Brano: Dalla nostra redazione BOLOGNA — La pista dell'associazione sovversiva sta interessando sempre di più gli inquirenti di Bologna. E' questa, come si ricorderà, una delle imputazioni da cui è stato chiamato a difendersi il minore Luca De Orazi, finito in carcere anche perché ha «spontaneamente» confessato di aver compiuto una rapina a mano armata.
L'isolamento assoluto del giovane è stato interrotto solo quando a Luca De Orazi fu concesso di scrivere una lettera al genitori. La lettera è passata attraverso le maglie della censura disposta dai giudici. La rilettura di quella missiva, dopo il tuffo nella pubblicistica nera rinverdita dalla cronaca di questi giorni, induce però a pensare che l'accusa di associazione sovversiva possa in realtà, diventare la pista principale per arrivare a individuare chi ha ideato l'infame attentato di Bologna.
«Con quello schifo di strage — ha scritto Luca De Orazi ai genitori — non ho nulla a che fare... Né ho a che fare, con qualsiasi altro episodio, in cui vi siano stati dei morti[...]
[...] una lettera al genitori. La lettera è passata attraverso le maglie della censura disposta dai giudici. La rilettura di quella missiva, dopo il tuffo nella pubblicistica nera rinverdita dalla cronaca di questi giorni, induce però a pensare che l'accusa di associazione sovversiva possa in realtà, diventare la pista principale per arrivare a individuare chi ha ideato l'infame attentato di Bologna.
«Con quello schifo di strage — ha scritto Luca De Orazi ai genitori — non ho nulla a che fare... Né ho a che fare, con qualsiasi altro episodio, in cui vi siano stati dei morti o dei feriti». Questa ultima precisazione sta a indicare che i magistrati gli hanno mosso delle contestazioni su altri fatti nei quali ci sono stati, evidentemente, morti o feriti. Quali sono questi fatti? Se, come sembra, gli inquirenti hanno ipotizzato la sussistenza di un reato di associazione sovversiva con altri gruppi del terrorismo nero quali possuno essere i NAR (Nuclei armati rivoluzionari) e i MPR (Movimento popolare rivoluzionario) allora la risposta viene da sé.[...]
[...]a sé. Ci si ricorda innanzi tutto, dell'assassinio del giudice Mario Amato e dei numerosi attentati che si sono verificati, anche prima di quel delitto, nella capitale e siglati Mpr o Nar. E' certo — oramai — che i magistrati della Procura bolognese hanno chiesto di potere mettere gli occhi sulle carte delle inchieste nelle quali era impegnato il collega romano. Possono dunque avere scoperto la «dottrina» della bomba.
Per quel che si sa Luca De Orazi ha vissuto a lungo nella capitale, facendosi le ossa ad avviso del «teste spontaneo» Mario Guido Naldi, diffusore e segretario di redazione del periodico "Quex", con le frange più inquiete del fascismo romano che coagula attorno a «Terza posizione», un'altra pubblicazione nera che serve di copertura a movimenti sui quali avrebbe dovuto impegnarsi da tempo la curiosità dei servizi di informazione.
I giudici bolognesi hanno richiamato anche altre carte processuali. Correva voce che abbiano posto molta attenzione a un pacco di documenti scoperti sotto una grondaia nella casa di tale Roberto Frig[...]