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Il segmento testuale Pasternak è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 63Analitici , di cui in selezione 5 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da (9 Domande sul romanzo) Carlo Cassola in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 5 - 1 - numero 38

Brano: [...]York; e credano pure, se fa loro piacere, che la cultura consista nell'arrivar primi a sapere certe cose. Per conto nostro crediamo invece che lo star dietro a queste effimere mode sia niente altro che una distrazione e una perdita di tempo (il guaio della vita di oggi é che si conosce troppa gente, si legge troppo, ci si occupa di troppe cose: invece di coltivare con serietà i pochi veri interessi che abbiamo). E come esempio di serietà citiamo Pasternak, che solo di recente ha letto Proust, che non ha ancora letto Kafka, e che certo non si curerà mai di leggere RobbeGrillet. Nella storia e nella cultura del suo tempo uno ci deve vivere naturalmente, senza farsene un problema: e nulla é più paralizzante, per uno scrittore, che stare ogni momento a chiedersi cosa bisogna scrivere oggi, che cos'è « valido » e « importante » oggi. Uno scrittore dovrebbe scrivere ciò che gli sta a cuore, e non curarsi d'altro.
4) Non capisco la domanda. Il romanzo è sempre « oggettivo », nel senso che tende a risolversi in rappresentazione e racconto, anziché in[...]

[...]ori dell'Ottocento, Tolstoi e Dostoievskij, hanno usato direi indifferentemente sia la prima che la terza persona.
5) Il realismo socialista in teoria è un pasticcio, e in pratica ha dato i frutti che sappiamo. Laddove, che so io, il verismo era una formula infelice, ma all'insegna del verismo Verga ha scritto i suoi capolavori.
6) Io sono persuaso che il linguaggio debba essere trasparente, che lo stile debba essere « inavvertito », come dice Pasternak; ma
9 DOMANDE SUL ROMANZO 15
questo non significa affatto «lasciar parlare le cose ». Lo scrittore, é bene lui che parla; ma la differenza tra uno scrittore e un letterato (il « vistoso » scrittore di cui parla la domanda) sta appunto in ciò, che allo scrittore preme esprimere certe cose, mentre al letterato sta a cuore il risultato stilistico.
Mi sarebbe sembrata più interessante un'altra domanda: se sia miglior scrittore chi dice o chi si limita invece ad alludere, a suggerire. Perché una caratteristica di molti scrittori contemporanei, e addirittura la poetica dichiarata di alcuni anche[...]

[...]all'inizio della carriera, essendosi poi precocemente esauriti. È il caso di Hemingway o di Moravia, che non sono riusciti a rinnovarsi, e così pure di Joyce e di Lawrence, che sono finiti nelle secche dell'intellettualismo sperimentale o ideologico. Non c'è insomma un solo scrittore di rilievo la cui arte presenti uno sviluppo, in cui l'opera della maturità presenti qualcosa di nuovo rispetto all'opera della giovinezza: con l'eccezione del solo Pasternak.
Il più bel romanzo italiano di questo secolo è a mio parere Gli indifferenti di Moravia. Il romanziere che personalmente amo di più è Tozzi. Mi è piaciuto molto Signora Ava di Jovine, che ho avuto il torto di leggere solo di recente.
In tutto il mondo darei la palma a Figli e amanti di Lawrence e al Dottor Zivago di Pasternak. Poi indicherei Fiesta di Hemingway, Le grand Meaulnes di AlainFournier, il Dedalus di Joyce, forse anche qualcuno dei romanzi di Mauriac, Therèse Desqueiroux o Noeud de vipères, che per() non ho riletto da molti anni. Tra le raccolte di racconti metto in primo piano Dublinesi di Joyce e Winesburg, Ohio di Anderson.
CARLO CASSOLA



da Romano Bilenchi, Ancora sul romanzo in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1960 - 1 - 1 - numero 42

Brano: [...]in quanto genere letterario: pensa che il romanzo sia nato e si sia concluso nell'Ottocento e che non possa svincolarsi dalle caratteristiche che gli scrittori di quel secolo gli impressero. Ma il romanzo preesisteva all'Ottocento (i Greci, Petronio, Apuleio, i picareschi, Cervantes). Preesisteva ed esiste oggi. Io sono personalmente convinto che scrittori come Joyce, Lawrence, Kafka, Thomas Mann, Musil, Broch, Fitzgerald, Thomas Wolfe, Mauriac, Pasternak, Tomasi di
* V. le nostre «9 domande sul romanzo » in Nuovi Argomenti, n. 3839, maggioagosto 1959.
ANCORA SUL ROMANZO 37
Lampedusa sono scrittori della stessa importanza di un Flaubert o di un Turgenev. Se possiamo ancora accettare per buona l'idea che Henry James aveva del romanzo, cioè una rappresentazione della vita, una concorrenza con la vita, mi pare che gli scrittori che ho citato abbiano tutte le carte in regola.
È ovvio però che la vita cambia continuamente, che cambiano continuamente i rapporti fra l'individuo e il mondo oggettivo, tra la vita interiore e la vita pragmatica. Ma [...]

[...] crisi questa ? Se si, é chiaro che l'arte vive di crisi, che ogni scrittore degno di questo nome mette in crisi quanto é stato fatto prima di lui. Non esisterà mica per caso un « regime del roman
38 ROMANO BILENCHI
zo » ? Dunque a me sembra che il romanzo continui ad avere una sua storia.
E questo ragionamento si potrebbe fare per tutte le arti. Pittori come Picasso, Rosai, Morandi, Matisse, Braque, Klee, poeti come Machado, Guillén, Esenin, Pasternak, Éluard, Montale, Ungaretti, Luzi, e nel campo cinematografico Chaplin, Eisenstein, Clair (il Novecento ha creato perfino una nuova arte) lo provano chiaramente.
2. — Non vedo intorno a me romanzi saggistici. Neppure il romanzo di Musil, L'uomo senza qualità, è a mio parere un romanzo saggistico. Ma in base a quali argomenti giudicate il romanzo di Musil un romanzo saggistico ? A me sembra un romanzo, una grande opera d'arte, senza aggettivi. Questo romanzo é una pura rappresentazione, in cui il flusso vitale, la intrinseca verità che vuole esprimere e che si fa strada di pagina in pagina so[...]

[...]a pressione questa irresistibilità non si vede e non opera, significa che si trattava di un mondo fittizio e posticcio, elucubrazione cartacea di mediocri che si lamentano che gli uomini di maggior statura non siano d'accordo con loro ». A stare ai risultati letterari ufficiali e ufficiosi, prodotto della pressione del partito, si direbbe che la politica sovietica sia elucubrazione cartacea di mediocri. Per fortuna ci sono un Olesa, un Babel, un Pasternak, i grandi scienziati di oggi che ci dicono che la realtà sovietica é una realtà complessa e seria.
Al giorno d'oggi un vero movimento letterario utile al mondo é quello dei giovani narratori spagnoli. Non solo é valido poeticamente poiché questi scrittori puntano sul romanzo come universo, ma anche socialmente. Non é susseguente ad alcun avve
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nimento, ma del tutto spontaneo. La realtà spagnola che questi narratori rappresentano non é quella di Franco, della falange, dei banchieri, dei latifondisti e dei preti. Essi preanunciano qualcosa che in Spagna dovrà pure accade[...]



da Franco Fortini, Che cosa è stato il Politecnico in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 3 - 1 - numero 1

Brano: [...]goscia storica) le tesi d'uno storicismo integrale; ma gli altri polemizzano con lui come se quelle tesi fossero le sue. Sopra la sua testa, si discute coi comunisti, anzi con la
Iunga bestemmia» del pensiero moderno, dalla Riforma ai giorni nostri. Né sono sufficienti gli esempi di indipendenza di fronte all'ortodossia cul turale sovietica, che il settimanale continua a moltiplicare, pubblicando Olescia o Babel, parlando di uno Chagall o di un Pasternak come di artisti rivoluzionari, ponendo sullo stesso piano le vittorie del progresso democratico americano e quelle del progresso socialista.
Certo, in quel primo tempo almeno, la redazione non vede chiaro in quale direzione si debba andare, anche se avverte quanto importi l'esistenza di un foglio come il Politecnico nella situazione di allora. Era l'inverno 194546, uno dei più tetri inverni di quegli anni. Milano pareva risentire di tutta la tensione e la stanchezza del tempo di guerra. Chi veniva da Roma, già avvezzo ad un diverso dopoguerra, faceva fatica a capire come si potesse vivere in[...]

[...] dappertutto è terreno di scontro... e la rivoluzione è una sola », come allora scriveva Pavese. Eppure, a nostro onore, devo dire che nessuno si illudeva di risolvere i problemi andando verso il popolo. Tanto
2 In sei mesi il settimanale, oltre a poesie di Saba, Montale, Solmi, Sinisgalli e di molti giovani, pubblicò traduzioni di testi poetici di Rimbaud, Larbaud, Éluard, Jacob, Aragon; Lorca, Alberti, Altolaguirre; Leonhardt, Brecht, Toller; Pasternak, Majakowskj, Bloch; Auden, Spender, Mac Neice, Eliot; Whitman, Mac Leish, Sandburg, Gold, Prokosch, Rolfe, Lindsay, ecc,
ii i
188 FRANCO FORTINI
che, quando al n. 8, fu annunciata la costituzione dei «Gruppi di Amici del Politecnico», si avverti che l'iniziativa coincideva con uno dei tentativi accennati dalla direzione culturale del Partita Comunista per controllare maggiormente il settimanale e insieme per potenziarlo; e ci fu una notevole resistenza a quei «gruppi» che sarebbero facilmente diventati, come tutte le analoghe formazioni di quel tempo, portavoce di comodo del Partita Comuni[...]



da Vittorio Strada, Per una teoria del romanzo russo in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - maggio - 31 - numero 3

Brano: [...]tico romanzo russo degli anni Venti, Invidia di Olesa, che, secondo la magistrale interpretazione di Gladkov', registra la resa volontaria e autodistruttiva del mondo dell'immaginazione al mondo della realtà. Ma nel romanzo russo sovietico possiamo vedere anche un'altra linea: quella della riconquista di questa libertà interiore e dello spazio illimitato del futuro eticoutopico e della trascendenza metafisicoreligiosa: in Platonov e Bulgakov, in Pasternak e Solzenicyn.
Se il romanzo russo « classico », abbiamo detto, può essere visto come una metafora dell'intreccio filosoficostorico universale, il romanzo russo sovietico può essere interpretato come una metafora del suo proprio sviluppo, della sua caduta e del suo riscatto e, piú ampiamente, come la cifra spirituale di tutta la vita della Russia moderna codificata nel suo romanzo ottocentesco. E se il romanzo russo classico si era svolto tra due eventi epocali (la rivoluzione francese e la rivoluzione russa) e all'interno di un confronto tra due entità storicosimboliche (la Russia e l'Europa[...]



da (9 Domande sul romanzo) Elémire Zolla in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 5 - 1 - numero 38

Brano: [...] non è della maggioranza dei francesi dinanzi al 13 maggio? Dove manca l'attenzione c'è il controllo maniaco, e la scuola dello sguardo é almeno più coerente di chi insinua smancerie nella pura registrazione di comportamenti oggettivi, disinfettati di pensiero.
Il realismo socialista è morto, le sue esequie celebrate da rivoluzioni proletarie; ma la sua morte civile risale al tempo in cui cessò di essere realistico il socialismo.
Una poesia di Pasternak fra le recenti dice perché non si può più stare dalla parte degli oppressi quando questi siano ottimisti.
ELÉMIRE ZOLLA


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Pasternak, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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