Brano: [...] che durante il ventennio si è voluto attribuire all’O.N.M.l., presentata ed esaltata come un'ispirata scoperta del regime, elargita per « bontà del duce » alle madri italiane.
Quanto all’estero, molto in anticipo sull’Italia erano altri paesi: la Francia, con la legge fìoussel del 1874; la Danimarca, con la legge 1.3.1895; l'Inghilterra, col Children Aot del 1908; la Svezia, con la legge del 6.6.1902. Ma fu soprattutto il Belgio che ispirò l’O.N.M.I. italiana. Nel 1919 trovarono colà regolamentazione numerosi esperimenti e iniziative statali che avevano dato ottimi risultati prima della guerra. Furono così fissate definitivamente norme che riguardavano sale di allattamento, di refezione per gestanti e nutrici, nidi infantili, refezioni scolastiche, colonie marine e montane, ecc.. Dunque era semplicemente un dovere, per l'Italia, mettersi al passo con altri, più avanzati paesi e dare finalmente unità alle varie e benemerite iniziative precedenti che si sono ricordate. Anche perché, bisogna riconoscerlo, si trattava di iniziative settoriali[...]
[...]a per la prima volta una infima parte della spesa pubblica (pari all’1%) soltanto nel 1920 e tale percentuale rimase poi immutata fino al 1938. Non si andava più in là dei brefotrofi e questi erano in parecchi ca
si così vergognosamente condotti (a causa fors’anche della mancanza del supporto economico pubblico), da meritarsi definizioni quali: « la ripetizione della strage degli innocenti », « un continuo infanticidio », ecc..
Azione deIJ'O.N.M.I.
L’iniziativa fascista, tardiva rispetto a quelle di numerosi altri paesi e innestatasi su altre promosse già in precedenza in Italia, che dall’O.N.M.I. verranno assorbite o controllate, rientrava peraltro nei disegni di un regime che, nelle condizioni di miseria allora imperanti, non poteva pretendere dalle donne, soprattutto dalle meno abbienti, una procreazione intensiva senza un collaterale aiuto che andasse più a fondo dei superficiali e provvisoriamente allettanti « premi di natalità ».
Non sarebbe tuttavia esatto affermare che l’O.N.M.I. fu « un completo fallimento »; I suoi difetti erano basilari e non poterono essere corretti nemmeno nell'ultimo dopoguerra: l’eccessivo accentramento; la farragginosa regolamentazione (il decreto del 1929 era costituito da ben 238 articoli!); l’affidamento del controllo e dell’ispezione in buona parte a un volontariato di « visitatrici fasciste», non sempre competente come avrebbe dovuto essere. Non vi è dubbio che rO.N.M.I. non raggiunse tutto quanto si proponeva e, quel che fu realizzato, non lo fu mai sollecitamente. Però questo ente rappresentò il primo e più vasto tentativo di coordinamento fatto in Italia nel campo di un'assistenza che precedentemente si basava su iniziative concettualmente privatistiche.
Anche l’estensione dei consultori ostetrici e pediatrici dell'O.N.M.l. in zone precedentemente prive di ogni assistenza pubblica (o quasi) fu, in certi casi, un evidente progresso, in tempi nei quali l’assicurazione per tutti contro le malattie e la loro prevenzione non era nemmeno ipotizzata. Se davver[...]
[...]: sette milioni e mezzo di assistiti, tredici milioni e mezzo di assistenze, novemila istituti creati, somme spese: un miliardo. Ma analiticamente la situazione era assai diversa. Se può passare che nel 1926, primo anno di funzionamento dell’O.N.M.l., le gestanti assistite fossero soltanto 1.929, pari allo 0,01% di quelle di tutta Italia, nel 1934 questa percentuale era ancora molto bassa (11,8%) e corrispondeva a 168.021 gestanti assistite dall’O.N.M.I. contro 1.113.636 gestanti presenti nell'intero Paese. Nuovi concetti erano alla base dell’O.N.M.I.: l'assistenza considerata un aspetto della situazione sociale; il diritto di chi la chiedeva, riconosciuto come indiscutibile dalla società che doveva aiutarlo; l’assistenza privata controllata, coordinata, integrata dall’intervento pubblico. Questi moderni concetti erano però ostacolati dai difetti insiti nella costituzione stessa dell’O.N.M.l., alla quale nocque l’incapacità del fascismo di tradurre in atto il suo ambizioso progetto.
Il Commissario straordinario che dovette essere nominato nel 1931, denunciava onestamente, fra gli ostacoli che ritardavano la realizzazione delle finalità [...]