Brano: [...]ngiano, vivono e non vivono. Si. tratta, dal punto di vista sociale, di un'inchiesta circoscritta soltanto al cosiddetto (( proletariato degli stracci », nelle forme di disgregazione che son proprie di Palermo e provincia: quasi un quinto delle popolazione in Palermo città. È un monde, umano ben caratterizzato, che ha per squallido scenario della sua. vita i cortili Cuscino, la Kalsa, Ballarti, Piazza Donnissini, Castello S. Pietro; Spine Sante, Partinico etc. Ë un mondo che non conosce mestieri, ma, come si è detto, modi di arrangiarsi, e, arrangiandosi, di campare la vita: arrifiatori, panerari, venditori di milza, di mussu, di budelle arrostite, minestrari, caramellai, cioccolatari; bancarellari, spicciafaccende, ruffiani, prostitute ufficiali e private, cantastorie, cenciaioli, e infine ladri o peggio. Così intenzionalmente circoscritta ai ceti sociali disgregati di Palermo e provincia l'inchiesta del Dolci si sottrae alla solita obiezione che Palermo e provincia ((non sono soltanto questo »: che è poi la obiezione di coloro che in fondo, [...]
[...]nni. Noi ce ne eravamo andati
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ma due vollero rimanere attaccati alla terra: non volevano muoversi. E i . carabinieri, quando questi rimasero soli, vennero ad arrestarli.
Non so con precisione come siano andate a finire le cose perche la sera, stessa, tornato da li, andai a Montelepre, per l'occupazione del feudo vicino e poi li mi misero in galera.
Nello stesso tempo anche i contadini di Cinisi, Carini, Partinico,. Terrasini e Montelepre si agitavano per avere le terre del Piano degli Aranci. Si stabili che io dovevo andare a visitare questi comuni per rendermi conto di cosa avveniva. Intanto era stato organizzato un comizio a Carini dove avrei dovuto parlare io. Siccome nella piazza v'era la festa del Santo Patrono, si decise che avrei parlato dentro i locali della Camera del lavoro che trovai affollatissima. I pressi della Camera del lavoro e le vie vicine erano perlustrati dai gruppi di carabinieri, tra questi anche quelli della C.F.R.B. (Comando Forze Repressione Banditismo). Seppi che si voleva a[...]
[...] avrei dovuto parlare io. Siccome nella piazza v'era la festa del Santo Patrono, si decise che avrei parlato dentro i locali della Camera del lavoro che trovai affollatissima. I pressi della Camera del lavoro e le vie vicine erano perlustrati dai gruppi di carabinieri, tra questi anche quelli della C.F.R.B. (Comando Forze Repressione Banditismo). Seppi che si voleva a qualunque costo evitare l'occupazione del feudo. Partii per Terrasini, visitai Partinico e da qui a Montelepre. Ovunque mi portavo, ovunque leggevo chiaramente nel volto dei contadini la loro contentezza per l'approssimarsi della realizzazione di un loro sogno secolare: « un pizzuddu di terra ». È difficile descrivere il mio stato d'animo di quei momenti. Montelepre era a quel tempo al centro dell'attenzione internazionale ed &a mi trovavo a Montelepre, centro del banditismo.
Alcune volte pensavo che trentasei capi contadini, in Sicilia, erano già caduti sotto il piombo dei sicari. Chissà... Eppure avevo commesso delle imprudenze: da Montelepre ero andato a Carini, assieme a un [...]
[...]icile descrivere il mio stato d'animo di quei momenti. Montelepre era a quel tempo al centro dell'attenzione internazionale ed &a mi trovavo a Montelepre, centro del banditismo.
Alcune volte pensavo che trentasei capi contadini, in Sicilia, erano già caduti sotto il piombo dei sicari. Chissà... Eppure avevo commesso delle imprudenze: da Montelepre ero andato a Carini, assieme a un contadino, a piedi, prendendo in mezzo le trazzere. Una volta da Partinico a Montelepre. Tu capisci? Neanche durante la guerra di liberazione avevo pensato a questo, forse perché li il nemico lo avevo di fronte; qui invece da un momento all'altro mi poteva capitare di ricevere una schioppettata da dietro un palo di fichidindia.
Una sera mentre parlavo nella Camera del lavoro di Montelepre é venuto un carabiniere che mi invitò a seguirlo in caserma perché mi voleva parlare il maresciallo. Ci dissi che ci sarei andato appena finito. Vi andai, una ventina circa di contadini mi vollero accompagnare. Il maresciallo, che già mi aspettava, ostentando una certa calma, mi i[...]
[...]ito quando sono andato volontario per la guerra di Liberazione). Tante volte mi reggevo alla coda del mulo, e una volta mi buttai per terra che credevo di non farcela piú.
Arrivammo verso le sette. Attendemmo. Via via venivano gli altri: trecento circa. Aprimmo le bandiere e partimmo verso Sagana. Appena
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arrivati vicino alle case, scorgemmo da lontano un altro gruppo di contadini con le bandiere: erano di Partinico.
Ci unimmo e ci baciammo. Ma intanto s'era schierata in un piazzale la C.F.R.B.: si fece avanti un ufficiale e ci disse cosa eravamo venuti a fare. Dicemmo la verità, eravamo venuti a occupare il feudo. Questo ci voleva distogliere, minacciandoci: — La legge, la galera... — Intanto un maresciallo s'era diretto in un gruppo di contadini che tenevano le bandiere: uno teneva la bandiera italiana, un altro la bandiera rossa. Abbassi queste bandiere! Qui non siamo comunisti — disse il maresciallo: — Via la bandiera rossa, questa non é italiana. — C'era il pericolo di cadere nella loro provocazio[...]