Brano: [...]ni del movimento,
Con l’approssimarsi della sconfitta, il motivo del « ritorno alle origini » era evidente in questo come negli altri affannosi provvedimenti del governo fascista nelle settimane che precedettero lo sbarco angloamericano in Sicilia. I primi proclami di Scorza sembrarono conformarsi a questo ruolo, con slogan populisti e appelli alla resistenza più strenua. Peraltro, il comportamento di Scorza e di tutto il gruppo dirigente del P.N.F. fu assolutamente passivo nel corso della crisi di palazzo che rovesciò Mussolini. Il 25.7,1943 Scorza votò contro l’O.d.g. Grandi, ma fece poi atto di sottomissione al nuovo governo Badoglio, adoperandosi per evitare reazioni dai settori più fanatici del P.N.F,.
Due giorni dopo, scriveva a Badoglio di considerare « esaurito il compito di persuasione e disciplina tra i fascisti » impostogli dalla sua coscienza e di restare in attesa delle decisioni del governo circa il futuro del partito.
Il P.N.F. fu sciolto dal nuovo governo, ma prima ancora della decisione formale le sue sedi furono m[...]
[...]lazzo che rovesciò Mussolini. Il 25.7,1943 Scorza votò contro l’O.d.g. Grandi, ma fece poi atto di sottomissione al nuovo governo Badoglio, adoperandosi per evitare reazioni dai settori più fanatici del P.N.F,.
Due giorni dopo, scriveva a Badoglio di considerare « esaurito il compito di persuasione e disciplina tra i fascisti » impostogli dalla sua coscienza e di restare in attesa delle decisioni del governo circa il futuro del partito.
Il P.N.F. fu sciolto dal nuovo governo, ma prima ancora della decisione formale le sue sedi furono messe a soqquadro e i suoi simboli furono rovesciati dall’indignazione popolare. Così, ingloriosamente, si concludeva la parabola del Partito nazionale fascista. La sua riesumazione sotto il governo di Salò e sotto etichetta « repubblicana » avrebbe obbedito infatti a una logica completamente diversa, configurandosi più come embrione di un neofascismo minoritario e subalterno nella società italiana che come prosecuzione di un’esperienza, quella di partito di massa della borghesia italiana, ormai estinta n[...]
[...]e subalterno nella società italiana che come prosecuzione di un’esperienza, quella di partito di massa della borghesia italiana, ormai estinta nella sua veste fascista (v. Partito fascista repubblicano). Si veda anche la voce Fascismo.
Nota bibliografica
Come abbiamo già accennato, manca uno studio serio e approfondito dedicato esplicitamente alla storia del Partito fascista.
È opera giornalistica brillante ma superficiale la Storia del P.N.F. di A. Gambino (Milano, Sugar, 1962), mentre svolge considerazioni dal carattere prevalentemente politologico e su fonti all’epoca limitate D. Germino, The Italian Fascist Party in Power: a Study in Totalitarian Rule, Minneapolis, Univ. of Minnesota Press, 1959.
È necessario ricorrere dunque ad opere generali sul periodo fascista e, fra queste, a quelle che dedicano maggiore attenzione al nostro argomento specifico. Si vedano
Partito politico
Effige bronzea di Mussolini abbattuta da dimostranti romani all’indomani del 25.7. 1943
ad esempio E. Ragionieri, La storia politica e social[...]
[...]lia e altri scritti, a cura di I, Delogu, Roma, Editori Riuniti, 1973; e, infine, l’opera più « storica » fra queste: A. Tasca. Nascita e avvento del fascismo, Firenze, La Nuova Italia, 1950.
La maggior parte delle opere citate si occupa prevalentemente del periodo iniziale del fenomeno fascista; sempre relativamente a questo perìodo l'opera storiografica indubbiamente più compiuta e matura è da considerarsi, per quanto riguarda la storia del P.N.F., il libro di A. Lyttelton, La conquista del potere. Il fascismo dal 1919 al 1929, Bari, Laterza, 1974.
Particolarmente ricche di documentazione sono al riguardo le opere di A. Aquarone, L'organizzazione dello Stato totalitario, Torino, Einaudi, 1965, e i molti volumi di R. De Felice dedicati alla biografia di Mussolini (in particolare i quattro tomi che coprono gli anni dal 1921 al 1940, pubblicati da Einaudi fra il 1966 e iJ 1981).
Mancano quegli studi di carattere locale che sarebbero necessari per la comprensione della vita e dell’articolazione concreta del P.N.F.; ma si vedano, per [...]
[...]icche di documentazione sono al riguardo le opere di A. Aquarone, L'organizzazione dello Stato totalitario, Torino, Einaudi, 1965, e i molti volumi di R. De Felice dedicati alla biografia di Mussolini (in particolare i quattro tomi che coprono gli anni dal 1921 al 1940, pubblicati da Einaudi fra il 1966 e iJ 1981).
Mancano quegli studi di carattere locale che sarebbero necessari per la comprensione della vita e dell’articolazione concreta del P.N.F.; ma si vedano, per la Toscana,
E. Ragionieri, Il partito fascista (Appunti per una ricerca), in AA.VV., La Toscana nel regime fascista (19221939), voi. I, Firenze, Olschki, 1978: alla Prefazione di quest'ultimo libro si rinvia per un'ampia panoramica sugli studi di carattere locale che abbiano qualche attinenza col nostro tema. Fra gli studi più recenti, cfr. M. Zangarini, La composizione sociale della classe dirigente nel regime fascista. Il caso di Verona, « Italia contemporanea », a.XXX, n. 132, pp.2747.
Uno studio molto limitato nella periodizzazione, ma stimolante sul piano metodol[...]
[...]della classe dirigente nel regime fascista. Il caso di Verona, « Italia contemporanea », a.XXX, n. 132, pp.2747.
Uno studio molto limitato nella periodizzazione, ma stimolante sul piano metodologico e che meriterebbe di venir ripreso su scala più ampia, è quello di J. Petersen, Elettorato e base sociale del fascismo italiano negli anni venti, « Studi storici », a.XVI, 1975, n. 3 pp. 627669.
Per quanto riguarda gli organismi collaterali del P.N.F., sono numerosi e di valore diseguale gli studi locali sul sindacato, per i quali cfr. i repertori bibliografici già citati. Fra gli studi complessivi su altri organismi, cfr, il saggio di E. Val Ieri, Dal partito armato al regime totalitario: la Milizia, « Italia contemporanea », a.XXXII, n. 141, pp.3160, e soprattutto l’ottimo libro di V. De Grazia, Consenso e cultura di massa nell’Italia fascista. L’organizzazione del Dopolavoro, Bari, Laterza.
Infine, va ricordato che sono numerosi e spesso di carattere superficiale i ritratti o i bozzetti dedicati a esponenti di spicco del P.N.F.. Nel [...]
[...] complessivi su altri organismi, cfr, il saggio di E. Val Ieri, Dal partito armato al regime totalitario: la Milizia, « Italia contemporanea », a.XXXII, n. 141, pp.3160, e soprattutto l’ottimo libro di V. De Grazia, Consenso e cultura di massa nell’Italia fascista. L’organizzazione del Dopolavoro, Bari, Laterza.
Infine, va ricordato che sono numerosi e spesso di carattere superficiale i ritratti o i bozzetti dedicati a esponenti di spicco del P.N.F.. Nel volume di G. Nozzoli, I ras del regime. Gli uomini che disfecero gli italiani, Milano, Bompiani, 1972, si trovano ritratti di Bianchi, Giunta, Turati, Arpinati, Starace, Muti, Farinacci ed altri.
A Farinacci sono state dedicate ben due biografie: U. Alfassio GrimaldiG. Bozzetti, Farinacci il più fascista, Milano, Bompiani 1972; e H. Fornari, La suocera del regime, Milano, Mondadori, 1972.
Nel complesso sono molto più seri e approfonditi alcuni ritratti contenuti in AA. VV., Uomini e volti del fascismo, a cura di
F. Cordova, Roma, Bulzoni 1980, tra i quali segnaliamo: M. Fatica, [...]
[...]tenuti in AA. VV., Uomini e volti del fascismo, a cura di
F. Cordova, Roma, Bulzoni 1980, tra i quali segnaliamo: M. Fatica, Michele Bianchi; S. Setta, Achille Starace; Ph. Morgan, Augusto Turati e, infine, le interessanti conclusioni di S.J. Woolf su II fascismo e i suoi gerarchi.
Su Starace è uscita recentemente anche una vera e propria « biografia » (di A. Spinosa, Milano, Rizzoli, 1981).
Infine, va ricordato che due ex segretari del P.N.F. hanno lasciato memorie non prive di interesse: A. Turati, Fuori dell'ombra della mia vita. Dieci anni del solco del fascismo, a cura di A. Fappani, Brescia, Centro bresciano di iniziative culturali, 1973; e >G, Giuriati, La parabola di Mussolini nei ricordi di un gerarca, Bari, Laterza, 1981.
G.Sa.
Partito politico
Associazione privata di cittadini uniti da ideali comuni, che si propone il raggiungimento di un fine pubblico, cioè l’attuazione di un determinato programma nei confronti della collettività politica.
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