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Il segmento testuale Non voglio è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 360Analitici , di cui in selezione 13 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Graziadei (relatore), Discorso Graziadei in Resoconto stenografico del 17. congresso nazionale del Partito socialista italiano : Livorno, 15-20 gennaio 1921 : con l'aggiunta di documenti sulla fondazione del Partito comunista d'Italia

Brano: [...]l problema agrario, ben si comprende che ogni paese ha la sua particolarità agraria, e che, per esempio, nel
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paese in cui predomina la piccola proprietà, si dovrà fare un programma in cui si dia piú importanza a questo aspetto agrario, che non in un paese in cui prevalga la grande proprietà.
Ma, un conto é questa autonomia, ed un conto é l'altra autonomia a cui si appellano i nostri compagni, perché essi, in realtà, in nome dell'autonomia, non vogliono applicare, e vogliono rimandare a tempo indeterminato l'applicazione di quello che é principio essenziale e fondamentale della Terza Internazionale, di quello che é l'essenza stessa
del programma che la Terza Internazionale ha messo a base della com
posizione dei Partiti, che possono appartenere ad essa.
Questa problema é considerato dalla Terza Internazionale come un problema essenzialmente internazionale, e tale da dover avere una soluzione unica ed a tempo determinato. Non è considerato, quindi, sotto la specie dell'autonomia, e coloro che adoperano l'autonomia ad un fine diverso da q[...]

[...]go la democrazia borghese, perché voglio quella del proletariato, cosí nel campo internazionale nego la democrazia delle nazioni e dico che alcune nazioni sono sfruttate, le colonie piú di altri paesi, ed a queste tendo la mano, perché la lotta del socialismo è contro il capitalismo, cioè la lotta contro l'apparente e falsa democrazia borghese internazionale. (Bene !).
E su questo terreno nasce la tesi sulle questioni coloniali e nazionali, che non voglio discutere ora, ma che mi riserbo di discutere, se altri ne parlerà.
Ed infine, se questi sono i concetti della Terza Internazionale, concetti completamente marxistici, ecco perché è nello spirito stesso, nell'animo stesso, nella necessità stessa della Terza Internazionale, la lotta, non contro gli uomini — è un'assurda interpretazione del punto 7° —ma contra la concezione riformista socialdemocratica, socialpacifista.
Perché lo è? Ma, amici miei, io ho avuto occasione, non ho fatto che il mio dovere di studioso, sia verso i compagni russi che verso quelli della sinistra tedesca, di rompere [...]

[...]wieff e Martoff, e il duello grandioso tra loro due non riguarda tanto la questione, del resto importantissima, della Germania, ma riguarda principalmente i grandi problemi della dottrina e della pratica marxista.
Si dice poi che ci sono delle speciali concessioni per l'Inghilterra, e si dice che è una speciale concessione quella per cui Lenin e la Terza
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Internazionale hanno consigliato i comunisti inglesi ad entrare nel « Labour Party ».
Non voglio discutere la questione del « Labour Party », perché l'ora è tarda, ma non si tratta di concessioni nel senso inteso dall'Avanti! ma di una tesi internazionale che riguarda non già la composizione del Partito comunista inglese, ma l'ambiente nel quale deve anche recarsi a lavorare quel Partito comunista, una volta che si sia composto, anche là, come vogliono che sia composto da per tutto.
Dunque i problemi sono diversi...
BORDIGA: È una tesi del Congresso non una decisione dell'Esecutivo.
GRAZIADEI: È una tesi, non è una concessione relativa alla composizione dei Partiti comunisti aderenti [...]

[...] pub ottenere l'unità. Il dire che si consente la libertà di pensiero purché conciliata con la disciplina nell'azione significa coprire con una frase ingegnosa una realtà insopprimibile...».
Credo che Turati abbia avuto ragione.
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Io ho già accennato, parlando dei principi della Internazionale, all'abisso profondo che c'è tra le due diverse concezioni inconciliabili circa il modo come adoperare il dopo guerra per il trionfo del proletariato. Non voglio oltre indugiarmi in un compito per me troppo amaro, mi limito solo a dire che una delle cause, non l'unica, ma una delle cause della crisi, non di numero, non di apparente conquista, ma la crisi vera e profonda di impotenza rivoluzionaria del nostro Partito dopo Bologna, una delle cause è appunto la coesistenza di due scuole e di due concezioni, che si neutralizzano sempre l'una con l'altra.
Non è l'unica causa, ce ne sono tante altre, ci sono stati tanti che alla vigilia delle elezioni hanno adoperato a Bologna un vocabolario romanamente rivoluzionario (applausi da parte dei comunisti), e c[...]

[...] della democrazia borghese, o
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la conquista con la forza armata e il mantenimento al potere con la forza armata ! (Applusi vivissimi).
Voci: C'è pure D'Annunzio ! (Rumori vivissimi).
GRAZIADET: Non è la prima volta che il nostro Partito scherza con la tragica realtà della storia; finiamola con gli scherzi, che porteranno ad altre tragedie ! (Applausi).
Tutti dicono, vittime di illusioni o di amore per l'unità del Partito, tutti dicono che non vogliono la collaborazione; ma, amici, se non volete la collaborazione non dovete avere che l'altra via, e perché al lora combattete i mezzi di quella via? (Applausi). Perché creare la illusione che si possa andare al potere senza collaborazione e senza armi, che ci si possa andare pacificamente e senza instaurare la dittatura del proletariato?
Amici, voi baloccandovi con queste fatuità non farete mai né una cosa né l'altra !
I compagni di destra — in buona fede, ne sono sicuro, e per amore dell'unità del Partito, questo nobile ideale di un tempo — si castrano politicamente, perché non vogliono co[...]

[...]di quella via? (Applausi). Perché creare la illusione che si possa andare al potere senza collaborazione e senza armi, che ci si possa andare pacificamente e senza instaurare la dittatura del proletariato?
Amici, voi baloccandovi con queste fatuità non farete mai né una cosa né l'altra !
I compagni di destra — in buona fede, ne sono sicuro, e per amore dell'unità del Partito, questo nobile ideale di un tempo — si castrano politicamente, perché non vogliono collaborare, ma d'altra parte tutti i giorni impediscono la preparazione della conquista del potere politico con l'altro mezzo, e cosí non avrete né i vantaggi della collaborazione né quelli della rivoluzione, sarete impotenti !
Compagni, occorre scegliere, perché avere due cose in contrapposto, o, peggio ancora, fra le due una terza impossibile, è la piú triste e la piú pericolosa delle utopie.
Io dico ai compagni, poiché l'ora è grave e dolorosa, specialmente per noi che siamo dei vecchi nel Partito, dico: lasciamo ai giovani che sono in attesa di manifestare come vogliono il loro dirit[...]

[...]luzione.
I compagni comunisti unitari hanno elevato il culto all'unità del Partito, ma questa unità oggi, pur troppo, non è piú che un cadavere, ed i Partiti che si galvanizzano nel culto dei cadaveri corrono il pericola di essere per sempre ammorbati e resi impotenti.
Consideriamo la realtà vera. Poiché l'adesione alla Terza Internazionale richiede una determinata linea di condotta, e poiché una parte dei compagni, e seconda me hanno ragione, non vogliono staccarsi dalla Seconda Internazionale, è evidente che l'unità del Partito non c'è piú, e perché allora il vostro nobile sforzo, il vostro fervore di polemica, talvolta troppo aspra, per salvare ciò che non c'è piú?
I compagni comunisti unitari, mentre credono di salvare ciò che piú non esiste, non è vero che creano l'unità del Partito. Contribuiscono alla sua divisione, ma nel modo piú illogico, il piú irrazionale, il piú contrario alla verità (applausi da parte dei comunisti), poiché essi si separano dai piú vicini per andare coi piú lontani. (Applausi da parte dei comunisti). Essi abban[...]

[...]re un mese e mezzo prima le porte di ingresso?
Le porte siano aperte fino all'ultimo, la parola ultima sia pronunziata all'ultimo momento, e lasciamo ai piú vecchi la speranza che le perdite siano ridotte al minimo strettamente necessario. (Applausi).
E d'altronde, perché conservare quella prima parte, che si è prestata alla reazione sentimentale dei compagni unitari, quando, in sostanza, essa è diventata inutile, perché superata dagli eventi? Non voglio offendere alcuno, ma guai se entrassimo a discutere la buona fede di ciascheduno ! E dico che, sotto un certo punto di vista, quasi quasi preferisco alcuni compagni che rimangono fedeli a Filippo Turati ed a Reggio, che altri compagni che sono andati ad ingrossare, con soverchia rapidità, l'ala destra dei comunisti unitari. (Applausi da parte dei comunisti).
Non voglio lanciare sospetti, ma dico che i comunisti unitari sono forse troppo pochi come unitari ma sono troppi come comunisti !
E allora dico — almeno credo di poterlo dire, per quanto non abbia ancora avuto una intesa completa con i miei pochi amici — che, secondo noi, la vera formula di riorganizzazione del Partito, dovrebbe essere tale che dicesse, senza entrare nel passato, perché questo non è necessario assolutamente di fare, che, da ora innanzi, prima che il Congresso si chiuda, tutti coloro i quali non dichiareranno di accettare per libero consenso le tesi e le condizioni della Terza Internaz[...]



da Giovanni Pirelli, Questione di Prati in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 5 - 1 - numero 38

Brano: [...]. Era una frase che non avrebbe detto (parlava sempre seriamente) se non avesse avuto il sospetto di non poterlo più fare. César gli stava riempiendo il bicchiere,. Salomone decise di non sollevare questioni. Bastava lasciarlo pieno.
« Ma va », disse César.
Il ragazzo Attilio meditava, cupo, come vendicarsi di César che si era fatto beffe di lui, l'aveva trattato da bambino; peggio, da donna. Era gonfio di stizza ma totalmente vuoto d'idee.
« Non voglio sapere quanto hai preso del prato. Non mi interessa », disse Salomone.
« Bene. Allora non parliamone più ».
« Non mi interessa », ripeté Salomone. Meditava. Meditando portò il bicchiere alle labbra. Si ricordò che non voleva bere. Ripose il bicchiere sul tavolo. L'aveva appena posato che, meditando, tornò a portarlo alle labbra. Una buona grappa, distillata nella cantina di casa,. una grappa di pura vinaccia, brucia alle prime sorsate. Bevine un altro poco. Non brucia più. Bevine ancora. Più ne bevi, più ti sembra di bere acqua fresca. « Puoi aver preso molto, puoi aver preso poco; la cosa [...]

[...]che non ci fossero mai due prati identici ».
« Certo che non ci sono. Di proprio identici non ce ne sono mai. Forse che ci sono due bicchieri proprio identici? Forse che questi due bicchieri sono identici? Se guardi bene, uno ha sempre qualcosa
88 GIOVANNI PIRELLI
di diverso dall'altro. Però è un bel caso che ci siano due prati quasi
identici come due bicchieri ».
« E tu glielo daresti? », disse il ragazzo Attilio.
« Farei così. Gli direi: non voglio sapere quanto hai preso del tuo
prato. Non mi interessa. Tanto hai preso, tanto mi dai ».
« Oh », disse il ragazzo Attilio. « Gli daresti il prato senza sapere
se ha preso poco o molto? ».
« Certo. Ma non quel prato di cui parlavo. Un altro. Il prato di
cui parlavo non lo darei nemmeno per un milione ».
« Quale prato gli daresti? ».
« Un buon prato. Un tantino più piccolo, più in pendenza. Invece
di essere sotto il canale, è sopra. Sarebbe un prato più che bastante per
chi ha una mucca sola. Mucca », disse Salomone levando il bicchiere alla
mucca di César, « bevo alla tua salute ». [...]

[...]cchi strabici lucenti
di sbornia e d'allegria. « Quando mai un contadino vende un prato se è
in grado di comperare un'altra mucca? a.
QUESTIONE DI PRATI 89
VII
Il pugno di Cesar si abbatté sul tavolo, il tavolo sobbalzò, la bottiglia schizzò via, descrisse una breve traiettoria, discese, collo in gil, sull'assito. La grappa si sparse esalando un odore forte ed acre. César nemmeno volse uno sguardo a quel disastro. « Basta », tuonò. « Basta. Non voglio più saperne né di prati né di mucche. Sono un signore, io. Ho danaro, tanto che non ve lo sognate nemmeno. E me lo tengo ». Era malamente sbronzo. Di solito beveva fino al momento in cui si alzava per chiudere la porta dietro Attilio, spegnere il lume, coricarsi e fare all'amore. L'essere rimasto seduto senza bere lo aveva sbilanciato. « E adesso », disse cupo, « andatevene fuori dai piedi ».
Il ragazzo Attilio ebbe paura. Salomone era straordinariamente divertito. Bevve il fondo di grappa che ancora gli restava, allontanò da sé il bicchiere spingendolo con il dorso della mano lungo il piano[...]

[...]a nuovo vigore e cattiveria. « Tu, Salomone, monta sulla mucca. Tu, Attilio... aspetta, aspettate un momento. Salomone, prendi questa ». Passe, a Salomone la catena della mucca, spari nel vano dell'uscio di casa, ne riemerse dopo pochi istanti reggendo due padelle, di quelle con il manico lungo di legno che s'usano per arrostire le castagne sulla fiamma. « Ecco. Tu Attilio, sei la banda ». Gli mise le padelle, una per mano e disse: « Prova ».
« Non voglio », disse il ragazzo Attilio. « Non mi va ».
« Prova, fagiano ».
Controvoglia, debolmente, Attilio batté le padelle l'una contro l'altra. « Piú forte ».
« Non mi va ».
« Piú forte, ho detto ».
« È inutile, non mi va », disse cocciutamente Attilio.
« Cosi, fagiano! ». César gli si mise alle spalle, gli prese i polsi, gli allargò le braccia, gliele riunì con violenza. Ma Attilio aveva mollato la presa, le padelle finirono a terra e solo le sue mani sbatterono l'una contro l'altra.
« Ahi », fece Attilio, portandosi le mani doloranti alla bocca. Quasi piangeva.
« E allora vattene », disse [...]

[...] 109
tanto crudele da non ridarle il tuo prato. Glielo darà in ogni caso. Voglio dire: anche se l'affare che aveva fatto era buono ».
« Mia moglie dovrebbe rompergli il muso », disse César stringendo il pugno sanguinolente. Allentò la stretta, scosse la testa. «Non è bene, no, non è bene che una donna rompa il muso a un uomo. Fammi bere ». Bevve e disse: « Non è bene, no. Meglio dare il danaro a te».
« Il denaro a me ? », disse Salomone. « Io non voglio danaro ».
« Ahi », si lamentò César. « Muoio, Salomone, muoio. Svelto, fammi bere ».
« Perché il danaro a me? », disse Salomone.
« Bevi, Salomone, bevi. Tu fingi di bere. Tu non bevi. Oh, bravo. Quel prato, sai?, che mi volevi dare, sai? Ci ho ripensato ».
«Quale prato? ».
« Quello sotto il canale, accanto al mio. L'altro no, non è un buon prato. Per quello accanto al mio ti dò quattrocentomila. Te li dò in contanti, subito ».
« Impossibile », disse Salomone. « Per quella cifra posso darti il prato sopra il canale. Proprio perché sei tu che me lo chiedi ».
« Ah », si lamentò César. « A[...]



da (9 Domande sul romanzo) Pier Paolo Pasolini in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 5 - 1 - numero 38

Brano: [...]uello del personaggio, lingua e dialetto ecc.).
Sicché risponderei, in conclusione: bisogna, certo, lasciar parlare, fisicamente, immediatamente, le cose: ma per «lasciar parlare le cose », occorre « essere scrittori, e anche perfino vistosamente scrittori » .
7) Ci sono degli stupidi, superficiali e confusionari, che hanno delle idee chiare su questo problema. Tuttavia anche uno stupido potrebbe almeno capire che la lingua non è che un mezzo. Non voglio dire — con chi crede, novecentescamente, all'ineffabilità, alla tautologia del linguaggio — che tutto si può esprimere in tutti i modi: che in una poesiola di Di Giacomo c'é più carica espres siva che in cento utenti di lingua cattolica apostolica romana o
nazionalpopolare. Non voglio dire questo. Comunque al buon senso, una volta tanto, mi vorrei attaccare: se il personaggio e l'ambiente scelti sono popolari, il romanziere usi o totalmente o parzialmente il dialetto, se il personaggio e l'ambiente scelti sono borghesi, il romanziere usi la koinè: vedrà che non sbaglia. La lingua è, si, il linguaggio della cultura, ma nel suo momento ideologico, scientifico e filosofico: non nel suo momento rappresentativo o stilistico. Con questo non impongo una scelta: è chiaro: chi prima avrà meglio pensato in lingua, meglio si esprimerà oltre che in lingua, anche in dialetto.
8) Trovo[...]



da Liliana Magrini, Il silenzio in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1958 - 7 - 1 - numero 33

Brano: [...] più pacata. Ma il padre non credeva a quello che diceva, si disse Marco. Lui sapeva perché suo padre parlava. Voleva soltanto che Costanza non piangesse.
Singhiozzando piano, Costanza scuoteva la testa. Anche Teresa e Filippo avevano ripreso a parlare.
Quando Costanza aveva cominciata a piangere, Giacomo s'era na
IL SILENZIO 173
scosto il viso tra le mani. Non s'era più mosso. Ma un grido improvviso di Costanza gli fece alzare gli occhi.
« Non voglio. Non voglio. Basta. Ho avuto la mia parte. Dio sa se l'ho avuta ».
Il viso della donna esprimeva una rivolta veemente. Che fosse bella, Marco l'aveva sempre saputo, ma solo perché l'aveva udito dagli altri. Adesso era diverso. « Com'è bella »! si disse. Si sentiva sollevato, rassicurato dalla violenza di lei. Dunque c'era ancora modo di negare, di difendersi...
« Basta. Basta », ripeté ancora Costanza. Il suo viso s'indurì in una contrazione cattiva. « Per forza, il ragazzo non pensa che a scappare. Non può resistere, in casa. Nessuno ci resiste ». Si voltò verso Giacomo. « Soltanto tua madre », disse,[...]



da Saverio Montalto, Memoriale dal carcere in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 7 - 1 - numero 3

Brano: [...] E non perché non ha avuto matrimoni a bizzeffe, perché tutto il mondo conosce la sua straordinaria bellezza, la sua grande onestà ed ingenuità, la sua intelligenza che ciò che vede cogli occhi fa con le mani, senza parlare poi di quello che sarebbe capace di fare lei in una casa che son sicura che dal niente la farebbe salire alle stelle. Anche ora abbiamo un matrimonio per le mani, un certo Mico Spezzano di R... che sta diventando pazzo, ma io non voglio perché so che suo padre è un uomo di quelli... mi capite? Ma ci ha colpa mio marito! Ma lui me l’ha pagata! Sapete che io non lo voglio più vedere e che siamo divisi? È da tanto tempo che dormiamo ognuno per conto nostro. Ed è stato anche per causa sua che i miei fratelli, quello che sta qui a N... e quello dell’America mi hanno abbandonata e non vogliono più saperne di me. Ma a me interessa poco anche di loro. Mi accontento che le mie figlie ed i miei figli facciano i servi, ma da loro non vado. Però io spero che il Signore m’aiuterà e che quanto prima sposo le mie figlie, giacché per i maschi non ci penso affatto, e così poi voglio divertirmi e scialarmi, perché io ancora sono giovane e bella ed è proprio ora che incomincio a gustare e a capire che significa divertimento, perché fino ad ora, si può dire, che sono stata una ragazzina ingenua! Io e voi non sembriamo di eguale età, non è vero? », Io sorridevo e non potevo fare a meno a non ac[...]

[...]! ».

«E dimmi ancora che non mi abbandoni?».

«Ma via! Che sono queste cose Anna? Perché ti dovrei abbandonare? Tu mi conosci! ».

« Sì, sì, ti conosco! E perciò me ne vado un po’ tranquilla » e ripetendo ciò, per ben tre volte si attaccò di nuovo al mio collo baciandomi da forsennata. Poi uscì. Sulla via solitaria, giacché limitavo con la campagna, sostò un po’ per calmarsi ed asciugarsi le lagrime. Quando se l’ebbe asciugate, mi disse: «Non voglio farmi vedere che ho pianto, altrimenti chi sa che diranno! » e si mosse per andarsene.

10 rimasi sulla via per guardarla. Lei prima di scomparire nella discesa si girò, ma senza avere ormai la forza di dirmi più nulla. Poi reprimendo ancora le lagrime, scomparve. Quella faccia sconfortata e di dolore ancora mi attraversa l’anima da parte a parte e la porterò con me fino alla tomba.

Rimasto solo mi diedi allo studio. Veniva spesso da me il mio carissimo amico Giuseppe Larussa il quale si era dedicato agli studi letterari e mi consigliò molti libri utili che mi servirono in seguito di mol[...]

[...]tto nel negozio, ma oggi anche nel negozio in presenza di gente.

Io non per le botte, perché ormai sono abituata alla sofferenza, ma per la gente e perché penso che certe cose non le merito dal marito».

« Ma perché tutto questo? ».

«Per niente! Per un nonnulla! A volte è una bestia, non ragiona affatto! Ma non è lui, è la madre! Forse lui non sarebbe così cattivo! ».152

SAVERIO MONTALTO

A questo punto uscì nel negozio e ritornò. «Non voglio che arrivi qualcuno e che sospettino che ti racconto qualcosa, perché altrimenti mi ammazza del tutto. Iva non parla! È Tunica, ma gli altri uno peggio delTaltro. C’è la madre poi che non c’è l’eguale sotto il sole, ed è proprio lei che aizza il figlio ».

«Ma che vogliono insomma? ».

«Lo sai tu che vogliono? Vogliono che vedono che io so adattarmi a tutto; ecco mi son ridotta qui in questo buco e se mi mandano da mangiare mi mandano e se nò con un uovo sto una giornata quantunque debbo allattare la bambina; vedono che io so fare tutto meglio di loro, vedono che io so vendere anche megli[...]

[...]e da lei per non vederla soffrire e mi trovavo al colmo dell’esasperazione. Eravamo arrivati già fin verso la fine di febbraio del 1936. In una notte di maggiore esaltazione e disperazione trovai la via d’uscita o per lo meno mi sembrò di trovarla. Difatti la mattina mandai a chiamare d’urgenza mia sorella. Non appena entrò, senza neanche lasciarla respirare le dissi: «Ho deciso di sposare Iva! Dirai a tuo marito che faccia tutto lui, giacché io non voglio avere seccature, e che fra quindici giorni saremo marito e moglie. Dirai ancora che non intendo invitare nessuno e che sposerò di sera tardi. Gli dirai pure che non voglio né mobili né vestiti per lei, né altro perché è sufficiente quello che ha; si porti soltanto un materasso perché il lettino c’è già anche per lei ».

Mia sorella mi guardava incantata. Poi mi disse:

« Ma vedi che se si tratta di un capriccio momentaneo, ti pentirai. Peggio ancora se non le vuoi bene! ».

«Le voglio, le voglio; non te ne preoccupare! Il matrimonio non è un istituto d’amore, anzi, i grandi uomini, affermano che è la tomba dell’amore. Il matrimonio è un istituto etico e cioè, in altre parole, marito e moglie si debbono volere bene, aiutare e rispettare principalmente come[...]

[...] degna di entrare in questa reggia, che io non ho visto mai mura pittate ad olio, che io non ho visto mai poltrona ed armadio, che io ero abituata a stare in mezzo ai porci ed in mezzo alle puttane e tutto il resto che sanno dire loro. C’è anche che la grande finge di essermi amica, ma lo fa solamente per dispetto di sua madre e di tua moglie e forse per fare capire a te che se tu avessi sposata lei, tutto questo non si sarebbe verificato. Ma io non voglio niente da nessuno più e solo me ne voglio andare! Ora che il negozio l’ho portato a questo stato e che può andare anche senza di me, non vogliono che ci vada più compreso il mio marito. Hanno invidia perché la gente quando viene cerca sempre di me e vuole comprare con me. L’altra volta la madre si mise a ballare ed a fare le mosse che fanno quelle che tu sai, senza spiegare, dicendo: «Vuole fare la bambolina di negozio! Vuole fare la donna bella! Vuole fare la donna elegante! Vuole fare la donna aristocratica ed ammanierata! Ah bagasciona vecchia! Mettetevi a fare il bucato ed a lavare piatti. Ti riesce, che hai trovato a noi, per farti il servo?! ». Son cose, ti assicuro, che tagliano il core dei santi! Ma io voglio fare tutto. Ma c[...]



da Pietro Citati, Ideologia e verità in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1960 - 1 - 1 - numero 42

Brano: [...]i lasciavano riaffiorare ed irrompere sulla scena del mondo, verso quali mete, verso quale avvenire si sarebbe diretta? Non capivo. Sembravano anni perduti, incolori; ed invece, in quegli anni che non amavamo e non riuscivamo ad intendere, in quei tempi indistinti e senza profilo, anche in Italia tramontava, per usare un'espressione comune, la civiltà borghese e si affermava quella di massa. L'Ottocento diventava, definitivamente, il Novecento.
Non voglio far concorrenza anzitempo ai manualisti futuri, stabilendo quando questo trapasso sarebbe avvenuto. Da un secolo a questa parte, gli ideologi, gli scrittori, gli uomini di cultura lo andavano immaginando, anche se di solito nella direzione sbagliata. La società intellettuale inglese ed americana inaugurò la nuova epoca con vent'anni di anticipo su di noi. E, in Italia, quelle che chiamiamo, con una mescolanza ormai convenzionale di nostalgia e di ironia, le generose illusioni del 1945, parevano annunciare, é vero, i tempi nuovi; ma non facevano invece che prolungare quelli antichi, esaltandon[...]



da [Le relazioni] P. Togliatti, Gramsci e il leninismo in Studi gramsciani

Brano: [...]uppo storico, non è ancora cercato nella materialità del processo complessivo della storia. Ancora viene alla luce la tendenza a cercarlo soltanto nella sfera dei puri rapporti ideali, di pensiero. In pari tempo, però, a questa influenza dell’idealismo sul pensiero di Gramsci giovane si accompagna in lui uno sforzo continuo e insistente verso una indagine concreta dei rapporti economici e di classe, come trama costitutiva di tutta la società.

Non voglio ripetere cose che ho dette altre volte, rievocando le ricerche che negli anni universitari egli faceva e spingeva me stesso a fare, per esempio sulla struttura dei rapporti commerciali della Sardegna, isola, con il continente italiano, con la Francia, con altri paesi, e del rapporto che si poteva stabilire tra la modificazione di questi rapporti e fatti di ordine apparentemente assai lontano, come lo sviluppo della delinquenza, per esempio, la frequenza degli episodi di brigantaggio, la diffusione della miseria e cosi via.

Già in questo momento non vi è dubbio che questi due elementi: la e[...]

[...] davanti a lui, ha fatto tutto ciò che stava in lui per modificarla con un’azione consapevole. La creazione del partito della classe operaia è, quindi, non azione secondaria o parallela, ma il culmine di tutta la sua attività intellettuale e di tutta la sua azione.

In una delle sue lettere, egli parla con amarezza, ma con fierezza, della propria esistenza. « Io non parlo mai — dice — dell’aspetto negativo della mia vita, prima di tutto perché non voglio essere compianto; ero un combattente che non ha avuto fortuna nella lotta immediata, e i combattenti non possono e non devono essere compianti, quando essi hanno lottato non perché costretti, ma perché cosi hanno essi stessi voluto consapevolmente ».

Ebbene, Gramsci noi non lo compiangiamo, noi ci sforziamo di continuare l’opera sua.



da [Gli interventi] Gastone Manacorda in Studi gramsciani

Brano: [...] approfondita da parte dello Chabod, il quale precisò, in un saggio su Croce storico, che le tesi di Gramsci sulla mancata rivoluzione agraria nel Risorgimento e la critica che Gramsci fa ai democratici del Risorgimento di non avere or
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Gli interventi

ga.nizza.to la rivoluzione agraria, sono le proiezione nel Risorgimento di un problema che in realtà era il problema di Gramsci, era un problema del 1920 e non del 1848 o del 1860.

Non voglio discutere sulla questione di ordine teoretico, cioè sul rapporto fra coscienza politica e coscienza storica, fra giudizio politico e giudizio storico, ma prima di tutto sarà invece da vedere se questa affermazione regge, cioè se veramente il problema della rivoluzione contadina non fosse già presente, non dico soltanto nelle cose, ma nella coscienza stessa degli uomini del Risorgimento.

In realtà, basta leggere la letteratura politica del Risorgimento, e soprattutto quella immediatamente posteriore alla unificazione, per trovarvi larghissimamente sviluppata la critica al Risorgimento cosi [...]



da [Gli interventi] Alberto Caracciolo in Studi gramsciani

Brano: [...] i'1 pensiero di Lenin e quello di Gramsci, ho creduto però anche che fosse opportuno preliminarmente ribadire che queste differenze si svolgono pur sempre meH’ambito di una .generale concordanza, di una generale partecipazione alla esperienza, airinsegnamento, alle linee maestre che da Lenin venivano in quel momento portate, e che cosi si deve rileggere, reinterpretare Gramsci quando si voglia farne un raffronto con il leninismo e con Lenin.

Non voglio insistere di più su questa questione; c’è solamente da osservare, forse con una certa amarezza, come sia difficile per tutti noi ritornare a personaggi molto vivi, come Gramsci, nella polemica politica attuale, senza darne involontariamente una immagine adattata a sviluppi diversi che sono venuti poi. E come quindi sia ancora lungo il cammino per ricostruire la figura ed il pensiero di Antonio Gramsci* secondo uno sforzo non per trovarvi una conferma a quanto si fa oggi, ma per dare il più possibile, con autentico approfondimento di critica storica, l’unica ricostruzione che può anche oggi es[...]



da Giorgio Valgimigli, Concetto Marchesi, amico di casa Valgimigli in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - marzo - 31 - numero 2

Brano: [...]e o anche solo mostrare.
Estate 1939: conosciamo le preoccupazioni di tutti ed è facile immaginare quelle piú vive della Erse per me. E Marchesi la tranquillizza. Ma in quell'estate c'era anche — nonostante tutto — allegria nella nostra casa di Castelrotto. Camagna era venuto con Enrico Fulchignoni e gli scherzi organizzati dal piú giovane Enrico ai danni di Camagna erano spassosi.
Qui a Messina, come è noto, Marchesi si laureò anche in legge. Non voglio ricordare episodi già noti, ma riferire la testimonianza di Antonio Cazzaniga, che negli ultimi anni della sua vita trascorreva l'estate con noi a Vilminore. Nelle sue lente passeggiate con il babbo, quelle passeggiate dei vecchi che si interrompono ogni tre passi, Cazzaniga ricordava tutto di Messina. E sembrava fosse stato (e forse era veramente stato) l'anno piú bello della loro vita. « ... il Barbi, ti ricordi il Barbi?... e Marchesi? quella volta che lo accompagnaste tutti a fare l'esame di medicina legale e parlammo di Tacito e di Seneca e fini che gli diedi la lode... ».
Luigi Russo i[...]


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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Non voglio, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---Storia <---siano <---Perché <---Diritto <---Però <---comunista <---socialismo <---socialista <---Basta <---Così <---Dico <---Ecco <---Già <---Pratica <---Quale <---italiana <---italiano <---Agraria <---Cosa <---Del resto <---Filosofia <---Francia <---Mi pare <---Più <---Stato <---Voglio <---autista <---capitalismo <---comunisti <---ideologico <---ideologie <---italiane <---marxista <---Bologna <---Ciò <---Come <---Fisica <---Gramsci <---La notte <---Lascio <---Lenin <---Meccanica <---Medicina <---Noi <---Partito <---Povera <---Russia <---abbiano <---fascista <---italiani <---leninismo <---leninista <---marxismo <---riformismo <---Andiamo <---Antonio Labriola <---Bisogna <---Buoni <---Capo <---Carlo Marx <---Cercò <---Certo <---Congresso di Bologna <---Credetemi <---Davanti <---Dei <---Dialettica <---Dio <---Fai <---Farmacia <---Freud <---Fuori <---Gli <---Hai <---Il lavoro <---La casa <---La sera <---Labriola <---Lasciò <---Marx <---Meglio <---Muoio <--- <---Partito Comunista <---Passò <---Pochi <---Portò <---Praga <---Psicologia <---Renato Guttuso <---Salvemini <---Scese <---Scienze <---Sei <---Storiografia <---Sulla <---Togliatti <---Torino <---Trotzki <---Trovo <---Tua <---abbracciano <---antagonista <---apprendista <---artigiani <---centristi <---comunismo <---cristianesimo <---d'Aosta <---dell'Associazione <---dell'Europa <---dell'Italia <---dell'Università <---eroismo <---fascismo <---fascisti <---giacobinismo <---gramsciano <---grossista <---ideologia <---ideologica <---illuminismo <---lasciano <---materialismo <---metodologia <---opportunismo <---psicologia <---razionalismo <---riformista <---riformisti <---sappiano <---siciliano <---sindacalisti <---telegrafista <---A Filippo Bertolli <---Abbandonò <---Abbatterla <---Abbiate <---Abbraccio <---Accendi <---Acone <---Acquistò <---Acustica <---Ad Avellino <---Addio Ellade <---Aderire <---Adesso <---Afgha <---Afghanistan <---Aghiios Ioannis <---Ah <---Ahi <---Aix <---Alain Robbe <---Alatri <---Albergo Wachinton <---Alberto Carocci Iscrizione <---Alfredo Oriani <---Allaert <---Allentò <---Allontanatosi <---Allontanò <---Altro <---Alzò <---Ambedue <---Amburgo <---Amedeo Fontana di Brescia <---Amerigo Terenzi <---Amministrazioni <---Amsterdam <---Anche <---Angela Chiaravalle <---Angelo Chiarenza <---Angelo Muscetta <---Angelo Saba <---Angelo Spurio <---Angelo Venezia <---Angiolillo <---Angot <---Anguria <---Antifascisten <---Antoinette Delmazière di Cour <---Antonio Cazzaniga <---Antonio Gramsci <---Antonio Spaccamon <---Antonio Spataro <---Antonio Stura <---Antropometria <---Aosta <---Appels Forlag <---Approfittatene <---Appunti <---Arciprete <---Armando Romeo <---Armoni <---Arrivò <---Arti <---Arturo Calabrese <---Arturo Jacques <---Arturo Petracca <---Asciugati <---Aspettate <---Associazioni <---Atripalda <---Attaccati <---Atti <---Atti Istituto Veneto di Scienze Lettere <---Attilio Agostini <---Attilio Glarey <---Audino <---Audino Pasquale <---Auguri vivissimi <---Autonomo <---Avanzò <---Avaro <---Avellino-Napoli-Saviano <---Avrei <---Avvicinatasi <---Babbo <---Baglietto <---Balaec <---Baldesi <---Ballo Escelsior <---Ballo Excielsior <---Balzac <---Bambin Gesù <---Bambino Gesù <---Barbaria Tedesca <---Battista Sassone <---Bautzen <---Beethoven <---Beka <---Bel <---Belfront <---Belfront Augusto <---Beneventana <---Ber Gramsci <---Berlin-Potsdam <---Berlina <---Berlingske Forlag <---Berlino-Ploetzensee <---Biasini <---Biella <---Bisogna riuscire a non farsi fregare <---Boario Terme <---Bocchino di Montefusco <---Boja <---Bojownikow di Varsavia <---Bon <---Bonne Mère <---Bordeaux <---Borgne <---Botuscev <---Bouillet <---Boulevard St <---Brandemburgo <---Briefe <---Brigata Garibaldi <---Brigata Speciale <---Bruno Zito <---Brunod <---Bubi <---Bucalossi <---Budapest <---Bufalini <---Buffoni <---Bukarin <---Buonasera <---CNR <---Cachin <---Cachin-Frossard <---Caiazzo <---Calisto Saettone <---Calmati <---Camagna <---Camagneddu <---Cambia <---Camillo Prampolini <---Camminò <---Canonico Recine <---Cantò <---Capirai <---Capitale <---Capitano <---Capito <---Capo Stazione <---Capodanno <---Caporetto <---Caposelle <---Capotreno <---Capotreno Carlo Recine <---Capotreno Recine <---Capotreno Recine di Montefusco <---Cappadonna di Partici <---Capì <---Cara Hedvika <---Caratteri di La Bruyère <---Carcere <---Carissimi <---Cariuccio <---Caro Angiolino <---Caro Camagna <---Caro Corghi <---Caro Karlik <---Caro Rumjanco <---Cartocci <---Cará <---Casamicciola <---Caserta <---Castagna <---Castelrotto <---Cattaneo <---Catuzzella <---Cebète <---Cechov <---Cecoslovacchia <---Celere <---Centrale del Partito Comunista <---Cerano <---Cercasi <---Certificat <---Certo Vladimir Nabokov <---Cesare Brandi <---Cesare Spellanzon <---Chaimin <---Charleroi <---Charles Appelman <---Charlus <---Che César Borgne <---Che Gramsci <---Che Michele <---Chenoz <---Chiacchiera <---Chiamatela <---Chianti <---Chiesa <---Chiesi <---Chinò <---Chisone <---Chissa <---Chissà <---Chiuse 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Riuniti <---Edmonton <---Egidio a Mon <---Eigenschaften <---Elena Pappacena <---Eliseo Chénoz <---Elixir Coca <---Elémire Zolla <---Emike <---Emilka <---Ende <---Enrico Camagna <---Enrico Fulchignoni <---Enrico Maria <---Entro <---Entrò <---Epinal <---Erricuccio <---Esposizione Coloniale <---Espérandieu <---Estetica <---Evaristo Grange <---Ezio FRANCESCHINI <---Ezio Franceschini <---F.F. <---Facciamo un bel corteo <---Faffossatrice <---Fammi <---Farinacci <---Febbraio <---Fedone <---Feldgendarmes <---Ferdinando Berthod <---Fermala <---Fermò <---Festa di Avellino <---Feudo <---Feuerbach <---Filippo Bertolli <---Filippo Giusti <---Filippo Turati <---Filippo a Marco <---Filomena da Montefusco <---Filosofia cinese <---Filosofia italiana <---Filosofia teoretica <---Finiamola <---Finita <---Finì <---Fisiologia <---Fissò <---Fiumara Pietro <---Flaubert <---Foggia <---Fortezza di Savona <---Forza del Destino <---Fosse <---Franceschiello <---Francesco Bocchino a Montefusco <---Francesco Polichemi <---Francese <---Francese di Napoli <---Francischiello <---Francoforte sul Meno <---Franz Scholle <---Franzl Reingruber <---Fratelli Karamazov <---Fresnes <---Fronte Rosso <---Frossard <---Frà <---Frédéric Moreau <---Gaetano Salvemini <---Garfagnana <---Gavino Martinetti di Iglesias <---Genealogia <---Gennaro Grandi <---Gestapo <---Gestapo a Urfahr <---Gettò <---Giacomello <---Giacomino Recine <---Giacomo Armoni <---Giacomo Cataldo <---Giacomo Tavella <---Giancarlo Pajetta <---Ginori <---Giorgio Cordopatre <---Giosuè Carducci <---Giovanni Giolitti <---Giovanni Mollica <---Giovanni a Teduccio <---Giscard <---Giudice Istruttore <---Giugliano <---Giulio Armoni <---Giulio Castagna <---Giulio Sacerdote <---Giunti <---Giuoca <---Giuseppe Larussa <---Giuseppe Levantino <---Giuseppe Panetta <---Giuseppe Spinola <---Giustizia <---Giustizia di Camillo Prampolini <---Giù <---Gli Armoni <---Goerliz <---Gonesse <---Gorghi <---Goriot <---Gragnano <---Gramsci sulla Rivoluzione <---Gran Chai 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Guicherdaz <---Litowski <---Livret No <---Lo vendevi si <---Logica <---Lombardia <---Longuet <---Lontanissimo <---Loriot <---Lubecca <---Luciano Pappacena <---Lucio Caracciolo <---Lucrezic Caro <---Luigi Stura <---Luigi XIV <---Luigino Spagnuolo <---Luis Lecouvré <---Luisella Recine Bocchino <--- <---Lìveri <---M.M.S.S. <---Ma Attilio <---Ma Costanza <---Ma Dio <---Ma Marchesi <---Ma Marco <---Ma Teresa <---Ma di Concetto Marchesi <---Ma mi <---Macché <---Made Englis <---Mai Marco <---Maioli <---Malcini <---Maldifassi <---Malepasso <---Mallarmé <---Maltoni <---Mammy di Leontina <---Mamurius Catus <---Mamy <---Mandò <---Manfred Weisz <---Manica <---Manifesto dei comunisti <---Mantello <---Marano <---Marano Luigi <---Marcel Proust <---Marchesi <---Marchesi-Valgimigli <---Marco Minghetti <---Marconi <---Marcò <---Margrete <---Maria Camagna <---Maria a Parete <---Marina Mercantile <---Marinos Anghelos <---Marseille <---Marsiglia <---Martoff <---Marusja <---Masullo <---Mathausen <---Mattia 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di Montefusco <---Pietro Sorrentino <---Pietrogrado <---Pile <---Pilsen <---Pireo <---Pirone <---Pista <---Più Attilio <---Platani <---Players in a Mirror <---Ploetzensee <---Pluck <---Podestà <---Poelchau <---Poelten <---Poetica <---Pomerania <---Porta Rufina <---Porto Nino <---Portogallo <---Poslednata <---Posta Vecchia <---Potete <---Potsdam <---Poul <---Povera Claretta <---Povero Eliseo <---Praga VII <---Prata <---Prata-Pratola <---Pratola <---Pregandolo <---Pregar <---Presidenza <---Presidenza del Consiglio <---Presidenza dell'Associazione Italia <---Presto <---Prigioni Centrali <---Prova <---Provò <---Psicanalisi <---Puntò <---Quaderni <---Quando sei sbronzo sei intelligente <---Queste dice che non contano <---Qui a Messina <---Racine <---Raffaele Petrillo <---Reagì <---Realtà Sovietica <---Recine a Montefusco <---Reggio Emilia <---Repubblica Italiana <---Repubblica dei Soviety <---Resistenza Europea <---Resistenza Italiana <---Resistenza Italiana di R Battaglia <---Rettore 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