Brano: Liberale italiano, Partito
La crisi fu ricomposta a fatica il
12.12.1944, con la formazione del secondo gabinetto Bonomi nel quale il P.L.I. entrò con Brosio ministro senza portafoglio accanto a Soleri e a Casati che conservavano i precedenti incarichi. Il compromesso era necessario per recare a compimento la guerra, ma lo viziava l’ormai deliberata volontà della D.C. e del P.L.I. di spezzare l’unità dei C.L.N. e di apprestarsi a porre la candidatura dei moderati al governo del Paese, con l’ausilio degli Alleati, per realizzare la restaurazione da sempre accarezzata.
Difatti, non appena il Nord ebbe portato a termine l’insurrezione e vi giunsero le truppe alleate, democristiani e liberali fecero eco alle richieste angloamericane di disarmo immediato dei partigiani e ne appoggiarono la sovente grossolana azione di accantonamento dei C.L.N. anche come organi consultivi. Alcide De Gasperi (v.) capeggiò la manovra D.C. per la formazione di un governo che sancisse l’estr[...]
[...]solana azione di accantonamento dei C.L.N. anche come organi consultivi. Alcide De Gasperi (v.) capeggiò la manovra D.C. per la formazione di un governo che sancisse l’estromissione dal suo programma della piattaforma politica elaborata nel quadro del patto unitario dei Comitati di liberazione. I temi dell’epurazione e delle misure di ventilato esproprio delle fortune accumulate dai capitalisti sotto il regime, furono il cavallo di battaglia del P.L.I., assieme a quello dell’urgenza di « ristabilire
I ordine ». Tuttavia la manovra abortì e si addivenne alla formazione del governo Parri, in cui i liberali ebbero Brosio ministro per la Consulta Nazionale, Soleri e poi Ricci al Tesoro. Era il 20 giugno del 1945. Quattro mesi più tardi, ai primi di novembre, allorché il governo decretò di chiudere l’epurazione (eccezion fatta per gli alti gradi ministeriali e per i casi più rilevanti), nonché di prorogare per un anno la procedura straordinaria ed estendere a tutto il territorio nazionale il fuzionamento delle Corti d’Assise speciali, il P.L.[...]
[...]i i liberali ebbero Brosio ministro per la Consulta Nazionale, Soleri e poi Ricci al Tesoro. Era il 20 giugno del 1945. Quattro mesi più tardi, ai primi di novembre, allorché il governo decretò di chiudere l’epurazione (eccezion fatta per gli alti gradi ministeriali e per i casi più rilevanti), nonché di prorogare per un anno la procedura straordinaria ed estendere a tutto il territorio nazionale il fuzionamento delle Corti d’Assise speciali, il P.L.I. scatenò una violenta campagna contro queste deliberazioni e contro la legge stessa (che, per inciso, nella sua prima formulazione era stata opera del liberale Casati), allargando subito la polemica all’intero comportamento del governo, sul quale si facevano ricadere le difficoltà drammatiche di quel periodo, ignorando d'altronde quanto esse derivassero anche dalla pratica mobilitazione di forze reazionarie e di resistenze burocratiche e conservatrici, mobilitazione nella quale il P.L.I. aveva avuto una parte di protagonista di primissimo piano a fianco dell'« Uomo Qua
lunque » di Giannini [...]
[...]o queste deliberazioni e contro la legge stessa (che, per inciso, nella sua prima formulazione era stata opera del liberale Casati), allargando subito la polemica all’intero comportamento del governo, sul quale si facevano ricadere le difficoltà drammatiche di quel periodo, ignorando d'altronde quanto esse derivassero anche dalla pratica mobilitazione di forze reazionarie e di resistenze burocratiche e conservatrici, mobilitazione nella quale il P.L.I. aveva avuto una parte di protagonista di primissimo piano a fianco dell'« Uomo Qua
lunque » di Giannini e della destra clericale.
Il 17.11.1945 la Giunta esecutiva del P.L.I. retta dai « sinistri » Cattani, Carandini e Brosio indirizzò ai partiti della coalizione una lettera che di fatto annunziava la crisi: il 22, i ministri liberali si dimisero dal gabinetto Parri e, dopo una giornata di convulse consultazioni, la sera stessa il presidente del Consiglio dovette rimettere il suo mandato. (Nel novembre del 1949, in una intervista a un quotidiano di Tonno,
10 stesso Cattani rivelerà che l’operazione era stata preventivamente concordata con la D.C. per offrirle l’occasione di un ministero guidato da Alcide De Gasperi).
11 10 dicembre si insediò il nuovo govern[...]
[...]tto Parri e, dopo una giornata di convulse consultazioni, la sera stessa il presidente del Consiglio dovette rimettere il suo mandato. (Nel novembre del 1949, in una intervista a un quotidiano di Tonno,
10 stesso Cattani rivelerà che l’operazione era stata preventivamente concordata con la D.C. per offrirle l’occasione di un ministero guidato da Alcide De Gasperi).
11 10 dicembre si insediò il nuovo governo, capeggiato da De Gasperi.
Il P.L.I. aveva ottenuto il ministero del Tesoro per il liberale indipendente Epicarmo Corbino, il ministero della Guerra per Brosio e quello dei Lavori pubblici per Cattani. Era ancora un governo nell’ambito della formula dei C.L.N., ma già costituiva un primo passo per la rottura della coalizione, l’avvio di una politica di soffocamento delle speranze e degli auspici nutriti dalla Resistenza popolare e la chiusura di un’esperienza nella quale il P.L.I. aveva accettato di svolgere le mansioni di controllo per conto della borghesia più retriva.
Al I Congresso del partito, apertosi a Roma il 29.4.1946, si delinearono: una corrente di agnostici sul problema istituzionale, con Croce alle testa; una destra arcaica che si riconosceva nelle posizioni di Bonomi, Nitti, Vittorio Emanuele Orlando, Manlio Lupinacci e Panfilo Gentile; un centro repubblicano, con Carandini e Brosio; e una sinistra, i cui esponenti erano Franco Antonicelli, Gabriele Pepe e Antonio Calvi. Vennero messi in votazione, a chiusura del dibattito, tre ordini del giorno sulla [...]
[...] e Antonio Calvi. Vennero messi in votazione, a chiusura del dibattito, tre ordini del giorno sulla questione istituzionale: il primo (agnostico), firmato da Croce e da Giovanni Cassandro, ottenne 121 voti; il secondo (repubblicano), firmato da Brosio; ne ebbe 261; mentre quello monarchico di Lupinacci, Sogno e PerroneCapano, raggiunse la maggioranza con 412 voti. Croce fu eletto presidente del partito.
Alle elezioni politiche del 2.6.1946 il P.L.I. ottenne, assieme ai demolaburisti coi quali si era presentato alla consultazione sotto l’etichetta de\V Unione Democratica Nazionale,
1.559.417 voti.
Rimasti fuori dal secondo gabinetto De Gasperi, insediatosi il 16.7.1946 e nel quale erano nuovamente pre
senti comunisti e socialisti, i liberali rientrarono al governo nel quarto ministero costituito dallo statista trentino nel maggio 1947; ministero che, si può dire, sancì la definitiva rottura dell’unità dei partiti di massa che avevano collaborato col C.L.N. e inaugurò la « svolta » verso la strategia del « centrismo », con il sost[...]
[...]masti fuori dal secondo gabinetto De Gasperi, insediatosi il 16.7.1946 e nel quale erano nuovamente pre
senti comunisti e socialisti, i liberali rientrarono al governo nel quarto ministero costituito dallo statista trentino nel maggio 1947; ministero che, si può dire, sancì la definitiva rottura dell’unità dei partiti di massa che avevano collaborato col C.L.N. e inaugurò la « svolta » verso la strategia del « centrismo », con il sostegno del P.L.I. e dell’ala scissionista del P.S.I.U.P. organizzatasi in partito socialdemocratico (P.S.L.I.).
M.Gi.
Liberalismo
Dottrina politica borghese, teoricamente fondata sul preminente valore della libertà individuale nei rapporti tra il cittadino e lo Stato, quindi contraria ad ogni forma di governo autoritario; in realtà essa esprime sul terreno dei rapporti politici il principio del liberalismo economico (v.) per il libero scambio delle merci e contro ogni ingerenza dello Stato nell’economia. Particolarmente diffuso durante il secolo XIX e al principio del XX, il liberalismo precedette e a[...]