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Suggerimento: provare anche P.R.I.Il segmento testuale PRI è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 54Analitici , di cui in selezione 3 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Paolo Alatri, La goccia di Sakharov in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - marzo - 31 - numero 2

Brano: [...]tibile la permanenza in un organismo come l'Associazione ItaliauRs s, che per gli intenti con cui è nata, per lo statuto che la regge e per lo spirito con cui abbiamo sempre cercato di operarvi dovrebbe custodire e sviluppare i buoni rapporti culturali tra i nostri due Paesi. Ma quali rapporti è possibile coltivare in spirito di parità, di sincerità e di lealtà con un Paese le cui autorità, in spregio all'opinione pubblica mondiale, assumono, proprio nel campo della cultura e tra gli uomini di cultura, provvedimenti cosí illiberali e repressivi come quelli che sono da ultimo culminati nell'ostracismo e nel confino comminato a uno scienziato e a un intellettuale del valore e del prestigio dell'Accademico Sakharov?
Ti prego pertanto di accogliere — in segno di vibrata protesta — le mie dimissioni da membro del Comitato Direttivo dell'Associazione italiana per i rapporti culturali con l'Unione Sovietica.
È questa una decisione che prendo dopo matura riflessione e, naturalmente, con senso di pena, tanto piú che per i ben nove anni in cui h[...]

[...]di Segretario Generale dell'Associazione, negli anni seguenti in cui ho fatto parte della sua Presidenza e poi del suo Comitato Direttivo, mi sono sempre battuto come ho potuto, sia pure con spirito di moderazione, per far trionfare quel rispetto dei valori di libertà che è inseparabile da ogni beninteso rapporto culturale.
Ti prego di dare comunicazione di questa mia lettera ai membri della Presidenza dell'Associazione ItaliauRss, nonché, alla prima occasione, agli stessi colleghi del Comitato Direttivo.
Molto cordialmente
PAOLO ALATRI
Vorrei innanzi tutto spiegare una frase della mia lettera che a prima vista può sembrare strana o poco comprensibile: la frase, cioè, in cui dico che a determinarmi nella mia decisione non hanno agito tanto le misure sovietiche attinenti alla politica estera, con l'invasione dell'Afghanistan, quanto cuelle di repressione interna nei confronti degli intellettuali. Ciò significa forse che io considero di
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poco conto iniziative di politica estera quali l'invasione di un paese indipendente come l'Afghanistan? No davvero. Soltanto che è sempre stato nello spirito dell'Associazione Italiauxss, intesa a promuovere gli scambi e i rapporti[...]

[...]ere gli scambi e i rapporti culturali, lo sforzo di prescindere dalle congiunture strettamente politiche. Sia nell'arena mondiale, sia nei rapporti bilaterali italosovietici, vi sono state fasi di tensione
e di distensione, momenti di difficoltà e periodi di riavvicinamento. Scopo di un organismo come l'Associazione italiana per i rapporti culturali con l'Unione Sovietica è sempre stato — come del resto dichiara la sua stessa denominazione — proprio quello di gettare un ponte al di sopra della politica per salvaguardare, promuovere e . sviluppare il dialogo culturale.
Non che, naturalmente, sia mai stato possibile tracciare una netta linea di separazione tra politica e cultura; e le ripercussioni di determinate iniziative o tendenze politiche dell'Unione Sovietica si sono ,fatte sentire negativamente in diversi momenti, e talvolta anche in modo drammatico: basti pensare alla repressione della « primavera di Praga » e all'invasione della Cecoslovacchia. Ma è sempre prevalso lo sforzo di non chiudere i canali della comunicazione cultural[...]

[...]o di gettare un ponte al di sopra della politica per salvaguardare, promuovere e . sviluppare il dialogo culturale.
Non che, naturalmente, sia mai stato possibile tracciare una netta linea di separazione tra politica e cultura; e le ripercussioni di determinate iniziative o tendenze politiche dell'Unione Sovietica si sono ,fatte sentire negativamente in diversi momenti, e talvolta anche in modo drammatico: basti pensare alla repressione della « primavera di Praga » e all'invasione della Cecoslovacchia. Ma è sempre prevalso lo sforzo di non chiudere i canali della comunicazione culturale.
Certo, se l'assioma da salvaguardare era che i rapporti culturali si svolgessero su un piano di lealtà e di sincerità, anche da questo punto di vista le cose non si sono sempre svolte nel modo migliore, o comunque in modo indolore. Numerosi sono stati gli episodi incresciosi: intellettuali sovietici invitati ai nostri convegni, o comunque segnalati alle autorità sovietiche come da noi desiderati per partecipare a questo o quel convegno, ai quali invece[...]

[...], per cui si dice: basta! Per me, questo qualcosa, vale a dire la goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo, è stato il confino comminato a Sakharov. Perché? Perché qui non si ha piú a che fare con decisioni politiche con le quali si possa essere piú o meno d'accordo; qui si ha a che fare con una misura, ultima del resto in ordine di tempo al termine di una serie di provvedimenti repressivi della stessa natura, che investe direttamente proprio quel mondo della cultura, proprio quegli intellettuali sovietici con i quali l'Associazione Italiauxs s intende stabilire, promuovere e sviluppare i rapporti. Il mio ha quindi voluto essere un gesto di solidarietà verso gli intellettuali sovietici, verso il loro diritto di esprimere libera
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mente le loro opinioni; un gesto di protesta contro il modo in cui le autorità sovietiche considerano di dovere e potere « gestire » paternalisticamente il mondo della cultura, gli intellettuali, tenendoli sotto tutela.
Non voglio neppure nascondere che nel dimettermi dal Comitato Direttivo dell'Italiauxss, e nel rendere pubbliche le mie dimissioni, mi sono anche pro
posto di gettare un sasso nello stagno: in quello stagno dell'indifferenza nel quale
mi pare che l'Associazione stesse navigando di fronte a fatti che non dovrebbero lasciare indifferen[...]

[...]uale
mi pare che l'Associazione stesse navigando di fronte a fatti che non dovrebbero lasciare indifferenti. Non sono un uomo politico, non ho ambizioni politiche, e
ritengo che per un libero intellettuale (l'essere iscritto al Pci non mi fa sentire minimamente diminuita la mia libertà) l'appello della coscienza debba passare, al di là di un certo limite, avanti ad ogni considerazione di opportunità politica. Tuttavia credo di non essere tanto privo di senso politico da non comprendere che l'essere membro del Comitato Direttivo dell'Associazione Italiauxss, lungi da suggerirmi il silenzio, m'imponeva di prendere posizione e d'incoraggiare altri a prendere posizione.
Non che mi faccia, in proposito, troppe illusioni. Nel momento in cui scrivo questa nota, mi risulta che è stato convocato per la prossima settimana il Consiglio di Presidenza dell'Associazione (anche se è sintomatico che non ne sia stato convocato al tempo stesso il Comitato Direttivo). Dalle dichiarazioni dell'on. Gorghi e del sen. Bufalini è facile concepire il timore c[...]

[...]oraggiare altri a prendere posizione.
Non che mi faccia, in proposito, troppe illusioni. Nel momento in cui scrivo questa nota, mi risulta che è stato convocato per la prossima settimana il Consiglio di Presidenza dell'Associazione (anche se è sintomatico che non ne sia stato convocato al tempo stesso il Comitato Direttivo). Dalle dichiarazioni dell'on. Gorghi e del sen. Bufalini è facile concepire il timore che l'Associazione, attraverso la propria Presidenza, cerchi di limitarsi a concedere ai suoi singoli membri di pensarla come ciascuno di essi vorrà, senza però assumere una posizione in quanto Associazione; o, se sarà proprio costretta ad assumerla, si sforzi di farlo in termini cosí asettici da corrispondere al nulla. Mi stupirei tuttavia se da tutti fosse accettata una soluzione di questo genere, dal momento che non credo che tale tesi possa essere condivisa, per esempio, dal prof. Argan, il quale è stato il primo a chiedere all'on. Gorghi di convocare la Presidenza; e sembra probabile che non la condividano anche altri membri della Presidenza.
Del resto, dalle reazioni che vi sono state alle mie dimissioni e di cui ho avuto tante e tante testimonianze personali e pubbliche, posso affermare con sicurezza che il mio gesto non ha trovato che consensi. Parlo, si badi, di consensi ricevuti dall'area alla quale appartengo: l'area cioè del Pci al quale mi onoro di essere iscritto da oltre trent'anni, l'area della sinistra socialista e comunista. Parlo perfino di persone che da anni lavorano nell'ambito de[...]

[...]mie dimissioni e di cui ho avuto tante e tante testimonianze personali e pubbliche, posso affermare con sicurezza che il mio gesto non ha trovato che consensi. Parlo, si badi, di consensi ricevuti dall'area alla quale appartengo: l'area cioè del Pci al quale mi onoro di essere iscritto da oltre trent'anni, l'area della sinistra socialista e comunista. Parlo perfino di persone che da anni lavorano nell'ambito dell'Associazione Italiauxss e che proprio per questo ben conoscono, per cosí dire, dall'interno, tutti quei meccanismi tutelatori, censori e repressivi che le autorità sovietiche mettono sistematicamente in atto nei confronti dei loro intellettuali. E credo che in generale il fatto che proprio l'Associazione Italiauxss assuma posizioni chiare in proposito, aiuti il mondo della cultura sovietica nella lotta che esso quotidianamente sostiene per emanciparsi dalla pesante tutela che le autorità gli impongono.
È vero che, sollecitato dallo stesso Lucio Caracciolo a commentare su « La Repubblica » le mie dimissioni, l'amico e compagno Paolo Bufalini ha creduto di dovermi tirare abbastanza duramente le orecchie. Abbastanza duramente, ma
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nel contesto di una dichiarazione che contiene frasi addirittura affettuose. « Paolo Alatri — ha detto Bufalini — sia pur[...]

[...]un appello di protesta per i provvedimenti repressivi adottati nei confronti di Sakharov insieme ad altri intellettuali, anche comunisti, fra cui membri del Comitato Centrale (del PcI) come Guttuso e Zangheri. Ha fatto bene. Ma non condivido le sue dimissioni. Infatti che cos'è l'Associazione ItaliauRss? Non certo un'organizzazione partitica, tant'è vero che nei suoi organismi dirigenti vi sono esponenti del PcI, del PSI, del PSDI, della Dc, del PRI, del PLI e indipendenti. Il suo scopo è quello di organizzare e sviluppare i rapporti culturali, economici e commerciali con il popolo sovietico. Quindi se tutti ci dimettessimo significherebbe voler rompere i rapporti culturali ed economici con l'URSS. Ora, questo non è giusto. Non è la linea di Schmidt, né di Giscard, di Indira Gandhi, dello stesso pontefice, delle socialdemocrazie europee. È la linea della signora Thatcher ».
Troppo onore, caro amico e compagno Bufalini, paragonarmi niente di meno che al Primo Ministro della Gran Bretagna! Ma, a parte ogni scherzo, un paio di osservazioni[...]

[...]sviluppare i rapporti culturali, economici e commerciali con il popolo sovietico. Quindi se tutti ci dimettessimo significherebbe voler rompere i rapporti culturali ed economici con l'URSS. Ora, questo non è giusto. Non è la linea di Schmidt, né di Giscard, di Indira Gandhi, dello stesso pontefice, delle socialdemocrazie europee. È la linea della signora Thatcher ».
Troppo onore, caro amico e compagno Bufalini, paragonarmi niente di meno che al Primo Ministro della Gran Bretagna! Ma, a parte ogni scherzo, un paio di osservazioni. Innanzi tutto non credo si possa dire che scopo dell'Associazione ItaliauRss è di « organizzare e sviluppare » (oltre che i rapporti culturali) « i rapporti economici e commerciali con l'URSS ». Ci mancherebbe altro! La denominazione completa e precisa dell'ItaliauRss è: Associazione italiana per i rapporti culturali con l'Unione Sovietica. Ciò che riguarda i rapporti economici e commerciali tra i due Paesi può anche cadere sotto l'attenzione dell'Associazione ItaliauRss, ma soltanto sotto il profilo culturale:[...]

[...]tti anche dal governo sovietico, e che sembra farci tornare
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indietro di oltre sessant'anni, a quell'arbitrio che regnava sovrano nel regime zarista?
L'amico e compagno Paolo Bufalini, nella sua dichiarazione a « La Repubblica », ha infine aggiunto: « Critico Alatri tanto piú perché è uno storico, e in fondo la differenza fra uno storico e un politico non è tanto grande ». Non so dar torto, in ciò, a Bufalini. Ma proprio perché uno storico non può non sentirsi portatore, al tempo stesso, di una coscienza politica, provvedimenti di repressione politica per « reati » di opinione da parte di intellettuali sovietici non possono lasciarlo indifferente. E come ho già detto, le ragioni dell'opportunità politica, se spinte oltre una certa misura, confinano e si confondono con l'opportunismo.
Non vorrei illudermi; ma mi pare significativo che, mentre « l'Unità » ha pubblicato con rilievo la notizia delle mie dimissioni dal Direttivo dell'ItaliauRs s citando anche alcune frasi della mia lettera all'on. Gorghi, non ab[...]

[...]ica », metteva in rilievo, sia pure con molto garbo diplomatico, le difficoltà che il dialogo aveva incontrato
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nel confronto tra gli studiosi italiani e quelli sovietici; e terminava con queste parole: « Il convegno ha rilevato la necessità e l'utilità di continuare un discorso comune necessariamente lungo e ha formulato l'auspicio che un nuovo incontro possa avvenire presto, stavolta in Unione Sovietica ». Ma non è privo di significato che quell'auspicio sia poi rimasto tale e che il dialogo e il confronto, sul tema dei diritti civili, non siano piú stati ripresi.
Ma per tornare adesso alla questione dell'appoggio che nella mia gestione della Segreteria Generale dell'Associazione ho sempre avuto dal PcI, vorrei ricordare in modo particolare l'episodio piú significativo. Avendo organizzato e guidato a Mosca una delegazione di cineasti italiani (critici, autori, attori) per un incontroconvegno con i cineasti sovietici, c'imbattemmo in una concezione ufficiale della cultura come veicolo privilegiato di propag[...]

[...]o piú stati ripresi.
Ma per tornare adesso alla questione dell'appoggio che nella mia gestione della Segreteria Generale dell'Associazione ho sempre avuto dal PcI, vorrei ricordare in modo particolare l'episodio piú significativo. Avendo organizzato e guidato a Mosca una delegazione di cineasti italiani (critici, autori, attori) per un incontroconvegno con i cineasti sovietici, c'imbattemmo in una concezione ufficiale della cultura come veicolo privilegiato di propaganda che m'indusse a intervenire nel dibattito. Sostenni allora che in base all'argomentazioneprincipe dei rappresentanti ufficiali della cinematografia sovietica (che non si possa propinare al pubblico niente che il pubblico non sia preparato ad accogliere, esaltando cosí il piú piatto conformismo e la negazione di qualunque esperimento e avanzamento delle forme espressive della cultura) non si dovesse, nei concerti, eseguire Bach, compositore certamente difficile per un pubblico non particolarmente preparato dal punto di vista musicale, e neppure Stravinskij, che del resto, in quegli anni, stava appena uscendo dall'ostracismo che per tanto tempo gli era stato votato in Unione Sovietica;[...]

[...]el PcI, in contrasto con quelle prevalenti negli ambienti ufficiali dell'Unione Sovietica. E sottolineo che si trattava e si tratta degli ambienti ufficiali: perché dopo il mio intervento polemico al convegno cinematografico di Mosca non furono pochi i cineasti e gli intellettuali sovietici che molto riservatamente vennero a congratularsi con me, dicendo che prese di posizione, come quella da me fatta, li aiutavano nella loro battaglia per la propria libertà di espressione.
All'amico e compagno Paolo Bufalini, cui mi legano vincoli di grande affetto, tengo comunque a esprimere il riconoscimento che egli, che è uno dei membri della Presidenza dell'Associazione Italiauxss in rappresentanza del pci, non poteva probabilmente, in un momento come questo e di fronte al « caso » suscitato dalle mie dimissioni, commentarle diversamente da come ha fatto. Per
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un uomo politico investito delle sue alte responsabilità, è naturale e legittimo che valga il motto: politique d'abord! A me sia però concesso di essere un po' meno politico, o di esserlo nel modo che piú credo convenga a un intellettuale libero da dirette responsabilità politiche.
3 fe[...]

[...]all'unanimità (all'unanimità dei dieci intervenuti alla riunione sui venticinque suoi componenti) un comunicato in cui, dopo aver riaffermato « la funzione dell'Associazione che non riguarda la politica interna e internazionale dei due paesi, ma vuole promuovere la conoscenza reciproca e lo sviluppo degli scambi scientifici e culturali, in un quadro di distensione e di pace, nello spirito degli accordi di Helsinki » (e quest'ultimo accenno non è privo di significato), cosí prosegue: « La Presidenza ritiene suo dovere farsi interprete del sentimento, che condivide, di deplorazione e grave turbamento per l'intervento in Afghanistan e, per quanto piú direttamente attiene al campo specifico di attività dell'Associazione, per i provvedimenti repressivi presi nei confronti dell'accademico Sakharov. La Presidenza dell'Associazione ItaliauRss rileva che si è creata cosí una situazione che determina nel paese e tra le forze politiche democratiche, pur nella varietà di opinioni e di atteggiamenti, una comune preoccupazione. L'Associazione, fedele [...]

[...] l'intervento in Afghanistan e, per quanto piú direttamente attiene al campo specifico di attività dell'Associazione, per i provvedimenti repressivi presi nei confronti dell'accademico Sakharov. La Presidenza dell'Associazione ItaliauRss rileva che si è creata cosí una situazione che determina nel paese e tra le forze politiche democratiche, pur nella varietà di opinioni e di atteggiamenti, una comune preoccupazione. L'Associazione, fedele al proprio compito dimostratosi positivo per un trentennio, anche nei momenti piú difficili, di salvaguardare e sviluppare i rapporti culturali, sociali ed economici tra i due paesi, vuole esprimere in tale senso la convinzione che questi atti rendono arduo un lavoro proficuo e si ripercuotono negativamente su larghi strati dell'opinione pubblica italiana, che hanno sempre considerato e considerano utile l'attività delle due Associazioni (ItaliauRss e URssItalia) ». Infine, la Presidenza ha deciso di diramare questo comunicato alla stampa, di consegnarlo, tramite una delegazione, all'Ambasciatore sovietico a Roma e di comunicarlo all'Associazione uRssItalia.
Da parte mia, un breve commento. Sono molto soddisfatto del testo del comunicato, che condivido sia nella parte costruttiva si[...]

[...]oma e di comunicarlo all'Associazione uRssItalia.
Da parte mia, un breve commento. Sono molto soddisfatto del testo del comunicato, che condivido sia nella parte costruttiva sia in quella critica. Come risulta da quanto avevo scritto nell'articolo qui sopra pubblicato, è molto di piú di quanto mi aspettassi. E sono contento di avere provocato, con il mio gesto, che ha avuto cosí larga ripercussione, questa presa di posizione.
Due notazioni. La prima è che alla riunione del Consiglio di Presidenza non era presente Paolo Bufalini, che, pur condividendo le ragioni della mia protesta, aveva criticato le mie dimissioni e sostenuto che l'Associazione, come tale, non avrebbe dovuto esprimersi su fatti che riguardano la politica dell'Unione Sovietica, mentre tra i membri comunisti hanno partecipato alla riunione Giancarlo Pajetta, Renato Guttuso e Amerigo Terenzi, oltre al socialista Riccardo Lombardi, ai repubblicani Biasini e Mammí, al socialdemocratico Sullo, al liberale Bucalossi e agli indipendenti Argan e Zavattini (entrambi vicini, come è noto, al PcI). La seconda è che, da informazioni confidenziali, ho saputo che — paradossalmente — chi piú di tutti premeva perché il comunicato contenesse affermazioni recise di condanna delle ultime iniziative sovietiche in campo inte[...]

[...] oltre al socialista Riccardo Lombardi, ai repubblicani Biasini e Mammí, al socialdemocratico Sullo, al liberale Bucalossi e agli indipendenti Argan e Zavattini (entrambi vicini, come è noto, al PcI). La seconda è che, da informazioni confidenziali, ho saputo che — paradossalmente — chi piú di tutti premeva perché il comunicato contenesse affermazioni recise di condanna delle ultime iniziative sovietiche in campo internazionale e interno, era proprio il comunista Pajetta, frenato dagli altri membri della Presidenza. Successivamente il democristiano Granelli ha manifestato la sua adesione al testo del comunicato, il cui testo è stato comunque stilato in collaborazione da Pajetta e Mammí. (P. A.).



da Camillo Pisani, Turchia. Un pilastro corroso in KBD-Periodici: Rinascita 1971 - 3 - 12 - numero 11

Brano: [...]radizionalmente più ricche come quelle di Adana coltivate a cotone. Il reddito medio procapite non raggiunge le 200.000 lire annue; la moneta ha perso il 74 per cento del sun valore in setteotto anni: l'analfabetismo tocca il 61 per cento dell'intera popolazione. Nell'ottobre e nel dicembre scorsi si sono svolti ad Adana scioperi rivendicativi. Dopo una repressione poliziesca assai dura fu organizzata una marcia durante la quale furono assaltate prigioni ' e caserme, e in seguito ad essa tutti i sindacalisti arrestati dovettero essere liberati.
A questi elementi sociali ed economici (che qualificano la Turchia come un paese colonizzato .del Terzo mondo, dove i contrasti sono resi ancora più esplosivi da sultanesche esibizioni di ricchezza e di sprechi) ` bisogna aggiungere i dati della situazione più propriamente politica. Scomparso nel 1960 il Partito democratico di Menderes, le forze filofasriste e atlantiche della campagna e delle città poterono nuovamente prevalere sul moderato nazionalprogressismo del Partito repubblicano (di tradizioni kemaliste) grazie al denaro degli americani e alle attività della CIA. Sorse così il Partito della giustizia che ha rimesso in piedi l'apparato squadristico che servi a Menderes e che affianca di nuovo la polizia, anch'essa riorganizzata dagli americani.
Con il ritorno della destra tradizionale al potere; sfumarono molti sogni al centro e alla sinistra dell[...]

[...]sti sono soggetti solo alle leggi americane. E questo spiega perché certe parole d'ordme giovanili, soprattutto quelle di carattere nazionalistico, trovano sovente larga eco anche in ambienti non di sinistra: per esempio settori nazionalisti del Partito repubblicano e anche delle forze armate.
A seguito degli episodi del 20 febbraio e del 3 marzo (il rapimento dei cinque avieri USA, quattro dei quali sono stati rilasciati) è venuto fuori per la prima volta il nome di un « Fronte di liberazione popolare turco ». Su di esso non si hanno al momento altre indicazioni che quelle fornite dallo stesso FLPT in occasione del più recente rapimento: « O il governo si dimette e si creano condizioni serie per difendere la sovranità del nostro paese e garantire il progresso della società turca, oppure le azioni del 20 febbraio e del 3 marzo sono da considerarsi le prime della guerra di liberazione del popolo turco A.
Pensiero e azione
« Mai soluzione ad un problema pa litico difficile fu più lungamente me ditata e, oserei dire, più accuratamente e responsabilmente preparata» (dalla lettera di La Malfa al Corriere della sera per spiegare il disimpegno del PRI).



da Taylan Ozgur, Turchia. Repressione senza riforme in KBD-Periodici: Rinascita 1971 - 5 - 7 - numero 19

Brano: Repressione
senza riforme
di Taylan Ozgur
Ankara, maggio. — E' assai significativo che il governo turco abbia varato lo stato d'assedio con l'arrivo di Rogers: uno dei punti cruciali dello scontro politico e sociale risiede infatti proprio nel collegamento della Turchia con la NATO, ossia nella sua totale dipendenza dagli USA. Non a caso alcuni dei più clamorosi atti della sinistra turca sono partiti proprio dalla latta alle basi americane nel paese.
Tuttavia questo non basta a motivare lo stato d'assedio. Il punto è che a poco più di un mese dal putsch militare che ha provocato la caduta del governo Demirel e la formazione del governo di « unità nazionale » di Nihat Erim, la crisi invece non pare per nulla risolta.
Il governo Erim, che come si sa, è costituito da esponenti del Partito della giustizia (il partito del deposto Demirel), del Partito repubblicano (il partito di Inonu, da cui s'è dimesso per protesta il segretario Ecevit) e del Partito della fiducia (frazione dissidente dei repubbl[...]

[...]emirel), del Partito repubblicano (il partito di Inonu, da cui s'è dimesso per protesta il segretario Ecevit) e del Partito della fiducia (frazione dissidente dei repubblicani e in polemica con questi ultimi), si è presentato al paese promettendo tutte le riforme immaginabili
Finora le « riforme » attuate sono le seguenti: applicazione della legge marziale nelle 11 regioni più importanti del paese (comprese Ankara e Istanbul), istituzione del coprifuoco notturno, censura postale, libertà per la polizia di perquisire le abitazioni private, bavaglio alla stampa non governativa (con la chiusura dei quotidiani Cumhuriet e Aksam) scioglimento delle organizzazioni studentesche e persecu zione del DevGenc, la più attiva organizzazione giovanile di sinistra, chiusura delle Università, presentazione di un progetto di legge d'iniziativa governativa con procedura d'urgenza, sull'ordine pubblico, che prevede fra l'altro la durata fino ad un mese del fermo di polizia ed una pena da sei mesi a cinque anni di reclusione per chi diffonde notizie atte a turbare l'ordine pubblico. Per le altre « riforme », nella discussione in Parlamento s[...]

[...]tiva organizzazione giovanile di sinistra, chiusura delle Università, presentazione di un progetto di legge d'iniziativa governativa con procedura d'urgenza, sull'ordine pubblico, che prevede fra l'altro la durata fino ad un mese del fermo di polizia ed una pena da sei mesi a cinque anni di reclusione per chi diffonde notizie atte a turbare l'ordine pubblico. Per le altre « riforme », nella discussione in Parlamento sulio stato d'assedio, il 28 aprile, il presidente Erim ha chiesto tempo e pazienza agli elementi progressisti probabilmente con la riserva mentale che, passate le leggi sull'ordine pubblico, non ci saranno più in Turchia elementi progressisti a piede libero che possano
La Commedia
« Il manifesto di punta (del PRI) per la campagna elattorale alle amministrative del prossimo 13 giugno (una tiratura di 60 mila copie) reca, bianco su fondo verde, in alto, una citazione dantesca: ... mi ritrovai per una selva oscura, che la diritta via era smarrita ». (da Panorama)
' Da Quarto
ad Arzachena
«Tra i vari aspetti del genio di Garibaldi c'era stato anche quello di scoprire gli splendori e i profumi della Costa Smèralda un secolo prima dell'Aga Khan ». (da un articolo di Guido Calogero su Panorama)
chiedergliene conto.
Per il pubblico italiano può essere di qualche interesse dare brevemente
le motivazioni addotte dal presidente
del Consiglio: egli ha detto che era assolutamente necessario lottare contro
gli « opposti estremismi », contro la violenza « da qualunque parte venga », e infine che era necessario procedere a una revisione costituzionale dando più potere all'esecutivo (prurigine singolare. per un governo istallato dai militari). A completare il quadro è venuto l'annuncio che il governo turco ha chie sto a qu[...]

[...]are. per un governo istallato dai militari). A completare il quadro è venuto l'annuncio che il governo turco ha chie sto a quello francese di inviare in Turchia alcuni esperti anticasseurs.
Ma le misure repressive cadono nel vuoto: dopo l'arresto di Deniz Gezmis,
indicato quale capo dell'esercito di liberazione turco e portato davanti al le telecamere da un trionfante e sarcastico ministro degli Interni, le bombe sono più numerose e potenti di prima, mentre i contadini si chiedono se Gezmis sia un nuovo Ataturk. Lo sbocco politico al malcontento popolare per le condizioni di miseria e arretratezza del paese si allarga infatti a strati finora strumentalizzati dalla reazione e dal fanatismo religioso, toccando gli edili, il proletariato delle borgate, i braccianti dell'ovest dove più sviluppato è il capitalismo agrario. Ci troviamo, in altri termini, di fronte alla più grave crisi sociale e politica della storia turca moderna.
Il « progressismo » del governo Erim si esaurisce tutto nella eliminazione (se pure cio gli sarà consentito) di[...]

[...]ecise e coraggiose, di presenza attiva che impedisce al governo di varare i suoi piani repressivi. Ma non ha ancora una piattaforma chiara di iniziativa politica. Cosciente di questi limiti la sinistra turca ha compreso la necessità di procedere a un confronto e un contatto tra tutte le sue componenti cercando la via di una larga unità popolare per la lotta contro il fascismo e contro il protettorato americano. Su questa base si procede ora a un primo tentativo di unificazione delle forze democratiche. Ma le forze di sinistra — questo è il punto importante — non sono disposte a subire passivamente una ulteriore involuzione reazionaria del paese; e soprattutto è ormai chiaro che vasti strati popolari, piccolo e medio borghesi, sono orientati ad una lotta contro la presenza imperialista americana e contro l'attuale struttura della società.
Fatto significativo: è in preparazione un grande sciopero generale politico ad opera delle organizzazioni sindacali di sinistra. Per tutte queste ragioni si può dire che se il governo vorrà proseguire s[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine PRI, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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