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Il segmento testuale Parola è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 27Analitici , di cui in selezione 2 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Carlo Ferdinando Russo, Dietro le quinte della parola in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - luglio - 31 - numero 4

Brano: DIETRO LE QUINTE DELLA PAROLA
Anche di Omero parlerò, per motivi spero accettabili: « Se tu sapessi parlare per arte e per scienza di Omero, sapresti parlare ad un tempo di tutti i poeti, poiché la poietica è un tutto unico »: cosi il Socrate platonico nel dialogo che prende il nome dal rapsodo Ione. Ione è quel rapsodo che si mette a sonnecchiare quando parlano di altri poeti, ma la lingua gli si scioglie appena sente il nome Omero (532c).
Che Omero sia un preautore di teatro è del resto pacifico, a iniziare da Platone e da quei manoscritti su papiro che lo presentano come un'opera a piú voci. Platone: « di tutti quest[...]

[...]caico (e di un'Iliade ciclica) del novembre 1979, mi sono fermato qui sull'ingegneria dello spettacolo per il « canto decimo Dolonia » nel programma agonale e teatrale dell'Iliade. Ora risulta, in maniera tanto inaspettata quanto diretta, che la redazione della Dolonia fu da Omero affidata a un collaboratore: ne parlerò insieme ad altre notizie per sonali r i s e r v a t e da Omero intessute in luoghi deputati dell'opera, dietro le quinte della parola.
402 CARLO FERDINANDO RUSSO
la poietica omerica e drammaturgica adotta una unità di misura ossia un modulo e che segue il principio delle proporzioni ossia dei rapporti. L'unità di misura è il tre. Cosa vuol dire? Vuol dire che gli uni e gli altri materiali, gli uni e gli altri aspetti costruttivi sono modulari, ossia sono divisibili per quella unità modulare.
Ma il modulare sarebbe un principio in sé e per sé inerte. La composizione vera e propria si attua secondo la dinamica dei rapporti e delle relazioni che regolano gli uni e gli altri materiali, gli uni e gli altri elementi e piani de[...]

[...]La composizione, nell'adottare un modulo, si muove liberamente entro l'unità di misura: non trovate terzine, sestine, enneadi, ecc. Questo per il modulo. La dinamica della composizione è data dal rapporto, e i rapporti sono: armonico, geometrico, aritmetico. La coesistenza di rapporti concorrenti dà alla composizione quella flessibilità e varietà che il compositore sembra si negherebbe: le regole non imprigionano la Musa.
DIETRO LE QUINTE DELLA PAROLA 403
Naturalmente l'utente non percepisce tutto: anche dopo un concerto, solo il ricorso a un esemplare dello spartito può dare un'idea della struttura profonda. L'utente antichista, certo, dispone solo di esemplari di relativa autorità; purtuttavia in quegli esemplari è rimasta piú che l'ombra del libretto d'autore, perché le proprietà costruttive e le didascalie principi sono interne al testo, da Omero ai drammaturghi. Giorgio Pasquali, quando insegnava qui in Toscana, esclamava: « Siamo piú ricchi, siamo piú ricchi di quel che crediamo ». E piú ricchi sono anche i modernisti; cinquanta ann[...]

[...]re silenziati per un agone ciclico e quale è il canto invece che deve entrare in circuito per quella occasione, e con quale messaggio programmatico e teatrale. E perché l'ammirata scena fra Glauco e Diomede nel libro sesto è mobile, e quale messaggio programmatico e teatrale ha tale mobilità. Cos'è avvenuto per Omero? È avvenuto che sono riemersi i principi pilota: principi matematici, quanto mai elementari e cristallini.
DIETRO LE QUINTE DELLA PAROLA 405
Naturale e dinamico patrimonio per un antico poetamusico e per i suoi utenti questa pur elementare matematica poietica procura un qualche disagio ai piú dei moderni. Giosuè Carducci nel discorso sull'opera di Dante attestava che le proprietà matematiche della Divina Commedia non erano intese dai suoi contemporanei; ma il poeta Carducci le intendeva e indicava quale armonica esecuzione formale avesse prodotto il fren dell'arte. Ernst Robert Curtius, nel 1948, raccomandava ai dantisti occupati nel commento antiquario e nel godimento apparentemente estetico di fare attenzione ai principi co[...]

[...]ne della cultura in campi separati e minorati, mentre scissa non era la cultura greca. Sentite di nuovo Platone, terra terra: « prendiamo quella scienza che abbraccia tutte le discipline in unità. — Quale? — Questa, ad esempio, di cui ha bisogno ogni arte, ogni indagine, ogni scienza, e che fra le prime deve essere appresa da chiunque. — Ma quale è? — Una cosa da nulla, e che consiste nel saper distinguere i numeri: l'uno, il due, il tre. In una parola sola la scienza dei numeri e il calcolo: non è forse vero che ogni arte e ogni scienza sono costrette a farne uso? » (Platone, Repubblica, libro vii 522bc). I greci non distinguevano le cosiddette belle arti e le cosiddette arti manuali; l'abilità tecnica era tanto del carpentiere che dell'architetto che del costruttore di poesie.
Per concludere intorno al disagio: romantico è l'ammonimento sull'antagonismo fra intelletto e intuizione, idealistico e neoidealistico è lo snobismo per i « numeri ». E sia pure; ma per il panico non ci sono t r a n q u i 11 a n t i: il panico che la Parola ha di [...]

[...]a, libro vii 522bc). I greci non distinguevano le cosiddette belle arti e le cosiddette arti manuali; l'abilità tecnica era tanto del carpentiere che dell'architetto che del costruttore di poesie.
Per concludere intorno al disagio: romantico è l'ammonimento sull'antagonismo fra intelletto e intuizione, idealistico e neoidealistico è lo snobismo per i « numeri ». E sia pure; ma per il panico non ci sono t r a n q u i 11 a n t i: il panico che la Parola ha di venire spodestata dal Numero.
Palazzo Riccardi, 28 aprile 79
CARLO FERDINANDO Russo
« BELFAGOR » Antichità
1980: V. LANTERNARI Enciclopedia delle religioni di A. Donini G. VALGIMIGLI Marchesi amico di casa Valgimigli V. DE DONATO e BELF. Calendari antichi e Una corsiva da « Scriptorium » A. LAMI Città e regimi classici nel pensiero greco
F. DE MARTINO Un proemio secondo e le due palinodie di Stesicoro O. Vox Esiodo fra Beozia e Pieria S. TIMPANARO Il carteggio RajnaSalvioni e gli epigoni di Graziadio Ascoli C.F. Russo Dietro le quinte della parola
1979: J.P. VERNANT Le sujet tragi[...]

[...]tichità
1980: V. LANTERNARI Enciclopedia delle religioni di A. Donini G. VALGIMIGLI Marchesi amico di casa Valgimigli V. DE DONATO e BELF. Calendari antichi e Una corsiva da « Scriptorium » A. LAMI Città e regimi classici nel pensiero greco
F. DE MARTINO Un proemio secondo e le due palinodie di Stesicoro O. Vox Esiodo fra Beozia e Pieria S. TIMPANARO Il carteggio RajnaSalvioni e gli epigoni di Graziadio Ascoli C.F. Russo Dietro le quinte della parola
1979: J.P. VERNANT Le sujet tragique: historicité et transhistoricité F. DE
MARTINO Posizioni eccentriche: Zenodoto e Agamennone S. TIMPANARO Vitelli e De Sanctis (in una lettera a L. Russo del 1924) O. Vox La prima discendenza delle foglie di Omero B. HEMMERDINGER Fustel de Coulanges et la lutte des classes, à Athènes et à Paris C. F. Russo Fisionomia di un manoscritto arcaico (e di un'Iliade ciclica) M. VALGIMIGLI L'apollineo Ettore Bignone [inedito 1938]
1978: G. PASQUALI scritti rari Mutamenti nel paesaggio italiano [1942]. « Libreria Fratelli Sosii » di G. Pascoli [ 1951, con lettere[...]



da Luigi Rodelli, Il Craxi-concordato. tre atti con i patti del 18 febbraio in KBD-Periodici: Belfagor 1984 - 3 - 31 - numero 2

Brano: [...]lte parti contraenti ».

Alla gente, magari, piacerebbe saperne qualcosa di più (ne ha il diritto), ma gli si sussurra alle orecchie che il Concordato è un atto di diritto internaziona214

LUIGI RODELLI

le, che c’è di mezzo la segretezza della procedura e che solo per la longanimità di Andreotti si è fatto (1976) uno strappo alla regola si che il Parlamento fosse informato delle varie fasi della trattativa. Nel linguaggio parlamentare la parola Parlamento viene a significare assai spesso l’insieme dei soli capi dei gruppi parlamentari. Costoro riassumono il testo ed elaborano la risposta. Ai giornalisti si assegna il compito di ridurre il tutto in pillole assolutamente innocue. L’opinione pubblica sia dunque informata; per quel tanto (o poco) che piace al governo.

Una volta i giornali socialisti pubblicavano le vignette di Scalarmi, che oggi appaiono datate, pur con le loro storiche verità. Ce n’è tuttavia una, « La piovra », che non ha perso nulla della sua attualità: il Vaticano viene rappresentato come una piovra che estende o[...]

[...]ci costituzionali e dei principi dottrinali cattolici. In che cosa consisterà dunque la « più ampia libertà religiosa » se non in una varietà di privilegi e concessioni che accrescano, oltre i limiti costituzionali e quindi a danno delle altrui libertà (ad esempio, dei non credenti), la « dimensione » spaziale e temporale delle masse cattoliche? Nel linguaggio della Chiesa, la « persona » è il luogo dove risuonaIL CRAXICONCORDATO

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la « Parola », cioè la parola di Dio, interpretata dalla gerarchia ecclesiastica. Non è previsto che nelle « ulteriori intese » i diritti della « persona » debbano cedere di fronte ai diritti dell’individuo, cioè del cittadino che non si riconosca nella cattolica « persona ».

Inutile chiedersi se la cooperazione sarà dello Stato con la Chiesa o della Chiesa con lo Stato. I craxiani « patti di libertà e di cooperazione » non saranno soggetti all’approvazione del Parlamento, ma saranno riconducibili, come ha detto il « saggio » e « logico » Craxi, ai moduli convenzionali dell’ordinaria amministrazione (saranno stretti, c[...]

[...]mente assicurata la reciproca libertà di comunicazione e di corrispondenza fra la Santa Sede, la Conferenza Episcopale Italiana, le conferenze Episcopali regionali, i Vescovi, il clero e i fedeli, cosi come la libertà di pubblicazione e diffusione degli atti e documenti relativi alla missione della Chiesa.

3. È garantita ai cattolici e alle loro associazioni e organizzazioni la piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

4. La Repubblica italiana riconosce il particolare significato che Roma, sede vescovile del Sommo Pontefice, ha per la cattolicità.

3. Vescovi e parroci 1. La circoscrizione delle diocesi e delle parrocchie è liberamente determinata dall’autorità ecclesiastica. La Santa Sede si impegna a non includere alcuna parte del territorio italiano in una diocesi la cui sede vescovile si trovi nel territorio di altro Stato.

2. La nomina dei titolari di uffici ecclesiastici è liberamente effettuata dall’autorità ecclesiastica. Quest’ultima dà comuni[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Parola, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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