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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 754

Brano: [...] in sede di votazione popolare (1894).

Oltre a queste campagne, anche le manifestazioni per il Primo Maggio, a partire dal 1890, costituirono un’occasione per rinforzare l’influenza e la coesione del partito. Contro il Grutli e quanti altri volevano rinviare la manifestazione alla prima domenica di Maggio, esso si pronunciò per il rispetto della data, quindi per l’astensione dal lavoro dovunque fosse possibile.

Malgrado alcuni successi, il P.S.S. restava però un’organizzazione debole, senza una vera struttura e disugualmente rappresentato a seconda delle regioni. Le cose cambiarono solo dal 1901, quando al congresso di Soleure il P.S.S. si fuse con il Grutli. Quest’ultimo aveva registrato un’evoluzione a sinistra e, aderendo in blocco al P.S.S., recò non solo un apporto numerico, ma soprattutto una grande quantità di sezioni rurali, grazie alle quali veniva assicurata una presenza socialista fin negli angoli più riposti del Paese.

Altra caratteristica di quelle che verranno chiamate le “nozze di Soleure” fu che il Grutli conservava, all’interno del P.S.S., la propria organizzazione autonoma, tenendo il proprio congresso alla vigilia di quello del Partito e continuando la pubblicazione del proprio quotidiano, Der Grutlianer. Ciò significava la costituzione, nel seno del P.S.S., di una tendenza destroide potente

mente organizzata e senza una adeguata contropartita sulla sinistra. In effetti, nella misura in cui il P.S.S. si radicalizzerà, tutti gli oppositori a questa evoluzione troveranno una tribuna e una struttura accogliente entro il Grutli che, sia per le sue origini storiche che per la sua composizione sociale (importanza delle sezioni rurali, presenza massiccia di artigiani e piccoli proprietari), propendeva verso un socialismo moderato, nazionale, pragmatico, contrario ai proclami internazionalisti e marxisti.

Non più soddisfatto del programma del 1888, nel 1904 il P.S.S. ne adottò uno nuovo, dovuto a Otto Lang (18631936), deputato e giudice a Zurigo. Molto influenzato dal programma d’Erfurt della [...]

[...]rà, tutti gli oppositori a questa evoluzione troveranno una tribuna e una struttura accogliente entro il Grutli che, sia per le sue origini storiche che per la sua composizione sociale (importanza delle sezioni rurali, presenza massiccia di artigiani e piccoli proprietari), propendeva verso un socialismo moderato, nazionale, pragmatico, contrario ai proclami internazionalisti e marxisti.

Non più soddisfatto del programma del 1888, nel 1904 il P.S.S. ne adottò uno nuovo, dovuto a Otto Lang (18631936), deputato e giudice a Zurigo. Molto influenzato dal programma d’Erfurt della socialdemocrazia tedesca, questo testo si caratterizzava per una netta cesura tra l’introduzione teorica e il repertorio di rivendicazioni immediate che lo concludeva. Come poi si dovesse procedere al passaggio dalla teoria alla pratica, cioè alla messa in opera, attraverso il programma immediato, dei principi genera

li del socialismo, questo Lang non

lo faceva vedere.

Data tale situazione, in seno al P.S.S. potevano coesistere le più svariate pratiche polit[...]

[...]enzato dal programma d’Erfurt della socialdemocrazia tedesca, questo testo si caratterizzava per una netta cesura tra l’introduzione teorica e il repertorio di rivendicazioni immediate che lo concludeva. Come poi si dovesse procedere al passaggio dalla teoria alla pratica, cioè alla messa in opera, attraverso il programma immediato, dei principi genera

li del socialismo, questo Lang non

lo faceva vedere.

Data tale situazione, in seno al P.S.S. potevano coesistere le più svariate pratiche politiche. Spinte dalle esigenze del sistema elettorale maggioritario sul piano federale, certe sezioni cantonali non esitarono a concludere tacite alleanze con i cattolici o i conservatori protestanti per tentare di strappare un seggio alla maggioranza radicale. Altrove, al contrario, era un mercanteggiamento con i radicali... Conformemente alle decisioni dei congressi internazionali, i deputati socialisti avrebbero dovuto votare contro i crediti militari, ma a varie riprese alcuni di loro li approvarono. Nel 1907 il P.S.S. condusse una vigorosa c[...]

[...]piano federale, certe sezioni cantonali non esitarono a concludere tacite alleanze con i cattolici o i conservatori protestanti per tentare di strappare un seggio alla maggioranza radicale. Altrove, al contrario, era un mercanteggiamento con i radicali... Conformemente alle decisioni dei congressi internazionali, i deputati socialisti avrebbero dovuto votare contro i crediti militari, ma a varie riprese alcuni di loro li approvarono. Nel 1907 il P.S.S. condusse una vigorosa campagna contro una nuova legge suH’organizzazione militare, ma due dei suoi rappresentanti alle camere federali votarono a favore! Nonostante le critiche di parecchie sezioni, il P.S.S. si rivelò incapace di ottenere dai propri deputati il rispetto alle decisioni del congresso. Fenomeni analoghi si produssero sul piano locale, dove la partecipazione alle amministrazioni cantonali e comunali, come pure le elezioni dei funzionari e dei magistrati (giudici) permisero ai socialisti di accrescere la loro rappresentanza, ma sovente a prezzo di diverse compromissioni. Fritz Thiébaud, il primo socialista divenuto membro di un governo cantonale, a Ginevra, fu soli

dale con i suoi colleghi borghesi al tempo della repressione degli scioperi del 1898 e 1902. Il deputato di Basilea E.[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 757

Brano: [...]ento degli ufficiali (militari alla prussiana), le pessime condizioni di vita del soldato e i lunghi periodi di mobilitazione favorirono la crescita deH’antimilitarismo.

La fine della "unione sacra”

Dal 1915 tutto ciò sfociò in una ripre

sa di lotte salariali e in un processo di radicalizzazione delle masse che fece saltare la unione sacra. L’U.S.S. vide i propri iscritti aumentare dai 65.177 del 1914 ai 177.143 del 1918. AH’interno del P.S.S. la sinistra si riordinò prendendosela coi socialsciovinisti; nel 1916 il Grutli perdeva la sua privilegiata posizione in seno al partito. Le sue sezioni si videro costrette a scegliere tra la fusione totale col P.S.S. oppure l’esclusione dalle sue fila. Il congresso socialista di Berna (89.6.1917) respinse il principio della difesa nazionale e decise il rifiuto di ogni credito militare.

Sul piano internazionale i socialisti svizzeri seguirono un’analoga evoluzione: la conferenza di Lugano del 27.9.1914 riunì i delegati dei partiti svizzero e italiano, segnando così una prima ripresa delle relazioni internazionali. Davanti all’impossibilità di riunire il Bureau socialista internazionale, oppure una conferenza dei partiti dei paesi neutrali, il P.S.I. decise di convocare in Svizzera una conferenza delle m[...]

[...]nazionale i socialisti svizzeri seguirono un’analoga evoluzione: la conferenza di Lugano del 27.9.1914 riunì i delegati dei partiti svizzero e italiano, segnando così una prima ripresa delle relazioni internazionali. Davanti all’impossibilità di riunire il Bureau socialista internazionale, oppure una conferenza dei partiti dei paesi neutrali, il P.S.I. decise di convocare in Svizzera una conferenza delle minoranze socialiste di tutti i paesi. Il P.S.S. non si impegnò nella preparazione di questa conferenza, ma ne lasciò la responsabilità a R. Grimm. Precedentemente, una prima conferenza internazionale di donne socialiste si era tenuta a Berna dal 25 al 27.3. 1915, seguita da un incontro internazionale della Gioventù socialista (4 aprile), da cui era nato un attivissimo Segretariato internazionale, con sede a Zurigo, sotto la presidenza di Willy Munzenberg.

La conferenza socialista internazionale ebbe luogo dal 5 all'8.9.1915 nel piccolo villaggio di Zimmerwald (v.). È noto il ruolo da essa avuto nell’evoluzione generale del movimento ope[...]

[...]tto la presidenza di Willy Munzenberg.

La conferenza socialista internazionale ebbe luogo dal 5 all'8.9.1915 nel piccolo villaggio di Zimmerwald (v.). È noto il ruolo da essa avuto nell’evoluzione generale del movimento operaio per l’affermazione di una opposizione socialista alla guerra. La Commissione socialista internazionale ivi creata, animata da Grimm, convocò un secondo incontro che si tenne a Kiental dal 24 al 30.4.1916 e nel quale il P.S.S. si fece questa volta ufficialmente rappresentare, dopo essersi dichiarato d’accordo col manifesto di Zimmerwald. Ormai la sinistra, solidamente ancorata a Zurigo sotto la direzione di Fritz Platten (18831942), guadagnava sempre più terreno a Basilea e altrove, mentre il centro del partito, rappresentato essenzialmente da R. Grimm e Berne, si portava sempre più verso di essa.

Estensione delle lotte operaie

Fin dal 1915 si erano svolte imponenti manifestazioni contro il caro

vita, organizzate dal P.S.S. e dalla U.S.S.. Il 30.8.1917 queste lotte culminarono in uno sciopero generale di m[...]

[...]rsi dichiarato d’accordo col manifesto di Zimmerwald. Ormai la sinistra, solidamente ancorata a Zurigo sotto la direzione di Fritz Platten (18831942), guadagnava sempre più terreno a Basilea e altrove, mentre il centro del partito, rappresentato essenzialmente da R. Grimm e Berne, si portava sempre più verso di essa.

Estensione delle lotte operaie

Fin dal 1915 si erano svolte imponenti manifestazioni contro il caro

vita, organizzate dal P.S.S. e dalla U.S.S.. Il 30.8.1917 queste lotte culminarono in uno sciopero generale di mezza giornata, mentre si moltiplicavano i fermenti per ottenere aumenti salariali.

Gli iscritti del P.S.S. passarono dai 31.303 del 1917 ai 39.765 del 1918 per raggiungere i 52.163 del 1919. La rivoluzione russa del febbraio

1917 risvegliò grandi speranze e quella di ottobre galvanizzò la sinistra socialista.

Il 19.5.1917, a ChauxdeFonds, la folla liberava E. Paul Graber dalla prigione dove espiava una pena di otto giorni a causa d’un articolo che se la prendeva con l’esercito. A Zurigo, dal 15 al 17.11.1917, manifestazioni organizzate da piccoli gruppi in favore della rivoluzione russa d’Ottobre e della pace degenerarono in disordini che si chiusero con 4 morti. I circoli estremisti vennero[...]

[...]lvanizzò la sinistra socialista.

Il 19.5.1917, a ChauxdeFonds, la folla liberava E. Paul Graber dalla prigione dove espiava una pena di otto giorni a causa d’un articolo che se la prendeva con l’esercito. A Zurigo, dal 15 al 17.11.1917, manifestazioni organizzate da piccoli gruppi in favore della rivoluzione russa d’Ottobre e della pace degenerarono in disordini che si chiusero con 4 morti. I circoli estremisti vennero sconfessati da tutto il P.S.S., sinistra compresa, ma appoggiandosi sullo scontento delle masse essi riuscirono a organizzare altre manifestazioni o a far degenerare in forme violente quelle delle organizzazioni operaie.

Sul piano parlamentare il P.S.S. raccolse 50.000 voti alle elezioni federali dell’autunno 1917, ma dato il sistema elettorale maggioritario non ebbe un numero di seggi corrispondente al suo elettorato. D’altra parte, in regime di pieni poteri, il legislativo aveva poca influenza sul governo. Da qui l’idea, sempre più lar

WiMy Munzenberg (quarto da sinistra) e altri membri del Segretariato intemazionale della Gioventù socialista, fra cui Fritz Platten ed Ernst Nebs, dirigenti della sinistra socialista svizzera (Zurigo, autunno 1917)

757



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 760

Brano: [...]uindi il negoziato e

il ricorso all’arbitraggio. Ciò spinse i sindacati ad arginare e a tenere sotto controllo i movimenti spontanei della base, e anche a opporvisi. Questo tipo di involuzione approdò nel 1927, al congresso di Interlaken, a cancellare dagli statuti sindacali la frase affermante che l'U.S.S. si muoveva « sul terreno della lotta di classe ». Lo stesso congresso escluse il cartello sindacale di Basilea che, contro la volontà del P.S.S. e dell’U.S.S., aveva sostenuto il referendum del P.C.S. contro il nuovo statuto dei funzionari federali.

Questo statuto, accettato dalla stessa organizzazione sindacale dei funzionari, apportava dei sicuri vantaggi materiali, ma in cambio proibiva loro di scioperare (disposizione che si è mantenuta fino ad oggi). Inoltre, i contratti collettivi nazionali potevano essere sfavorevoli a una sezione che godesse di una situazione migliore e di una congiuntura locale più favorevole. Sarà questo, nel 1932, il caso degli installatori di apparecchi da riscaldamento di Zurigo: essi rifiuteranno la l[...]

[...]i partecipare alla difesa, alla restaurazione e alla cogestione dell’industria in collaborazione col padronato. Nel 1923 elaborò un progetto di “comunità professionale”, con strutture paritarie a tutti i gradini; negli anni Trenta si appellerà allo Stato perché sostenga le esportazioni attraverso sovvenzioni e parteciperà all’holding (A.S.U.A.G.) creata dalla Confederazione per controllare e disciplinare la produzione (1931).

L'evoluzione del P.S.S.

Uscito dalla Seconda Internazionale nel 1919, il P.S.S. era divenuto membro delI’Unione di Vienna (v. Internazionale di Vienna) ; aveva partecipato al congresso di Amburgo dove si era costituita, nel 1923, l’Internazionale operaia socialista, ma aveva atteso il 1926 per aderirvi. Il suo programma del 1920 menzionava la dittatura del proletariato tra i propri obiettivi, continuava a respingere le spese militari e il principio stesso della difesa nazionale, ma la sua attività si concentrava essenzialmente sulle elezioni e sui lavori parlamentari. Un crescente scarto si scavava quindi tra la teoria e la pratica. A livello comunale, il P.S.S. svolgeva[...]

[...]uita, nel 1923, l’Internazionale operaia socialista, ma aveva atteso il 1926 per aderirvi. Il suo programma del 1920 menzionava la dittatura del proletariato tra i propri obiettivi, continuava a respingere le spese militari e il principio stesso della difesa nazionale, ma la sua attività si concentrava essenzialmente sulle elezioni e sui lavori parlamentari. Un crescente scarto si scavava quindi tra la teoria e la pratica. A livello comunale, il P.S.S. svolgeva una certa attività e alcune città erano anche amministrate da maggioranze socialiste: ChauxdeFonds (nel 19121915 e, dopo, dal 1918), Lode, Bienne (dal 1921), Zurigo (dal

1928), Losanna (193437).

Se in materia di spese sociali, abitazioni, realizzazioni culturali e servizi pubblici, queste amministrazioni, malgrado i limiti di bilancio imposti dalla crisi, potevano vantare buone realizzazioni, l’esercizio del potere si rivelava in certe circostanze pericoloso, come apparve nella “Zurigo rossa” del 1932.

In seno ai governi cantonali, dove

i socialisti avevano invece parteci[...]

[...], malgrado i limiti di bilancio imposti dalla crisi, potevano vantare buone realizzazioni, l’esercizio del potere si rivelava in certe circostanze pericoloso, come apparve nella “Zurigo rossa” del 1932.

In seno ai governi cantonali, dove

i socialisti avevano invece partecipazioni minoritarie, essi si trovavano spinti ad avallare politiche che non sempre erano in accordo con

i loro principi. Dal 1929, nel suo con

gresso di Basilea, il P.S.S. decise di rivendicare un posto nel governo federale, ma questo riuscirà a ottenerlo soltanto nel 1943.

Le minacce contnp la democrazia intanto si moltiplicavano: la crisi e l’impotenza del parlamentarismo venivano sfruttati dai gruppi di destra e dai “fronti” fascisti e nazisti, i quali conobbero il proprio apogeo in Svizzera tra il 1930 e il 1936. Il trionfo dei regimi autoritari in tre dei quattro Stati confinanti con la Svizzera (cioè in Italia, in Germania e in Austria) forniva ai fascisti svizzeri un appoggio morale (a volte anche finanziario) e poteva divenire, a lungo termine, una m[...]

[...]ro il proprio apogeo in Svizzera tra il 1930 e il 1936. Il trionfo dei regimi autoritari in tre dei quattro Stati confinanti con la Svizzera (cioè in Italia, in Germania e in Austria) forniva ai fascisti svizzeri un appoggio morale (a volte anche finanziario) e poteva divenire, a lungo termine, una minaccia per l’integrità territoriale e l’indipendenza del Paese.

Di fronte a questi pericoli, voci sempre più numerose si alzarono nelle fila del P.S.S. per un cambiamento di linea politica suscettibile di abbracciare un più largo elettorato, esteso ai contadini e alle classi medie. Nel congresso di Lucerna del 1935 il P.S.S. cancellò quindi dal proprio programma la “dittatura del proletariato” e riconobbe, non senza vive opposizioni interne, il principio della “difesa nazionale”, al fine di poter difendere la democrazia non soltanto contro il fascismo interno, ma eventualmente anche contro quello di fuori. Il congresso approvò inoltre un “Piano di Lavoro”, ispirandosi a quello del socialista belga Henri de Man (v. Neosocialismo). In seguito, elementi progressisti e democratici membri del P.S.S. e dell’U.S.S. creeranno, con

il capo dei fascisti svizzeri, colonnello Fonjaikiz. inaligara i:\ nuova sede milanese d[...]

[...]oprio programma la “dittatura del proletariato” e riconobbe, non senza vive opposizioni interne, il principio della “difesa nazionale”, al fine di poter difendere la democrazia non soltanto contro il fascismo interno, ma eventualmente anche contro quello di fuori. Il congresso approvò inoltre un “Piano di Lavoro”, ispirandosi a quello del socialista belga Henri de Man (v. Neosocialismo). In seguito, elementi progressisti e democratici membri del P.S.S. e dell’U.S.S. creeranno, con

il capo dei fascisti svizzeri, colonnello Fonjaikiz. inaligara i:\ nuova sede milanese dei Fasci svizzeri in Italia

Il capo dei fascisti svizzeri a Milano mel 1934. Dalla Illustrazione Italiana del 21.10.1934

760

IL



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 759

Brano: [...]in seguito a uno scontro con l’esercito. Il numero totale degli scioperanti rimase superiore ai 20.000 all'anno fino al 1920, il cui secondo semestre segnò, per la Svizzera, l’inizio d’una crisi economica profonda che sarebbe durata fino al 1923.

Altra conseguenza dello sciopero generale del 1918 che però, in questo caso, costituì un successo per i socialisti, fu la rielezione anticipata delle camere federali con la proporzionale: i seggi del P.S.S. passarono da 22 a 41, mentre il 23,5% dei votanti si pronunciava in favore dei socialisti. Tuttavia i vantaggi sul piano parlamentare si fecero attendere: la paura suscitata nel 1918 fu tale che, per un lungo periodo, i socialisti furono oggetto di un vero e proprio ostracismo da parte degli altri partiti.

Nascita ed esordio del Partito comunista

Nel 1919 la maggioranza del congresso del P.S.S. decise di aderire alla Terza Internazionale, ma una successiva consultazione degli iscritti al partito annullò tale decisione (con 14.612 voti contro 8.722).

Il problema fu riproposto l'anno seguente, quando furono resi noti i “21 punti” fissati dal Comintern per entrare a farne parte: il Congresso socialista federale, tenuto a Berna

il 1012.12.1920, respinse l’adesione. La minoranza, dopo aver abbandonato il congresso, cercò vanamente di trascinare la base a favore dell’Internazionale comunista, ma la nuova consultazione diede soltanto 8.777 voti a favore e 25.975 contro. La minoranza [...]

[...] già alla fine del 1918 (Altkommunisten) per fondare, nel congresso tenuto a Zurigo il 56.3.1921, il Partito comunista di Svizzera [P.C. S.). Forte all 'incirca di 5.000 aderenti, questo era principalmente radicato a Basilea (dove aveva raccolto la maggioranza del movimento operaio dietro il suo leader F. Schneider), a Sciaffusa e a Zurigo,

il vecchio bastione della sinistra socialista.

Negli altri cantoni la scissione non intaccò molto il P.S.S. e il comuniSmo potè raccogliere poche adesioni: per esempio, a Ginevra, dove la linea di frattura passava più a sinistra che nella Svizzera tedesca, il nuovo leader Léon Nicole (18871965), di orientamento vicino a quello di Schneider a Basilea, si op

pose alla scissione.

Già nel 1920 Schneider aveva tentato di creare un nuovo tipo di organizzazione unitaria di lotta, mettendo insieme sul piano nazionale le Unioni operaie locali che comprendevano sindacati, varie associazioni operaie e partiti operai. In tal modo i dirigenti delle federazioni, spesso di destra, sarebbero saltati. Malgrad[...]

[...] più o meno lungo, l’abbandono del progetto di Unione dei lavoratori svizzeri. Schneider, assai vicino alle posizioni di Paul Levi in Germania, si oppose a questa linea e condannò la politica deH’Internazionale comunista per il modo in cui si era manifestata in Germania e al congresso socialista di Livorno. Con un certo numero di sindacalisti, Schneider costituì un effimero Partito comunista indipendente, che non tardò a rientrare nelle fila del P.S.S..

A Zurigo, nel 1923, altri sindacalisti abbandonarono il P.C.S.. Le centrali sindacali, da parte loro, combatterono con vigore i comunisti; approfittando delle direttive dell’lnternazionale comunista relative alla formazione di frazioni e cellule in seno ai sindacati, esse procedettero a espulsioni individuali e a sciogliere intere sezioni sindacali. Il P.C.S. perdette così una gran parte delle proprie posizioni nei sindacati.

La politica della “svolta” decisa al VI Congresso deH’Internazionale comunista e applicata, non senza reticenze, anche in Svizzera a partire dal 192930, aggravò a[...]

[...]sezioni sindacali. Il P.C.S. perdette così una gran parte delle proprie posizioni nei sindacati.

La politica della “svolta” decisa al VI Congresso deH’Internazionale comunista e applicata, non senza reticenze, anche in Svizzera a partire dal 192930, aggravò ancor più la situazione, provocando la defezione della quasi totalità degli aderenti di Schaffusa (nel 1930 essi costituiranno un Partito comunista dissidente che, nel 1935, si riunirà col P.S.S.) così come quello di numerosi altri militanti.

La reazione degli anni Venti

La scissione, la caduta della combattività operaia e la crisi economica indebolirono il P.S.S.: dai 53.910 iscritti nel 1920 scese a 30.742 nel 1924, per risalire con re

golarità fino a oltre 50.000 nel 1931. La percentuale dei suoi elettori passò dal 23,3% del 1922 al 28,7% del 1931, per ricadere leggermente fino al 1939 (25,9%). Quanto al P.C.S., ottenne 1*1,8% dei voti nel 1922, il 2% nel 1925 e 1*1,5% nel 1931.

Come già si è detto, l'ostracismo degli altri partiti impedì al P.S.S. di utilizzare la propria accresciuta rappresentanza parlamentare per far adottare alcuni suoi progetti di legge. Con l'insieme del movimento operaio, i socialisti dovettero limitarsi a respingere gli attacchi reazionari. Se nel 1919, grazie allo sciopero generale e alla pressione dei lavoratori, si era fatto qualche progresso in materia sociale (settimana di 48 ore), dal 1921 il movimento venne fermato e la sinistra dovette impegnarsi a bloccare i tentativi di rimettere in questione le 48 ore e di imporre nuove leggi liberticide. La propaganda reazionaria raggiunse il culmine nel 1922, con il[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 345

Brano: San Marino, Repubblica di

Soccorso divenne massima espressione), si dovette attendere fino al 1899 per avere una precisa piattaforma politica elaborata dal Partito socialista sanmarinese (P.S.S.) rivendicante « una riforma per cui sia istituito il suffragio universale con la elezione del Consiglio in base ad esso ». Il cambiamento istituzionale si ebbe soltanto nel 1906, quando

il vasto movimento unitario prodottosi ottenne la convocazione dei comizi elettorali e, il 10 giugno, i « conservatori democratici » ottennero 42 seggi su 60. Da quel momento il Consiglio assunse la denominazione di « grande e generale » che ancora conserva.

In San Marino si poneva inoltre con acutezza la questione dei rapporti fra Stato e Chiesa, esistendo una vera e propria sovrapposizione di quest’ult[...]

[...]repressivo.

Per comprendere le peculiarità del movimento popolare in San Marino, occorre inoltre tener presente che localmente la classe operaia esisteva in misura minima e che le lotte politiche del primo dopoguerra furono qui condotte da braccianti, artigiani, negozianti e intellettua

li democratici (per esempio, la grande manifestazione del 2021.7.1919, in solidarietà con le “repubbliche comuniste”). Su queste forze sociali si basava il P.S.S., il cui orientamento era allora massimalista, come apparve al Congresso socialista di Bologna del 58.10.1919.

Nel 1920 si costituì in San Marino

il Partito Popolare [P.P.) che trovò la propria base sociale principalmente nelle campagne, fra i coltivatori diretti, meno fra i grandi proprie

tari e i mezzadri, e che ebbe come organo di stampa il giornale “Libertà”. In effetti si trattava del travestimento della vecchia Unione Cattolica Popolare che scomparve come tale dalla scena politica, pur acquisendo quei nuovi elementi positivi maturati aH’interno del mondo cattolico. Tra le forze [...]

[...]ano di stampa il giornale “Libertà”. In effetti si trattava del travestimento della vecchia Unione Cattolica Popolare che scomparve come tale dalla scena politica, pur acquisendo quei nuovi elementi positivi maturati aH’interno del mondo cattolico. Tra le forze tradiziona

li rimase consistente VUnione Democratica (U.D.), la cui base sociale raccoglieva moderati, intellettuali e la destra storica sanmarinese.

Alle elezioni del 14.11.1920 il P.S.S.,

il P.P. e l’U.D. ottennero rispettivamente 18, 29 e 13 seggi su 60. Il Partito Popolare, con poco meno del 50% dei seggi, divenne la forza politica dominante. I consiglieri del P.S.S. non si presentarono all’insediamento del Consiglio e, di conseguenza, decaddero. Nelle elezioni suppletive svoltesi il 10.4.1921

i seggi socialisti passarono al P.P. e all'U.D. in seguito a un accordo elettorale intercorso fra questi due partiti e il massimalismo ricevette così un duro colpo.

Nella primavera del 1921, con la nascita di una organizzazione comunista locale, si affacciò sulla scena politica della repubblica un nuovo protagonista. Si trattava di una piccola Sezione che aderì alla Federazione romagnola del P.C. d’I., prendendo parte all’attività di questa, ma se è vero che q[...]

[...]li Arditi Rossi e dei Giovani Comunisti di San Marino (7.10.1920)

abolizione del diritto di asilo, il che significò consegnare nelle mani del

lo squadrismo fascista circa 200 rifugiati politici.

Questo grave attentato alle libertà locali verrà paragonato alla violazione operata dall’Alberoni nel 1739 e al non meno grave intervento delle forze di polizia italiane nel 1957 per rovesciare il governo di sinistra legittimamente costituito da P.S.S. e dal P.C.S..

Solo nel 1922 si trovarono le forze necessarie a fondare in San Marino il Partito Nazionale (P.N.) che altro non era se non una trasposizione locale del Partito nazionale fascista italiano. Questo partito divenne lo strumento per la restaurazione delle vecchie caste locali che cercarono di risolvere le vecchie e nuove contraddizioni economiche, sociali e politiche con l’introduzione di leggi liberticide e repressive; esse si avvalsero del sostegno del

lo squadrismo italiano che imperversò contro esponenti politici e istituzioni democratiche: Case del popolo e Camere del la[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 762

Brano: Svizzera

ze parlamentari e popolari dei tre cantoni francesi interdirono il Partito comunista, i socialisti ginevrini decisero di accoglierne nei propri ranghi i membri. Nel febbraiomarzo 1939 L. Nicole accettò un invito in U.R.S.S. e ne tornò tanto entusiasta da approvare, poco dopo, perfino il Patto germanosovietico, cosa che ovviamente provocò un enorme scompiglio in seno alla sinistra.

Questa volta, il P.S.S. espulse dal partito le sezioni ginevrina e del Vaud che seguivano Nicole, ma queste, sostenute da alcuni seguaci di altre regioni, costituirono la Federazione socialista svizzera (F.S.S.).

Seconda guerra mondiale

Come era avvenuto nel 1914, con l’inizio della nuova guerra il governo assunse i pieni poteri. Ma questa volta fu molto attento a non lasciar crescere le tensioni sociali. Un rigoroso razionamento applicato fin dal principio delle ostilità, un sistema di compensazione del salario perduto dai soldati mobilitati e un efficace controllo dei prezzi fecero sì che, quantunque i salar[...]

[...]numero di cantoni, fu messo fuori legge in tutto il paese. Nel 1941 lo stesso trattamento toccò alla F.S.S., i cui eletti vennero invalidati. I due partiti proseguirono clandestinamente l'attività, nonostante gli arresti e i processi. Dopo lo scioglimento dell’Internazionale Comunista, nel 1943, la Direzione del P.C.S. propose alla F.S.S. di fondere i due partiti. Nello stesso tempo, le due organizzazioni esaminarono la possibilità di aderire al P.S.S., sulla base del nuovo programma di questo partito (“La Svizzera nuova”), molto vicino al Piano del lavoro d’anteguerra. Ma questa marcia verso l’unità incontrò, da entrambe le parti, numerosi ostacoli. Fu uno smacco e nel 1944, quando la repressione cominciò ad allen

tarsi, la F.S.S., il P.C.S. e un certo numero di socialisti di sinistra crearono il Partito svizzero del Lavoro, che otterrà qualche successo fino al 1947 (5,1% degli elettori, però contro il 20,2% ottenuto dal P.S.S.). Da parte sua, il P.S.S. si era rafforzato e, alle elezioni federali dell’autunno 1943, aveva raccolto il 28,[...]

[...]di questo partito (“La Svizzera nuova”), molto vicino al Piano del lavoro d’anteguerra. Ma questa marcia verso l’unità incontrò, da entrambe le parti, numerosi ostacoli. Fu uno smacco e nel 1944, quando la repressione cominciò ad allen

tarsi, la F.S.S., il P.C.S. e un certo numero di socialisti di sinistra crearono il Partito svizzero del Lavoro, che otterrà qualche successo fino al 1947 (5,1% degli elettori, però contro il 20,2% ottenuto dal P.S.S.). Da parte sua, il P.S.S. si era rafforzato e, alle elezioni federali dell’autunno 1943, aveva raccolto il 28,6% dei suffragi, raggiungendo quasi il livello del 1931. Questa volta i partiti borghesi erano peraltro disposti alle concessioni per salvaguardare la pace sociale: quindi si accordarono per lasciare uno dei 7 posti nel governo a Ernst Nobs (18861957), uno dei vecchi leader della sinistra del 1918, che divenne così il primo consigliere federale socialista.

Già alla fine della guerra si disegnavano pertanto gli orientamenti che sarebbero stati seguiti nei quarant’anni successivi: un sindacalismo che approfit[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 761

Brano: Svizzera

lo stesso orientamento, il Movimento delle linee direttrici, al quale si raccorderà il congresso del partito nel 1937.

Queste innovazioni non portarono tuttavia i successi elettorali sperati: dal 28,7% dei voti del 1931, percentuale che non sarà mai più raggiunta, il P.S.S. passò al 28% del 1935 e al 25,9% del 1939.

La “pace del lavoro”

Parallelamente, i sindacati perseguivano una analoga evoluzione. Meno toccati dalla crisi degli anni Trenta di quanto lo fossero stati dal

1921 al 1925, grazie anche all'esistenza della assicurazione contro la disoccupazione essi conservarono sostanzialmente i loro iscritti. L’U.S.S., che aveva oltrepassato la cifra dei 200.000 aderenti nel 1931, ne contava 223.427 nel 1934 e riuscì, salvo piccole fluttuazioni, a conservarli fino al 1939. Questa forza numerica assicurava un buon potere di negoziazione alle federazioni.
[...]

[...]ccordo, stipulato per 2 anni e successivamente rinnovabile ogni cinque anni. L'accordo non fissava l'ammontare dei salari, ma determinava il meccanismo che avrebbe permesso di aggiornare via via i salari in atto al momento della firma (all'epoca, solamente il 10% dei metallurgici erano vincolati a un contratto collettivo di lavoro).

Questa “pace del lavoro” fu vivacemente criticata da una parte della sinistra, ma rispecchiava l’evoluzione del P.S.S. e, eliminando gli scioperi, assicurò una coesione sociale nel Paese. In seguito, soprattutto dopo il 1945, essa sarà estesa ad altre industrie.

La solidarietà internazionale

Durante tutto il periodo 19191945 non mancarono in Svizzera manifestazioni di solidarietà operaia internazionale: soccorsi alle famiglie dei lavoratori tedeschi vittime della crisi; aiuti alle vittime del fascismo e del nazismo; sostegno alla Spagna repubblicana (800 volontari svizzeri combatterono nelle Brigate Internazionali) .

Durante la guerra di Spagna vennero create la Centrale sanitaria svizzera e l’Opera [...]

[...] restrittiva del governo svizzero. Numerosi socialisti e comunisti svizzeri si sforzarono, spesso operando neH'illegalità, di aiutare i compagni degli altri paesi nella lotta contro il fascismo.

Un socialismo di sinistra nella Svizzera francese

Grazie a circostanze particolari, a Ginevra e, in misura minore, nel cantone del Vaud il socialismo conobbe una evoluzione diversa rispetto a quella del resto del Paese. La struttura federalista del P.S.S. permise tale fenomeno e, per una decina d’anni, rese possibile l'esistenza di una minoranza in disaccordo sempre più profondo con l’orientamento generale del partito. All’inizio, vale a dire dal 1919 al 1927, i socialisti di Ginevra diretti da Léon Nicole e la cui influenza, attraverso la stampa, si estendeva al vicino cantone, non si distinguevano affatto da quelli del resto della Svizzera; certo, essi conducevano una politica combattiva, ma nello stesso tempo partecipavano al governo cantonale. Essendo riusciti a coinvolgere numerosi impiegati e gran parte dei lavoratori qui giunti da altri[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 756

Brano: [...]oni, in parte la Gioventù socialista e alcuni circoli socialisti, religiosi o indipendenti di scarsa importanza si rifiutarono di aderire all'ondata bellicista.

Per di più il Paese era profondamente diviso tra sostenitori degli Imperi centrali (Svizzera tedesca) e dell’Intesa (Svizzera francese e italiana) ; una stampa partigiana, a volte sovvenzionata da uno dei paesi belligeranti, esasperava questo clima politico. I principali esponenti del P.S.S. erano in strette relazioni con quelli dei paesi vicini: certuni propendevano per le posizioni germaniche; altri, come Jean Sigg a Ginevra, erano invece ardenti francofili. Nel maggio 1915 Greulich si portò a Bologna per offrire alla Direzione del P.S.I. finanziamenti di ambigua fonte tedesca affinché i socialisti italiani sostenessero la campagna in favore della neutralità. Tuttavia la maggioranza del P.S.S. conservò un atteggiamento più riservato. La brutale violazione della neutralità belga da parte delle truppe tedesche, fermamente condannata da tutti i socialisti svizzeri (ma in parte scusata, se non approvata da alcuni organi di stampa borghese della Svizzera tedesca) ristabilì una certa unità di vedute. Alcuni giornali socialisti, come il Berner Tagwacht e il Volksrecht di Zurigo, cominciarono a mettere le loro colonne a disposizione dei socialisti stranieri contrari alla guerra. Ma ciò che provocò il disgregamento e infine il crollo della “unione sacra”, contemporaneamente a una radicalizz[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 758

Brano: [...] tendente a militarizzare la totalità della popolazione civile maschile per un « servizio civile obbligatorio ». Subito le organizzazioni operaie cercarono di dare scacco al governo, al quale l’Unione operaia di Zurigo inviò addirittura un ultimatum.

Scavalcando gli organi dirigenti del partito, Grimm prese l’iniziativa di riunire subito qualche amico politico e, con questi, convocò a Olten, per il 4.2.1918, una conferenza delle Direzioni del P.S.S., deH’U.S.S., della frazione socialista e dei rappresentanti della stampa socialista. La conferenza elesse un comitato d'azione, noto come Comitato di Olten, presieduto da Grimm, sicché i movimenti sindacali e politici si trovavano riuniti sotto un'unica Direzione.

Già nella sua seconda seduta, il Comitato discusse un piano di sciopero generale, elaborato da Grimm e destinato a premere sul potere. Nel frattempo il governo federale aveva ritirato il proprio progetto di militarizzazione, ma gli spiriti non si erano affatto calmati. Nell'aprile

1918 un aumento del prezzo del latte riportò a[...]

[...] pubbliche libertà, in ciò sostenuta dai sindacati dell’intero cantone.

Il 10 novembre, nonostante il divieto dell’autorità, una folla notevole si riunì per celebrare l’anniversario della rivoluzione bolscevica di Ottobre; l’esercito la disperse e sparò. Quattro dimostranti rimasero feriti e un soldato fu ucciso. Al termine di quella giornata, i ferrovieri della regione si unirono allo sciopero.

Contemporaneamente, il Comitato d’azione, il P.S.S. e Ì’U.S.S. lanciavano in tutto il Paese un appello allo sciopero generale illimitato, a partire dalla mezzanotte del lunedì

11 novembre. Essi presentarono un elenco di nove rivendicazioni, affrettatamente elaborate, tra cui quelle di indire immediatamente elezioni federali col sistema proporzionale, di sancire la parità tra uomini e donne, la settimana di 48 ore lavorative, di varare leggi per l’assicurazione di invalidità e vecchiaia, di istituire il monopolio statale sul commercio con l’estero.

La parola d’ordine di sciopero generale fu poco ascoltata nel Ticino e nella Svizzera franc[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 347

Brano: [...]re il Governo rimai» al suo posto di lavoro e di lotta contro il minacciar degli eventi, confidando netta virtù che lo regge e nel patrocinio dei Santo, che sempre nei Irangenti pi» minaccimi, protesse e salvè l’integri* t;t deila Patria.

Vha fa ttcptibhitta Ui S. Marino!

Manifesto della Reggenza di San Marino nel corso della guerra (31.7.1944)

tendo antiche gesta, la minoranza consiliare assunse il potere estromettendone il P.C.S. e il P.S.S. che ne erano i legittimi depositari. Cosicché, dopo le elezioni del 1978, si ebbe a San Marino un governo di coalizione formato da P.C.S., P.S. S. e P.S.U., confermato dalle elezioni del 1983, tuttora impegnato a consolidare la democrazia, a sviluppare l'economia, a determinare un rapporto di maggiore autonomia statale, come pure a estendere i rapporti internazionali con atti dettati da libera scelta e reciproco interesse.

L.Mar.

San Martino, Battaglia di

Il monte San Martino, a metà strada (15 chilometri in linea d’aria) fra Varese e il confine con la Svizzera, dalla sua cima di 108[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine P.S.S., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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