Brano: [...]o: nel primo caso, avrebbero avuto un regime speciale in una non meglio definita « Comunità francoafricana »; nel secondo, avrebbero acquistato immediatamente l’indipendenza. La Guinea fu l’unico paese africano a dire coraggiosamente « No » ai colonialisti, guadagnandosi l’indipendenza, ma quella conquista era anche il frutto di una lotta.
La lotta per l’indipendenza
Anima della lotta nazionalista era stato il Partito democratico guineano (P.D.G.). Fondato nel 1947 e associandosi al Rassemblement démocratique africain, il partito si rivelò immediatamente come una delle forze più vitali del nascente nazionalismo continentale; individuò subito nelle chefferies (organizzazioni amministrative tribali) una delle strutture portanti del potere coloniale, non solo per quel che concerneva lo sfruttamento economico del paese, ma anche per l’influenia politica e morale esercitata dai capitribù sulle masse rurali. I capi politici e religiosi, spesso nominati direttamente dall'amministrazione coloniale, erano infatti tra i più importanti strumenti[...]
[...]na coscienza nazionale, sia perché mascheravano la presenza diretta dei dominatori, sia infine perché i loro privilegi e interessi, venendo a coincidere con quelli coloniali, li favorivano.
Le prime esperienze nazionaliste furono, in Guinea come in altre regioni dell 'Africa nera, sindacali. Fu infatti dal sindacalismo e da ristretti gruppi di intellettuali marxisti che emersero Sékou Touré, Dyallo Saifulai e Dyallo Abdouramane, fondatori del P.D.G.. Essi concepirono subito il partito come un’organizzazione nazionale a carattere di massa, con organismi estesi ovunque, al di sopra di tutte le differenze etniche e tribali, e con un programma politico immediato di indipendenza nazionale.
Il primo ostacolo interno che il P.D.G. incontrò fu appunto quello delle chefferies, contro le quali dovette essere ingaggiata una lotta anche sanguinosa. Nel giro di otto anni, con un intenso lavoro di propaganda, subendo persecuzioni, arresti e fucilazioni, i militanti del partito riuscirono a distruggere l'autorità delle chefferies e il P.D. G. divenne un vero partito nazionale, con un’organizzazione ramificata in ogni villaggio e quartiere, presente in ogni strato sociale: gli abitanti dei villaggi finirono per rivolgersi ai comitati del partito per risolvere anche i problemi personali, i casi familiari e così via. Lo scontro c[...]
[...]e conclusasi con la conquista dell'indipendenza.
Nel 1956, ancora in regime coloniale, Sékou Touré divenne vicepresidente del Consiglio di governo, organo previsto dalla legge francese. Utilizzando abilmente i limitati poteri conferitigli, egli cominciò a smantellare giuridicamente l'apparato amministrativo delle chefferies, abolendole come istituti politici. Sostenuti dalle autorità francesi i capitribù allora si armarono e si ribellarono al P.D.G.. Nel febbra
io del 1958 si ebbero a Conakry i primi scontri che in breve si trasformarono in veri e propri combattimenti con numerosi morti da entrambe le parti. Il P.D.G. seppe reagire con forza e capacità politica a quei disordini fomentati dai colonialisti, tanto che nel giro di qualche mese la rivolta venne domata. Inoltre il partito colse l'occasione per abolire tutti i privilegi tribali, le prestazioni gratuite, le corvées, e per distribuire le terre dei capitribù a tutti gli abitanti dei villaggi, onde ne assicurassero uno sfruttamento collettivo. Allorché, neN’agosto 1958, il generale De Gaulle (che nel frattempo era salito al potere in Francia) varò la nuova costituzione, la Guinea era pronta a condurre fino in fondo la lotta per la sua indipendenza.
[...]