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Il segmento testuale Nell'Ajace è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 9Analitici , di cui in selezione 1 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Paolo Bosisio, La rappresentazione dell'«Ajace» e la tecnica teatrale foscoliana in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - marzo - 31 - numero 2

Brano: [...]e non sempre è viva
37 Il numero di scene non è proporzionale alla vivacità dell'azione, come qualcuno vorrebbe, in quanto è appunto in rapporto solo con le entrate e le uscite dei personaggi. Il Tieste è diviso in 24 scene e la Ricciarda in 25: meno numerose della media che, nelle tragedie coeve, supera il numero di 30.
38 Nel Tieste e nella Ricciarda tali scene sono in numero di 3 (rispettivamente: II, 3, III, 3, iv, 4; II, 4, in, 3, Iv, 3). Nell'Ajace il maggior numero di personaggi (sei, contro i quattro del Tieste e i cinque della Ricciarda) e la trama piú debole e confusa comportano un abuso dell'espediente: le scene di congiunzione sono otto (II, 2, 3, 4, 9; ni, 1; Iv, 4, 7; v, 5).
39 « ... L'autore deve nel breve spazio dal principio alla fine della sua azione far nascere tali accidenti che, quantunque naturalissimi e quasi minimi, ridestino quelle antiche passioni, le facciano operare fortemente in que' forti caratteri, e sciolgano pietosamente e terribilmente l'azione » (Epistolario, vol. Iv, p. 215). « ... L'azione e il suo progre[...]

[...]nto piú efficace, sotto quest'aspetto, il pur elementare e scheletrico Tieste, sviluppato su una coerente linea drammatica che conduce all'atroce catastrofe, attraverso una serie di accidenti concreti e conseguenti.
LA RAPPRESENTAZIONE DELL'« AJACE » E LA TECNICA TEATRALE FOSCOLIANA 153
l'alterna tensione che, attraverso crescenti sollecitazioni, dovrebbe fare dell'intreccio tragico un organismo compatto e tutto proiettato verso la catastrofe. Nell'Ajace si trova piuttosto una parvenza d'azione, che azione vera non è: si veda il precipitoso inizio degli atti i e II che sembra gettare lo spettatore nel mezzo di un fatto in pieno svolgimento e che si spegne invece subito dopo (l'espediente è impiegato anche nella Ricciarda, II, 1); si veda il già ricordato frantumarsi del II atto in una serie di entrate e uscite dei personaggi che contribuiscono al movimento piuttosto che all'azione drammatica; si veda, infine, l'artificio della narrazione di fatti e accidenti avvenuti fuori scena che fornisce solo un surrogato del vero dramma (ad esempio cfr. [...]

[...]icologica (Ajace, III, 4); a certi monologhi che ben si prestano a interpretazioni drammaticamente sostenute (ad esempio III, 1;
iv, 8; v, 2); al contrasto fra il lirico delirio di Tecmessa e l'affettuoso, sconsolato eloquio di Ajace, magistralmente condotto attraverso uno scambio di versi spezzatissimi, giocati su parole e sospensioni scenicamente assai efficaci, e una coppia di monologhi suggestivamente disperati (y, 2). Sono assenti, invece, nell'Ajace quei colpi di scena e quel suspense che, pur rifiutati dall'Alfieri, il Foscolo aveva opportunamente adottato nel Tieste (III, 2; Iv, 2;
v, 3) e che, in misura minore, riprenderà nella Ricciarda (1, 4; III, 5). Si tratta — è vero — di artifici, forse poco consoni a un'opera di poesia ma, sotto il profilo teatrale, essi sono assolutamente giustificati dall'esigenza di tener desto l'interesse dello spettatore, coinvolgendolo il piú possibile nel meccanismo dell'azione tragica, cioè a dire in quello scontro di forti passioni in cui lo stesso Foscolo identifica la fonte di ammaestramento morale [...]

[...]i dialoghi è, d'altra parte, verificabile immediatamente anche sotto il profilo quantitativo: in molte scene, infatti, un personaggio predomina assolutamente, pronunciando un numero di versi di gran lunga maggiore rispetto agli altri personaggi, sia pure a parità numerica di battute 43. Nei casi prospettati il dialogo appare una forma imposta dall'esterno alla materia tragica, piuttosto che la sua necessaria realizzazione. Non mancano, tuttavia, nell'Ajace scene in cui il dettato poetico si trasfonde in strutture dialogiche di rigorosa fattura, perfettamente efficienti anche sotto il profilo teatrale. Caratteri e psicologie prendono allora forma e sostanza proprio nel dialogo, nel contrasto e nella reazione delle battute che rispondono veramente a una necessità comunicativa, oltre che poetica (cfr. rii, 4; Iv, 3).
La riscontrata tendenza a fare dei dialoghi catene di brevi monologhi giustapposti, risponde, secondo noi, alla ricerca di una piú ampia e distesa misura espressiva: ciò trova conferma nell'adozione, da parte del Foscolo, del soliloq[...]

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di un linguaggio e di uno stile specificamente teatrali, il Foscolo svolse attente e lucide riflessioni 45: capi la necessità di un linguaggio immediatamente comprensibile da parte del pubblico e forse sentí anche l'esigenza di un dettato piú vicino all'uso del dialogo quotidiano. Nelle sue tragedie, tuttavia, egli volle uno « stile alto e confinante quasi col lirico » 46 e, nell'Ajace in particolare, fu talvolta oscuro nel discorso, involuto e sostenuto, sfruttando largamente le risorse dell'inversione 47.
Come si è detto, il Foscolo seppe fornire ai suoi attori indicazioni preziose e supporti validissimi per un'efficace impostazione recitativa, concentrando l'enfasi nella recitazione, di cui la parola teatrale è uno strumento; talvolta, invece, egli trasferí la carica enfatica nei versi, nella parola stessa, privandola di vigore e fissandola in formule elocutive su cui nulla può la perizia dell'interprete (cfr. Ajace, pp. 113, 119, 120). Rispetto al Tieste, tutto fedele [...]

[...]. Ajace, pp. 113, 119, 120). Rispetto al Tieste, tutto fedele al modello alfieriano, l'Ajace presenta un dettato poetico originale, disteso in volute piú ampie e melodiche, per ritornare all'imitazione dell'Alfieri nei momenti culminanti della tensione drammatica: tale procedimento potrebbe essere la spia di un linguaggio tragico mancato, ondeggiante fra desiderio di autenticità e suggestioni letterarie ancor vive. Non è dubbio, infatti, che già nell'Ajace l'aspirazione a un dettato poetico e scenico personale sia assai forte, pur non realizzandosi, neppure con la Ricciarda, in un linguaggio tragico davvero organico e nuovo.
Per valutare piú equamente l'opera teatrale del Foscolo bisogna, a nostro avviso, pensare anche al contesto in cui essa si inserisce: a fronte di una produzione tragica abbondante quanto squalificata sotto il profilo letterario e scenico quale fu quella sviluppatasi fra il Settecento e l'Ottocento, le tragedie foscoliane testimoniano un impegno culturale, civile e strettamente teatrale di grande rilievo.
Certo la natura d[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Nell'Ajace, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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