Brano: [...]rogetti, che furono bene accetti all'autorità, ebbe la fortuna di essere nominato direttore della Compagnia dei Commedianti ordinari di s.M.I.R., istituita con decreto vicereale il 12 agosto 1807 e sovvenzionata dallo stato. La compagnia allestí fra l'altro l'Ajace a Milano e la Ricciarda a Bologna. Un ricchissimo carteggio relativo ai Commedianti ordinari e al Fabbrichesi è conservato presso l'Archivio di Stato in Milano (« Spettacoli pubblici Parte moderna », cartella n. 18). Una parziale, ma accurata ricognizione del materiale è stata svolta da A. MANZI, Foscolo, la censura teatrale e il governo italico, in « Rivista d'Italia », xv, 1912, vol. I, fasc. 45, pp. 629, 639, 656, 810, 821, 822.
5 Il documento citato è conservato presso l'Archivio di Stato in Milano (« Spettacoli Pubblici Parte Moderna », cartella n. 18), insieme al carteggio relativo all'incarico di revisore delle traduzioni affidato al Foscolo. Sull'argomento si veda l'attenta ricognizione del MANZI, art. cit., in particolare le pp. 631636, 785, 802.
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Attraverso uno scambio di lettere e dispacci fra il ministro Vaccari e il direttore generale della pubblica istruzione Scopoli, si giunge alla proposta avanzata da quest'ultimo in una lettera del 28 agosto 1811 con la candidatura del Foscolo, giudicato la « persona piú idonea per il lavoro di revisione delle traduzioni dei testi teatrali ». Del 31[...]
[...]ista ») e forse anche (ma non solo) per questo la tragedia non ebbe lo sperato successo. Alberto Tessari (nato a Verona il 21 giugno 1780 e morto probabilmente dopo il 1845), di famiglia borghese, si distinse fra i filodrammatici veronesi, avendo compiuto studi regolari. Dopo un normale periodo di apprendistato entrò come « tiranno » nella Compagnia Reale (la sua scrittura è conservata presso l'Archivio di Stato in Milano: « Spettacoli Pubblici Parte Moderna », cartella n. 18). Sposò nel 1812 Caterina Cavalletti (che prese il posto di prima attrice sostituendo la Fiorilli Pellandi e fu Ricciarda nelle rappresentazioni bolognesi) e rimase fino al 1824 nella compagnia diretta dal Fabbrichesi, trasferitasi al Teatro dei Fiorentini in Napoli. Alternò il lavoro di attore a quello di capocomico di compagnie
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egregiamente da Guido che ha dell'ardito e del pertinace: quanto a Corrado, è parte importante piú che non si crede, perché la prima scena in cui sta la facciata dell'edificio dipende molto da lui... Ma badate; se la donna zoppic[...]
[...]ntenzioni registiche. A proposito della Ricciarda egli
12 Le Discipline allegate al regolamento della Compagnia Reale (1811) prevedono che « ... Nessun attore potrà essere obbligato a recitare un componimento nuovo per lui, se non dopo quindici giorni almeno di tempo dacché ne avrà ricevuto l'incarico... Le prove si faranno da qualunque Attore, nessuno eccettuato, a memoria compiutamente... » (Archivio di Stato in Milano, « Spettacoli Pubblici Parte Moderna », cartella n. 18).
13 Si veda in proposito ciò che scrivono il FLORI, op. cit., pp. 143, 144 e la SCOPEL, op. cit., p. 51.
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scrive: « ... della prima attrice di Fabbrichesi non ho grande concetto; non potrei, diriggendola, darle quel che non ha; ma le torrei, non foss'altro, molti difetti, e le metterei in capo ciò che forse reciterebbe senza intendere; perché quanto al sentire, gl'insegnamenti non ne possono, e si resta sempiternamente tal quali » (Epistolario, vol. iv, p. 277).
Non sappiamo a quali esiti approdasse lo strenuo impegno del giovane regista: non troppo lu[...]
[...] sua compagnia. Per quanto concerne i costumi, si veda, a titolo d'esempio, il contratto di scrittura di Nicola Pertica e della figlia (Ferrara, 24 agosto 1807), in cui si legge, fra l'altro: « ... Si vestiranno ambedue del proprio sempre in carattere, e somma decenza, e dove non la conoscessero saranno tenuti consultare il capocomico... » (i documenti su cui ci basiamo sono conservati presso l'Archivio di Stato in Milano, « Spettacoli Pubblici Parte Moderna », cartella n. 18).
17 Cfr. E. FLORI, op. cit., p. 144 e S. SCOPEL, op. cit., p. 51. Si ricordi la lettera del protagonista Paolo Belli Blanes che, il 28 settembre 1811, piú di due mesi prima del debutto, scriveva al Foscolo: « ... Ho già ricevuto da Firenze il figurino dell'Ajace e si sta travagliando in adesso nell'elmo, che verrà fatto a tutto scrupolo di verità; insomma io mi lusingo, mercè i tuoi rari e singolari talenti, consolidare quel poco di buon nome che mediante un assiduo studio mi sono fin ora acquistato » (Epistolario, vol. III, p. 523).
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LA RAPPRESENTAZIONE DELL'« AJACE » [...]