Brano: [...]r parte puri fantasmi I. Eppure tra questi almeno alcuni furono certo avi non di sangue ma di mestiere. Qui tenterò di rintracciarne taluni: i modelli esiodei per la poesia innodica.
1. Muse indigene e straniere. — Nel proemio della Teogonia stupisce, accanto al duplice attacco innodico (1 Cominciamo a cantare dalle Muse Eliconie; 36 [Ehi tu!,] cominciamo dalle Muse, che...), anche la duplice contemporanea qualifica delle Muse: Eliconie (12) e Olimpie (25, 367, 52, 75, 114). Anzi, la duplice qualifica ha sempre pesato nel giudizio della critica «analitica » contro l'unità del proemio 2. Il fenomeno, che pure merita di essere giustificato, è però certamente ed intenzionalmente esiodeo; perché anche all'esordio dei Lavori Esiodo invoca le Muse della Pieria a venire per cantare sul posto l'aretalogia del loro padre Zeus (12), e ciononostante piú tardi ricorda di aver dedicato il tripode vinto nell'agone di Calcide alle Muse Eliconie, 11 dove lo avevano iniziato al canto (6578, in un contesto ingiustamente sospettato da Plutarco).
La localizz[...]
[...]ale Elicona sembra avvenire in ossequio se non a culti, almeno a credenze locali; ed Esiodo almeno in un altro caso riflette un culto paramusaico beotico: testimoniando la cura della madre delle Muse, Mnemosine, per Eleutere (54), da identificare con la località sulle pendici dell'orientale Citerone 5.
All'opposto, è ovvio, la localizzazione olimpiopieria delle Muse è importata. E se l'abituale residenza olimpica (63) è notata dalla qualifica « Olimpie » (già?) nell'epica omerica; la notizia della nascita in Pieria, « poco distante dall'altissima vetta del nevoso Olimpo » (62), è anch'essa attestata — almeno per noi — da Esiodo per primo, e certo deve a lui la successiva fortuna 6.
Una qualifica locale convive, dunque, accanto ad una estera, importata da una diversa « tradizione ». Ma da quale? Un formidabile « unitario » come Ulrich Wilamowitz non aveva dubbi nell'identificarla con l'impronta omerica; e da allora tutti gli hanno fatto eco, benché nel frattempo sia definitivamente tramontata l'illusione dell'omerocentrismo (e panomerismo) [...]
[...]anti di questi agoni mitici, furono sopraffatte e punite dalle Tespiadi 14. Accanto alla presentazione ostile delle Pieridi rispetto alle Muse — sebbene i due gruppi siano piú spesso identificati — è da rilevare la forte coloritura etnicogeografica della rivalità: Pieria contro Beozia. Il mito alluderà probabilmente ad una fase storica diversa in cui credenze e prassi pierie importate erano avversate in Beozia.
3. Il canto delle Muse. — Le Muse Olimpie cantano « anzitutto la stirpe veneranda degli dei » a partire da Gea e Urano (446), « poi Zeus » (479), « infine la stirpe degli uomini e dei forti Giganti » (502). I loro canti sono dunque teogonie, inni, cataloghi epici.
L'accenno non rituale ai Giganti tuttavia non è perspicuo: nel corso della Teogonia vi si accennerà direttamente solo ai versi 18566. A meno che la nozione dei Giganti non alluda ad altri figli della Terra, o gli affini Titani, dei quali si narreranno diffusamente le gesta ai versi 617719, o a Tifone, la cui battaglia sarà descritta ai versi 82080; ovvero non rinvii a bran[...]
[...]il soggetto dei cantori sfidanti e perdenti: sembra quasi la tematizzazione poetica della loro stessa esperienza di scontro vano e duramente represso
dalle Muse.
Viceversa una teogonia completa, catalogicamente memorizzata e presentata — e una teologia complessa — sembrerebbe estranea all'ambiente poetico pierio, se si prestasse fede alla paradossale testimonianza dell'Inno omerico ad Ermes: Apollo, pur proclamandosi fedele seguace delle Muse Olimpie, vi si mostra vivacemente impressionato e stupito dell'originale poesia teogonica esibita sulla lira dal truffaldino Ermes 1fi
4. I poeti divini. — L'affermazione dei versi 945 (= Inno omerico xxv 23) è controversa:
x riQ tot Movoéwv xaì Êziij óXov 'AtóXXwvoç
ivBQEç t8o1 iaYty gal xíaóva xai xt&apLOEta(.
Ma se si intende in senso stretto: « dalle Muse e dal lungisaettante Apollo disc e n d o n o aedi e citaristi » 17, il riferimento non può che essere a poeti quali: Orfeo, preteso figlio di Calliope o Clio; Lino, figlio di Urania o Terpsicore o di Apollo e Calliope; Tamiri, figlio di Erat[...]