Brano: Oriani Alfredo
parziali, il ritmo crescente di comunicazioni e aiuti fra Nord e Sud e viceversa.
Di gran peso fu il ruolo assunto, tramite l’O.R.I., dalle trasmissioni da parte del Comando generale del C.V.L. di Milano. Da parte sua, la Radio Orange di De Leva trasmise regolarmente e sin dall’inizio i bollettini del Comando regionale piemontese del C.V.L., oltre alle comunicazioni politiche e operative. I messaggi « operativi » coprivano I' attività partigiana e di sabotaggio. Passiamo ad alcuni dati di sintesi disponibili, molto indicativi: fra l’1. 1.1945 e il successivo 26 febbraio, O.S.S. effettuava lanci per circa 400 tonnellate. I punti di lancio (pinpoints) utilizzabili dal Comando di Corvo erano saliti a 124, su un totale di 134 [...]
[...]e del C.V.L., oltre alle comunicazioni politiche e operative. I messaggi « operativi » coprivano I' attività partigiana e di sabotaggio. Passiamo ad alcuni dati di sintesi disponibili, molto indicativi: fra l’1. 1.1945 e il successivo 26 febbraio, O.S.S. effettuava lanci per circa 400 tonnellate. I punti di lancio (pinpoints) utilizzabili dal Comando di Corvo erano saliti a 124, su un totale di 134 per l’intera O.S.S.. Di questi, oltre 100 erano O.R.I..
È stato possibile ricostruire e ricomporre il numero dei messaggi con la base O.S.S. dal 16.12.1944 al 15.3.1945. I messaggi informativi furono 2.293, quelli relativi alle operazioni speciali 1.359, e infine 200 riguardavano l'attività partigiana. Un totale imponente di 3.852 messaggi nei tre mesi invernali 19441945.
Nei primi quindici giorni di aprile i messaggi trasmessi furono 680, mentre trenta apparecchi sganciavano su 19 punti circa 70 tonnellate di materiale. Il 15 aprile le missioni O.R.I. erano salite a 10. Fin dall’ottobre 1944 tutti i volontari O.R.I. erano in « campo », sen[...]
[...]ero dei messaggi con la base O.S.S. dal 16.12.1944 al 15.3.1945. I messaggi informativi furono 2.293, quelli relativi alle operazioni speciali 1.359, e infine 200 riguardavano l'attività partigiana. Un totale imponente di 3.852 messaggi nei tre mesi invernali 19441945.
Nei primi quindici giorni di aprile i messaggi trasmessi furono 680, mentre trenta apparecchi sganciavano su 19 punti circa 70 tonnellate di materiale. Il 15 aprile le missioni O.R.I. erano salite a 10. Fin dall’ottobre 1944 tutti i volontari O.R.I. erano in « campo », senza più riserve umane disponibili nell' Italia liberata. Per quanto parziali, questi dati permettono di stabilire un quadro significativo dei rapporti fra la Resistenza e l’O.S.S. nonché il ruolo svolto dall’O.R.I., malgrado un destino sovente avverso.
Attività delle singole missioni
Per quanto riguarda il lavoro compiuto dalle singole missioni e i principali protagonisti, ci limiteremo a brevi cenni.
L’attività dell’O.R.I. in Emilia e in Romagna è stata esposta con grande attenzione e, diligenza da Luigi Martini nel libro intitolato « Dalla bici al sommergibile », cui rimandiamo il lettore.
Purtroppo le missioni O.R.I. in Liguria, neH’alto Cuneese e nell’OItrepò Pavese non hanno ancora trovato il loro studioso, che avrebbe ampi campi dove spaziare la ricerca e numerose importanti vicende da narrare.
In Piemonte grandeggiò la Missio
ne Gobi, il cui capo Marcello de Leva venne considerato dal XV Gruppo di armate il primo « informatore » della campagna d’Italia. La Radio Gobi trasmise e ricevette oltre mille messaggi. Dal canto suo, Riccardo Vanzetti organizzò 133 sabotaggi a linee ferroviarie, 85 a locomotive e vagoni, 21 a opere e blocchi stradali, 18 a stazioni di trasformazione e linee ad alta tensio[...]
[...]a tensione, 9 a impianti deH’industria di guerra. Complessivamente, i gruppi di sabotaggio organizzati e guidati da Vanzetti colpirono così in media un obbiettivo ogni 36 ore! Chiamato quindi a comandare la V Divisione G.L., Vanzetti ne rivoluzionò la condotta tattica, che perfezionò con la creazione del G.M.O..
Il Gruppo Mobile Operativo fu protagonista poi dell'insurrezione d’ aprile, svolgendo una parte di primo piano nella liberazione di Torino, attaccata dalla collina. Varcato il Po, Vanzetti giunse fino a Porta Nuova.
La Missione Gobi stabilì in Piemonte 35 pinpoints, di cui ben 22 vennero utilizzati per lanci di armi e 5 per lanci di persone. I punti di lancio erano nelle provincie di Genova, Alessandria, Cuneo, Torino, Aosta e Novara. Per oltre un anno di continuata attività, la radio rimase in Val Pellice e, alla Liberazione, venne trasferita a Torino.
Ci si è soffermati sul lavoro di questo team, innanzitutto perché esso indica l'importanza a raggio regionale che l’apporto anche di una sola missione di tre uomini può assumere per la guerriglia, per il collegamento con gli eserciti regolari e col governo centrale di un paese. Il successo di Gobi è certamente ripetibile in altre circostanze, ma a condizione che le cautele di sicurezza della radio e degli uomini siano ad alto livello; che capomissione e caposabotatore abbiano carattere, cultura, professionalità e posizioni dirigenti nella vita civile, sì che essi impongano intorno a sé [...]
[...]irigenti nella vita civile, sì che essi impongano intorno a sé rispetto e fiducia, come pure disciplina e obbedienza; che la cooperazione con la base e con i centri politici e militari della Resistenza sia tale da dare risultati altrimenti impensabili; che infine la fortuna davvero aiuti gli audaci e li mantenga all'opera.
In sintesi, questo genere di attività fondamentali in ogni grande moto di guerriglia, come risultarono quelle svolte dall’O.R.I., fu e rimarrà attività di uomini sceltissimi e preparatissimi, opportunamente dislocati. Questi rimarranno, come
in passato, limitati di numero, ma tutti i mezzi necessari al loro grave compito dovranno farsi ampiamente e tempestivamente disponibili. i'I che certamente non fu il caso nel Nord Italia nel 19441945. In Lombardia, Boeri raggiunse risultati ancora superiori: si pose subito agli ordini di Parri che, nell’ estate 1944, gli affidò il Servizio Informazione del Comando generale del C.V.L.. Boeri portò a un livello alto e complesso questo servizio, che abbracciava anche il controspionaggio. I tedeschi dichiareranno a Parri, nelle prigioni di Verona, che quel servizio rappresentava una grave spina al loro fianco, e non vi è dubbio che l’apprezzamento del nemico rimane sempre il più pertinente.
II gruppo di radio O.R.I. di cui si servirono Boeri e Lussi venne affidato all’ottimo Cirillo, che divenne capo del Servizio Radio del Comando generale. >Per [...]
[...]ubito agli ordini di Parri che, nell’ estate 1944, gli affidò il Servizio Informazione del Comando generale del C.V.L.. Boeri portò a un livello alto e complesso questo servizio, che abbracciava anche il controspionaggio. I tedeschi dichiareranno a Parri, nelle prigioni di Verona, che quel servizio rappresentava una grave spina al loro fianco, e non vi è dubbio che l’apprezzamento del nemico rimane sempre il più pertinente.
II gruppo di radio O.R.I. di cui si servirono Boeri e Lussi venne affidato all’ottimo Cirillo, che divenne capo del Servizio Radio del Comando generale. >Per oltre un anno queste radio furono il solo mai interrotto collegamento fra la capitale del Nord, gli Alleati e le forze politiche nell’Italia liberata. La storia del Servizio di Boeri e Lussi è parte integrante della storia del Comando generale del C.V.L. e a quella occorre quindi rimandare.
R.Cr.
Bibliografia: R. Craveri, La campagna d'Italia e i servizi segreti. La storia dell'O.R.I. (19431945), La Pietra 1980; L. Martini, Dalla bici al sommergibile. Le missioni O.R.I. dirette dai romagnoli, La Pietra 1980; E. Boeri, Vicende di un servizio informazioni, in « Il movimento di Liberazione in Italia », n. 1213, maggioluglio 1951; F. Fucci, Spie per la libertà, I servizi segreti per la resistenza Italiana, Mursia 1983, passim.
Oriani, Alfredo
N. a Faenza il 22.8.1852, m. a Casola Valsenio (Ravenna) il 18.10. 1909; scrittore.
Laureatosi in Giurisprudenza a Roma nel 1872, dopo un’infanzia triste e gli studi condotti nel Collegio « San Luigi » dei Barnabiti a Bologna, rinunziò a esercitare la professione e si dedicò alla narrativa, nella quale aveva esordito a
21 anni (sotto lo pseudonimo di Ottone di Banzole) con il romanzo a sfondo autobiografico Memorie inutili.
Nel 1883 si ritirò nella villa « Il Cardello » di Casola Valsenio, dove avrebbe praticamente trascorso e concluso la propria esistenza, occupandosi di saggistica storica e narrativa. Spirito irrequieto e cupo, nutrito di cultura hegeliana,
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