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Il segmento testuale O.P.E.C. è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 9Entità Multimediali , di cui in selezione 9 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 239

Brano: O.P.E.C.

goli paesi importatori, tenendo nel

lo stesso tempo il passo con lo sviluppo delle fonti energetiche alternative (uranio, carbone), destinate a ridurre l’importanza del petrolio. Ed è verso queste stesse fonti energetiche alternative che si rivolgono gli investimenti in petrodollari (rimesse derivanti dalle esportazioni di greggio) dei paesi del Golfo.

Le conferenze finora svoltesi all’interno dell’O.P.E.C. hanno messo in luce questo conflitto di fondo, ma i vantaggi derivanti agli Stati membri da un’offerta strettamente monopolizzata hanno sempre prevalso sui punti di divergenza, anche se questi hanno impedito di sfruttare fino in fondo i vantaggi del cartello petrolifero.

Tra i paesi dell’O.P.E.C., l’Arabia Saudita è il produttore più importante e che mira a esercitare una funzione egemonica nel mercato. Per esempio, quando nel 1979 l’Iran decise di ridurre la propria esportazione ai prezzi O.P.E.C. per realizzare maggiori profitti sul mercato libero di Rotterdam, l’Arabia Saudita aumentò il proprio contingente di esportazione per compensare la mancata quota iraniana e assicurare ugualmente ai paesi importatori le forniture richieste al prezzo concordato.

L'O.P.E.C. e le « sette sorelle »

I rapporti traigli Stati O.P.E.C. e le multinazionali ' del petrolio (le cosiddette « sette sorelle », cioè le grandi società petrolifere del mondo occidentale: Exxon Corporation, fìoyal Dutch/Shell, British Petroleum Company, Texaco Inc., Mobil 0/7 Corporation, Gulf 0/7 Corporation, Standard 0/7 Cai.) si fondano su una stretta convergenza di interessi. Mentre fino agli anni Sessanta la produzione petrolifera dei paesi O.P.E.C. era completamente assorbita dalle multinazionali che, pagando diritti di estrazione (royalties) ai rispettivi Stati e regimi, fungevano da esclusivi estrattori e acquirenti del petrolio, nel corso degli stessi anni, le multinazionali hanno cominciato a diversificare i propri investimenti rivolgendosi ad altre fonti energetiche (uranio, carbone) che, in prospettiva, comportano una valorizzazione di capitali superiore a quella offerta dal petrolio. Ciò ha indotto i paesi produttori a nazionalizzare il petrolio, per gestirsi direttamente le risorse finanziarie da esso derivanti, lasciando però a[...]

[...]olare forma di nazionalizzazione (ben diversa da quella tentata nel 1951 in Iran da Mossadeq) ha creato una rinnovata convergenza di interessi fra Stati e regimi produttori e società multinazionali attraverso l’investimento congiunto (joint venture) delle entrate petrolifere nelle emergenti tecnologie dell’industria nucleare ed elettronica.

Nella nuova situazione si è comunque determinato un notevole accrescimento del peso economico dei paesi O.P.E.C. sul mercato mondiale, un peso per il quale essi rivendicano un corrispondente accrescimento della loro influenza politica. Ma è questo un obiettivo che i paesi O.P.E.C., per la loro già accennata diversità e disunione sul piano politico, non sono stati finora in grado di raggiungere.

O.P.E.C. e politica estera

La posizione politica dei paesi O.P.E.C. nel contesto mondiale è tuttora molto diversificata, in conseguenza delle specifiche condizioni di ciascun paese. Mentre il Venezuela e l’Equador rientrano, per collocazione geografica, nella zona di influenza diretta degli U.S.A., nei cui confronti mantengono poi un atteggiamento politico diverso (di minor dipendenza il Venezuela, retto da una borghesia nazionale relativamente forte), l’Iraq e l’Algeria hanno legami di collaborazione dipendente con l’U.R.S.S.. Fortemente legati alla politica U.S.A. sono l’Arabia Saudita e gli Stati del Golfo (Qatar, Kuwait, Emirati Arabi), i cui investimenti[...]

[...], nella zona di influenza diretta degli U.S.A., nei cui confronti mantengono poi un atteggiamento politico diverso (di minor dipendenza il Venezuela, retto da una borghesia nazionale relativamente forte), l’Iraq e l’Algeria hanno legami di collaborazione dipendente con l’U.R.S.S.. Fortemente legati alla politica U.S.A. sono l’Arabia Saudita e gli Stati del Golfo (Qatar, Kuwait, Emirati Arabi), i cui investimenti di petrodol

II presidente dell’O.P.E.C. Uteiba (1980)

lari in tecnologia avanzata e armamenti rappresentano un supporto essenziale per la N.A.T.O..

Sganciati da questo sistema appaiono invece l’Iran (dopo la caduta dello scià) e la Libia che intrattiene rapporti di equilibrio sia con le due superpotenze che con alcuni paesi( dell’Europa Occidentale (come l’Italia e la Svezia). L’Indonesia, da parte sua, rientra nell’ambito di influenza della S.E.A.T.O..

Nel quadro della politica mondiale l’O.P.É.C. costituisce così una componente complessa e dinamica, alle cui spinte centripete derivanti dall’unità dell’interesse economico[...]

[...]

lari in tecnologia avanzata e armamenti rappresentano un supporto essenziale per la N.A.T.O..

Sganciati da questo sistema appaiono invece l’Iran (dopo la caduta dello scià) e la Libia che intrattiene rapporti di equilibrio sia con le due superpotenze che con alcuni paesi( dell’Europa Occidentale (come l’Italia e la Svezia). L’Indonesia, da parte sua, rientra nell’ambito di influenza della S.E.A.T.O..

Nel quadro della politica mondiale l’O.P.É.C. costituisce così una componente complessa e dinamica, alle cui spinte centripete derivanti dall’unità dell’interesse economico per mantenere un regime di monopolio nella massima valorizzazione della preziosa fonte energetica, si accompagnano spinte centrifughe derivanti dalle diversità oggettive interne al gruppo dei paesi membri, dalla collocazione geografica di ciascuno di essi, dagli obiettivi dei rispettivi gruppi dominanti e, soprattutto, dalla politica di sfruttamento neocoloniale dei paesi industrializzati (v. Neocolonialismo), compiuta anche nei loro confronti.

Petrolio e « crisi e[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 238

Brano: [...]o Budicin » che, il 23.7.1944, attaccò un presidio nemico a Draga di Moschiena, liquidandolo. Nel corso del combattimento, protrattosi per dodici ore, furono distrutti 2 carri armati e messi fuori combattimento 120 militari delle forze di occupazione.

Il 24.4.1945, uno degli ultimi giorni di guerra, la Gestapo trasse dalle prigioni 59 antifascisti croati e italiani che vi erano reclusi, per fucilarli in una grotta detta di Icici.

G.Sco.

O.P.E.C.

Organlsation of thè Petroleum Exporting Countries, Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio. Cartello costituitosi nel 1960 tra i più importanti paesi esportatori di greggio. Vi appartengono i seguenti stati: Algeria, Arabia Saudita, Equador, Emirati Arabi, Indonesia, Iran, Iraq, Katar, Kuwait, Libia, Nigeria, Venezuela e, come membro associato, il Gabon. Nel 1975 la produzione O.P.E.C. raggiungeva la quota di 1,3 miliardi di tonnellate, pari a poco meno del 50 per cento dell’intera produzione mondiale, L’esportazione dei paesi O.P.E.C. costituiva poco meno dei 90 per cento dell’intero libero commercio mondiale del petrolio, mentre le

loro riserve petrolifere rappresentavano circa i due terzi delle riserve mondiali conosciute.

Funzionamento del cartello

All’interno dell’O.P.E.C. si ha soltanto la fissazione dei prezzi minimi del greggio. Le relative decisioni devono essere prese aU’unanimità, ma non sono previste sanzioni in caso di mancato rispetto delle decisioni prese dal cartello. Proposte tendenti a programmare la conservazione delle riserve di petrolio e a raggiungere una più stretta intesa fra gli Stati membri per quanto riguarda le rispettive quote di produzione sono state più volte inserite nelle risoluzioni dell’O.P.E.C., ma finora sono rimaste inoperanti.

Tenuto conto della diversità delle riserve petrolifere di ciascun paese membro e della sua diversa [...]

[...] ha soltanto la fissazione dei prezzi minimi del greggio. Le relative decisioni devono essere prese aU’unanimità, ma non sono previste sanzioni in caso di mancato rispetto delle decisioni prese dal cartello. Proposte tendenti a programmare la conservazione delle riserve di petrolio e a raggiungere una più stretta intesa fra gli Stati membri per quanto riguarda le rispettive quote di produzione sono state più volte inserite nelle risoluzioni dell’O.P.E.C., ma finora sono rimaste inoperanti.

Tenuto conto della diversità delle riserve petrolifere di ciascun paese membro e della sua diversa capacità di assorbimento di capitali, non è d’altra parte probabile che i paesi O.P.E.C. arrivino a un accordo tra loro nel programmare le rispettive quote di produzione e c’è anzi da pensare che tentativi spinti in tale direzione potrebbero più facilmente compromettere la stabilità del cartello.

Il potenziale finanziario dell’O.P.E.C. è, nel suo insieme, imponente, ma altrettanto rilevanti sono i contrasti fra gli Stati che ne fanno parte, anzitutto per ragioni economiche oggettive: il diverso livello delle riserve, le forti differenze esistenti fra paese e paese nei costi di estrazione del greggio, le diverse prospettive di sviluppo economico e le diverse possibilità di commercializzare il metano (che in parte può sostituire il petrolio) dividono i membri dell’O.P.E.C.. Alcuni di essi, a cominciare dall’Iran (v.), avendo la possibilità di assorbire anche immensi capitali in breve periodo e disponendo di riserve di greggio relativamente basse ri* spetto agli altri, pongono al centro del proprio interesse la massimiz* zazione del prezzo.

Altri, come gli Stati del Golfo a cominciare dall'Arabia Saudita, non avendo possibilità di assorbire grandi masse di capitale, spingono invece verso una proiezione delle entrate in tempi lunghi, quindi verso un aumento del prezzo lento e graduale.

D’altra parte, le ingenti riserve di greggio di questi paesi consentono [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 240

Brano: Produzione mondiale di petrolio e riserve petrolifere degli Stati dell’O.P.E.C. e del resto del mondo nel 1975 secondo le valutazioni ufficiali del Segretariato dell’O.P.E.C.

Stati O.P.E.C. Produzione 1975 Riserve nel 1975

(in milioni di ton) (in milioni di ton)

Algeria 42,60 938

Arabia Saudita 337,30 19.995

Emirati Arabi 77,20 4.176

Equador 8,05 326

Gabon 13,30 301

Indonesia 63,00 1.900

Iran 268,70 8.679

Iraq 111.30 4.607

Katar 20,00 762

Kuwait 93,30 9.409

Libia 71,00 3.457

Nigeria 87,80 2.741

Venezuela 124,00 2.512

Totale 1.317,55 59.803

Resto del mondo 1.386,00 29.754

Totale mondiale 2.703,55 89.557

sul nucleareelettronico), Da parte loro le multinazionali, fornendo ai paesi esportatori armi e impianti in cambio dei petrod[...]

[...]ricattare con questa materia prima i paesi occidentali, non fanno altro che condurre una campagna di mistificazione per nascondere agli occhi dei lavoratori, sistematicamente spogliati del loro salario, i reali motivi della crisi e dei suoi diffusi effetti (inflazione, disoccupazione, disservizi sociali, fino alle guerre locali e alla generale corsa agli armamenti). Nell’attuazione di tale disegno, fondamentale è II ruolo svolto dagli Stati delI’O.P.E.C., sia pure nella loro diversificata situazione e collocazione politica, in stretta collaborazione con le multinazionali e con i gruppi dominanti dei singoli paesi.

E.Ni.

Opera Nazionale Balilla

O.N.B.. Organizzazione paramilitare istituita dal fascismo per inquadrare socialmente e ideologicamente, secondo le esigenze dello Stato totalitario fascista, le nuove generazioni. Istituita nell'aprile 1926, nell’ottobre 1937 venne fatta confluire nella Gioventù Italiana del Littorio (G./.L).

Origini

Interessato ad assicurarsi l’adesione delle masse giovanili, il fascismo fin dalle origi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 74

Brano: [...]trializzati hanno intrapreso un’azione di svuotamento deH’O.N.LI. e delle due sottoorganizzazioni facendo confluire sulla U.N.l.D.O. (United Nations Industriai Development Organisation) sorta nel 1966 con sede a Vienna, tutte le questioni riguardanti la cooperazione tecnica, cioè l’applicazione della tecnologia sviluppata nei paesi industrializzati. Questa azione, connessa ai problemi posti dalla crisi energetica e alle iniziative dei paesi dell’O.P.E.C. (v.) ha gettato le basi di una ulteriore evoluzione del neocolonialismo, oggi in corso.

Neocolonialismo e politiche nazionali

Nel quadro del nuovo ordine mondiale impostato sul neocolonialismo, gli strumenti di dominazione economica dei paesi industrializzati hanno trovato un fertile terreno di alleanza in quelle che erano le borghesie coloniali (compradora o nazionale), chiamate a svolgere, in nome della indipendenza formale dei rispettivi paesi, funzioni di intermediario per favorire le nuove forme di colonialismo. Da qui il sorgere di apparati statali formalmente indipendenti (ma spe[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 220

Brano: [...]ll Street Journal (estate 1980) è una organizzazione bene finanziata, con un proprio bilancio che supera quello di diversi piccoli Stati membri dell’O.N.U.. L’O.L.P. possiede imprese che vanno da una compagnia belga di voli charter a fabbriche di vestiti, calzature, mobilio. Inoltre sono gestiti dall’O.L.P. o

spedali, un’agenzia di stampa, stazioni radio e così via.

L’O.L.P. non si finanzia solo attraverso i contributi dei paesi arabi dell’O.P.E.C. (v.) e altri aiuti internazionali di vario tipo, ma anche attraverso una specie di prelievo fiscale compiuto nei confronti delle molte centinaia di migliaia di palestinesi che lavorano nei vari paesi. Queste « tasse » vanno dal 3 al 6 per cento del reddito lordo. I versamenti sono volontari, ma quasi nessuno si rifiuta di farli. In certi paesi come il Kuwait le trattenute a favore dell’O.L.P. vengono effettuate dai datori di lavoro. Si valuta che le entrate annuali dell’O.L.P. ammontino a circa mezzo miliardo di dollari. Questo denaro serve anzitutto per finanziare le unità di guerriglia e l’[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 362

Brano: [...]tre la

capitale Islamabad conta soltanto

78.000 abitanti. Altri centri sono Lahore (2.200.000 ab.), Faisalabad (825.000), Heiderabad (630.000), Raxalpindi (620.000).

In rapido sviluppo durante gli anni Sessanta, ma in stagnazione dal 1971, il Pakistan ha limitate risorse economiche (petrolio, gas naturale, cromite, cotone, lana e un'agricoltura abbastanza sviluppata) e una notevole emigrazione di forza lavoro. I prestiti contratti con l’O.P.E.C. e con la Banca mondiale condizionano fortemente l'economia del paese in funzione bellica, nell’interesse delle maggiori potenze, in una regione di grande importanza strategica.

Cenni storici

I contrasti religiosi in India (v.) risalivano alla fine dell’impero Moghul (1858), allorché i musulmani, perduti gran parte dei loro privilegi, si trovarono sopraffatti dagli indù che si rivalsero contro gli antichi dominatori. La creazione dell'università musulmana dì Aligarh (1877) segnò l’inizio di una ripresa. Nel 1906 venne fondata a Dacca (Bengala orientale) la Lega Musulmana (v.), come allea[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 817

Brano: [...]tuzione provvisoria. Dopo aver rifiutato il progetto britannico di aderire a una federazione con Bahrein e Principati arabi, ottenne la piena autonomia statuale nel 1971, pur riservando agli inglesi e agli americani privilegi economici e strategici. Membro della Lega Araba e, dal maggio 1981, del Consiglio per la collaborazione nel Golfo, il Qatar ha sempre seguito gli orientamenti dell’Arabia Saudita, pure svolgendo un ruolo autonomo in sede

O.P.E.C. (v.) per la fissazione del prezzo dei prodotti petroliferi.

La sua attuale situazione politica risale al 22.2.1972, allorché l’emiro allora regnante Ahmad bin Ali alThani fu destituito dal cugino Khalifa bin Ahmad alThani. Nell ambito delle condizioni locali, questi iniziò una politica interna di paternalismo modernistico attuata attraverso l’istituzione di un Consiglio consultivo (rinnovato di anno in anno), decidendo la nazionalizzazione dell’industria petrolifera, progettando infrastrutture e riforme in campo sociale.

Tale orientamento ha permesso di contenere l’appello della rivoluz[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 338

Brano: [...]luppo agricolo capitalistico; pose le basi di una politica selettiva di industrializzazione; completò l’infrastruttura stradale ed elettrica; allargò enormemente la spesa pubblica; riformò l’amministrazione pubblica e costituì la Corporazione Venezuelana del Petrolio (C.V.P.). Vennero vietate nuove concessioni per la prospezione alle compagnie straniere, e il Venezuela promosse, insieme ai paesi arabi produttori di petrolio, la costituzione dell’O.P.E.C. (v.).

Alla fine degli anni Sessanta la guerriglia era ormai poco più di un ricordo. Ciò permise al C.O.P.E.I. di porre al centro del proprio programma la questione della “concordia nazionale” e, su questa base, portò il proprio candidato, Rafael Caldera, alla presidenza della Repubblica. Il nuovo governo pose le premesse per un nuovo ciclo economico, ancora più dinamico, rappresentato dalla successiva presidenza di Carlos Andrés Pérez (19731978) e durante il quale la sinistra, politicamente minoritaria, tornò legale.

Le forze di sinistra cominciarono a registrare in Venezuela un certo r[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 22Appendice con numerazione propria (Monografia/libro

Brano: [...]ottrina del fascismo”; in Fascismo: Cronologia del fascismo; Federazione giovanile comunista d'Italia; Forze armate repubblichine; Franchi, Organizzazione; Francia (fino al 1918); Genocidio; Germania (fino al 1918); in Giappone: Il movimento operaio giapponese; Guardia Rossa; Guernica; Heidegger, Martin; Hess, Rudolf; Keynes, John Maynard; Milizia volontaria per la sicurezza nazionale; Montanelli, Indro; Neocolonialismo; Neofascismo; Nichilismo; O.P.E.C.; Pajetta, Gian Carlo; Partigiano; Pesenti, Antonio; Porzus; Processone; in Quattordici luglio (1948): Il 14 luglio e la Resistenza; Quazza, Guido; Rado, Sandór; Raggruppamento "Monte Amiata”; Razzismo; Reder, Walter; Reggenza del Carnaro; Resistenza romana, Fronte militare clandestino della; Ribelle, Fornasiero; Riformismo; Roatta, Mario; Robotti, Paolo; Ronchi, Marcia di; Rossi, Ernesto; S.A.P.; Segre, Dino; Settarismo; Spinelli, Altiero; Stalin; Stalinismo; in Storicismo: Gli abusi dello storicismo; Sudan; Svizzera; Tagliaferri, Gino; Togliatti, Pai miro; Unione delle Repubbliche Socialiste[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine O.P.E.C., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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