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Il segmento testuale Palazzo Marino è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 36Entità Multimediali , di cui in selezione 8 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 41

Brano: [...]ro, a decorrere dal giorno dopo, per non dare l’impressione di aver ceduto di fronte all'ultimatum lanciato dai fascisti, e che ne intimava la cessazione immediata. Lo sciopero, male organizzato, preparato in segreto ed effettuato con ritardo, riuscì soltanto parzialmente e, di fatto, segnò la fine della resistenza proletaria. A Milano i fascisti assaltarono e incendiarono l’« Avanti! », oltre a numerose sedi comuniste e socialiste, e occuparono Palazzo Marino, defenestrandone l’amministrazione socialista. Analoghe violenze si ebbero in altre località.

Dopo questo grave insuccesso, l’A. venne liquidata: il primo ad abbandonarla sarà il sindacato dei ferrovieri (18 agosto) che pure ne era stato il promotore. L’Unione Sindacale Italiana e l’Unione Italiana del Lavoro ne usciranno rispettivamente il 29 e il 30 agosto. Il 6.8.1922, malgrado che Gabriele d’Annunzio (v.) si fosse clamorosamente compromesso con i fascisti col discorso al balcone di Palazzo Marino, che ne avallava l’occupazione, De Ambris, Campolonghi e Gibelli si recarono a Gardone, pe[...]

[...]a. Analoghe violenze si ebbero in altre località.

Dopo questo grave insuccesso, l’A. venne liquidata: il primo ad abbandonarla sarà il sindacato dei ferrovieri (18 agosto) che pure ne era stato il promotore. L’Unione Sindacale Italiana e l’Unione Italiana del Lavoro ne usciranno rispettivamente il 29 e il 30 agosto. Il 6.8.1922, malgrado che Gabriele d’Annunzio (v.) si fosse clamorosamente compromesso con i fascisti col discorso al balcone di Palazzo Marino, che ne avallava l’occupazione, De Ambris, Campolonghi e Gibelli si recarono a Gardone, per tentare un’ultima manovra e fare del « poeta soldato » il salvatore della patria. Nel quadro degli eventi che caratterizzarono quei giorni, è da ricordare come il riformista Baldesi caldeggiasse l’idea di costituire un « partito del lavoro », mentre gli autonomisti di Genova pensavano a una « Costituente del lavoro ». Mussolini, da parte sua, pose come condizione alla Confederazione Generale del Lavoro, in cambio della possibilità di vivere, l'autonomia dai partiti.

La posizione dei comunisti

Sin[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 686

Brano: [...]roposito dell’atteggiamento « indignato » assunto dalla grande stampa borghese per l’assassinio del deputato socialista Di Vagno (v.): « Il Corriere della Sera è al suo posto di deviazione deH’opinione pubblica. Commuoversi per l’uccisione di un deputato sì, ma con cautela. E se c’è un cadavere socialista non è male per dare addosso ai socialisti ».

Il punto più alto di questa parabola si ebbe quando i fascisti nell’agosto del 1922 occuparono Palazzo Marino a Milano, sede dell’amministrazione socialista. L’indomani il « Corriere » commentò il fatto affermando che i fascisti si sostituivano all’assenza di uno Stato incapace di irttervenire, anche se, ovviamente, « l’occupazione non è di quegli atti che possiamo approvare ». E di qui il « Corriere » passò subito a sostenere a spada tratta la partecipazione dei fascisti al governo. E la stessa marcia su Roma, che pure insospettì Albertini, non indusse il giornale a cambiare atteggiamento, come appare dai commenti che seguirono l’avvenimento, e che parlavano di un « ritorno alla normalità ». Quando [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 27

Brano: D’Annunzio, Gabriele

narono un po’ in tutta Italia e a Milano, insieme con i nazionalisti, occuparono con la forza Palazzo Marino scacciandone l'amministrazione comunale socialista, D’Annunzio accolse le richieste dei nazionalfascisti e il 3 agosto, dal balcone del Municipio occupato, tenne un discorso in cui, sempre con il linguaggio alato allusivo che gli era proprio, pur tentando di ribadire il suo appello alla concordia nazionale, in pratica non fece altro che portare l'appoggio della propria prestigiosa solidarietà al movimento che ormai Mussolini saldamente capeggiava con intenti esattamente opposti a quelli della pacificazione nazionale e del rinnovamento sociale. D’Annunzio non dovè rendersi conto di ciò. Dall’t[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 281

Brano: [...]fascisti. Conflitti a Rimini, Pavia, Biella. 31.7: In Puglia « mazzieri » fascisti occupano il municipio di Andria e, a cavallo, muovono alla conquista di Bari difesa dagli Arditi del popolo.

2.8: In risposta allo sciopero proclamato daH’Alleanza del lavoro, i fascisti si scatenano a Genova, Livorno, Ancona, Bari e in molti altri centri; a Parma non riescono a passare per la decisa reazione dei lavoratori.

3.8: A Milano i fascisti occupano Palazzo Marino, sede del municipio socialista, e distruggono la sede dell’« Avanti! » (morti e feriti).

13.8: Il Partito fascista costituisce un triumvirato per organizzare e dirigere l’attività armata degli squadristi.

20.9: Mussolini, parlando a Udine, ribadisce che vuol « governare l'Italia ».

26.9: Parlando a Cremona, Mussolini afferma che i fascisti hanno « iniziato una marcia » che non potrà fermarsi prima di aver raggiunto Roma.

2.10: Squadre fasciste « destituiscono » il sindaco sudtirolese di Bolzano e costringono alle dimissioni il governatore del TrentinoAlto Adige. 8.10: Giolitti, a [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 534

Brano: [...]uida sicura, perdeva terreno: soltanto a Parma gli Arditi del Popolo (v.) comandati da Guido Picelli (l’eroico avvocato antifascista che morirà combattendo in Spagna) e con l’appoggio della popolazione riuscirono a fronteggiare validamente gli assalitori. Il 3 agosto, a Milano, i fascisti occuparono di forza la sede del Comune socialista e Gabriele D’Annunzio, riconciliatosi con il fascismo dopo aver sperato di diventarne il capo, dal balcone di Palazzo Marino esaltò l’impresa. II 4 settembre le squadracce invasero Civitavecchia e anche qui dichiararono decaduta l’amministrazione socialista. Nello stesso giorno fu occupata Ancona.

Intanto esponenti politici della destra, come l’ex presidente del Consiglio Antonio Salandra, chiedevano pubblicamente di essere considerati «fascisti onorari». Anche in seno alla famiglia reale ci si accostava al fascismo: si dichiararono fascisti i SavoiaAosta che nutrivano l’ambizione di togliere la corona ai SavoiaCarignano.

Il 28 settembre, a Merano, il duca Amedeo d’Aosta, ex comandante della IV Armata, passò [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 655

Brano: [...]l'attività parlamentare, rieletto consigliere comunale a Milano dal 1956 al 1964, fu assessore e vicesindaco, particolarmente ope

roso nel campo della scuola, della cultura e dell'arte. Sempre attento e sensibile ai problemi dell'antifascismo, assunse la presidenza del Centro di cultura intitolato alla Medaglia d’oro Giancarlo Puecher (v.). La morte Io colse improvvisamente nella sua abitazione di Milano, dopo un’intensa mattinata di lavoro a Palazzo Marino.

Medici Tornaquinci, Aldobrando

N. a Terranova Bracciolini (Arezzo) il 14.8.1909, m. nel 1947; industriale. Aderente al movimento detto di « Ricostruzione Liberale » sorto dopo il 25.7.1943, assieme a Marino Mari lo rappresentò nel comitato interpartitico costituito a Firenze durante i 45 giorni del governo Badoglio. Dopo I'8.9.1943 entrò a far parte del Comitato toscano di liberazione nazionale come delegato del Partito liberale, rappresentando il Comitato stesso nel Comando militare.

Attivo e coraggioso combattente, divenne ben presto il più autorevole esponente liberale in seno al[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 704

Brano: Milano

durante il quale i fascisti si erano limitati ad assicurare il crumiraggio sui mezzi pubblici, il 3 agosto le squadracce invasero Milano e, nel pomeriggio, sotto gli occhi delle forze dell’ordine assolutamente inerti, diedero l’assalto a Palazzo Marino, sede del municipio socialista. La successiva richiesta dei fascisti di dichiarare « decaduta »

1 amministrazione socialista e di affidare il comune a un commissario prefettizio, fu prontamente accolta dal prefetto di Milano.

La reazione popolare fu immediata: negli scontri susseguitisi in città rimase ucciso uno squadrista, ma il piano reazionario attuato con la complicità della polizia alla fine ebbe la meglio.

L'assalto all’* Avanti! »

Esemplare fu, a questo proposito, la tecnica usata per l’assalto all'« Avanti! », compiuto dalle squadre fasciste capeggiate da Cesare Forni e R[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 635

Brano: [...]uadre antisciopero.

I fascisti si atteggiarono a tutori dell’ordine e intrapresero un’azione a vasto raggio contro le città del CentroNord. Si registrarono scontri violenti a Novara (v.), ad Ancona, a Livorno e a Genova (v.), dove venne tra l’altro devastata la sede del quotidiano riformista (v. Lavoro Nuovo, II). A Milano, le squadre di Cesare Forni, Luigi Gatti, Aldo Finzi, Parenti, Franco Colombo, Tanzi e Chiabrera attaccarono e occuparono Palazzo Marino (sede del Comune), cacciandone l’amministrazione socialista, e incendiarono la sede dell'“Avanti!”.

Con il fallimento dello “sciopero legalitario” il movimento operaio fu praticamente sconfitto e tutti i cen

tri dell’Italia settentrionale e centrale finirono sotto il controllo dei fascisti. Facevano ancora eccezione Torino (v.), dove gli squadristi ancora non osavano entrare, e Parma (v.), dove la popolazione e gli Arditi del popolo (v.) capitanati da Guido Picelli (v.) costrinsero le squadre di Balbo alla ritirata dopo cinque giorni di combattimenti (v. Oltretorrente, Battaglia dell’).[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Palazzo Marino, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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