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Il segmento testuale O.R.I. è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 275

Brano: O.R.I.

sione segreta a Roma, occupata dai tedeschi. L’O.R.I. iniziò allora a operare in O.S.S. col servizio S.l. (Secret Intelligence) Italy, comandato da Vincent Scamporino presso il Comando Supremo delle forze alleate del Mediterraneo (AFHQ). Sul piano operativo, l'O.R.I. passò alle dipendenze di Max Corvo (« Director Operations ») che, da capitano nel novembre 1943, nel

1945 finì la campagna d’Italia come colonnello.

Corvo diresse in modo attento e brillante il servizio a lui affidato, che comprese, oltre l’informativo, anche le « operazioni speciali » di carattere strategico, ossia che si svolgevano nelle retrovie nemiche distanti dalle linee del fronte. Queste operazioni comprendevano gli aiuti alle forze partigiane al Nord e i collegamenti con i centri politici della Resistenza, in particolare il Comando generale del C.V.L. e il C.L.N.A.I. a Milano. [...]

[...]re l’informativo, anche le « operazioni speciali » di carattere strategico, ossia che si svolgevano nelle retrovie nemiche distanti dalle linee del fronte. Queste operazioni comprendevano gli aiuti alle forze partigiane al Nord e i collegamenti con i centri politici della Resistenza, in particolare il Comando generale del C.V.L. e il C.L.N.A.I. a Milano.

O.S.S. aveva riconosciuto a Craveri il diritto di comunicare direttamente con le missioni O.R.I. su qualsiasi argomento. In pratica ciò consentì anche di stabilire e mantenere canali di comunicazioni politiche fra Nord e Sud per le forze e i partiti antifascisti, fra il C.L.N.A.I. e il Governo italiano.

L’O.R.I. venne riconosciuta ufficialmente da O.S.S.. Scamporino e Craveri firmarono due convenzioni, nelle quali si fissavano gli obblighi e gli impegni deH'O.R.I. da un lato e di O.S.S. dall’altro, il primo accordo venne firmato ad Algeri alla fine del 1943 e il secondo a Napoli nell'aprile 1944. li negoziato per raggiungere le intese fu complesso e laborioso, ma l’importante fu che esse vennero quindi mantenute e realizzate in buona fede e con efficacia sino alla fine della guerra. Secondo gli accordi, i volontari déll’O.R.I. non ricevettero alcuna remunerazione in danaro, né da O.S.S. né da altri: il che li distinse dagli agenti arruolati da O.S.S..

Agli inizi del 1944 le missioni O.R.I. erano pronte. Il loro invio nel Nord subì numerosi ritardi e le partenze avvennero con una lentezza esasperante, a causa della povertà dei mezzi aerei alleati destinati a questo tipo di attività, che si protrasse fino all'autunno.

Il robusto affermarsi della Resistenza nella primavera del 1944 colse tutti di sorpresa nell'Italia liberata e disturbò sotto molti aspetti tanto gli Alti Comandi alleati quanto il Governo di Roma. All’inizio dell’estate Parrì e Luigi Longo promossero il Comando u

nificato del C.V.L. a Milano. Il C.V.L. rapidamente controllò e dicesse la stragrande maggioranza[...]

[...]no.

Il robusto affermarsi della Resistenza nella primavera del 1944 colse tutti di sorpresa nell'Italia liberata e disturbò sotto molti aspetti tanto gli Alti Comandi alleati quanto il Governo di Roma. All’inizio dell’estate Parrì e Luigi Longo promossero il Comando u

nificato del C.V.L. a Milano. Il C.V.L. rapidamente controllò e dicesse la stragrande maggioranza delle unità partigiane. Il risultato forse più importante della politica deH'O.R.I. fu di convincere l’O.S.S. di accettare questa realtà politica e militare, e in particolare di assumere quale fonte primaria di informazioni il lavoro del Servizio Informazioni del Comando generale e di quello dei Comandi regionali. Naturalmente le missioni O.R.I. si dettero proprie e dirette reti informative.

Risultati politici

Per valutare l’importanza di questo atteggiamento, è bene tener presente che gli Alti Comandi alleati in realtà considerarono alla base la Resistenza come una turbativa ai loro piani militari. Non l’apprezzarono per molti motivi. Ma il risultato politico globale e capitale deH’O.R.I. e di O.S.S. fu di trasferire in un certo senso e in larga misura a Milano la guida unitaria delle informazioni e i criteri distributivi dei rifornimenti ai partigiani.

in sintesi, valendosi deH’O.R.I., O.S.S. utilizzò così al massimo il movimento partigiano ai propri fini, ma di ritorno aiutò nelle cose lo sviluppo unitario della Resistenza senza porre condizionamenti politici, perché Corvo da buon realista era in questo un'eccezione: non temeva la crescita e lo sviluppo possibile dei partigiani comunisti, stante al paragone la strapotenza alleata in Italia. In poche parole, il successo deH’O.R.I. presso O.S.S. fu essenzialmente di avere patrocinato con paziente tenacia di utilizzale e insieme potenziare la organizzazione politica e militare unitaria della Resistenza. Altri cercarono invece di impedirla e frantumarla.

Del resto, considerando nel suo complesso il movimento partigiano, non aveva molto senso chiedere al Comando generale e a quelli regionali del Nord un servizio informazioni senza offrire alla Resistenza aiuti ed assistenza, specie con fornitura d’armi. Una conseguenza fu che la guerra finì con un capomissione deH'O.R.I., Gustavo Profumo, alla testa del Servizio Aviolan[...]

[...]ieme potenziare la organizzazione politica e militare unitaria della Resistenza. Altri cercarono invece di impedirla e frantumarla.

Del resto, considerando nel suo complesso il movimento partigiano, non aveva molto senso chiedere al Comando generale e a quelli regionali del Nord un servizio informazioni senza offrire alla Resistenza aiuti ed assistenza, specie con fornitura d’armi. Una conseguenza fu che la guerra finì con un capomissione deH'O.R.I., Gustavo Profumo, alla testa del Servizio Aviolanci del Comando generale a Milano. Ma più in particolare, l'efficienza di quel servizio era correlata al fatto che O.S.S. aveva accolto e fatto proprio il criterio patrocinato dell' O.R.I., ossia di accogliere con prio

rità le indicazioni del Comando generale 'in materia di aviolanci (v. Lanci) alle unità partigiane: ciò di fatto comportava l'assecondamento dei piani preparati a Milano per l'insurrezione conclusiva della Resistenza dell'aprile 1945.

Ogni missione O.R.I. fu predisposta nei suoi componenti fin dall'inizio, già nel novembre 1943, con un capomissione addetto alle informazioni accanto a un compagno addetto ai sabotaggi e un radiotelegrafista.

Le missioni (teams) deH’O.R.I. inviate oltre le linee furono una ventina. Ogni team era designato con tre nomi convenzionali: un primo nome era impiegato nel periodo presso la base, un secondo nel periodo operativo in territorio nemico e un terzo indicava l'apparecchio radio. Qui di seguito, ogni missione verrà ricordata soltanto con le ultime due indicazioni.

A fine 1943 tutti gli uomini dell’ O.R.I. erano nelle basi di Ostuni e di Brindisi, ormai addestrati a operare oltre le linee. Un primo gruppo di missioni O.R.I. lasciò la rada di Brindisi in sottomarino il

16.2.1944, l’ultima il 25 settembre successivo dall'aeroporto di Algeri. Sarebbe troppo complesso e fin difficile descrivere i vari compiti e l'enorme lavoro svolto dagli uomini deH’O.R.I. con i loro passaggi da una missione all'altra o dalle missioni stesse al Comando generale del C.V.L. o alla testa di formazioni partigiane. Al fine di offrire una visione complessiva delle vicende e della sorte dei protagonisti, si possono qui soltanto specificare le missioni che lasciarono il Sud per il Nord e indicare per sommi capi il destino di ciascuna di esse.

Team Lemon/Radio Lupo

Le prime tre missioni O.R.I. lasciarono Brindisi il 16.2.1944 sul sottomarino Platino della Marina italiana. La prima di queste, la Lemon/Radio Lupo, doveva sbarcare sulle coste venete, ma le cattive condizioni del mare lo impedirono. Tre notti dopo, presso Parenzo, al riparo delle coste dell'lstria, un battello pneumatico fu calato in mare tranquillo e la Missione con tutto il materiale si diresse regolarmente a riva, distante solo quattrocento metri. Erano le ore 0,30 del 17 febbraio.

La Missione era guidata da Domenico Montevecchi di Faenza, aiutato da Giovanni De Sortoli di Treviso e dal radiotelegrafista Giacomo [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 279

Brano: Oriani Alfredo

parziali, il ritmo crescente di comunicazioni e aiuti fra Nord e Sud e viceversa.

Di gran peso fu il ruolo assunto, tramite l’O.R.I., dalle trasmissioni da parte del Comando generale del C.V.L. di Milano. Da parte sua, la Radio Orange di De Leva trasmise regolarmente e sin dall’inizio i bollettini del Comando regionale piemontese del C.V.L., oltre alle comunicazioni politiche e operative. I messaggi « operativi » coprivano I' attività partigiana e di sabotaggio. Passiamo ad alcuni dati di sintesi disponibili, molto indicativi: fra l’1. 1.1945 e il successivo 26 febbraio, O.S.S. effettuava lanci per circa 400 tonnellate. I punti di lancio (pinpoints) utilizzabili dal Comando di Corvo erano saliti a 124, su un totale di 134 [...]

[...]e del C.V.L., oltre alle comunicazioni politiche e operative. I messaggi « operativi » coprivano I' attività partigiana e di sabotaggio. Passiamo ad alcuni dati di sintesi disponibili, molto indicativi: fra l’1. 1.1945 e il successivo 26 febbraio, O.S.S. effettuava lanci per circa 400 tonnellate. I punti di lancio (pinpoints) utilizzabili dal Comando di Corvo erano saliti a 124, su un totale di 134 per l’intera O.S.S.. Di questi, oltre 100 erano O.R.I..

È stato possibile ricostruire e ricomporre il numero dei messaggi con la base O.S.S. dal 16.12.1944 al 15.3.1945. I messaggi informativi furono 2.293, quelli relativi alle operazioni speciali 1.359, e infine 200 riguardavano l'attività partigiana. Un totale imponente di 3.852 messaggi nei tre mesi invernali 19441945.

Nei primi quindici giorni di aprile i messaggi trasmessi furono 680, mentre trenta apparecchi sganciavano su 19 punti circa 70 tonnellate di materiale. Il 15 aprile le missioni O.R.I. erano salite a 10. Fin dall’ottobre 1944 tutti i volontari O.R.I. erano in « campo », sen[...]

[...]ero dei messaggi con la base O.S.S. dal 16.12.1944 al 15.3.1945. I messaggi informativi furono 2.293, quelli relativi alle operazioni speciali 1.359, e infine 200 riguardavano l'attività partigiana. Un totale imponente di 3.852 messaggi nei tre mesi invernali 19441945.

Nei primi quindici giorni di aprile i messaggi trasmessi furono 680, mentre trenta apparecchi sganciavano su 19 punti circa 70 tonnellate di materiale. Il 15 aprile le missioni O.R.I. erano salite a 10. Fin dall’ottobre 1944 tutti i volontari O.R.I. erano in « campo », senza più riserve umane disponibili nell' Italia liberata. Per quanto parziali, questi dati permettono di stabilire un quadro significativo dei rapporti fra la Resistenza e l’O.S.S. nonché il ruolo svolto dall’O.R.I., malgrado un destino sovente avverso.

Attività delle singole missioni

Per quanto riguarda il lavoro compiuto dalle singole missioni e i principali protagonisti, ci limiteremo a brevi cenni.

L’attività dell’O.R.I. in Emilia e in Romagna è stata esposta con grande attenzione e, diligenza da Luigi Martini nel libro intitolato « Dalla bici al sommergibile », cui rimandiamo il lettore.

Purtroppo le missioni O.R.I. in Liguria, neH’alto Cuneese e nell’OItrepò Pavese non hanno ancora trovato il loro studioso, che avrebbe ampi campi dove spaziare la ricerca e numerose importanti vicende da narrare.

In Piemonte grandeggiò la Missio

ne Gobi, il cui capo Marcello de Leva venne considerato dal XV Gruppo di armate il primo « informatore » della campagna d’Italia. La Radio Gobi trasmise e ricevette oltre mille messaggi. Dal canto suo, Riccardo Vanzetti organizzò 133 sabotaggi a linee ferroviarie, 85 a locomotive e vagoni, 21 a opere e blocchi stradali, 18 a stazioni di trasformazione e linee ad alta tensio[...]

[...]a tensione, 9 a impianti deH’industria di guerra. Complessivamente, i gruppi di sabotaggio organizzati e guidati da Vanzetti colpirono così in media un obbiettivo ogni 36 ore! Chiamato quindi a comandare la V Divisione G.L., Vanzetti ne rivoluzionò la condotta tattica, che perfezionò con la creazione del G.M.O..

Il Gruppo Mobile Operativo fu protagonista poi dell'insurrezione d’ aprile, svolgendo una parte di primo piano nella liberazione di Torino, attaccata dalla collina. Varcato il Po, Vanzetti giunse fino a Porta Nuova.

La Missione Gobi stabilì in Piemonte 35 pinpoints, di cui ben 22 vennero utilizzati per lanci di armi e 5 per lanci di persone. I punti di lancio erano nelle provincie di Genova, Alessandria, Cuneo, Torino, Aosta e Novara. Per oltre un anno di continuata attività, la radio rimase in Val Pellice e, alla Liberazione, venne trasferita a Torino.

Ci si è soffermati sul lavoro di questo team, innanzitutto perché esso indica l'importanza a raggio regionale che l’apporto anche di una sola missione di tre uomini può assumere per la guerriglia, per il collegamento con gli eserciti regolari e col governo centrale di un paese. Il successo di Gobi è certamente ripetibile in altre circostanze, ma a condizione che le cautele di sicurezza della radio e degli uomini siano ad alto livello; che capomissione e caposabotatore abbiano carattere, cultura, professionalità e posizioni dirigenti nella vita civile, sì che essi impongano intorno a sé [...]

[...]irigenti nella vita civile, sì che essi impongano intorno a sé rispetto e fiducia, come pure disciplina e obbedienza; che la cooperazione con la base e con i centri politici e militari della Resistenza sia tale da dare risultati altrimenti impensabili; che infine la fortuna davvero aiuti gli audaci e li mantenga all'opera.

In sintesi, questo genere di attività fondamentali in ogni grande moto di guerriglia, come risultarono quelle svolte dall’O.R.I., fu e rimarrà attività di uomini sceltissimi e preparatissimi, opportunamente dislocati. Questi rimarranno, come

in passato, limitati di numero, ma tutti i mezzi necessari al loro grave compito dovranno farsi ampiamente e tempestivamente disponibili. i'I che certamente non fu il caso nel Nord Italia nel 19441945. In Lombardia, Boeri raggiunse risultati ancora superiori: si pose subito agli ordini di Parri che, nell’ estate 1944, gli affidò il Servizio Informazione del Comando generale del C.V.L.. Boeri portò a un livello alto e complesso questo servizio, che abbracciava anche il controspionaggio. I tedeschi dichiareranno a Parri, nelle prigioni di Verona, che quel servizio rappresentava una grave spina al loro fianco, e non vi è dubbio che l’apprezzamento del nemico rimane sempre il più pertinente.

II gruppo di radio O.R.I. di cui si servirono Boeri e Lussi venne affidato all’ottimo Cirillo, che divenne capo del Servizio Radio del Comando generale. >Per [...]

[...]ubito agli ordini di Parri che, nell’ estate 1944, gli affidò il Servizio Informazione del Comando generale del C.V.L.. Boeri portò a un livello alto e complesso questo servizio, che abbracciava anche il controspionaggio. I tedeschi dichiareranno a Parri, nelle prigioni di Verona, che quel servizio rappresentava una grave spina al loro fianco, e non vi è dubbio che l’apprezzamento del nemico rimane sempre il più pertinente.

II gruppo di radio O.R.I. di cui si servirono Boeri e Lussi venne affidato all’ottimo Cirillo, che divenne capo del Servizio Radio del Comando generale. >Per oltre un anno queste radio furono il solo mai interrotto collegamento fra la capitale del Nord, gli Alleati e le forze politiche nell’Italia liberata. La storia del Servizio di Boeri e Lussi è parte integrante della storia del Comando generale del C.V.L. e a quella occorre quindi rimandare.

R.Cr.

Bibliografia: R. Craveri, La campagna d'Italia e i servizi segreti. La storia dell'O.R.I. (19431945), La Pietra 1980; L. Martini, Dalla bici al sommergibile. Le missioni O.R.I. dirette dai romagnoli, La Pietra 1980; E. Boeri, Vicende di un servizio informazioni, in « Il movimento di Liberazione in Italia », n. 1213, maggioluglio 1951; F. Fucci, Spie per la libertà, I servizi segreti per la resistenza Italiana, Mursia 1983, passim.

Oriani, Alfredo

N. a Faenza il 22.8.1852, m. a Casola Valsenio (Ravenna) il 18.10. 1909; scrittore.

Laureatosi in Giurisprudenza a Roma nel 1872, dopo un’infanzia triste e gli studi condotti nel Collegio « San Luigi » dei Barnabiti a Bologna, rinunziò a esercitare la professione e si dedicò alla narrativa, nella quale aveva esordito a

21 anni (sotto lo pseudonimo di Ottone di Banzole) con il romanzo a sfondo autobiografico Memorie inutili.

Nel 1883 si ritirò nella villa « Il Cardello » di Casola Valsenio, dove avrebbe praticamente trascorso e concluso la propria esistenza, occupandosi di saggistica storica e narrativa. Spirito irrequieto e cupo, nutrito di cultura hegeliana,

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 274

Brano: Orgosolo

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Murale eseguito dai bambini di Orgosolo sulla parete di un edificio. Reca la scritta: « Lavorate lavorate pastori di Pratobello / con i greggi delle capre non andate allo sbaraglio. / Attenti all’artiglieria che fa i tiri sul bersaglio (1978)

come matrice della criminalità. Dopo assemblee svoltesi in piazza, la popolazione occupò il palazzo comunale (sostituendo alla scritta « Municipio » quella di « Casa del popolo ») e riuscì a ottenere il rinvio del progetto.

In quegli stessi anni emerse nelle cronache la figura del bandito Graziano Mesina, a combattere il quale furono inviati in Barbagia i « baschi blu », uno speciale corpo di polizia addestrato all'antiguerriglia, mentre veniva ripreso l’impie[...]

[...]tto.

In quegli stessi anni emerse nelle cronache la figura del bandito Graziano Mesina, a combattere il quale furono inviati in Barbagia i « baschi blu », uno speciale corpo di polizia addestrato all'antiguerriglia, mentre veniva ripreso l’impiego del soggiorno obbligato e dei rastrellamenti indiscriminati.

Nel 1969 il Ministero della Difesa, rivelando il carattere strumentale del precedente progetto di « Parco Nazionale », occupò il territorio del vicino Comune di Pratobello (normalmente usato dai pastori per il pascolo estivo) onde trasformarlo in poligono di tiro permanente per uso militare, al servizio della N.A.T.O,. Soltanto la pronta risposta della popolazione che occupò in massa l’area del poligono di tiro e affrontò scontri con la polizia, impedì che si desse corso al nuovo progetto.

Qualcosa sembrò cambiare nell 'atteggiamento delle forze politiche a partire dal 1972, quando vennero pubblicate le relazioni della Commissione parlamentare d’inchiesta sui fenomeni di criminalità in Sardegna. Nelle conclusioni si proponeva un programma di trasformazione deH’economia pastorale barbarici[...]

[...]imi anni Settanta sia stato insediato a Ottana un grande complesso petrolchimico, con una classe operaia vivace e combattiva che si è posta alla testa della volontà di riscatto popolare.

Bibliografia: F. Cagnetta, Banditi a Orgoso

lo, RiminiFirenze, 1975; G. Cabitza, Sardegna: rivolta contro la colonizzazione, Milano, 1968; M. Brigaglia, Sardegna perché banditi, Roma, 1970; L. Podda, Dall'ergastolo, Ed. La Pietra, Milano, 1976.

S.Se.

O.R.I.

Organizzazione per la Resistenza l taliana. Complesso servizio segreto d’informazioni, di sabotaggio e di guerriglia ideato e organizzato da Raimondo Craveri (n. a Terino nel 1912) con Enzo Boeri e Tullio Lussi a Napoli nel settembreottobre *43. L’O.R.I., diretta da Craveri al fine di legare l’attività dei servizi segreti americani con quella dei più alti Comandi della Resistenza, operò nel

1944 e fino alla fine della guerra nell’aprile 1945 nell'Italia Settentrionale. Ciò divenne possibile per l'intesa e l’affiatamento raggiunti con l'OvS.S. (v.) americano e il suo capo, generale Donovan, e in

particolare con Peter Tompkins che rese agli inizi possibile equipaggiare, nutrire e alloggiare i volontari, quindi assicurarne l'addestramento alle « operazioni speciali » nel campo O.S.S. di Pozzuoli. I volontari entrati a far parte dell’O.R.I,[...]

[...]e Donovan, e in

particolare con Peter Tompkins che rese agli inizi possibile equipaggiare, nutrire e alloggiare i volontari, quindi assicurarne l'addestramento alle « operazioni speciali » nel campo O.S.S. di Pozzuoli. I volontari entrati a far parte dell’O.R.I, erano, salvo eccezioni, giovani del Nord Italia venuti al Sud dopo 1*8.9.1943 per riprendere le armi e combattere il nemico fascista e tedesco al fianco delle forze angloamericane.

Origini

Impedita la formazione di un corpo combattenti comandato dal generale Giuseppe Pavone (v. Combattenti Italia, Gruppi), si raccolsero intorno airO.R.I., in fase di formazione, circa cinquanta volontari che accettavano di essere paracadutati o sbarcati al Nord, nelle regioni da cui erano partiti (Emilb Romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte e Liguria), formando missioni (v. Missioni alleate) composte al massimo di tre uomini e dotate di radio riceventi e trasmittenti. In un primo tempo era previsto che le missioni dovessero svolgere essenzialmente due compiti: fornire e radiotrasmettere informazioni militari e compiere atti di sabotaggio.

Con l’affermarsi, nel corso nel 1944, della Resistenza politica e partigiana nell’Italia Settentrionale,[...]

[...]onte e Liguria), formando missioni (v. Missioni alleate) composte al massimo di tre uomini e dotate di radio riceventi e trasmittenti. In un primo tempo era previsto che le missioni dovessero svolgere essenzialmente due compiti: fornire e radiotrasmettere informazioni militari e compiere atti di sabotaggio.

Con l’affermarsi, nel corso nel 1944, della Resistenza politica e partigiana nell’Italia Settentrionale, in parallelo anche i compiti deH’O.R.I. si allargarono e si fecero più complessi: i « fedeli gruppetti O.R.I. » (come li definirà Ferruccio Par ri) non assicurarono soltanto il servizio informazioni, ma il servizio dei rifornimenti di armi, munizioni ed equipaggiamento alleati alle unità partigiane. Uomini dell’O.R.I. assunsero la direzione dei servizi essenziali del Comando generale del C.V.L. (v.Corpo volontari della libertà) a Milano, passandone alle dipendenze dirette (Servizio Informazioni e Controspionaggio, Servizio Radio, Servizio Aviolanci). Altri uomini O.R.I. assicurarono il potenziamento e il comando di grandi unità partigiane, fra cui il G.M.O. (v. Gruppo mobile operativo) in Piemonte.

La scelta e selezione dei partecipanti ail'O.R.I. fu politica prima che militare. I membri dell’O.R.I. furono legati da una comune fede democratica e da comuni convinzioni repubblicane. Non furono mai richiesti indicazioni e tanto meno vincoli di partito.

Struttura e compiti

Nel tardo autunno 1943 il generale Donovan inviò Tompkins in mis

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i



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 277

Brano: O.R.I.

Intanto, dopo aver lasciato i sette uomini sui due gommoni come s’è detto, il sommergibile Platino aveva condotto Baccarini e Donati presso la costa veneta ed essi erano sbarcati in canotto a due chilometri da Jesolo. A loro si era unita la Missione Grape I di O.S.S., composta da Antonio Fiorentini e dal radiotelegrafista Domenico Fogiiani dell’O.R.I..

Secondo i piani originali, Fiorentini e Fogliani dovevano sbarcare a Trieste, ma dal comandante americano che decideva gli sbarchi sul Platino fu deciso altrimenti. Fiorentini e Fogliani furono catturati anch’essi dopo lo sbarco: non si conobbe più la loro sorte durante il conflitto né dopo tornarono alla base.

Team Augusta/Radio Citron

Nella notte fra il 14 e il 15 giugno veniva finalmente paracadutata sul Mottarone la Missione Augusta con Luigi Capitanio e Aido Campanella radiotelegrafista. Boeri poteva così disporre di un secondo apparecchio radio e, avendo questo subito alcuni danni nella caduta, fu po[...]

[...] bordo Arturo Spazzoli (che, nel maggio, aveva accompagnato dal Nord al Sud illustri prigionieri alleati), Pasquale Recapito e il radiotelegrafista Paolo Ventura. Questi due ultimi giungevano a completare la Missione comandata da Tassinari che, come si è visto, era sbarcato da so

lo alle Bocche di Po il 19 marzo.

Team Guava II/Radio Elvira

Il 18.7.1944 il ravennate Guido Sirotti, il forlivese Giorgio Bazzocchi e il radiotelegrafista Vittorio Capasso di Napoli, provenienti da Ortona a bordo di una motosilurante italiana, sbarcavano da un battello di gomma sul litorale a circa ottocento metri a nord della foce del Reno. Tre giorni dopo, Bazzocchi incontrava a Forlì Antonio Farneti e, a eccezione del ravennate Giuseppe Allietti e del ferrarese Antonio Chiarione, tutto il gruppo dei « romagnoli » era così finalmente operante oltre le linee in Romagna e in Emilia; i collegamenti con Milano funzionavano da Bologna tramite Tassinari.

Il tempo perduto per mancanza di Missioni nella fase di costituzione dell’O.R.I. suH’Appennino, quin[...]

[...]orale a circa ottocento metri a nord della foce del Reno. Tre giorni dopo, Bazzocchi incontrava a Forlì Antonio Farneti e, a eccezione del ravennate Giuseppe Allietti e del ferrarese Antonio Chiarione, tutto il gruppo dei « romagnoli » era così finalmente operante oltre le linee in Romagna e in Emilia; i collegamenti con Milano funzionavano da Bologna tramite Tassinari.

Il tempo perduto per mancanza di Missioni nella fase di costituzione dell’O.R.I. suH’Appennino, quindi nell’organizzazione delle reti informative nel primo semestre del 1944, si fece pesantemente sentire, malgrado l’enorme lavoro svolto sotto la guida di Farneti.

Team Apple 1/Radio Meriden

Il gruppetto dei genovesi subì il ritardo maggiore nel raggiungere la zona operativa assegnata: la Liguria centrale, Genova e l’Appennino Ligure, dalle alte Langhe aH’Oltrepò Pavese. La Missione, paracadutata nell’alta Val Pellice, venne ricevuta da Vanzetti e dai suoi compagni soltanto nella notte fra il 16 e il 17.7.1944. Era formata da tre studenti universitari (Gustavo Profumo[...]

[...]ia centrale, Genova e l’Appennino Ligure, dalle alte Langhe aH’Oltrepò Pavese. La Missione, paracadutata nell’alta Val Pellice, venne ricevuta da Vanzetti e dai suoi compagni soltanto nella notte fra il 16 e il 17.7.1944. Era formata da tre studenti universitari (Gustavo Profumo, Erasmo Marré, Alfonso Tornei) e dal radio operatore Giuseppe Gardella.

Team Apple H/Radio Cronwell

Gustavo Profumo, costretto ad attendere in Va! Pellice che migliori documenti personali gli giungessero da Torino, ai primi di agosto fu coinvolto in un rastrellamento tedesco. Gravemente ferito in combattimento, venne trasportato in un ospedale francese e, dalla Francia, rientrò alla base in Italia. Profumo sposava una tenacia pensosa al buon senso che lo portavano a inflessibili determinazioni. Guarito, ripartì dall’aeroporto di Rossignano con Dino Cittadini. La Missione Apple III venne paracadutata la notte del 13.2.1945 nei pressi di Cabella Ligure, dove fu ricevuta dai compagni di Apple I.

Team Apple II/Radio Cronwell

Nel frattempo, per rafforzare la situazione dei « genovesi » cui era

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[...]a Missione Apple III venne paracadutata la notte del 13.2.1945 nei pressi di Cabella Ligure, dove fu ricevuta dai compagni di Apple I.

Team Apple II/Radio Cronwell

Nel frattempo, per rafforzare la situazione dei « genovesi » cui era

venuto a mancare Profumo, il 28.9. 1944 era stato paracadutato, sempre presso Cabella, Giancarlo Cuneo. Questi trovò poi sul luogo il proprio radiotelegrafista Leopoldo Datovo che già operava con la Missione O.R.I. in Liguria. Nel 1945 Giancarlo Cuneo si spostò con successo in Val Grana, dove opererà fino alla liberazione della provincia di Cuneo. Tale spostamento fu stabilito da Corvo su indicazione di Craveri che, da Torino, aveva ricevuto dal capo delle GL piemontesi Giorgio Agosti la richiesta urgente di inviare una missione O.R.I. nelle vallate del Cuneese. Fu questo un tipico esempio di collaborazione fra Comandi partigiani e O.S.S., tramite l’O.R.I..

Team Mediar II/Radio Victory

Tassinari, che si trovava in territorio occupato da metà marzo, per esigenze di servizio dovette rientrare alla base e, il 2 settembre, passò le linee. Giunto a Siena, subito chiese di guidare una nuova missione, sicché il 16.9.1944 tornò una seconda volta in zona di operazioni. Fu paracadutato immediatamente a ridosso della Linea Gotica, insieme all’operatore radio Cino Capparini di Vicenza. A missione compiuta, rientrarono entrambi alla base a Siena il 27.12.1944. Tassinari e Capparini erano ansiosi di ritorin zona di operazioni per restarvi fino alla fine della lotta e Craveri si oppose a una proposta di Corvo di inviare Tassin[...]

[...] per esigenze di servizio dovette rientrare alla base e, il 2 settembre, passò le linee. Giunto a Siena, subito chiese di guidare una nuova missione, sicché il 16.9.1944 tornò una seconda volta in zona di operazioni. Fu paracadutato immediatamente a ridosso della Linea Gotica, insieme all’operatore radio Cino Capparini di Vicenza. A missione compiuta, rientrarono entrambi alla base a Siena il 27.12.1944. Tassinari e Capparini erano ansiosi di ritorin zona di operazioni per restarvi fino alla fine della lotta e Craveri si oppose a una proposta di Corvo di inviare Tassinari presso Tito in Jugoslavia.

Team Grape II/Radio Finch

Il 4.4.1945 Tassinari e Capparini vennero paracadutati in un nodo alpino di vitale importanza strategica, fra la Val Camonica e la Valtellina, col compito di operare nella zona TrentoBolzano. Essi torneranno alla base soltanto a metà maggio.

Team Prickly Pear

Il 5.9.1944 Giuseppe Allietti e Antonio Chiarione vollero tentare di passare le linee presso Prato, per raggiungere i compagni in Romagna. Tassinari,[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 278

Brano: O.R.l.

Team Pineapple/Radio Diana

11 9.9.1944 la Missione Pineapple venne paracadutata in pianura, presso Cavour in provincia di Torino, accolta da una formazione alle dipendenze di Vanzetti. La Missione, guidata da Domenico Lano, accompagnato da Luigi Vestri e dal radio operatore Mario Bertone, fu attivissima dal febbraio 1945 alla fine delle ostilità, quando potè finalmente disporre di un nuovo apparecchio radio che ebbe, come abile operatore, Sebastiano GuUotta.

Team Mangostine/Radio Sorella

Il 26.9.1944 veniva paracadutata sul Mottarone la Missione Mangostine, composta di ufficiali e sottuffiicali americani e capeggiata dal maggiore Holovan, che doveva istituire e mantenere i rapporti ufciali fra il C.L.N.A.I. e l[...]

[...]e delle ostilità, quando potè finalmente disporre di un nuovo apparecchio radio che ebbe, come abile operatore, Sebastiano GuUotta.

Team Mangostine/Radio Sorella

Il 26.9.1944 veniva paracadutata sul Mottarone la Missione Mangostine, composta di ufficiali e sottuffiicali americani e capeggiata dal maggiore Holovan, che doveva istituire e mantenere i rapporti ufciali fra il C.L.N.A.I. e l’O.S.S.. Facevano parte della Missione due uomini dell’O.R.I.: Tullio Lussi (triestino, ma milanese d’adozione) e il radiotelegrafista Gelindo Berto! uzzi che aveva in dotazione la radio « Sorella ». Lussi diventò a Milano il braccio destro di Boeri e, quando quest’ultimo venne catturato, gli successe nella direzione del Servizio Informazioni del Comando generale del C.V.L. a Milano.

Team Pomegranade/Rad\io Portland

Un uomo dell’O.R.I., la guida alpina Walter Angelo Scardanzan, partecipò a questa missione O.S.S. che fu paracadutata sui monti del Bellunese il 4.2.1945.

Team Boston/Radio Brutus

Infine un apparecchio radio proveniente dalla Lombardia fu « messo in aria » nella sicura enclave di Campione d’Italia con una missione diretta da Ottorino Maiga e radio operatore Bertoluzzi. Questo apparecchio fu utilizzato per le comunicazioni con la base. Sul finire delle ostilità il Team Boston ebbe istruzioni di spostarsi nel Veneto, intorno a Verona.

Altre missioni

Nel corso delle operazioni entrarono in servizio altre stazioni radio, paracadutate o portate in Lombardia dal Canton Ticino. L’importante era che le varie missioni, ma soprattutto che Boeri e Lussi potessero sempre disporre di almeno tre radio, di cui una (radio « Salem ») fin dall’estate 1944 divenne la radio ufficiale del Comando generale del C.V.L.. Essa ne trasmette[...]

[...] paracadutate o portate in Lombardia dal Canton Ticino. L’importante era che le varie missioni, ma soprattutto che Boeri e Lussi potessero sempre disporre di almeno tre radio, di cui una (radio « Salem ») fin dall’estate 1944 divenne la radio ufficiale del Comando generale del C.V.L.. Essa ne trasmetteva i

bollettini ufficiali, molto apprezzati dagli Alti Comandi alleati, ma questi bollettini non vennero mai conosciuti dagli italiani in territorio liberato, in quanto gli Alleati non volevano precostituire meriti all’Italia in vista del trattato di pace. Tralascerò i nomi di queste emittenti, a eccezione di Radio Piroscafo, operante a Milano sotto Boeri, che in origine era stata data in dotazione a una missione O.S.S. catturata dal nemico. Solo l’apparecchio si era salvato.

Dati consutivi

Le missioni O.R.l. in Alta Italia toccarono quindi la ventina. Soltanto due componenti dell’O.R.l. presero parte a missioni esclusivamente O.S.S.. In totale, lasciarono la base in Italia liberata quarantasei uomini. Un terzo di questi, ossia quindici, erano radiotelegrafisti e ciò indica chiaramente il tipo di struttura operativa dell'O.R.I. in territorio nemico. La proporzione fra informatori, sabotatori e r0diotelegrafisti sembra essere stata corretta e di sign[...]

[...]in dotazione a una missione O.S.S. catturata dal nemico. Solo l’apparecchio si era salvato.

Dati consutivi

Le missioni O.R.l. in Alta Italia toccarono quindi la ventina. Soltanto due componenti dell’O.R.l. presero parte a missioni esclusivamente O.S.S.. In totale, lasciarono la base in Italia liberata quarantasei uomini. Un terzo di questi, ossia quindici, erano radiotelegrafisti e ciò indica chiaramente il tipo di struttura operativa dell'O.R.I. in territorio nemico. La proporzione fra informatori, sabotatori e r0diotelegrafisti sembra essere stata corretta e di significato permanente in quel tipo di condizioni di lotta. Undici uomini dell'O.R.I. perirono nell’impresa, di cui ben sei all’arrivo in territorio occupato, cioè appena sbarcati o nel varcare le linee. Gli altri caddero dopo mesi e financo dopo un anno di lavoro. Sui quindici radiotelegrafisti che lasciarono Ostuni, i caduti furono sei.

Allo stato dello cose, per varie cause non è ancora possibile sintetizzare in dati consuntivi globali l'attività dell’O.S.S. in generale e in particolare quella delle missioni O.R.l. in territorio occupato: le cifre che si sono lette finora vanno considerate con molta cautela e con molti grani di scetticismo. Si leggono a volte quante furono complessivamente le tonnellate di materiale lanciate dall’aria da inglesi e americani ai partigiani, e perfino quante di queste sarebbero cadute in mani nemiche! A quest’ultimo riguardo va considerato che per

lo più si tratta di tonnellate mai lanciate per sopravvenuto cattivo tempo sugli obiettivi.

Bisogna quindi accontentarsi, per il momento, di cifre e dati certi, anche se limitati e parziali. Vediamone alcuni: i primi messaggi radio dell[...]

[...]ente le tonnellate di materiale lanciate dall’aria da inglesi e americani ai partigiani, e perfino quante di queste sarebbero cadute in mani nemiche! A quest’ultimo riguardo va considerato che per

lo più si tratta di tonnellate mai lanciate per sopravvenuto cattivo tempo sugli obiettivi.

Bisogna quindi accontentarsi, per il momento, di cifre e dati certi, anche se limitati e parziali. Vediamone alcuni: i primi messaggi radio delle missioni O.R.I. con la base in Puglia furono trasmessi il 19.3.1944 dall’Emilia, il 26.3.1944 dal Piemonte e dalla Lombardia; le prime notizie di contatti con « comandanti bande partigiane forti quattrocento

uomini » sono di Radio Zella, il 5.

4.1944.

I primi aviolanci di armi, munizioni ed esplosivo ebbero luogo nel giugno 1944: il 4 giugno furono sganciate 3 tonnellate in Val Pellice, alla Missione Orange; altre 3 tonnellate a sud di Faenza, il 6 giugno; 3,5 tonnellate il 22 e altrettante il 23 dello stesso mese, sull’Appennino ToscoRomagnolo, alla Missione Raisin, destinate alle formazioni gariba[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 276

Brano: [...]esto aveva catturato l’intera Missione. Marson venne fatto prigioniero. Montevecchi e De Bortoli furono portati dalle S.S. tedesche al carcere di Verona. Qui De Bortoli, nel corso del mese di marzo 1944, si tolse la vita tagliandosi le vene ai polsi. Montevecchi fu torturato e alla fine fucilato dai tedeschi a Bolzano, nel mese di agosto. Né Marson né De Bortoli né Montevecchi si lasciarono sfuggire una sola indicazione utile al nemico. In territorio liberato le notizie dal carcere di Verona giunsero tramite Paride Baccarini del Team Prune, come si dirà. La fucilazione di Montevecchi a Bolzano fu poi comunicata dal Servizio Informazioni del Comando generale del C.V.L., da Milano, con un radiogramma di Boeri.

Team Raisin/Radio Zeli a

Come si è detto, il Platino portava altre due missioni, che dovevano operare coordinatamente. Antonio Farneti di Ravenna, che era stato designato a Ostuni come il capo deH’O.R.I. per l’Emilia e la Romagna, comandava la prima. Lo accompagnavano Celso Minardi, anch'egli di Ravenna, e il radiotelegrafista [...]

[...]zie dal carcere di Verona giunsero tramite Paride Baccarini del Team Prune, come si dirà. La fucilazione di Montevecchi a Bolzano fu poi comunicata dal Servizio Informazioni del Comando generale del C.V.L., da Milano, con un radiogramma di Boeri.

Team Raisin/Radio Zeli a

Come si è detto, il Platino portava altre due missioni, che dovevano operare coordinatamente. Antonio Farneti di Ravenna, che era stato designato a Ostuni come il capo deH’O.R.I. per l’Emilia e la Romagna, comandava la prima. Lo accompagnavano Celso Minardi, anch'egli di Ravenna, e il radiotelegrafista Alberto Grimaldi, sardo. Grimaldi venne più tardi catturato e fucilato a Bologna il 26 agosto successivo.

Team Noto/Radio Banana

L’altra Missione a bordo del Platino era comandata da Matteo Savelli di Ravenna, coadiuvato da Giorgio Roncucci e dal radiotelegrafista Luigi Cima. Raisin e Noto dovevano sbarcare fra i pini e gli acquitrini a sud delle foci del Reno, ma il comandante del Platino aveva ricevuto istruzioni perché lo sbarco avvenisse a nord di Porto Gariba[...]

[...]Platino aveva ricevuto istruzioni perché lo sbarco avvenisse a nord di Porto Garibaldi. In realtà ebbe luogo ancora più a settentrione, alle bocche del Po. Nella notte del 21 febbraio, dopo una lunga remata con mare non calmo, i sei uomini toccarono terra e furono ospitati in una casa isolata di contadini in riva al Po di Goro. Tutto il materiale era al salvo, in ottime condizioni. Per raggiungere Ravenna, fu scelta la via del mare. Alcuni pescatori si prestarono alla bisogna: la prima notte le barche si portarono dal Po di Goro a Porto Garibaldi, e la notte successiva da Porto Garibaldi

alla costa a sud della foce del Reno. Le missioni Raisin e Noto avevano il compito di operare sull’Appennino Emiliano e Romagnolo e, in pianura, fra Bologna e l’Adriatico, in una zona destinata a divenire di vitale importanza militare, perché a ridosso della linea Gotica, dove l'esercito di Kesselring si attesterà saldamente dall’autunno 1944 fino all’offensiva finale alleata dell’aprile

1945.

Team Joliet/Radio Salem

Circa un mese dopo, il 17[...]

[...]terà saldamente dall’autunno 1944 fino all’offensiva finale alleata dell’aprile

1945.

Team Joliet/Radio Salem

Circa un mese dopo, il 17.3.1944, venivano con uno stesso volo paracadutate tre missioni: due fra il Lago Maggiore e il Lago di Orta, sul massiccio prealpino del Mottarone a monte di Gignese; la terza, sulla testata di Val Pellice nelle Alpi Cozie.

Presso Gignese scesero il professore Enzo Boeri di Milano, vicecomandante dell'O.R.I., e il radiotelegrafista Giovanni Bono. Bono subì poi molte peripezie: catturato e portato a San Vittore, ne uscì avendo persuaso i tedeschi di voler rintracciare e consegnare il suo capo. Tutto all’opposto, e con infinite cautele, egli ricominciò invece fedelmente il suo lavoro, ma fu nuovamente catturato dalle Brigate Nere sulle Alpi Bergamasche il 17.3.1945 e fucilato il giorno seguente, senza avere ancora una volta parlato. Con lui fu catturato e fucilato il radiotelegrafista Aldo Campanella del Team Citron, che cadde anch’egli fedele al terribile silenzio. Entrambi furono vittime di una s[...]

[...]uo lavoro, ma fu nuovamente catturato dalle Brigate Nere sulle Alpi Bergamasche il 17.3.1945 e fucilato il giorno seguente, senza avere ancora una volta parlato. Con lui fu catturato e fucilato il radiotelegrafista Aldo Campanella del Team Citron, che cadde anch’egli fedele al terribile silenzio. Entrambi furono vittime di una spiata.

Team Guava/Radio Licata

Costituivano l’altra Missione lanciata sul Mottarone il 17.3.1944 il professore Ottorino Maiga e il radiotelegrafista Leandro Galbusera. Nel container delle radio mancava però la radio « Salem » e Maiga decise di lasciare l’unico apparecchio paracadutato, ossia il « Licata », a Enzo Boeri. Licata cominciò a trasmettere alla base in Puglia dopo dieci giorni, il 27 marzo.

Team OrangejRadio Gobi

La terza Missione paracadutata sulle Alpi Cozie la notte del 17.3. 1944 era comandata dall’ingegnere Marcello de Leva. Suo secondo, destinato ad attività di sabotaggio e di addestramento, era l’ingegnere Riccardo Vanzetti. L’operatore radio era Giorgio Squillace, napoletano.

Team [...]

[...]orni, il 27 marzo.

Team OrangejRadio Gobi

La terza Missione paracadutata sulle Alpi Cozie la notte del 17.3. 1944 era comandata dall’ingegnere Marcello de Leva. Suo secondo, destinato ad attività di sabotaggio e di addestramento, era l’ingegnere Riccardo Vanzetti. L’operatore radio era Giorgio Squillace, napoletano.

Team Apple

Circa un mese dopo, il 19 marzo, il Platino riportava in Alto Adriatico ben cinque missioni, di cui due dell’O.R.I.: Apple e Prune.

Del Team Apple sbarcò soltanto il capomissione Ennio Tassinari, di Sant’Alberto di Romagna: il radiotelegrafista lo avrebbe raggiunto in un secondo tempo poiché compito immediato del Tassinari era di rintracciare nel Veneto Montevecchi, De Bortoli e Marson (componenti la Missione Lemon), sbarcati un mese prima in Istria e di cui la base non aveva notizie. Tassinari doveva inoltre istituire un collegamento fra la Missione Prune, di cui si dirà fra breve, che si prevedeva toccasse terra con lui a Jesolo, e quelle O.R.I. in Romagna ed Emilia. Egli infine doveva preparare lo sb[...]

[...]Sant’Alberto di Romagna: il radiotelegrafista lo avrebbe raggiunto in un secondo tempo poiché compito immediato del Tassinari era di rintracciare nel Veneto Montevecchi, De Bortoli e Marson (componenti la Missione Lemon), sbarcati un mese prima in Istria e di cui la base non aveva notizie. Tassinari doveva inoltre istituire un collegamento fra la Missione Prune, di cui si dirà fra breve, che si prevedeva toccasse terra con lui a Jesolo, e quelle O.R.I. in Romagna ed Emilia. Egli infine doveva preparare lo sbarco del proprio radiotelegrafista sulla costa romagnola, servendosi di Radio Zella del team di Farneti. Sul Platino erano state imbarcate altre tre missioni, ma queste erano di O.S.S., non dipendenti dall’O.R.L.

Team Prune/Radio Allegheny

La Missione era formata da Paride Baccarini, valente pittore di Lugo, e dal radiotelegrafista Aldo Donati. Zona d’operazioni: il Veneto con centro in Venezia, dove Baccarini era di casa.

Poiché due delle Missioni O.S.S. a bordo del Platino dovevano sbarcare alla foce del Reno, a due passi da S[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 321

Brano: [...]gionieri politici che il fascismo aveva relegato a lunghi anni di confino. Elementi della stessa unità O.S.S. procedevano intanto in avanscoperta davanti alle forze della V Armata U.S.A.. Fra questi erano numerosi volontari italiani e, tra questi, si ebbero i primi caduti della lotta che avrebbe sconvolto l’Italia nel 194445.

Da Palermo, una seconda unità dell'O.S.S. fu tempestivamente inviata a Brindisi, dove il governo Badoglio aveva provvisoriamente stabilito il proprio quartiere generale. Qui vennero concertati i termini di una collaborazione con la Commissione Alleata di Controllo, con il governo Badoglio e con l’ufficiale comandante del S.I.M., il colonnel

lo Pompeo Agrifoglio. Per il suo aeroporto e per le possibilità navali che offriva, Brindisi venne scelta dall’O.S.S. come base in vista delle operazioni strategiche da effettuarsi nell'Italia settentrionale. Una terza unità dell’O.S.S. da Palermo si portò in Sardegna, nella base navale della Maddalena. A questa unità venne affidato il compito di sbarcare clandestinamente n[...]

[...]ena. A questa unità venne affidato il compito di sbarcare clandestinamente nell’area ligure, nonché sulla costa toscana e nell’Arcipelago. Una quarta unità dell’O.S.S. fu aggregata alla V Armata e, al seguito di questa, sbarcò a Salerno, dove fu aggregata alla Sezione G2. Questa unità, cui erano affidati obiettivi tattici, operò a nord di Salerno fino a Roma, dove stabilì collegamenti con il C.L.N. Centrale e con la Resistenza.

Rapporti con l'O.R.I.

Da quel momento fu posto in atto dall’Ò.S.S. anche un accordo firmato con l’O.R.I. (v.), organizzazione costituita da Raimondo Craveri, Enzo Boeri e da numerosi altri patrioti. Queste forze furono assegnate alla base operativa di

Componenti della Missione O.S.S. presso la III Divisione « LombardiaAliotta » nell 'Oltrepò Pavese (Giova, 6.11.

1944)

Brindisi, in vista di operazioni a vasto raggio da condurre nell’Italia settentrionale.

L’O.R.I. fu posta sotto il comando operativo di Corvo e, dall’inizio del 1944, numerose Missioni dell’O.R.I. nonché altre furono sbarcate da sommergibili o paracadutate da aerei nelle rispettive zone operative dell’Italia settentrionale (v. Missioni alleate), Queste Missioni mantenevano i contatti con Brindisi e con i Quartieri Generali degli Alleati via radio, comunicando in codice. Grazie ai collegamenti diretti così creati tra le forze alleate e il C.L.N.A.I., fu possibile giungere a un vasto coordinamento fra le azioni di guerriglia in corso nell’ltalia settentrionale e le operazioni belliche degli Alleati avanzanti dal Sud. Le unità dell’O.S.S. assicurarono inoltre armi e addestramento alle fom[...]

[...]e liberare l’Italia, aveva diritto a ricevere armi. A tale principio l’O.S.S. si attenne alla lettera e, ai suoi ufficiali presenti nelle varie zone operative, fu ordinato di rispettare pienamente questo obiettivo. Gli stretti contatti con le formazioni partigiane e i collegamenti radio con il C.L.N.A.I. fecero della rapida trasmissione delle direttive militari degli Alleati una chiave per il successo delle operazioni combinate che risolsero vittoriosamente la guerra nel teatro di operazioni italiano.

321



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 265

Brano: [...]Brindisi nell'estate 1926, fu arrestato nel novembre assieme a quindici compagni, di cui dodici minorenni. Deferito al Tribunale speciale, il 16.9.1927 fu condannato a 5 anni di reclusione per costituzione del Partito comunista.

Uscito dal carcere, riprese la lotta, ma I’8.5.1937 fu assegnato per 5 anni al confino per « propaganda antifascista in relazione agli avvenimenti spagnoli ». Fu prosciolto il 26.4.1941.

Vaccarino, Giorgio

N. a Torino il 12.7.1916; libero docente in Storia del Risorgimento presso l’Università di Torino.

Prese parte alla Guerra di liberazione nelle fila della Resistenza, diventando ispettore delle formazioni G.L. del Piemonte e segretario del C.L.N. della città di Torino.

Membro del Consiglio direttivo dell’istituto per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia, direttore dal 1949 e poi condirettore dell'omonima rassegna di studi e documenti.

Ha svolto ricerche sulle origini della terza repubblica francese, sull'età giacobina In Piemonte e in Italia, sulla Resistenza in Italia e in Europa.

Ha pubblicato: Il movimento operaio a Torino nei primi mesi della crisi italiana

(194344), Milano 1953, Premio Città di Milano 1953; I patrioti anarchistes e l’idea dell'unità italiana, 17961799, Einaudi 1955; Mémoires d'un jacobin (1799), Deputazione Subalpina di Storia Patria, Torino 1958; Torino attende Suvarov (1799), id. 1971; Problemi della Resistenza italiana, STEM, Modena 1966; Storia della Resistenza in Europa (19381945), Voi. I, Feltrinelli 1981, Premio Acqui Storia 1981.

Vaccaro, Giuseppe

N. a Casteltermini (Agrigento) l’8.5. 1914; soldato.

Per aver svolto propaganda antifascista mentre era militare a Porto Empedocle (Agrigento), nel 1941 fu arrestato e deferito al Tribunale speciale che, il 19.6.1942, lo condannò a 25 anni di reclusione con l’accusa di « disfattismo, propaganda antinazionale, istigazione di soldati a non combattere ».

Vacchi, Adolfo

N. a Bologna il 29.1.1887, m. a Camerlata (Como) il 5.9.1944; professore di matematica.

Militante socialista e dirigente sindacale a Venezia, perseguitato e ripetutamente aggredito dagli [...]

[...]rivato della cattedra e bandito dalla città. Trasferitosi a Milano con la famiglia, visse impartendo lezioni private, sdegnando ogni compromesso con il fascismo ed educando i suoi giovani allievi agli ideali di libertà. Sfollato nel 1943 a Como, tenuto in alta considerazione negli ambienti

antifascisti, nel 1944 accettò il rischioso compito di contribuire alla Resistenza organizzando nel Comasco una stazione radiotrasmittente clandestina dell’O.R.I. (v.) per collegare vari Comandi partigiani con la Svizzera e con il Quartier Generale degli Alleati. Mise in onda importanti messaggi e discorsi incitanti alla lotta di liberazione, fra cui uno trasmesso il 25.7.1944, nell'anniversario della caduta del fascismo.

Denunciato in seguito a delazione, il 18.8.1944 venne arrestato, ma j fascisti non trovarono prove a suo carico. Fu pertanto ucciso a tradimento e senza processo, all’esterno del cimitero di Camerlata la notte del 5.9.1944, insieme a un giovane partigiano.

Bibliografia: Raimondo Craveri, La Campagna d'Italia e i servizi segreti.[...]

[...]alla lotta di liberazione, fra cui uno trasmesso il 25.7.1944, nell'anniversario della caduta del fascismo.

Denunciato in seguito a delazione, il 18.8.1944 venne arrestato, ma j fascisti non trovarono prove a suo carico. Fu pertanto ucciso a tradimento e senza processo, all’esterno del cimitero di Camerlata la notte del 5.9.1944, insieme a un giovane partigiano.

Bibliografia: Raimondo Craveri, La Campagna d'Italia e i servizi segreti. La storia dell'O.R.I. (19431945), La Pietra, Milano,

1980.

G.Per.

Vacchieri, Ettore

N. a Perosa Argentina (Torino) l’11. 5.1902, m. sull'Ebro (Spagna) il 7.9. 1938; meccanico.

Giovane comunista dal 1921, attivo nel comune di Collegno (Torino), dopo l’avvento del fascismo prese la via dell’emigrazione e venne inviato dal P.C. d’I. in Unione Sovietica, dove frequentò una scuola politica.

Rientrato successivamente in Italia

265



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 27

Brano: [...]ella forma schematica, che dà l’illusione di una forza di pensiero che poi non c’è. Le idee sono per lui delle pedine che egli dispone per vincere partita per partita. Taluni a Mosca si commuovono pensando che Stalin fa come Lenin... paragonare i due è profanazione... Stalin plagia perché non può far altro, perché è intellettualmente mediocre e infecondo. Con questa politica e con questi metodi Stalin è in Russia la pattuglia di punta della controrivoluzione; esso è il liquidatore, finché avrà mano libera, dello spirito della Rivoluzione di Ottobre ». Nessun altro dirigente del P.C.d’I. aveva mai espresso con altrettanta durezza giudizi del genere (anche se l’opinione di Tasca doveva essere in gran parte farina del sacco di Trotzky e di Bucharin). Con quel suo atteggiamento verso Stalin, la sua sorte era comunque già segnata.

Dal socialismo al collaborazionismo

Dopo l'espulsione dal P.C. d'I., si avvicinò al Partito socialista francese (S.F.I.O.). La sua collaborazione fu accettata dal prestigioso quotidiano “Le Monde”, allora dire[...]

[...]ocialista francese (S.F.I.O.). La sua collaborazione fu accettata dal prestigioso quotidiano “Le Monde”, allora diretto da Henri Barbusse, ed egli prese a scrivere anche sul socialista “Populaire”. Nel 1936 prese la cittadinanza francese, ma intensificò i rapporti con gli esuli italiani socialisti e “giellisti”. Favorevole al Fronte popolare, divenne sempre più anticomunista, rivedendo anche posizioni e strategie del socialismo alla luce delle teorie neoriformiste del belga Henri de Man (v. Neosocialismo), fino a cadere su posizioni filofasciste.

Dopo l’occupazione tedesca della Francia collaborò con il governo di Vichy come commentatore politico

radiofonico e fu editorialista del giornale “L’Effort” dei cosiddetti collaborazionisti riformisti. A quel punto gli stessi dirigenti della S.F.

1,0. lo tacciarono di traditore e lo denunciarono alla Resistenza perché fosse fisicamente eliminato, ma al termine del conflitto Tasca riuscirà a provare dì aver collaborato con un nucleo antifascista clandestino francobelga e, per questo suo contributo alla lotta di liberazione, otterrà anche una decorazione dal governo francese.

Nel secondo dopoguerra si dedicò a! lavoro di pubblicista scrivendo numerosi saggi su! comuniSmo e sull’U.R.S.S..

Si ricordano: Physiolo[...]

[...]lotta di liberazione, otterrà anche una decorazione dal governo francese.

Nel secondo dopoguerra si dedicò a! lavoro di pubblicista scrivendo numerosi saggi su! comuniSmo e sull’U.R.S.S..

Si ricordano: Physiologie du Parti Communiste Frangaise (1948); Deux ans d'ailiance germanosoviétique (1949); Les communistes frangaise dans la "drole" de guerre (1951); Autopsie du stali ni sme f1957).

La sua opera maggiore, che ne rivela il talento storico, a parte la risentita polemica nei confronti dei suoi ex compagni comunisti, rimane il libro scritto nel 1938, La naissance du Fascisme, tradotta in Italia nel 1950 col titolo “Nascita e avvento del fascismo” e ritenuta fra i classici dell "argomento.

Dopo la sua morte, l’intero archivio Tasca venne acquisito dalla Fondazione Feltrinelli di Milano, il cui Istituto storico ha provveduto a pubblicare, nel 1966, una parte dei documenti in un grosso volume dai titolo / primi dieci anni di vita del P.C.I., a cura e con introduzione di Giuseppe Berti (che di Tasca era stato uno dei critici più severi). Lo stesso Berti curò nel 1968, per gli Annali dell’istituto Feltrinelli, la pubblicazione degli Scritti critici e storici inediti di A. Tasca (Milano 1969).

Tassi, Vittorio

Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. N. a Radicofani (Siena) nel 1903, ivi m. il 17.6.1944; carabiniere.

All’indomani deHarmistizio dell’8.9.

1943, per non aderire alla repubblica di Salò lasciò la caserma dei carabinieri di Chiavaretto (Arezzo) dove prestava servizio e si diede alla macchia.

Organizzatore di un nucleo di partigiani nella zona di Radicofani, ne assunse il comando. Dopo alcune azioni contro i tedeschi, venne catturato insieme a cinque compagni di lotta e condannato a morte. Per salvare la vita ai suoi uomini smentì che essi appartenessero alla formazione partigiana e si dichiarò unico responsabile dell[...]

[...]atore di un nucleo di partigiani nella zona di Radicofani, ne assunse il comando. Dopo alcune azioni contro i tedeschi, venne catturato insieme a cinque compagni di lotta e condannato a morte. Per salvare la vita ai suoi uomini smentì che essi appartenessero alla formazione partigiana e si dichiarò unico responsabile delle azioni compiute. Venne quindi fucilato insieme al solo Renato Magi (al quale è stata conferita la medaglia di bronzo alla memoria).

Tassinari, Ennio

N. a Sant’Alberto di Ravenna il 13.2. 1921; cooperatore.

Figlio di un muratore, al termine delle scuole elementari lavorò come manovale e a 18 anni si mise in proprio.

Legato ad ambienti antifascisti fin dall’inizio della Seconda guerra mondiale, venne arrestato a Ferrara dall’Ovra poche settimane prima del 25.7.1943. Dopo I’8 settembre, insieme a 6 compagni di Ravenna passò le linee del fronte (in bicicletta), portandosi fino a Napoli dove si mise a disposizione del Comando alleato per contribuire alla Guerra di liberazione. Fu, con Raimondo Craveri, uno dei f[...]

[...]e manovale e a 18 anni si mise in proprio.

Legato ad ambienti antifascisti fin dall’inizio della Seconda guerra mondiale, venne arrestato a Ferrara dall’Ovra poche settimane prima del 25.7.1943. Dopo I’8 settembre, insieme a 6 compagni di Ravenna passò le linee del fronte (in bicicletta), portandosi fino a Napoli dove si mise a disposizione del Comando alleato per contribuire alla Guerra di liberazione. Fu, con Raimondo Craveri, uno dei fondatori della Organizzazione Resistenza Italiana (v. O.R.I.) e ne divenne uno dei più coraggiosi capi, protagonista di audacissime operazioni.

Capo dei Team

Dopo un breve ma intenso addestramento, designato responsabile della Missione (team) Mediar I/Radio Aurora, il 19.3.1944 fu inviato, a bordo del sommergibile Platino, sulle coste della Romagna. Sbarcato a Foce di Po, sfuggì con tre compagni alla cattura da parte delle guardie costiere (altre 3 Missioni, sbarcate con lo stesso mezzo, caddero purtroppo in mano al nemico) e si mise in contatto con l'avvocato Roberto Vighi (v.) di Bologna, nonché con altri esponenti di quel C.L.N. per organizzar[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 488

Brano: [...]a libertà (v.). Questa particolare attività resistenziale incontrò il pieno favore degli Alleati, che non le lesinarono gli aiuti, sia in mezzi tecnici (radiotrasmittenti) che in denaro.

« I comandi alleati si attendevano da noi soprattutto la raccolta di informazioni di carattere militare », scriverà Leo Valiani. « I partigiani furono considerati anzitutto elementi utili a raccogliere informazioni e a sabotare », confermerà da parte sua lo storico inglese F. Deakin.

Benché sostenitore strenuo di un esercito partigiano combattente, lo stesso Ferruccio Parri (che fin dall’inizio fu il massimo dirigente della Resistenza) era convinto che fornire agli Alleati informazioni militari, economiche e politiche su ciò che avveniva nel territorio occupato dai nazisti fosse non solo un contributo essenziale alle operazioni belliche, ma anche una “moneta di scambio” con gli Alleati stessi, per ottenerne quegli aiuti alle unità partigiane che essi erano riluttanti a concedere.

NelTItalia libera

Nel cosiddetto “regno del Sud” le alte autorità militari italiane condividevano appieno la tesi degli angloamericani (ma specialmente degli inglesi) contraria all'esercito partigiano e favorevole alle attività di informazione e di sabotaggio. Perciò il maresciallo Giovanni Messe (v.), capo di stato maggiore generale del governo Badoglio, pensò di attivare il vecchio S.I.M. (v. Servizio informazioni militari) mettendolo a disposizione del Comando alleato. E ciò, nonostante che il S.I.M. avesse avuto gravi compromissioni col fascismo, fino alla tremenda responsabilità dell'organizzazione degassassimo dei fratelli Rosselli. Inoltre Messe er[...]

[...] di stato maggiore generale del governo Badoglio, pensò di attivare il vecchio S.I.M. (v. Servizio informazioni militari) mettendolo a disposizione del Comando alleato. E ciò, nonostante che il S.I.M. avesse avuto gravi compromissioni col fascismo, fino alla tremenda responsabilità dell'organizzazione degassassimo dei fratelli Rosselli. Inoltre Messe era convinto (non del tutto a torto) che l'intelligence fosse campo esclusivo per “addetti ai lavori”, vale a dire per militari di professione, trascurando il fatto che nella situazione confusa e magmatica del territorio occupato dai tedeschi era impossibile organizzare un servizio informazioni di tipo tradizionale. Per iniziativa di alcuni esponenti del vecchio S.I.M., un’azione del tutto particolare fu quella efficacemente condotta da Rodolfo Siviero (v.) e dai suoi collaboratori per contrastare la sistematica rapina di opere d’arte messa in atto dai tedeschi (v. Salvataggio e ricupero del patrimonio artistico) ma, a parte ciò, l’attività del S.I.M. raccolse scarsissimi risultati e praticamente si ridusse alla funzione di fornitore di materiale umano per le Missioni alleate (v.) in territorio occupato. In questo specifico settore l’azione dell’Alto comando di Bari fu proficua, ma non va confusa con l’organizzazione di un vero servizio informazioni che, come emanazione del “regno del Sud”, non esistette mai.

Un gruppo che, nato al Sud, conseguì eccellenti risultati, fu l'Organizzazione Resistenza Italiana (v. O.R.I.), creata dall’avvocato Raimondo Craveri, genero di Benedetto Croce, la quale sorse, crebbe e agì in sintonia con i servizi americani sin dall’inizio del 1944, ma che non ebbe collegamenti e tanto meno dipendenza dallo stato maggiore italiano. Risultati importanti furono conseguiti anche dal S.O.E. (v.), di ispirazione britannica e secondo criteri in parte diversi. Cronologicamente, il primo nucleo di “intelligence” formato in territorio occupato fu quello creato dal colonnello Giuseppe Lanza di Montezemolo (v.) a Roma, negli ultimi

giorni del settembre 1943. Con un attivismo straordinario, Montezemo

lo in pochi mesi riuscì a costituire un’ottica rete informativa, il cui materiale veniva trasmesso per radio al Sud. La rete, partita da Roma, si estese rapidamente a tutta l’Italia Centrosettentrionale. Montezemolo fu trucidato il 24.3.1944 alle Fosse Ardeatine, ma in meno di sei mesi era riuscito a costruire uno strumento che funzionò egregiamente anche dopo la sua morte, ponendosi disciplinatamente agli ordini del Servi[...]

[...]che funzionò egregiamente anche dopo la sua morte, ponendosi disciplinatamente agli ordini del Servizio I del C.V.L., come in seguito Enzo Boeri testimonierà con parole piene di ammirazione. Sorte diversa ebbe, dopo la caduta di Montezemolo, l’organizzazione militare da lui stesso avviata nella capitale (v. Resistenza romana, Fronte clandestino della).

Organizzazioni autonome

Poco dopo l’iniziativa di Montezemo

lo, a Genova il medico Ottorino Balduzzi creava VOrganizzazione Otto (v.) che, grazie alla bontà del lavoro svolto, si accattivò la totale fiducia degli Alleati.

« Occorrevano mesi per creare al di là delle linee centri di informazione fidati come la “Otto” di Genova », scriverà C. Delzell.

Un’azione della polizia tedesca disperse la “Otto”, ma tutti i suoi membri non incappati nella trappola poliziesca, o che ne erano rocambolescamente sfuggiti come Edgardo Sogno (v.), continuarono nella loro attività. E proprio dal grembo della “Otto” nacque VOrganizzazione Franchi (v.), una delle più note formazioni clandestine, [...]

[...]ormativa, svolse azioni di “commando”, assomigliando così molto al maquis francese di cui adottò inconsapevolmente le dottrine operative.

Altre reti, nate dall’iniziativa brillante e coraggiosa di singoli patrioti, furono la “Zucca” (tenente Piero Ziccardi), la “Fe/fre” (tenente Vitaliano Peduzzi), la “Co/?a” di Firenze (v. Radio Cora) diretta dal professore Carlo Lodovico Ragghiami, la “U16” (maggiore Antonio Usmiani), la “Glass e Gross” di Torino (conte Marone Cinzano), la “Frama” di Padova (professori Ezio Franceschini, Concetto Marchesi, Egidio Meneghetti), il “S.I.M.N.I.S. /.P.” nell’Ossola (Aminta Migliari). Da notare che alcune delle reti citate operarono in modo autonomo, senza confluire nel coordinamento

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successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine O.R.I., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---O.S.S. <---C.V.L. <---italiana <---italiano <---Bibliografia <---C.L.N.A.I. <---fascismo <---italiani <---radiotelegrafista <---C.L.N. <---La Pietra <---Linea Gotica <---Raimondo Craveri <---antifascista <---antifascisti <---La storia <---Liberazione in Italia <---Missione O <---Radio Zella <---S.O.E. <---Servizio Informazioni del Comando <---Storia <---comunista <---comunisti <---d'Italia <---fascisti <---italiane <---nell'Italia <---socialista <---Comitato centrale <---Diritto <---G.A.P. <---G.L. <---Luigi Longo <---Marcello de Leva <---Missione O R <---Missioni O <---Missioni O S <---Nord e Sud <---P.C. <---P.C.I. <---Paolo Ventura <---Partito comunista <---S.I.M. <---S.S. <---comuniste <---fascista <---radiotelegrafisti <---siano <---squadristi <---A Vittorio Veneto <---A.C.C. <---A.F.H.Q. <---A.N.P.I. <---AFHQ <---Ad Amedeo Nerozzi <---Ada Pasi <---Agent in Italy <---Alberto Grimaldi <---Aldo Campanella del Team Citron <---Aldo Donati <---Alfonso Tornei <---Alfredo Pizzoni 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