Brano: O.S.A.
Sandinista nel Nicaragua, e riusciva a provocare seri fastidi alle attività dei regimi più brutalmente repressivi della regione. Nella Repubblica di Haiti si registrò un timido accenno di « apertura democratica », rientrato subito dopo la elezione di Ronald Reagan («l’uomo che ci voleva », secondo il dittatore haitiano Baby Doc). In Brasile si sviluppò (anche se vi concorsero altri fattori) la « liberalizzazione controllata ». In Colombia e in Ecuador si svolsero le elezioni e così via.
Con Reagan, il ruolo repressivo dell’O.S.A. ha riacquistato vigore. Non a caso, un giornale di Buenos[...]
[...]gimi più brutalmente repressivi della regione. Nella Repubblica di Haiti si registrò un timido accenno di « apertura democratica », rientrato subito dopo la elezione di Ronald Reagan («l’uomo che ci voleva », secondo il dittatore haitiano Baby Doc). In Brasile si sviluppò (anche se vi concorsero altri fattori) la « liberalizzazione controllata ». In Colombia e in Ecuador si svolsero le elezioni e così via.
Con Reagan, il ruolo repressivo dell’O.S.A. ha riacquistato vigore. Non a caso, un giornale di Buenos Aires commentava la vittoria di Reagan con il titolo « Era ora. Non sentiremo più parlare dei diritti umani ». In particolare, sono state prospettate contro Nicaragua e Cuba misure punitive che potrebbero arrivare fino all’invasione diretta dei due paesi, con il coinvolgimento dell’intera Organizzazione.
Nel dicembre 1981, alla Conferenza di Santa Lucia, il segretario di Stato Alexander Haig ha chiesto esplicitamente la formazione di una forza interamericana, sotto l’egida formale dell’O.S.A., per « pacificare » El Salvador. Nel gen[...]
[...]l titolo « Era ora. Non sentiremo più parlare dei diritti umani ». In particolare, sono state prospettate contro Nicaragua e Cuba misure punitive che potrebbero arrivare fino all’invasione diretta dei due paesi, con il coinvolgimento dell’intera Organizzazione.
Nel dicembre 1981, alla Conferenza di Santa Lucia, il segretario di Stato Alexander Haig ha chiesto esplicitamente la formazione di una forza interamericana, sotto l’egida formale dell’O.S.A., per « pacificare » El Salvador. Nel gennaio 1982, i governi di Costa Rica, El Salvador e Honduras hanno creato la Comunità Democratica Centroamericana (C.D.C.A.) che, facendo riferimento al T.I.A.R., prevede il ricorso al meccanismo della « difesa congiunta » (contemplata da questo organismo) contro El Salvador e Nicaragua: è ovvio che la nuova « Comunità » è considerata organizzazione interna alTO.S.A.. Ancora, i piani di intervento diretto nel Nicaragua elaborati dalla C.I.A. e resi noti dal Washington Post nel febbraio 1982, prevedono di nuovo la partecipazione decisiva dell'O.S.A..
A.Riv.
Osacca
Località della frazione di Gravago del comune di Bardi (Parma), durante la Guerra di Liberazione Osacca fu teatro di un importante scontro fra partigiani e militi fascisti, considerato come la prima battaglia della Resistenza nel Parmense.
Posta nelTestremo lembo della vai Noveglia (trasversale dell’alta vai Ceno), presso lo spartiacque con la valle del Taro, nel settembre
1943 Osacca era abitata da una ven
tina di famiglie e qui si costituì uno dei primi gruppi partigiani della provincia, con l’aiuto della popolazione locale.
Principali protagonisti dello scontro (una battaglia quasi incredibile, in rapporto all’epoca così iniziale della Resistenza e alle circostanze, ma suscitatrice di stimolo politico e di lotta sulla intera popolazione parmense) furono: Giovanni Favagrossa e Sergio Vida di Casalmaggiore (Cremona) ; Afceste Bertoli, inviato con incarichi organizzativi da Parma; alcuni montanari della zona, già appartenenti a nuclei partigiani o spontaneamente a[...]
[...]rso una insegnante antifascista, Regina Ramponi (che il 26 dicembre verrà arrestata e carcerata in San Francesco a Parma), con la quale aveva preso contatti per incarico del « triangolo militare » antifascista di Parma (v.), Luigi Porcari (Marini) trovò il mezzo di collegarsi con la famiglia di Secondo Mattioli di Parma. Dalla città egli fu inizialmente inviato nel Cornigliese, poi nel Bardigiano (a Piana di Gazzo), indi a Roncazzuolo e infine a Osacca. Qui Porcari si inserì nella rete organizzata di cui era nodo Fermo Ognibene il quale, dal
la base di Vischeto, garantiva il collegamento con il C.L.N. parmense e con quello di Piacenza attraverso Giovanni Moli nari e Arnaldo Tanzi, nonché con quello di Bardi attraverso Giovanni Sidoli ed Ermenegildo Sbuttoni. Giuseppe Fulgoni, da parte sua, fungeva da collegamento con la popolazione della vai Noveglia, dove si trovavano Alceste Bertoli e i militari sbandati, attivamente sostenuti dalla popolazione per quanto riguardava il vettovagliamento e le altre necessità.
La battaglia
La vig[...]
[...]i Natale i partigiani, solidarmente ospitati dalle famiglie del luogo, suggellarono il consolidamento numerico, organizzativo e politico della loro formazione, la prima della provincia.
Alle 7 del mattino del 25.12.1943 tre autobus con a bordo circa 150 fascisti della 80a Legione di Parma (guidati da una spia che si era precedentemente infiltrata nel distaccamento e ne era da poco fuggita) piombarono a Noveglia, a un’ora e mezzo di cammino da Osacca. Circondato il paese, i militi catturarono Giuseppe Fulgoni ivi residente (ma poche ore dopo il Fulgoni, nella confusione del ritorno della colonna dei militi battuti, riuscirà a fuggire; verrà nuovamente arrestato nel febbraio 1944 e deportato a Mauthausen, da dove tornerà in Italia dopo la liberazione) .
Compiuto il raid a Noveglia e lasciato in loco un presidio di venti uomini, la colonna fascista proseguì lungo la mulattiera per Osacca. Raggiunta la località Roncazzuolo, dove esisteva una base di transito dei partigiani, i fascisti vi sorpresero altri patrioti, tra cui il giovane Roberto Rossi di Casalmaggiore. Quindi proseguirono la marcia e, alle nove e mezza, si attestarono alle « Case Vecchie » di Osacca, all’inizio del villaggio. Oltreché numerosi, essi erano poderosamente armati, ma la loro azione di sorpresa fallì perché una donna, attraverso scorciatoie, corse a dare l’allarme ai partigiani accampati nelle case « Costa » e « Pesche », poste più a monte.
A questo punto il distaccamento partigiano, comandato dal casala* sco Giovanni Favagrossa, distribuì le proprie forze fra le case « Costa », « Pesche » e sulla destra della montagna. Nello stesso tempo alcuni abitanti di Osacca, fattisi consegnare le armi, accorsero a dar man forte ai partigiani.
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