorio in paesi che avrebbero potuto eliminare le frontiere fra di loro poiché non c’erano e non ci sono proble[...]

[...]ondo Reich, quello di Bismarck, il Ministero degli Aìfari Esteri si convertì in un centro di contatti rapidi ed efficaci fra le forze armate e l’industria bellica. Il potere politico ed il potere militare, a servizio del capitale armamentista. L’affare fu straordinario. Quell’« aiuto allo sviluppo » militare lasciò orme indelebili nella vita dei sudamericani. Nel mio paese nacque il « nuovo esercito » che trionfò in cento battaglie in nome della patria e dei valori occidentali e cristiani. Tutte quelle battaglie le ha vinte contro il suo stesso popolo e le sue inquietudini.

La filosofia del maresciallo di campo prussiano conte Colmar von der Goltz è ancora presente nella classe militare argentina. Chi è questo « filosofo »? Egli presenta se stesso, a figura intera, nel libro Impressioni del mio viaggio in Argentina (Berlino 1911). Vi descrive la sua visita a quelle terre invitato, nel 1910 ai festeggiamenti per il centenario della liberazione dalla Spagna. Erano già trascorsi nove anni dall’adozione del servizio militare obbligatorio au[...]

[...]Restorff, rappresentante di Krupp, con la sua giovane moglie, e due degli ufficiali tedeschi contrattati dall'Argentina ». Nel 1980, settant’anni dopo, il rappresentante di Krupp, il principe Peter von Lobkowicz, ha dichiarato a Buenos Aires: « In Europa si dà una falsa interpretazione dei governi militari, quasi fossero delle dittature. Non sanno che qui, in Argentina, d sono uomini, i militari, che al tempo stesso sono il governo, che amano la patria e proprio per questo l’hanno protetta per non farla cadere nelle mani dei marxisti. In Argentina erano 25 milioni di abitanti contro diecimila. Io ritengo che se si tratta di difendere una società di 25 milioni di esseri sani contro diecimila, è necessario eliminare i diecimila ». La cosa132

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è semplice, Gli avvoltoi volano in basso. Il principe Lobkowicz, prima di partire, fece omaggio ai militari argentini di una statua di Sant’Ignazio di Loyola.

« Vorwàrts », Buenos Aires, 1 agosto 1900. Gli esiliati socialisti tedeschi denunciano agli argentini gli acquisti di armi [...]

[...]ione degli ufficiali e dei cadetti argentini contro la manifestazione silenziosa fu immediata: scesero dalla nave e aggredirono a suon di botte e di calci gli studenti tedeschi, dei quali la metà erano donne. Costoro non risposero agli insulti ed alle botte ma mantennero spiegato per tutto il tempo il mòrder. Più tardi, gli ufficiali argentini diranno ai contriti funzionari ufficiali che « era tutta colpa degli esiliati argentini traditori della patria ».

(« Vorwàrts », Buenos Aires, 8 settembre 1892. « Noi, i “nemici della patria” siamo, nonostante tutto, i migliori patrioti, perché siamo convinti che migliaia e migliaia di persone che condividono la nostra ideologia ritorneranno a un certo momento nel nostro paese per dare una mano ad abbattere le vecchie idee, gli anacronismi e sostituirle con idee nuove e migliori. Viva la Germania! »).

L’illusione non muore, l’utopia va avanti. Non può essere distrutta né dai calcolatori delle polizie politiche, né dalla Realpolitik, né dalla morte.

Il silenzio che sale dalle tombe dei soldati mi distoglie da ricordi e da cavilli. I caduti del 1914 hanno lapidi migliori di q[...]

[...]cervella portando alle estreme conseguenze il loro macabro ruolo, in cui erano entrati a quattordici anni, quando fecero il loro ingresso in accademia. Sono stati coerenti. Non tutti, la maggior parte è morta nel suo letto sognando di vincere a tavolino la battaglia perduta. Il maresciallo conte von der Goltz descrivendo la battaglia di Gorze, scrive così: « Abbiamo perso molte vite. Ma per quanto ciò ci rattristi, dobbiamo sopportarlo perché la Patria lo esige. Un popolo che vuole essere grande e difendere il proprio onore, non deve avvilirsi per quelle perdite ». Il maresciallo von der Goltz morì nel suo letto, con tre medici al capezzale, a 73 anni. (La domanda più intelligente che ho inteso fare da un giornalista è quella rivolta da Oriana Fallaci al generale Galtieri: Lei è mai stato in guerra?)134

OSVALDO BAYER

Mi allontano dalla tomba dei soldati del 14. In primavera, dei rampicanti pieni di spine gli danno un aspetto da piante d’appartamento. Neppure il verde gli è stato riservato in modo selvatico. Per lo meno poter accomoda[...]

[...]orti di una guerra dimenticata che non viene ricordata nemmeno più a scuola. Ormai non hanno più un volto. Sono soldati senza figli perché sono morti quasi bambini. Forse è ancora viva qualche sorella che li ricorda in due o tre scene: la strada fino a scuola, il pranzo con i genitori, il giorno dell’addio quando partirono per il fronte. I fiori nella canna del fucile. Il Kaiser al balcone, con i suoi movimenti da burattino e le eterne parole di Patria, Dio e Fino all’ultima Goccia di Sangue. Proprio come altri burattini truculenti apparsi in altri balconi di altre latitudini. E i giornali, tutti i giornali. E il popolo, tutto il popolo. Tranne gli incorreggibili. Quelli che von der Goltz chiama con arrogante ironia: « gli ‘ apostoli ’ della pace ».

Decido di aspettare il crepuscolo perché è questa l’ora di Georg Trakl per la sua poesia « Grodek », la pagina letteraria che in diciassette versi dice più di un’intera biblioteca contro la guerra: « Nel crespuscolo rimbombano i boschi autunnali / di armi mortali / ...la notte copre ormai sol[...]



da Franco Cagnetta, Inchiesta su Orgosolo. Parte seconda: Dichiarazione sull'operato della polizia in Orgosolo [testimoni Maria Antonia Filindeu (27 anni), Maria Antonia Rubano (21 anni), Teresa Piras fu Pietro(70 anni), Giovanna Vedele di Carlo in Sini(60 anni), Maria Corbeddu di Giuseppe e di Corrias Maria (49 anni),Maria Floris in Menneas(52 anni),Giuseppina Fogu in Murgia(43 anni), Pietro Sorighe fu Giuseppe(72 anni),Giuseppe Moscau fu Andrea(45 anni,pastore),Natale Davoli fu Leopoldo(48 anni,bracciant... in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1954 - 9 - 1 - numero 10

Brano: [...]o figlio Francesco è come se fosse morto alla famiglia. Il 1. di agosto 1948 succede in Orgosolo un omicidio ed imputano i miei figli: Gabriele, perché la innocenza sua era troppo in mostra lo hannc dovuto rilasciare. Francesco, accusato ingiustamente, si è dato a lati. tante. È uscito per questo Ordine di Questura, e allora ogni delittc che qui succedeva glielo hanno caricato. O figlio! Era sergente mag. giore, otto anni e mezzo : ha "sarvau sa Patria". Due anni prigioniera dei tedeschi. E pure Partigiano. Eroe. Ora ha la sua paga: l'ergastolo! Poi dicono che gli orgolesi debbono essere fedeli!
Durante la latitanza sempre maltrattati, sempre perquisizioni. En. traviano e si mostravano educati, ma disturbavano troppo.
A Cagliari, al nostro processo, sono venuti almeno cento testimoni a favore: non li hanno sentiti. I giornalisti non sono andati incontro a carico sì; la difesa non ha risposto: e ci ha avuto l'ergastolo. Mio povero Francesco! Da due anni e mezzo ad Oristano, sempre in cella! I soldi che si lavorano qui le donne, come schiav[...]



da Rutilio Cateni, Quella volta che venne il Federale in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 7 - 1 - numero 3

Brano: [...]e che faceva il suo corso. « Mi fate schifo tutti quanti! — disse. — Siete una massa di smidollati! ».
La stanza rimbombava. « Siete una massa di somari! ».
Mangione si fece piccino piccino: « Anche qui c'è da lavorare.. Siamo gente operosa ».
« Gente inutile! » gridò il federale. — Gente che si sta a grattare
i coglioni dalla mattina alla sera. Che cosa ci fate qui, tappati in questo paese? In questo paese puzzolente? Bisogna andare dove la Patria chiama ».
« Ci andremo » disse Mangione per consolarlo.
« Alzi una mano chi vuol partire! ». Ma nessuno alzò una mano. « Fiato sprecato! » disse il federale sudando.
QUELLA VOLTA CHE VENNE 1L FEDERALE 111
« Parlate più piano, federale. La gente si impaurisce... » azzardò Bucaneve.
Il federale cominciò a parlare più calmo per via del sudore. Parlò di un sacco di cose. Poi si mise a sedere e tornò calmo.
Disse: « Se c'è qualcuno che vuol fare qualche domanda... Dico: c'è qualcuno che vorrebbe sapere qualcosa sulla situazione attuale del mondo? ».
« Vorrei fare una domanda sulla giustizia[...]



da Leoncarlo Settimelli, Una gravissima sentenza conferma la condanna all'ergastolo di Moranino [sopratitolo: La decisione della Corte d'Appello di Firenze colpisce tutta la Resistenza] [sottotitolo: La Corte ha aggiunto addirittura delle aggravanti alle precedenti imputazioni. L'appassionata arringa dell'avvocato Colla - Penosa per il verdetto] in KBD-Periodici: l'Unità - Nuova serie - Edizione nazionale 1957 - - aprile - 19

Brano: [...]non fosse per questi timori, non avremmo certo il bisogno di parlare di tentativi di processo alla Resistenza. Per comprenderlo, bisogna ancor più comprendere cosa sia la Resistenza ed allora si vedrà che non è gonfiando un episodio che si può snaturare un fatto storico nazionale. La Resistenza è la madre della Costituzione e la Costituzione è la Repubblica italiana: e la stessa vita della nazione. Per cui, offendere la Resistenza è offendere la Patria, l'ordinamento delle nostre leggi, la struttura democratica che la legge delle leggi — la Costituzione — impone alla attuale società italiana. Offendere la Resistenza significa offendere la libertà, quella libertà che crearono con Il proprio sacrificio i Gramsci, i Matteotti, i don Minzoni, gli Amendola, i Gobetti, don Vairo, trucidati alle spalle da un milite della repubblica di Salò, regolarmente amnistiato; significa offendere le decine di migliaia partigiani comunisti, socialisti, democristiani, repubblicani, azionisti e monarchici, caduti nella lotta».
Quanto all'atto di guerra, in rappo[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Patria, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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