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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 678

Brano: [...]i proprietari terrieri e dei capitalisti. La destra del P.S.P., salita al governo, svolse un’azione per far credere alle masse che la Polonia era retta da un governo socialista, azione che né S.D.K.P. e L. né la P.S.P.sinistra seppero efficacemente contrastare. Qualche settimana dopo la proclamazione dell’indipendenza, sorta la repubblica polacca presieduta da Pilsudski, questi due partiti si unificarono, dando vita al Partito comunista polacco (P.C.P.). Esso non seppe tuttavia reagire adeguatamente alla demagogia del governo socialista di destra, secondo il quale si trattava soltanto di attendere pacificamente le riforme, mentre secondo il governo i comunisti erano da combattere come nemici dell’indipendenza.

Malgrado la sua immaturità politica, il P.C.P. era l’unico partito che chiamasse i lavoratori a lottare e, intorno a esso, si stabilì l’unità della classe operaia polacca, nonostante gli sforzi di quanti cercavano di spezzare il movimento provocando ripetute scissioni.

Nei primi mesi di indipendenza della Polonia sorsero i Consigli dei deputati operai che, guidati dal P.C.P., puntarono alla conquista del potere, in lotta contro il terrorismo di Stato e contro la politica antisovietica. La destra del P.S.P. aderì ai Consigli, ma allo scopo di svuotarli di ogni contenuto rivoluzionario (come accadde a Varsavia) e di sabotarli daH’intemo per consentire alla polizia di distruggerli (come avvenne nel bacino minerario della Slesia). Nelle campagne, il movimento si estese attraverso i Consigli dei braccianti e i Consigli di operai e contadini.

Nel 1926 il gruppo militare Sanacja capeggiato da Pilsudski attuò un colpo di stato. Seguì, contro l’intero movimento operaio[...]

[...]erario della Slesia). Nelle campagne, il movimento si estese attraverso i Consigli dei braccianti e i Consigli di operai e contadini.

Nel 1926 il gruppo militare Sanacja capeggiato da Pilsudski attuò un colpo di stato. Seguì, contro l’intero movimento operaio polacco, una repressione di tipo fascista che, in appoggio alla polizia, vide squadre armate di un gruppo della destra del P.S.P..

Dal 1926 al '38 sotto la dittatura della Sanacja, il P.C.P. andò sviluppandosi organizzativamente e politicamente. Alla testa di tutte le manife

stazioni operaie, degli scioperi e delle lotte contadine, in un clima di persecuzione che si inasprì dopo Ì'avvento di Hitler in Germania, i comunisti polacchi resistettero tenacemente. Nondimeno nel 1938, per decisione del Comintern, il P.C.P. fu sciolto.

È questa una pagina particolarmente cupa della storia polacca: quantunque nel 1948 Boleslaw Bierut (v.) abbia sostenuto che nella Direzione del P.C.P. si erano infiltrati elementi di destra, miranti a far assumere al partito una posizione antisovietica, è più plausibile la tesi che tale decisione rientrasse nel quadro del Patto di non aggressione russotedesco (v.). Questo discusso accordo, che mise in crisi molti partiti comunisti occidentali, tra l’altro prevedeva la ripartizione dei territori polacchi tra l’U.R.S.S. e la Germania nazista. Sta di fatto che, alla vigilia dell'aggressione hitleriana, il movimento operaio polacco venne a trovarsi senza un partito che Io guidasse.

D.D'U.

L’attacco tedescosovietico

Nel 1939 la Polonia [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 722

Brano: Portogallo^

ad accelerare eccessivamente le tappe del l'autonomia rischiando, come infatti avvenne, di perdere il contatto con le masse.

Nel 1975 esplose all’interno del P.C.P., una grossa polemica tra coloro che sostenevano la necessità di dare un incondizionato appoggio alla tesi del M.F.A. e gli estremisti. Questi ultimi accusavano Cunhal di connivenza con ì partiti della reazione socialfascista, riferendosi all’appoggio dato dal P.C.P. al governo dei militari e dei socialisti del primo periodo. Nessuno in realtà sembrava avere idee chiare: Cunhal giustificò l’appoggio dato al M.F.A. come una manovra tattica, necessaria per predisporre una presa del potere in tempi brevi; altri accampavano l’esigenza di tentare immediatamente la via rivoluzionaria.

In ogni caso, sia pure in un siffatto clima di incertezze e confusione, il popolo portoghese compì per la prima volta un’esperienza democratica, sia attraverso le Sessao de esclaricimiento (assemblee convocate e gestite da ufficiali del M.F.A.) sia attraverso i grandi comizi e [...]

[...]pì per la prima volta un’esperienza democratica, sia attraverso le Sessao de esclaricimiento (assemblee convocate e gestite da ufficiali del M.F.A.) sia attraverso i grandi comizi e le piccole riunioni di quartiere o di (Fabbrica.

Aspri scontri si ebbero tra socialisti e comunisti quando si trattò di definire le modalità per organizzare i sindacati. Secondo il P.S.P., l’unità sindacale avrebbe dovuto svolgersi in modo graduale e spontaneo. Il P.C.P. sosteneva invece che il processo di unificazione dovesse avvenire sotto la guida del vertice e questo perché, fin dagli ultimi anni del regime di Caetano, il P.C.P.. era riuscito ad assicurarsi il controllo dell'Intersindacal, la centrale sindacale unitaria semilegale. Nel settembre 1975 si ebbe un grosso cambiamento politico: si dimise il primo ministro filocomunista Vasco Goncalves e gli subentrò De Azevedo, dando inizio a una tendenza moderata che culminò con un controgolpe il 25.11.1975. Mentre il governo De Azevedo attuava la « normalizzazione » nel paese, all’interno del movimento dei lavoratori si aprì un dibattito tra quanti sostenevano la necessità di rafforzare J'unità sindacale e attendere tempi migliori, e altri che invece propugnavano la lot[...]

[...]seconda linea e ciò costrinse il partito a superare il vecchio settarismo per giungere ad ampie alleanze di lotta contro il blocco moderatoreazionario insediatosi al potere.

Con l’appoggio dei militari radicali,

nel novembre 1975 i comunisti tentarono di rovesciare il governo De Azevedo, ma il tentativo non ebbe successo e, anzi, fornì agli avversari l’occasione di rinsaldarsi denunciando la « minaccia esterna », dato lo stretto legame del P.C.P. con I’Unione Sovietica. Furono così arrestati numerosi organizzatori del tentativo insurrezionale, tra cui parecchi ufficiali del M.F.A. che, nel 1974, avevano animato la Rivoluzione dei garofani. Con questa sconfitta, il P.C.P. pagò il prezzo della sua debolezza strategica, mentre si attivò il processo di aggregazione tra borghesia e latifondisti che praticamente annullò le conquiste del 1974. Le elezioni politiche dell'aprile 1976 segnarono una schiacciante vittoria dei socialisti che poterono dar vita a un governo monocolore guidato da Mario Soares. Questi proseguì la linea di « normalizzazione » iniziata da De Azevedo con misure draconiane che tuttavia si scontrarono con i lavoratori organizzati nell’lntersindacal ancora saldamente guidata dai comunisti. Nel 1976 l’Intersindacal mutò il proprio nome in Confederac[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 718

Brano: [...]scomparvero dalla scena.

I comunisti, dopo aver tenuto il loro II Congresso nel maggio 1926, decisero di passare alla lotta clandestina e, da gruppo debole e isolato, nel volgere di pochi anni riuscirono a diventare la forza principale all 'interno del movimento dei lavoratori. Nondimeno la loro azione fu per lo più difensiva e, quando si mosse, caotica e avventuristica.

II 1931 vide la nascita del quotidiano L'Avante, organo ufficiale del P.C.P., la cui diffusione permise di mantenere il collegamento tra la base (operai, contadini, studenti) e i gruppi dirigenti del partito.

I socialisti, da parte loro, diedero vita alla rivista Seara Nova che, nonostante la censura, riuscì a sopravvivere legalmente. Il gruppo di intellettuali polarizzato attorno a questa rivista fu, per molti anni, un punto di riferimento importante per tutte le forze di opposizione.

Sul versante governativo, con l’avvento al potere del primo ministro Salazar la dittatura si era trasformata da militare in fascista (e tale rimarrà fino al 1974). Nel 1935 il nuo[...]

[...] politica salazariana). L’insuccesso dello sciopero fu dovuto principalmente alla repressione governativa, ma anche alla mancanza di una efficiente organizzazione.

Nel 1934 si ebbero contro il regime di Salazar altre lotte che riproposero il problema dell’unità sindacale e politica delle sinistre, ma la realizzazione di questo obiettivo si presentava alquanto difficile, soprattutto per le diffidenze dei socialisti riformisti nei confronti del P.C.P..

Nel mese di novembre del 1935 il regime inferse un altro duro colpo alle sinistre, in particolare ai comunisti, arrestando numerosi dirigenti e simpatizzanti. Tra gli altri, caddero nella rete poliziesca due membri della segreteria del partito [J. Fogaca e J. De Souza), nonché Benito Gongalves (che morirà, sette anni dopo, nel campo di Tarrafal). Dal 1936 al 1941 le attività del P.C.P. furono estremamente limitate per una profonda crisi, dimostrata anche dal fatto che furono poche centinaia i volontari portoghesi accorsi in difesa della repubblica spagnola. Nondimeno, in ottemperanza alla linea del VII Congresso dell’lnternazionale Comunista, nel 1936 fu costituito anche in Portogallo (nella clandestinità) un Fronte popolare. In queste lotte cominciò a distinguersi Alvaro Cunhal, organizzatore della Federazione della gioventù comunista e futuro segretario generale del P.C.P..

Seconda guerra mondiale

Nel corso del conflitto il Portogallo si mantenne neutrale, ma quando[...]

[...]nda crisi, dimostrata anche dal fatto che furono poche centinaia i volontari portoghesi accorsi in difesa della repubblica spagnola. Nondimeno, in ottemperanza alla linea del VII Congresso dell’lnternazionale Comunista, nel 1936 fu costituito anche in Portogallo (nella clandestinità) un Fronte popolare. In queste lotte cominciò a distinguersi Alvaro Cunhal, organizzatore della Federazione della gioventù comunista e futuro segretario generale del P.C.P..

Seconda guerra mondiale

Nel corso del conflitto il Portogallo si mantenne neutrale, ma quando le sorti della guerra apparvero negative per le potenze dell’Asse Salazar cedette alle pressioni degli Alleati, autorizzando l’installazione di basi militari britanniche nelle isole Azzorre.

Nel dopoguerra gli Stati Uniti (nella cui orbita si inserì il Portogallo) poterono insediarsi con le loro basi militari in territorio portoghese (1951). In cambio, la dittatura salazariana ricevette sostegni economici, con investimenti e prestiti che le permisero di tenere in piedi la vacillante struttu[...]

[...]zione di basi militari britanniche nelle isole Azzorre.

Nel dopoguerra gli Stati Uniti (nella cui orbita si inserì il Portogallo) poterono insediarsi con le loro basi militari in territorio portoghese (1951). In cambio, la dittatura salazariana ricevette sostegni economici, con investimenti e prestiti che le permisero di tenere in piedi la vacillante struttura produttiva del paese.

Gli anni Quaranta segnarono una ripresa nelle attività del P.C.P., nella cui Segreteria, insieme a Cunhal, furono eletti José Gregorio e Manuel Guedes. In quegli anni il partito fu intensamente impegnato a ricucire la propria organizzazione e a

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 721

Brano: [...]tendenza di « ordine » sociale.

Sia pure con molta confusione, alla vigilia e dopo la rivoluzione, i militari erano comunque gli unici in grado di sostenere di fatto un processo di rinnovamento nel paese. Le altre due forze che avrebbero potuto svolgere un ruolo rilevante nella fase iniziale della rivoluzione, vale a dire i comunisti e la classe media borghese, quando vennero

chiamate all’azione mostrarono subito i loro gravi limiti.

Il P.C.P. aveva da gestire un movimento di lavoratori molto eterogeneo e distinto in due componenti che, in Portogallo, erano ugualmente deboli: gli operai e i contadini (braccianti), poco uniti fra loro. In questa dicotomia il P.C.P. aveva trovato fin dalla sua fondazione un ostacolo che non era mai riuscito a superare in un processo di aggregazione unitaria del movimento dei lavoratori e questa divisione aveva impedito che si formasse una rete efficiente di organizzazioni di base, capace di mobilitare in breve tempo le forze rivoluzionarie del paese. In breve, il P.C.P. si trovò impreparato all’appuntamento rivoluzionario.

Dall’altra parte, la debolezza della borghesia che assunse di fatto la gestione amministrativa del paese subito dopo la presa del potere dei militari, rappresentò uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo del processo rivoluzionario. La borghesia mancava della necessaria esperienza per portare il carico dell’amministrazione pubblica, così come si era configurata dopo il 1974 e questo perché, durante il regime di Salazar, la classe medioborghese si era preoccupata più di curare i propri interessi particolari che di organizzare un partito d[...]

[...]relativa con il 37,8% dei voti, i socialdemocratici di Sa Carneiro ottennero il 26,5%, i comunisti di Cunhal raggiunsero il 12,5%, mentre ai partiti di estrema destra e di estrema sinistra andarono, rispettivamente, il 7,6% ed il 4,5% dei voti. Dal risultato elettorale emerse la possibilità di realizzare una coalizione governativa tra le forze di sinistra, senonché, subito dopo le elezioni, la vittoria dei socialisti fu aspramente contestata dal P.C.P. e dai M.F.A., delusi dall' esiguità dei risultati ottenuti. Sconfitti nelle elezioni, i comunisti cercarono di serrare il dialogo con i militari e, con l’elezione del filocomunista Vasco Goncalves a capo del governo, riuscirono a rafforzare la propria posizione nei confronti dei socialisti al potere. Tra la primavera e l’estate del 1975 la situazione del paese fu così contrassegnata da uno stillicidio di scontri di piazza e di crisi governative.

Contemporaneamente cominciarono a formarsi i primi organismi di potere popolare. Questi erano sottoposti a una duplice pressione: da un lato, manc[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 717

Brano: [...]aveva visto avvicendarsi 8 presidenti e 44 governi, nel corso di 20 tra rivolte e colpi di stato.

Di fronte a questi sconvolgimenti politici le sinistre e il movimento operaio, ancora debole sul piano organizzativo, non sapranno intervenire efficacemente e finiranno per subire quasi passivamente la svolta militare (1926), infine l’avvento della dittatura di Salazar (1932).

Il Partito comunista portoghese

Il Partito comunista portoghese (P.C.P.) nacque sull’onda della rivoluzione russa del 1917 ma, a differenza di altri partiti comunisti europei, non si formò da una scissione interna del Partito socialista e trovò la sua matrice nel sindacalismo rivoluzionario.

La nascita del nuovo partito (6.3. 1921) fu importante perché, oltre a sottrarre una parte rilevante della classe operaia al controllo dei socialisti riformisti, esso diede alla lotta una prospettiva internazionalista, ma al tempo stesso pose in secondo piano quella base nazionale in cui i lavoratori portoghesi avevano le loro più salde radici e disponevano di strumenti as[...]

[...]sindacalismo rivoluzionario.

La nascita del nuovo partito (6.3. 1921) fu importante perché, oltre a sottrarre una parte rilevante della classe operaia al controllo dei socialisti riformisti, esso diede alla lotta una prospettiva internazionalista, ma al tempo stesso pose in secondo piano quella base nazionale in cui i lavoratori portoghesi avevano le loro più salde radici e disponevano di strumenti associativi già sperimentati.

Nel 1922 il P.C.P. aderì alla Terza internazionale e, tra il 10 e il 12 novembre dello stesso anno, tenne

il suo I Congresso, cui parteciparono 118 delegati e oltre mille iscritti. I comunisti individuarono nella soluzione del problema agrario il punto cardine della loro strategia.

Il segretario del P.C.P., José Carlos Rates, appena eletto, illustrò le linee programmatiche del partito, affermando che i due principali obiettivi erano « il governo degli operai e dei contadini » e la soluzione della questione agraria.

Il successo della rivoluzione in Portogallo passava necessariamente attraverso la vittoria nella lotta dei braccianti e dei contadini contro il potere feudale dei latifondisti. >Ma

il tempo giocò a sfavore di quella strategia. Gli avvenimenti politici in Portogallo nella seconda metà degli anni Venti furono caratterizzati, da un lato, dalla debolezza governativa e delle forze d[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 719

Brano: [...]il M.U.D. Juvenile.

In campo socialista si ebbero alcuni tentativi di riorganizzazione che portarono alla nascita del Partito Trabhalista e, in seguito, alla fondazione del Fronte Socialista, Ma si trattava di esperienze effimere, perché il vecchio e insolubile dissìdio tra socialisti e comunisti riprese ben presto il sopravvento su ogni altra considerazione, impedendo l’attuazione di una politica unitaria.

L’inizio degli anni '50 trovò il P.C.P. attestato su posizioni difensive. AH’intemo del partito il dibattito si concentrò principalmente sulla strategia da seguire contro il regime di Salazar e, in secondo luogo, sulla proposta e sui modi per attuare una « democrazia popolare » in Portogallo.

Dopo la rottura degli anni precedenti, le forze antifasciste riuscirono a ritrovare un’intesa unitaria nel 1951, allorché con la morte del presidente Carmona vennero indette in Portogallo nuove elezioni presidenziali a suffragio universale. Le sinistre sfruttarono l’occasione per schierarsi a favore dei candidati presentatisi nelle liste de[...]

[...]ra; J. Militeo, membro della segreteria, aveva attuato uno sciopero della fame che gli era costato la vita (1949).

Da parte sua Salazar, visto l’esito delle elezioni del 1958, si mise al sicuro da altre sorprese modificando nuovamente la Costituzione e delegando l’elezione del presidente aH’Assemblea nazionale, interamente composta da deputati salazariani (18.6.1959).

Crisi coloniale e caduta del regime

Agli inizi degli anni Sessanta il P.C.P. era l’unica forza antifascista con un programma politico e una stampa clandestina. Gli altri gruppi, almeno fino al 1961, non erano riusciti a consolidarsi in partiti di livello nazionale, se non per brevi periodi. Il 1961 fu per molti versi un anno determinante per il Portogallo. Già a partire da gennaio l’opinione pubblica mondiale fu attratta da un’ azione spettacolare condotta da un gruppo di antifascisti portoghesi e spagnoli che, guidati dal capitano Henrique Galvao, si mipadronirono del transatlantico « Santa Maria » in

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 720

Brano: [...]lavoratori ed eliminassero dal loro programma ogni riferimento alla prospettiva di una rivoluzione tendente alla dittatura del proletariato.

Su queste basi, i comunisti non solo confermarono l’impossibilità di un dialogo, ma addirittura provocarono una scissione aU'interno del

F.P.L.N., aggravando ancor di più i dissapori tra i due partiti. Fortemente legato ail’U.R.S.S. e fedele alla linea che risaliva ancora alla Terza Internazionale, il P.C.P. riaffermò l'intenzione di voler fare del Portogallo una « democrazia popolare » (risoluzione del VI Congresso, 1965) capace di realizzare un’efficace riforma agraria, di eliminare i monopoli interni ed esterni, di aumentare il livello di vita dei lavoratori.

La « rivoluzione dei garofani »

Nel luglio 1971 il regime di Caetano modificò in senso restrittivo la Costituzione, colpendo in particolare il diritto di associazione. La reazione delle sinistre fu immediata: i comunisti promossero scioperi e attentati, tanto che il 19 novembre, in una situazione di grave tensione, Caetano proclamò [...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine P.C.P., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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