Brano: [...]a clandestina di Torino. Arrestato durante i preparativi di* una manifestazione di disoccupati prevista per l’8.5.1930, fu deferito al Tribunale Speciale e condannato a 3 anni di reclusione. Nel 1934 fu di nuovo arrestato e condannato dal T.S. a 2 anni di reclusione. Il 22.2. 1938 subì un’ulteriore condanna del T.S. a 3 anni per aver partecipato alla campagna di reclutamento e di propaganda del P.C.I. in occasione degli avvenimenti di Spagna.
O.C.A.M.
Organizzazione comune africana e malgascia. Organizzazione comunitaria fra ex colonie francesi, fondata con la conferenza di Nouakchott (Mauritania) il 12.2.1965. Vi aderirono inizialmente i seguenti paesi, già membri dell 'Unione africana e malgascia (U.A.M.): Alto Volta, Camerun, Ciad, CongoBrazzaville, Costa d’Avorio, Dahomey (oggi Benin), Gabon, Madagascar, Mauritania, Niger, Repubblica Centroafricana, Ruanda, Senegai e Togo. L’O.C.A.M. si propone di rafforzare la cooperazione e la solidarietà tra gli Stati membri, dando vita a iniziative economiche comunitarie. Il suo massimo organo deliberativo è la Conferenza dei capi di Stato.
Carattere neocolonialista
Impegnata a mantenere solidi rapporti con la Francia, questa organizzazione che, specie ai suoi inizi, tendeva a costituire una sorta di alternativa rispetto all’O.U.A. (v.), ha visto confrontarsi al suo
interno due tendenze: luna, portata avanti dalla Costa d’Avorio, rivolta a promuovere uno strumento di precisa scelta politica in senso controrivoluzionario; l’al[...]
[...]ta avanti dalla Costa d’Avorio, rivolta a promuovere uno strumento di precisa scelta politica in senso controrivoluzionario; l’altra, ispirata dal Senegai, che puntava a privilegiare la cooperazione economica evitando di rompere i ponti con i paesi africani più innovatori.
Per tali motivi, ma anche perché l’O.U.A. non ha mai rappresentato quel centro di sovvertimenti sociali che molti temevano, e poi per il fatto che alcuni paesi aderenti all’O.C.A.M. avviavano qualche programma di trasformazione, si è registrato nell’organizzazione un avvicendarsi di adesioni e di ritiri, a testimonianza delle sue contraddizioni interne. Sin dal maggio 1965, ad esempio, l’ammissione dell’ex Congo belga (oggi Zaire) e il riconoscimento di M. Tshombe come capo di quel governo, provocavano l’uscita della Mauritania dallo O.C.A.M.. Nel 1970 vi aderiva, per contro, la repubblica di Maurizio, confortando le speranze di una apertura dell’O.C.A.M. verso i paesi di lingua inglese (mentre la denominazione veniva cambiata in O.C.A.M.M., Organisation commune africa ine, mal g ache et mauricienne). Ma nel 1972 si ritiravano dall’organizzazione lo Zaire e il Congo; nell’estate 1973 era la volta del Camerun, del Ciad e del Madagascar che giudicavano l’O.C.A.M. un semplice strumento nelle mani degli imperialisti e del neocolonialismo. Non ne fermava il declino nel 1977 (vertice di Kigadi, in Ruanda) l’adesione delle Seychelles. Si aveva al tempo stesso il rafforzamento del S.A.M.A. (Stati africani e malgascio associati), raggruppamento di
19 Paesi africani, molti dei quali precedentemente membri dell’O.C.A.M.. Il S.A.M.A. stabilì infatti un rapporto particolare e di solida continuità con la Comunità economica europea, specie con la firma della seconda convenzione di associazione a Yaundè (29.7.1969). Nondimeno proseguirono le periodiche assemblee dell’O.C.A.M., dedicate prevalentemente al coordinamento economico: nella riunione svoltasi nel dicembre 1980 a Cotonou (Benin), per esempio, venne affrontato con un certo impegno il problema della ristrutturazione delle varie aziende dipendenti dairOrganizzazione [Air Afrique, Limone delle Banche, Fondi di garanzia e cooperazione, ecc.) e dei ritardi nel versamenti alle casse comuni. Del pari interessante è stato il vertice di Abidjan nel 1981.
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