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ANTEPRIMA MULTIMEDIALI

Il segmento testuale P.L.I. è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 56Entità Multimediali , di cui in selezione 51 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 249

Brano: [...]ito.

Bari: Vincenzo Cai ace, Giuseppe De Philippis, Tommaso Fiore (P. d'A.); Antonio Di Donato (P.C.I.) ; Natale Lojacono (D.C.); Raffaele La Volpe, Giuseppe Laterza (P.L

I.); Eugenio Laricchiuta (P.S.I.).

Brindisi: Vittorio Palermo (P.C.I.); Vincenzo Taormina (D.C.); Felice Assennato (P.S.I.). Foggia: Michele Lametta (P. d'A.); Antonio Bonito (P.C.I.); Antonio Matrella (D.C.); Silvio Danza (Dem. lavoro); Luigi Viglia, Alessandro Rocco (P.L.I.); Domenico Fioritto (P.S.I.).

Lecce: Alfredo Bernardini (P. d’A.); Armando Povero (P.C.I.); Pietro Lecci?,o (D.C.); Mario Montessori, Piero Massari (Dem. iavoro); Michele De Pietro (P.L.I.); Vito Mario Stampacchia (P.S.I.).

Taranto: Amedeo Renzulli (P.C.I.); Giulio Sansonetti (D.C.); Alfredo Fighera (P.L.I.). Matera: Eugenio Turri (P. d’A.); Vincenzo Milillo (P.S.I.).

Potenza: Donato Leone (P.C.I.); Attilio Dì Napoli (P.S.I.).

Cosenza: Giovanni Wodtzka (P. d’A.); Fausto Gullo (P.C.I.); Gennaro Cassiani (D. C.); Cesare Gabriele (P.L.I.).

Catanzaro: Francesco Maruca (P.C.I.); Vincenzo Turco (D.C.); Nicola Lombardi (Dem. lavoro); Raffaele Ranty (P.L.I.).

Reggio Calabria: Enrico Putorti (P. d’A.); Eugenio Musolino (P.C.I.); Vincenzo Milazzo (D.C.); Domenico Tripepi (Dem. lavoro); Guglielmo Calarco (P.S.I.).

Avellino: Raffaele Intontì (D.C.).

Benevento: Giuseppe La Vita (P.C.I.); Antonio Lepore (D.C.); Leonardo Lojonne (P.

5.1.).

Caserta: Saverio Morola (P. d’A.); Corrado Graziadel (P.C.I.); Clemente Piscitela, Generoso Jodice (D.C.); Eugenio Della Valle (P.L.I.).

Napoli: Ruggero De Ritis, Adolfo Omodeo, Antonio Pane (P. d’A); Ciro Picardi (P.C.I.); Silvio Gava, Angelico Venuti (D.C.); Francesco Cerabona, Giuseppe Patruno (Dem. lavoro); Vincenzo ArangioRuiz, Mario Fiorio, Giovanni Cassandro, Renato Morelli (P.L.I.); Tito Zaniboni, Scipione Rossi, Nino Gaeta, Luigi Sansone (P.S.I.).

Salerno: Alberto Accarino (P. d’A.); Girolamo Bottiglieri (D.C.); Andrea Galdo (Dem. lavoro); Ernesto Nunziante (P.L.I.); Luigi Cacciatore (P.S.I.).

Catania: Attilio Palmisciano (P. d’A.); Giuseppe Agnello, Duca Di Carcacì (D.C.); Vincenzo Rinaldi (Dem. lavoro); Domenico Albergo (P.S.I.).

Messina: Umberto Fiore (P.C.I.)

Palermo: Raimondo Lullo (R. Craveri), Vincenzo Purpura (P. d’A.); Franco Grasso (P. C.I.).

Ragusa: Guglielmo Rega (P.C.I.)

Siracusa: Diego Antiloro (P.S.I.).

Cagliari: Salvatore Sale (P. d’A.); Francesco Cocco Ortu (P.L.I.); Angelo Corsi (P.

5.1.).

Nuoro: Gonario Pinna (P. d’A.).

Sassari: Mario Berlinguer (P. d’A.); Giuseppe Tamponi (P.C.I.) ; Antonio Segni (D.C.).

Teramo: Leo Leone (P. d’A.).

Roma: Oreste Longobardi (O. Lizzadrì) (P.

5.1.), rappresentante il Comitato centrale di liberazione nazionale; Filippo Caraccio

lo (P. d’A.); Antonio Carancini (A. Salvi) (P.L.I.).

Oltre a Croce, Sforza, Giulio Rodino e Spano, parteciparono al Congresso Alberto Cianca, Dino Gentili (P. d’A.), Vincenzo

Di Mizio e Francesco Gennati (P.S.I.), rien« trati di recente in Italia. Vi presero parte anche alcuni antifascisti appartenenti a province dell’Italia ancora occupata dai tedeschi e presenti a Bari per ragioni più

o meno contingenti: Guido Molinelli (P. C.l.) e Remo Roia (P.S.I.) di Ancona; Italo Morandi (P. d’A.), di Bologna; Lionello Matteucci (P.S.I.), di Macerata; Oreste Gaetani (D.C.) e Pasquale Ricapito (P.L.I.), di Milano; Volfrano Pierangeli (P.C.I.), d[...]

[...] Gentili (P. d’A.), Vincenzo

Di Mizio e Francesco Gennati (P.S.I.), rien« trati di recente in Italia. Vi presero parte anche alcuni antifascisti appartenenti a province dell’Italia ancora occupata dai tedeschi e presenti a Bari per ragioni più

o meno contingenti: Guido Molinelli (P. C.l.) e Remo Roia (P.S.I.) di Ancona; Italo Morandi (P. d’A.), di Bologna; Lionello Matteucci (P.S.I.), di Macerata; Oreste Gaetani (D.C.) e Pasquale Ricapito (P.L.I.), di Milano; Volfrano Pierangeli (P.C.I.), di Pesaro; Ciro Baiamonti. (P. d’A.), di Pescara; Gino Belli (P.L.I.), di La Spezia; Vito Bellomo (D.C.), di Treviso; Libero Giuliano (P. d’A.), di Udine; Mario Mare (M. Maestri) (P.C.I.), Angelo Sanfelice (P.L.I.) e Paolo Ardengo (P.S.I.), di Venezia; Antonio Pesenti (P.C.I.), di Verona.

Bari* Eccidio di

Strage di manifestanti antifascisti, compiuta nei 45 giorni del governo Badoglio (v.), tre giorni dopo la caduta del fascismo.

Il 28.7.1943 un gruppo di baresi, in gran parte ragazzi e studenti coi loro insegnanti, improvvisarono una manifestazione: incolonnati in corteo, con il tricolore in testa, al grido di « Viva la libertà! » si mossero verso le carceri nelle quali, nonostante il crollo del regime, continuavano a essere detenuti alcuni noti intellettuali antifascisti, tra cui Guido Calog[...]

[...]in corteo, con il tricolore in testa, al grido di « Viva la libertà! » si mossero verso le carceri nelle quali, nonostante il crollo del regime, continuavano a essere detenuti alcuni noti intellettuali antifascisti, tra cui Guido Calogero, Michele Citar elli, Guido De Ruggiero, Tommaso Fiore e Peppino Laterza. Al passaggio del corteo davanti alla ex sede del fascio, l’ufficiale che comandava il gruppo di militari posti a guardia dell’edificio, applicando l’ordine del capo di stato maggiore dell’esercito Roatta (v.) di « considerare qualsiasi manifestazione come azione di nemici e rispondere col fuoco », fece sparare sui manifestanti. Venti di questi caddero uccisi e, tra essi, il figlio di Tommaso Fiore, il diciottenne Graziano. Numerosi furono i feriti. Ecco i nomi delle vittime di quella che viene considerata una delle più irresponsabili azioni compiute dai militari nel clima politico instaurato dal governo Badoglio dopo il 25.7.1943: Fausto Buono, studente, di 20 anni; Gaetano Civera, scultore, di 47 anni; Francesco De Gerolamo, stude[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 350

Brano: Liberale italiano, Partito

La crisi fu ricomposta a fatica il

12.12.1944, con la formazione del secondo gabinetto Bonomi nel quale il P.L.I. entrò con Brosio ministro senza portafoglio accanto a Soleri e a Casati che conservavano i precedenti incarichi. Il compromesso era necessario per recare a compimento la guerra, ma lo viziava l’ormai deliberata volontà della D.C. e del P.L.I. di spezzare l’unità dei C.L.N. e di apprestarsi a porre la candidatura dei moderati al governo del Paese, con l’ausilio degli Alleati, per realizzare la restaurazione da sempre accarezzata.

Difatti, non appena il Nord ebbe portato a termine l’insurrezione e vi giunsero le truppe alleate, democristiani e liberali fecero eco alle richieste angloamericane di disarmo immediato dei partigiani e ne appoggiarono la sovente grossolana azione di accantonamento dei C.L.N. anche come organi consultivi. Alcide De Gasperi (v.) capeggiò la manovra D.C. per la formazione di un governo che sancisse l’estr[...]

[...]solana azione di accantonamento dei C.L.N. anche come organi consultivi. Alcide De Gasperi (v.) capeggiò la manovra D.C. per la formazione di un governo che sancisse l’estromissione dal suo programma della piattaforma politica elaborata nel quadro del patto unitario dei Comitati di liberazione. I temi dell’epurazione e delle misure di ventilato esproprio delle fortune accumulate dai capitalisti sotto il regime, furono il cavallo di battaglia del P.L.I., assieme a quello dell’urgenza di « ristabilire

I ordine ». Tuttavia la manovra abortì e si addivenne alla formazione del governo Parri, in cui i liberali ebbero Brosio ministro per la Consulta Nazionale, Soleri e poi Ricci al Tesoro. Era il 20 giugno del 1945. Quattro mesi più tardi, ai primi di novembre, allorché il governo decretò di chiudere l’epurazione (eccezion fatta per gli alti gradi ministeriali e per i casi più rilevanti), nonché di prorogare per un anno la procedura straordinaria ed estendere a tutto il territorio nazionale il fuzionamento delle Corti d’Assise speciali, il P.L.[...]

[...]i i liberali ebbero Brosio ministro per la Consulta Nazionale, Soleri e poi Ricci al Tesoro. Era il 20 giugno del 1945. Quattro mesi più tardi, ai primi di novembre, allorché il governo decretò di chiudere l’epurazione (eccezion fatta per gli alti gradi ministeriali e per i casi più rilevanti), nonché di prorogare per un anno la procedura straordinaria ed estendere a tutto il territorio nazionale il fuzionamento delle Corti d’Assise speciali, il P.L.I. scatenò una violenta campagna contro queste deliberazioni e contro la legge stessa (che, per inciso, nella sua prima formulazione era stata opera del liberale Casati), allargando subito la polemica all’intero comportamento del governo, sul quale si facevano ricadere le difficoltà drammatiche di quel periodo, ignorando d'altronde quanto esse derivassero anche dalla pratica mobilitazione di forze reazionarie e di resistenze burocratiche e conservatrici, mobilitazione nella quale il P.L.I. aveva avuto una parte di protagonista di primissimo piano a fianco dell'« Uomo Qua

lunque » di Giannini [...]

[...]o queste deliberazioni e contro la legge stessa (che, per inciso, nella sua prima formulazione era stata opera del liberale Casati), allargando subito la polemica all’intero comportamento del governo, sul quale si facevano ricadere le difficoltà drammatiche di quel periodo, ignorando d'altronde quanto esse derivassero anche dalla pratica mobilitazione di forze reazionarie e di resistenze burocratiche e conservatrici, mobilitazione nella quale il P.L.I. aveva avuto una parte di protagonista di primissimo piano a fianco dell'« Uomo Qua

lunque » di Giannini e della destra clericale.

Il 17.11.1945 la Giunta esecutiva del P.L.I. retta dai « sinistri » Cattani, Carandini e Brosio indirizzò ai partiti della coalizione una lettera che di fatto annunziava la crisi: il 22, i ministri liberali si dimisero dal gabinetto Parri e, dopo una giornata di convulse consultazioni, la sera stessa il presidente del Consiglio dovette rimettere il suo mandato. (Nel novembre del 1949, in una intervista a un quotidiano di Tonno,

10 stesso Cattani rivelerà che l’operazione era stata preventivamente concordata con la D.C. per offrirle l’occasione di un ministero guidato da Alcide De Gasperi).

11 10 dicembre si insediò il nuovo govern[...]

[...]tto Parri e, dopo una giornata di convulse consultazioni, la sera stessa il presidente del Consiglio dovette rimettere il suo mandato. (Nel novembre del 1949, in una intervista a un quotidiano di Tonno,

10 stesso Cattani rivelerà che l’operazione era stata preventivamente concordata con la D.C. per offrirle l’occasione di un ministero guidato da Alcide De Gasperi).

11 10 dicembre si insediò il nuovo governo, capeggiato da De Gasperi.

Il P.L.I. aveva ottenuto il ministero del Tesoro per il liberale indipendente Epicarmo Corbino, il ministero della Guerra per Brosio e quello dei Lavori pubblici per Cattani. Era ancora un governo nell’ambito della formula dei C.L.N., ma già costituiva un primo passo per la rottura della coalizione, l’avvio di una politica di soffocamento delle speranze e degli auspici nutriti dalla Resistenza popolare e la chiusura di un’esperienza nella quale il P.L.I. aveva accettato di svolgere le mansioni di controllo per conto della borghesia più retriva.

Al I Congresso del partito, apertosi a Roma il 29.4.1946, si delinearono: una corrente di agnostici sul problema istituzionale, con Croce alle testa; una destra arcaica che si riconosceva nelle posizioni di Bonomi, Nitti, Vittorio Emanuele Orlando, Manlio Lupinacci e Panfilo Gentile; un centro repubblicano, con Carandini e Brosio; e una sinistra, i cui esponenti erano Franco Antonicelli, Gabriele Pepe e Antonio Calvi. Vennero messi in votazione, a chiusura del dibattito, tre ordini del giorno sulla [...]

[...] e Antonio Calvi. Vennero messi in votazione, a chiusura del dibattito, tre ordini del giorno sulla questione istituzionale: il primo (agnostico), firmato da Croce e da Giovanni Cassandro, ottenne 121 voti; il secondo (repubblicano), firmato da Brosio; ne ebbe 261; mentre quello monarchico di Lupinacci, Sogno e PerroneCapano, raggiunse la maggioranza con 412 voti. Croce fu eletto presidente del partito.

Alle elezioni politiche del 2.6.1946 il P.L.I. ottenne, assieme ai demolaburisti coi quali si era presentato alla consultazione sotto l’etichetta de\V Unione Democratica Nazionale,

1.559.417 voti.

Rimasti fuori dal secondo gabinetto De Gasperi, insediatosi il 16.7.1946 e nel quale erano nuovamente pre

senti comunisti e socialisti, i liberali rientrarono al governo nel quarto ministero costituito dallo statista trentino nel maggio 1947; ministero che, si può dire, sancì la definitiva rottura dell’unità dei partiti di massa che avevano collaborato col C.L.N. e inaugurò la « svolta » verso la strategia del « centrismo », con il sost[...]

[...]masti fuori dal secondo gabinetto De Gasperi, insediatosi il 16.7.1946 e nel quale erano nuovamente pre

senti comunisti e socialisti, i liberali rientrarono al governo nel quarto ministero costituito dallo statista trentino nel maggio 1947; ministero che, si può dire, sancì la definitiva rottura dell’unità dei partiti di massa che avevano collaborato col C.L.N. e inaugurò la « svolta » verso la strategia del « centrismo », con il sostegno del P.L.I. e dell’ala scissionista del P.S.I.U.P. organizzatasi in partito socialdemocratico (P.S.L.I.).

M.Gi.

Liberalismo

Dottrina politica borghese, teoricamente fondata sul preminente valore della libertà individuale nei rapporti tra il cittadino e lo Stato, quindi contraria ad ogni forma di governo autoritario; in realtà essa esprime sul terreno dei rapporti politici il principio del liberalismo economico (v.) per il libero scambio delle merci e contro ogni ingerenza dello Stato nell’economia. Particolarmente diffuso durante il secolo XIX e al principio del XX, il liberalismo precedette e a[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 349

Brano: Liberale Italiano, Partito

mo luogo delle forze economiche protese a difendere, dietro lo schermo di programmi di liberalismo, le possibilità presenti e future dei loro pingui pascoli.

Nel giugno 1944 l’organo meridionale del P.L.I. « La Libertà » enunciava già a tutte lettere una piattaforma di politica economica, i cui postulati erano una serie di richieste atte ad assicurare all'« iniziativa privata » e al « risparmio per fini produttivi », allo sviluppo delle società per azioni e al drenaggio da parte delle banche di capitali per finanziare la ripresa produttiva (naturalmente, dei privati), ogni facoltà di movimento e anzi il sostegno dell’azione di governo.

Al tempo stesso il P.L.I. aprì l’offensiva contro le sanzioni a carico dei fascisti, condannando la legge approvata dal governo Badoglio per l’epurazione (v.)[...]

[...]tà » enunciava già a tutte lettere una piattaforma di politica economica, i cui postulati erano una serie di richieste atte ad assicurare all'« iniziativa privata » e al « risparmio per fini produttivi », allo sviluppo delle società per azioni e al drenaggio da parte delle banche di capitali per finanziare la ripresa produttiva (naturalmente, dei privati), ogni facoltà di movimento e anzi il sostegno dell’azione di governo.

Al tempo stesso il P.L.I. aprì l’offensiva contro le sanzioni a carico dei fascisti, condannando la legge approvata dal governo Badoglio per l’epurazione (v.) e la punizione dei responsabili del regime. Quest’ultima presa di posizione era l’avvisaglia di una battaglia sulla quale, più tardi, i liberali avrebbero portato avanti l’operazione di rottura dell’unità del C.L.N., in accordo con la

D.C. e facendole in un certo senso da battistrada.

Liberata Roma, il P.L.I. fu presente nel primo gabinetto Bonomi con Croce e Nicolò Carandini ministri senza iJtrrèafoglio; con Marcello Soleri ministroxdel Tesoro e Casati al ministero della Guerra. Nel luglio successivo/(il ministero era stato ufficìatarente costituito il 9.6.1944) Croce era già dimissionario e precisamente sulla questione dell’epurazione, sulla quale il governo aveva approvato una nuova legge il 28 di quel mese, istituendo l’AIto Commissariato relativo.

« Risorgimento liberale », organo ufficiale del P.L.I., iniziò la sua campagna contro le disposizioni della legge e l’opera dell’Alto Commissari[...]

[...]colò Carandini ministri senza iJtrrèafoglio; con Marcello Soleri ministroxdel Tesoro e Casati al ministero della Guerra. Nel luglio successivo/(il ministero era stato ufficìatarente costituito il 9.6.1944) Croce era già dimissionario e precisamente sulla questione dell’epurazione, sulla quale il governo aveva approvato una nuova legge il 28 di quel mese, istituendo l’AIto Commissariato relativo.

« Risorgimento liberale », organo ufficiale del P.L.I., iniziò la sua campagna contro le disposizioni della legge e l’opera dell’Alto Commissariato, puntando chiaramente ad accreditarsi come il portavoce di una forza politica che si prefiggeva di tutelare gli interessi cospicui minacciati dai processi epurativi e dalle indagini sugli indebiti profitti di guerra. Democristiani e liberali presero a trarre partito dallo stato di endemico disagio e di sorde ribellioni che covavano nell’Italia liberata per effetto dei vecchi nodi irrisolti della realtà sociale e delle catastrofi provocate dalla guerra, onde scaricare sulle sinistre, e in genere sull’a[...]

[...]astrofi provocate dalla guerra, onde scaricare sulle sinistre, e in genere sull’antifascismo impegnato a cercare un risanamento della situazione, le responsabilità delle tragiche condizioni dell’epoca.

Prima ancora del manifestarsi del fenomeno « qualunquistico » accor

tamente e demagogicamente intruppato da Guglielmo Giannini in un movimento di massa che attuava il recupero dei fascisti alla controffensiva contro le forze democratiche, il P.L.I. suscitò e stimolò i germi di malcontento e di paura da cui prendevano respiro le reazioni della destra conservatrice e ritrovavano uno spazio politico i relitti della dittatura (v. Movimento Sociale Italiano) .

Al Nord

Al Nord, l’atteggiamento dei liberali nei C.L.N., sui quali gravava l’onere di dirigere la Guerra di liberazione e che erano non poco condizionati anche nelle loro componenti d’indole moderata dalla spinta delle masse e delle forze partigiane, nerbo della Resistenza, si manteneva sensibilmente diverso, specie laddove il fenomeno della guerriglia e il mordente dei lavorato[...]

[...]lgie prefasciste e, comunque, legami assai stretti con le cerehie monarchiche e conservatrici e con i Comandi alleati; e dall’altro, su un sistematico impegno per evitare appunto che l’articolazione periferica dei C.L.N. e degli organismi di massa facesse nascere esperimenti di autogoverno locale, aiutasse la lievitazione politica dei fermenti nuovi prodottisi ovunque sulla scena dello scontro col nazifascismo.

La corrente di « sinistra » del P.L.I. aveva come esponenti, oltre a Cattani, il conte Carandini (genero dell’ex direttore del « Corriere della Sera» Luigi Albertini), Giustino Arpesani (v.), Manlio Brosio e Mario Ferrara. Essa conduceva un’opposizione marginale e non coordinata alla linea prevalente nel partito; né del resto era compatta nei suoi propositi, salvo il fatto che la maggior parte dei propri aderenti nutriva sentimenti repubblicani.

Nell’autunno del 1944 l’avvicinarsi delle scadenze conclusive del conflitto accelerò, anche sotto l’influenza degli Alleati, le manovre di rottura del C.L.N. e il dispiegarsi dell’attac[...]

[...]nza degli Alleati, le manovre di rottura del C.L.N. e il dispiegarsi dell’attacco moderato.

Rottura dell’unità antifascista

Bonomi, che era esecutore solerte dei desideri delle correnti conservatrici, per facilitare il loro gioco (nel quale le interferenze della monarchia avevano un ruolo tutt’altro che secondario) il 26.11.1944 aprì la crisi di governo dimettendosi*

Benedetto Croce ed Edgardo Sogno [a destra) durante ii I Congresso del P.L.I. (Roma, 29.4.1946)

349



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 348

Brano: [...]o organizzato ciò che Croce mirava a mantenere nei cieli del dibattito intellettuale e a subordinare, in buona sostanza, al primato del suo profetismo filosofico.

L’azione ai Sud

Partecipi dei Comitati antifascisti e dei Fronti nazionali sorti alla vigilia del 25.7.1943, i Gruppi di ricostruzione liberale e quindi il rinato Partito liberale italiano aderirono dopo l’8 settembre alla formula dei C.L.N..

Bonomi, che non si era iscritto al P.L.I. per mantenere la sua veste esteriore di uomo al di sopra delle parti, assumendo la presidenza del Comitato centrale di liberazione nazionale (v.) recava in verità nella coalizione non soltanto le sue consumate abilità di mediatore e di escogitatore di compromessi, ma altresì la concezione e la volontà politica tipiche della linea del P.L.I. e di una parte consistente della Democrazia cristiana. Era la linea fermamente ancorata a vedere nei C.L.N. un’unione dettata dallo stato di necessità, nella quale l’incombenza costante delle forze conservatrici, con gli occhi rivolti al traguardo della restaurazione prefascista, era vista nel contenere ogni fattore di crescita della ribellione popolare, nel limitare la stessa evoluzione della guerra partigiana entro confini quantitativamente e in specie qualitativamente ben definiti, affinché la convergenza delle istanze rinnovatrici delle masse e le spinte dell’iniziativa armata che ne deri[...]

[...]do della restaurazione prefascista, era vista nel contenere ogni fattore di crescita della ribellione popolare, nel limitare la stessa evoluzione della guerra partigiana entro confini quantitativamente e in specie qualitativamente ben definiti, affinché la convergenza delle istanze rinnovatrici delle masse e le spinte dell’iniziativa armata che ne derivavano, non mettessero a repentaglio le prospettive future della borghesia conservatrice.

Il P.L.I. appoggiò quindi Bonomi, gli Alleati e la D.C. nella difesa della monarchia contro le ritornanti richieste del Partito d'Azione e del Partito socialista perché il C.L.N. si pronunziasse subito sul destino della Corona; ed era al centro dell'abile gioco guidato da Croce al Congresso dei C.L.N. dell’Italia meridionale (v. Bari, Congresso dei

C.L..N di) quando nel gennaio 1943, sotto l’incalzare dell’intransigenza degli « azionisti » e dei socialisti sul

problema istituzionale e verso il governo Badoglio al Sud, il filosofo (sostenuto dai democristiani e dai « democratici del lavoro ») rius[...]

[...]

Con questo spirito e in coerenza con tutto il patrimonio della propria visuale storicopolitica Croce, d’intesa con Enrico De Nicola (v.), ma senza metterne a conoscenza i suoi amici liberali, condusse in porto lo stratagemma giuridico della « luogotenenza » che permetteva di superare la questione istituzionale rinviandola a dopo la fine del conflitto (e pertanto tenendo aperte le possibilità per la permanenza dello istituto monarchico).

Il P.L.I. concordò con la soluzione ed entrò poi a far parte del governo Badoglio, dopo la « svolta di Salerno » resa possibile dalla dichiata disponibilità del P.C.I. per un governo di unità nazionale: nel gabinetto del 24.4.1944 il P.L.I. ebbe Croce come ministro senza portafoglio. Nel prestigio e nelle idee del filosofo i liberali riponevano la loro migliore rappresentanza; " ed egli, d’altro canto, traduceva tale delega in una sorta di magistero personale su una compagine che aveva ancora un forte aspetto di aggregato di singoli personaggi e di ridottissimi gruppi d’opinione.

Mentre, tanto nel C.L.N. Centrale che nel gabinetto Badoglio, la Democrazia cristiana si assumeva con crescente autorevolezza la funzione dirigente delle correnti moderate, i liberali si studiavano di esercitare su questa linea la pressione esterna d[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 716

Brano: [...]8.8.1944

magg., addetto uff. operaz. (indip.) 27.10.1944

cap., addetto uff. operaz. (indip.) 31.10.1944

col., collegamenti settori città (indip.) 18.8.1944

ten. col., collegamento settori città (indip.) 1.2.1945

capo ufficio informazioni (P.S.I.) 18.8.1944

vicecom., capo uff. inform. e colleg. (P.S.I.) 12.10.1944

capo uff. mobilitazione e colleg. (P.S.I.) 2.12.1944

vicecomandante (P.S.I.) 11.4.1945

capo uff. sabotaggi (P.L.I.) 18.8.1944

capo uff. sabotaggi (P.L.I.) 2.12.1944

capo uff. sab. e vettovagliamento (P.L.I.) 3.2.1945

vicecomandante (P.L.I.) 11.4.1945

capo servizio sanità (P.R.I.) 18.8.1944

vicecomandante (P.R.I.) 11.4.1945

capo uff. tecnico e trasp. (D.C.) 18.8.1944

capo uff. trasporti e vett. (D.C.) 12.10.1944

capo uff. tecnico e trasp. (D.C.) 2.12.1944

capo uff. trasporti (D.C.) 2.2.1945

vicecomandante (D.C.) 11.4.1945

aprile 1945

4.9.1944

20.10.1944

20.11.1944

24.3.1945

26.4.1945

4.9.1944

6.12.1944

15.2.1945

9.3.1945

26.4.1945

26.4.1945

1.4.1945

26.4.1945

31.1.1945

26.4.1945

11.10.1944

1.12.1944

10.4.1945

26.4.1945

1.12.1944

2.2.1945

10[...]

[...]

1.12.1944

2.2.1945

10.4.1945

26.4.1945

10.4.1945

26.4.1945

11.10.1944

1.12.1944

1.2.1945

10.4.1945

26.4.1945

Comando Piazza dalla Liberazione all’1.6.1945

Emilio Faldella Alessandro Vaia Sandro Faini Giovanni Tartaro Giorgio Moro Edoardo Frigè Egidio Liberti Carlo Maraschi Scipione.Bobbio Nicola Lidonni

generale, comandante commissario politico (P.C.l.)

1° vicecomandante (P.S.I.)

2° vicecomandante (P.L.I.)

3° vicecomandante (D.C.) vicecommissario politico (P.R.I.) capo di S.M. (P.d’A.) sottocapo di S.M. (indipendente) ufficio operazioni (indipendente) ufficio informazioni (indipendente)

Gli Uffici Personale, Automobilistico, Affari vari, Alloggi, Amministrazione, Commissariato, Propaganda e assistenza, Sanità erano tutti affidati a personale militare, salvo gli ultimi due, affidati a delegati di partiti vari.

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 672

Brano: [...]lio si presentò come organo di un “Movimento per l’unità d’Italia” dai contorni piuttosto indefiniti, a parte la matrice cattolica e antifascista.

Stampa liberale

La stampa liberale concentrò il ner

bo delle proprie risorse nelle pubblicazioni non periodiche a carattere saggistico, edite in modo precipuo al Sud, sotto il patrocinio di Benedetto Croce. A Roma, dal 18.8. 1943, si pubblicò Risorgimento liberale, organo ufficiale del futuro P.L.I. (che allora si chiamava Movimento di Ricostruzione Liberale).

Di “Risorgimento liberale” si ebbe anche un’edizione lombarda, mentre in Piemonte apparve, di uguale ispirazione, la testata L’Opinione che, dall’aprile del 1945, fu diretta da Franco Antonicelli (v.). La stessa testata fu assunta dall’edizione toscana diretta da Eugenio Artom (v.). Nel Veneto, nell’aprile 1945, apparve Veneto liberale. A Cremona uscì, a cura di Paolo Seri ni e Filippo J aci ni, Il Caffè (v.), riprendendo una testata del 192425 dovuta a Riccardo Bauer e Ferruccio Parri.

Il movimento giovanile liberale stampò [...]

[...]a Riccardo Bauer e Ferruccio Parri.

Il movimento giovanile liberale stampò a Torino, dall’agosto 1944, Gioventù liberale. In Piemonte, inoltre, i liberali egemonizzarono due fogli partigiani di un certo rilievo: Il Patriota, edito dal dicembre del 1944; e Risorgimento, edito dal febbraio del 1945 quale foglio delle Formazioni Autonome delle Langhe comandate da Enrico Martini Mauri. Entrambi i giornali, quantunque formalmente sotto l’egida del P.L.I., risentivano di influenze democristiane e, soprattutto, da parte degli Alleati.

La stampa dei C.L.N.

Tra le pubblicazioni ufficiali più continue e diffuse va ricordata La Riscossa italiana, organo del C.L.N. Regionale del Piemonte, edito dall’ottobre del 1943 con una tiratura di 10.000 copie e stampato prima nel Canavese, poi in Francia. Dell’organo ufficiale del C.L.N. dell’Alta Italia uscirono invece pochi numeri, mentre il Bollettino di notizie dello stesso C.L.N.A.I., stampato a Lugano, coprì solo il periodo dal settembre 1944 al marzo 1945. Oltre alle numerose ma intermittenti ediz[...]

[...] della loro libertà personale.

Va rilevato il grande divario tra la copiosa messe di stampa più o meno direttamente ispirata dal P.C.I., azionista e socialista (benché lo P.S.I.U.P. fosse anch’esso in certe zone molto distanziato dai primi due partiti) e le pubblicazioni di impronta cattolica e liberale: si è calcolato che, nella sola Milano, il P.C.I. distribuisse 160 giornali di diverse pubblicazioni, il P. d'A. 114, lo P.S.I. U.P. 106 e il P.L.I. 20. Divario ancor più accentuato ove si prendano in considerazione gli innumerevoli stampati che, soprattutto nell'Italia settentrionale e centrale, venivano diffusi a cura di formazioni partigiane, nuclei di fabbrica, gruppi sindacali di categoria ecc., nei quali l’azione comunista, socialista o azionista era preminente. Bisogna aggiungere che, mentre la stampa cattolica e liberale aveva precipuamente un “taglio” d'informazione generale e di dibattito politicoculturale, quella delle sinistre, grazie all'eccezionale gamma di differenziazione tra le diverse pubblicazioni, nonché al metodo di i[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 775

Brano: [...]e sciolta d’imperio il 15.2.1958.

Il P.D.I.U.M.

Presentendo a questo punto un rapido declino delle loro forze, sia Lauro che Covelli mirarono al riavvicinamento dei due tronconi monarchici, secondo una linea di tendenza che, sbiadendo l’etichetta legittimistica, puntasse essenzialmente su un’intesa parlamentare e governativa con la D.C.. Questo disegno postulava l’unificazione di tutte le tendenze monarcoidi e di destra non controllate dal P.L.I. e dal M.S.I. e la ripetizione, su scala più vasta, del successo elettorale laurino nel Sud.

Lauro si ingegnò infatti di raggruppare intorno a sé movimenti e associazioni di nostalgici come la Unione combattenti d’Italia Movimento per la Rinascita nazionale, presieduta dall’ex maresciallo Giovanni Messe (v.), il Centro pensionati italiani, il gruppo monarchico indipendente La Mole (che esisteva soltanto a Torino), e si studiò di avere il sostegno ufficiale della Confederazione generale italiana dell'agricoltura.

Le elezioni politiche del maggio 1958 non corrisposero alle speranze monarc[...]

[...]oni della D.C., ottenne dai monarchici ponti doro. Senza dubbio il binomio LauroCovelli si convinse, in quelle circostanze, che l’inserimento del P.D.I.U.M. nell’area della maggioranza era divenuto un fatto foriero di ulteriori sviluppi positivi per le sue fortune. Viceversa, quegli anni tra il 1958 e il 1960 rappresentarono l’ultimo relativo sfavillare della stella monarchica nel cielo delle combinazioni del vertice di potere governativo.

Il P.L.I. diretto da Malagodi e la £>.C. avviatasi all’alleanza di centrosinistra, ma sempre capace di esercitare un’attrazione sulle for



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 504

Brano: [...]anni della guerra fredda.

Pellegrini, Giuliano

N. a Cuneo nel 1902, ivi m. il 22.12. 1978; avvocato.

Entrato giovanissimo nelle fila della gioventù Iiberaldemocratica, si distinse per il suo coerente antifascismo. Legato da vincoli di amicizia a Marcello SoJeri ed Egidio Fazio, nel primo dopoguerra collaborò a « Il Subalpino », quotidiano dei democratici della provincia che rifiutava il filofascismo emerso al congresso di fondazione del P.L.I. (Bologna, ottobre 1922). Questa lineare posizione lo portò a essere il naturale successore di Adolfo Ciarrapica, quale redattore capo del giornale nel gennaio 1924.

Nei mesi seguenti allessassimo di Giacomo Matteotti si schierò con il professore Lerda (presidente della Federazione giovanile liberale), soprattutto al congresso di Livorno dell’ottobre 1924, contro i parlamentari liberali cuneesi che avevano dato il loro appoggio al governo Mussolini.

Si riaffacciò sulla scena politica nel 1943, dopo la caduta del fascismo, entrando a far parte del Comitato provvisorio sorto a Cuneo il 26 [...]

[...]gio al governo Mussolini.

Si riaffacciò sulla scena politica nel 1943, dopo la caduta del fascismo, entrando a far parte del Comitato provvisorio sorto a Cuneo il 26 luglio e poi del C.L.N., dove rappresentò il Partito liberale. Fu membro nel C.L.N. provinciale dopo la Liberazione.

Eletto al Consiglio comunale di Cuneo nel 1946, fu capogruppo liberale fino al suo ritiro dalla politica attiva. Nei suoi ultimi anni fu presidente onorario del P.L.I. provinciale e membro dell'istituto storico della Resistenza di Cuneo.

P.Bu. M.Ca.

Pellegrino, Mario

Grio. N. a Cuneo il 17.5.1914; medico.

Dopo aver prestato servizio in qualità di sottotenente medico nell' A.R.M.I.R., 1*8.9.1943 disertò dall’Ospedale militare di Verona. Rientrato nel Cuneese, nella sua qualità di medico condotto svolse fin dall’inizio opera di assistenza sanitaria fra le varie formazioni partigiane della provincia.

Il 14.1.1944 trasportò Duccio Galimberti, ferito in combattimento, da Borgo San Dalmazzo a Canale d' Alba, dove il comandante partigiano venne sot[...]

[...]carico di insegnare Letteratura cristiana antica, cattedra che occuperà ininterrottamente fino al 1965.

Nella Resistenza

Dopo I’8.9.1943, data la sua volontà di « essere prete che si interessa dei problemi della gente », collaborò con la Resistenza, prodigandosi nel fare opera di mediazione con le autorità fasciste e tedesche, di cui conosceva bene la lingua, per scongiurare rappresaglie e salvare vite umane.

Dal 4 al 7.4.1945, dietro esplicito invito dell’addetto stampa della 2a Divisione G.L. (Aurelio Verrà) e tramite un altro sacerdote fossanese (don Lino Volta) che dall’autunno fungeva con molta discrezione da assistente spirituale di quei partigiani, tenne un ciclo di conferenze pasquali a Pradleves, allora considerata la « capitale » del par

tigianato cuneese. I testi delle sue conferenze, esplicitamente dedicate ai partigiani, furono riassunti e ciclostilati a cura dei Comandi della I e della 11 Divisione G.L..

Nel dopoguerra si distinse come filologo, storico e autore di accuratissime critiche di antichi testi latini e greci.

Arcivescovo di Torino

Il 18.9.1965 la sua nomina ad arcivescovo di Torino, quale successore del cardinale Maurilio Fossati, fu accolta come uno dei segni nuovi del Concilio Vaticano II, cui d’altra parte mons. Pellegrino, prima ancora di essere consacrato vescovo, aveva partecipato con due fondamentali interventi sul delicato tema della libertà di ric[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 273

Brano: [...]fascista, fecero numerosi feriti; più oltre, quando il corteo sfilò in viale Regina Margherita e i manifestanti tentarono di penetrare nella caserma dove era ancora acquartierata la milizia fascista, i militi fecero fuoco dal tetto uccidendo una giovane donna, Lina Fratoni (operaia dello iutificio) che marciava in testa al corteo.

Il Fronte Nazionale, appena costituito e formato da Anelito Barontini per il P.C.I.; dal professor Morelli per il P.L.I.; dall’avvocato Bevilacqua senior, dal maestro Bizzi e dall’avvocato Gaetano Squadroni per il P.S.I.U.P.; da Rolando Locori per i sindacati democratici, inviò allora una delegazione dal prefetto Franz Turchi (sarà poi senatore del M.S.I.) per protestare contro questi efferati spargimenti di sangue. Dal 17.8.

1943 si trovava a La Spezia il generale Feurstein, comandante il 51° Corpo germanico (una delle prime unità calate in Italia dopo il 25 luglio), qui venuto per «concorrere alla difesa » della piazzaforte, ma in realtà per occuparla.

Il generale Mario Caracciolo di Feroleto (v.), coma[...]

[...]della nuova situazione, la città fu occupata. La flotta italiana era già in alto mare, diretta a Malta e ad Alessandria d’Egitto.

Le forze antifasciste avevano intanto costituito il C.L.N., in sostituzione del primo, improvvisato Comitato unitario. Lo presiedeva il professor Ennio Carando (v.), comunista, e ne facevano parte Pietro Beghi per il P.S.I.U.P., Mario Da Pozzo per il Partito d’Azione, Mario Boracchia per la D.C. e Carlo Naef per il P.L.I. Facevano parte del Comitato militare l’avvocato Ghironi (Rudy), Re

nato Jacopini (Marcello Moroni) e il colonnello Mario Fontana che, con altri, avrebbe dato vita al Battaglione Costiero.

Guerra di liberazione

Nei giorni che seguirono l’8 settembre, numerosi antifascisti e militari sfuggiti alla cattura dei tedeschi formarono le prime bande partigiane locali. Un gruppo, guidato dal comunista Renato Jacopini e da altri antifascisti si rifugiò sulla collina detta Monte Grappolo e raggiunse poi le pendici del Monte Nebbione.

Un altro gruppo, composto di patrioti e di ex ufficiali del[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 512

Brano: [...] frottole della propaganda nazifascista, ma che a contatto con la realtà non faticavano a prender coscienza della loro posizione e passavano nelle file partigiane (v. Forze armate repubblichine).

Alla vigilia dell’insurrezione il C.L.N. della Liguria era così composto: Secondo Pessi e Remo Scappini (P.C.I.) ; Mario Cassiani Ingoni e Mario Zino (Partito d’Azione); Antonio Lei e Pàolo Emilio Taviani (D.C.) ; Enrico Martino e Giovanni Savoretti (P.L.I.); Vittorio Acquarone e Pietro Gabanizza (P.R.I.); Costante Bianchi e Azzo Toni (P.S.I.). La segreteria del C.L.N. era affidata a Genny Burlando, Stelvio Zanni e Mirella Alloisio.

Il Comando militare regionale unificato ligure era così formato: comandante, il generale Enrico Martinengo {Durante); vicecomandanti, il colonnello Carlo Farini (Manes) e il colonnello Giovanni Trombetta [Tornasi); capo di statcf maggiore, il tenente colonnello Carlo Olivari (Gratelli); altri membri, il tenente colonnello Egidio Ferralasco [Costa), il tenente colonnello Ferdinando Croce [Jack), il tenente co

lo[...]

[...]e, il tenente colonnello Carlo Olivari (Gratelli); altri membri, il tenente colonnello Egidio Ferralasco [Costa), il tenente colonnello Ferdinando Croce [Jack), il tenente co

lonnello Rinaldo Mereta [Naldi), il capitano Egidio Veronese [Mantovani) .

Discendeva dal C.L.N. la Commissione economica regionale, composta da Ettore Marchesini del P.C.I., Federico De Barbieri del Partito d’Azione, Vittorio Pertusio della D.C., Giuseppe Averame del P.L.I., Aurelio Pareto del P.R.I., Ariodante Borei fi del P.S.I.. Questo apparato politicomilitare diresse l’insurrezione genovese dell’aprile 1945.

Sui caratteri originali di questa insurrezione, così ha scritto Roberto Battaglia:

« La prima insurrezione, quella di Genova, può considerarsi l’insurrezione modello tra quelle attuate sotto il giogo nazifascista non solo in Italia, ma in tutta l’Europa. Insurrezione " perfetta ” sul piano militare e sul piano politico, eseguita in una città in cui tutte le condizioni obiettive militavano a favore del nemico. Circa 30.000 tedeschi addensati nel br[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine P.L.I., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---D.C. <---C.L.N. <---P.C.I. <---comunista <---P.S.I. <---fascista <---fascisti <---antifascisti <---fascismo <---comunisti <---antifascista <---P.R.I. <---socialista <---italiano <---Bibliografia <---Partito comunista <---italiana <---nazifascisti <---socialisti <---S.A.P. <---fasciste <---italiani <---G.A.P. <---P.S.I.U.P. <---antifascismo <---Il C <---Il C L <---Storia <---cristiana <---d'Azione <---gappisti <---nazista <---nazisti <---C.L.N.A.I. <---De Gasperi <---Diritto <---democristiani <---nazifascista <---C.T.L.N. <---C.V.L. <---La Libertà <---La prima <---M.S.I. <---Pratica <---S.S. <---antifasciste <---azionisti <---democristiana <---liberalismo <---liste <---prefascista <---Azione Cattolica <---Benedetto Croce <---Comitato centrale <---G.L. <---G.N.R. <---Il P <---La Voce <---P.S.D.I. <---Villa Triste <---Vittorio Emanuele <---Vittorio Pertusio <---azionista <---comuniste <---crociana <---d'Italia <---dell'Italia <---democristiane <---gappista <---italiane <---lista 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