Brano: [...]fica: la prima loggia italiana fu fondata a Roma il 22 gennaio 1897 (presidente l'ingegner Gualtiero Aureli) alla diretta dipendenza della Società Teosofica di Londra; il 1° gennaio 1898 cominciò ad essere pubblicata la rivista « Teosofia », mentre il 18 marzo dello stesso anno veniva a Roma Annie Besant, che tenne una conferenza all'Associazione della Stampa. Negli ultimi mesi del 1899, grazie all'attività di un'altra teosofessa, Isabella CooperOakley, si fondava una società teosofica a Firenze, mentre nel 1900 si procedeva alla fondazione delle logge milanese e napoletana. Due anni dopo l'adesione di Amendola, il 1° e 2 febbraio 1902, sarebbe stata istituita la sezione italiana della Società Teosofica, che il 17 ottobre 1904 avrebbe inaugurato la sua sede a Roma con un nuovo intervento della Besant. Il discreto successo ottenuto dalla propaganda teosofica in Italia è dimostrato anche dal fatto che al congresso teosofico di Adyar, alla fine del dicembre 1906, la sezione italiana avrebbe presenziato con ben quindici gruppi.
Ma quali furono[...]
[...]ale de ma vie s'est faite toujours plus fort et a exercé une influence marquée sur la forme de mes idées théosophiques... A Padova ma tendence vers une simple vie morale s'est faite toujours plus marquée » (Kühn, p. 59), ed il 15 agosto ormai la consapevolezza di aver lasciato alle spalle l'esperienza teosofica era ancora phi lucida: « L'année prochaine doit être pour nous l'année de la delivrance — je me détacherai ... de la' théosophie de Mrs. Oakley, envers laquelle j'ai regagné l'équilibre et la justice que je savais d'avoir perdue, mais avec laquelle je n'aurai rien en commun. Ma théosophie reste, mais c'est bien different, elle sera la base d'une vie beaucoup plus forte » (Kühn, pp. 6970). Ma se la teosofia era ormai il simbolo di un mero impegno morale, erano inutili le mitologie orientaleggianti, i fumosi misticismi, le dottrine dogmatiche; era senza senso l'affiliazione ad un'organizzazione, come la Società Teosofica italiana, in cui stavano scoppiando continui scandali, in cui si commettevano « azioni enormi, degne di codice penal[...]
[...]. 6970). Ma se la teosofia era ormai il simbolo di un mero impegno morale, erano inutili le mitologie orientaleggianti, i fumosi misticismi, le dottrine dogmatiche; era senza senso l'affiliazione ad un'organizzazione, come la Società Teosofica italiana, in cui stavano scoppiando continui scandali, in cui si commettevano « azioni enormi, degne di codice penale », soprattutto da parte di quella sorta di « nume tutelare » che era la famigerata Mrs. Oakley. Contro i suoi imbrogli, Amendola insieme a Ferrando, Cervesato, i coniugi Bozzelli ed altri amici condussero nell'estate del 1905 una dura lotta, che sembrò avere un momentaneo successo; ma un intervento della « papessa » Annie Besant domò la ribellione ed allora
« i teosofi onesti che avevano un po' di sale in zucca uscirono disgustati dalla Società »18. Era l'autunno del 1905, ma già da alcuni mesi Amendola si era mosso al di fuori degli ambienti teosofici. Nell'aprile aveva preso parte al v Congresso di psicologia, tenutosi a Roma: vi aveva conosciuto William James, che gli concesse un'i[...]