Brano: [...]ndo del nuovo equilibrio creato dalla rivoluzione cinese. Le iniziative diplomatiche e militari delle quali la Cina era stata parte fino allora, quali la difesa contra l'attacco militare degli Stati Uniti (a Formosa ed in Corea), l'appoggio alla rivoluzione vietnamita,
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l'agitazione contro il tentativo di creare in Asia una psicosi anticinese del tipo di quella antisovietica creata in Europa e sfociata nella formazione della NATO, avevano avuto per scopo precipuo di ottenere un riconoscimento internazionale, almeno di fatto, dell'esistenza e dell'insapprimibilità della nuova Cina.
Anche l'attività economica e sociale svolta dal regime rivoluzionario cinese all'interno in quegli anni — e non se ne vuole qui sminuire in alcun modo l'essenziale importanza — aveva mirato soprattutto al consolidamento della rivoluzione al potere ed al rafforzamento interno della Cina sulle basi della « Nuova democrazia » e cioè della latta contro i residui feudali e contro le infiltrazioni e le minacce esterne. In questo senso avevano op[...]
[...] fenomeni che esigono un'analisi particolareggiata: comunque é possibile, anche solo in linea generale, indicare come i problemi dello sviluppo e dell'industrializzazione, le trasformazioni interne della società e la direzione da dare ad esse siano oggi il problema principale per la Cina e come il gruppo dirigente del paese, che (a differenza dei gruppi piú o meno borghesi che sono" olia testa dei paesi asiatici non comunisti) non si é mai rassegnato ad accettare l'ipotesi che la Cina debba rimanere indefinitamente un paese più o meno ar retrato rispetto alle potenze industriali, abbia avvertito Ta T necessità di affrettare ad ogni costo i tempi del processo di industrializzazione prima che l'avvento di nuove tecniche nel resto del mondo renda per la Cina incolmabile il divario dei livelli di produzione industriale pro capite con i paesi industrializzati.
Il trasferimento della priorità degli interessi dal campo politicoá qúèlIó ` ëcónömico (anzi allo specifico problema dello sviluppo industriale) non é avvenuto soltanto per coloro che d[...]
[...] naturaTmente prospera) 1a zona éconamicamente_ e politicamente più stagnante di tutta l'Asia, dove gran parte dei~biland— statali órdina— Cedé Ii aiuti americani) viene inghiottita dalle spese militari, precludendo ogni possibilità di sviluppo economico.
Anche partendo dal punto di vista statunitense, l'alleanza si é quindi rivelata un fallimento, perché ha un'efficienza militare nulla (mancando dell'apparato militare che, nonostante tutto, il NATO ha e non essendo sostenuta da un potenziale industriale e produttivo quale quello dei paesi europei), non ha creato un nuovo e più efficiente equilibrio sociale nei paesi interessati necessario per costituire il sostegno stabile di un eventuale sforzo militare ed ha anzi bloccato quelle riforme di struttura, la riforma agraria soprattutto, che gli americani stessi erano in teoria propensi ad attuare (ritenendole un necessario passo per togliere le basi all'azione rivoluzionaria) ma che non hanno poi potuto sostenere per il timore di alienarsi l'appoggio delle uniche classi loro favorevoli e d[...]
[...]o. Ma ancor più profondo é lo sfaldamento del regime politico pakistano: nel Pakistan la mancata trasformazione democratica del paese su linee parallele á quella dell'India ha portato al potere una casta legata ai più retrivi interessi terrieri, presentati come un baluardo a difesa della religione islamica e come un elemento a favore della politica occidentale, Negli ultimi mesi tuttavia l'aumento delle difficoltà politiche ed economiche ha scatenato in tutti i gruppi politici un'ondata di risentimenti antioccidentali, tanto che ormai. é stata formulata dal primo ministro stesso l'ipotesi di un «rovesciamento delle alleanze » del Pakistan qualore gli Stati Uniti non aumentassero il prezzo della fedeltà dell'alleato.
In queste condizioni la funzione del SEATO e la sua efficienza quale strumento della politica anticomunista degli Stati Uniti risultano grandemente indebolite e ciò rende una revisione della politica di Washington ancor più indispensabile di quanto lo fosse all'epoca di Bandung, quando la tesi statunitense della « difesa coll[...]
[...]uello di potenziare il neutralismo asiatico (che é un fatto ormai acquisito, almeno nella zona più vitale dell'Asia sudorientale), bensì di gettare le basi per una fascia neutrale in Europa o comunque di creare soluzioni di tipo nuovo nelle aree dove i due blocchi sono a contatto o dove esistono particolari ragioni di tensione. Ciò non implica un giudizio negativo per il neutralismo asiatico, né come fenomeno storico (essenziale nell'aver determinato l'attuale atmosfera internazionale e nell'aver impedito
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il precipitare della guerra fredda), né come forza politica tuttora valida e consolidata nella propria area, anche se non più nuova e tale da attirare attenzione e polemiche.
In particolare é necessario precisare che il nuovo carattere economico dato al neutralismo dell'ingresso dell'URSS nella gara con gli Stati Uniti per lo sviluppo delle aere depresse non ha affatto modificato i principi base della politica dei neutrali asiatici (come é stato affermato da alcuni osservatori statunitensi), bensì li ha confermati. [...]
[...]dei paesi arretrati », se invece gli Stati Uniti daranno il loro aiuto essi favoriranno di fatto il processo di indipendenza economica dei paesi asiatici. L'altra soluzione, quella cioè di dare bensì l'aiuto ma di condizionarlo a legami politici ed economici è stata ed é tuttora tentata dagli Stati Uniti in alcuni paesi a loro vincolati da alleanze militari,
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ma i risultati economici sono stati tali da escludere, come si é accenato sopra, questi paesi stessi dal reale movimento di sviluppo.
Resta inoltre il fatto che gli Stati ad organizzazione socialista sono in grado, per la loro propria esperienza in materia e per la loro struttura sociale particolare, di dare ai paesi arretrati un tipo di aiuto che mai i paesi ad iniziativa privata ed a carattere capitalistico potranno dare: non si tratta soltanto della disponibilità di materiali e di uomini che nell'organizzazione centralizzata delle economie di tipo socialista può più facilmente e rapidamente essere orientata in modo da sopperire alle esigenze dei vari paesi sott[...]
[...]so si sia resa conto da tempo che la pianificazione e l'industrializzazione implicherebbero un costo umano e, ad un tempo, una serie di trasforma
CONSIDERAZIONI SULLA NUOVA FASE DELLA. POLITICA ASIATICA 41
zioni sociali assai maggiori di quelle che la borghesia indiana è disposta ad accettare e tollerare, e che quindi si attendesse l'attacco del quale ora è fatta oggetto da destra. Comunque essa ha inteso come il successo del piano sia condizionato ad una larga mobilitazione delle masse e come quest'ultima sia possibile soltanto se le masse stesse sentono che il patrimonio creato con il gravoso sforzo collettivo viene destinato ad un beneficio del pari collettivo e non corre il rischio di essere monopolizzato, ora o nel caso di un'involuzione di destra, da un gruppo ristretto di proprietari terrieri, burocrati o capitalisti privati.
Proprio in questo punto sta il maggiore scoglio per la politica progressiva del Congresso, perché nelle campagne indiane, dove vivono i quattro quinti della popolazione, non é ancora avvenuta quella rottura che recide definitivamente i legami con il vecchio mondo semifeudale del proprietario, dell'usuraio e dell'esattore: non solo non é stata attuata in India una riforma agraria che sop[...]
[...]o programma e di inserirsi nel processo storico attuale dell'India come una forza che partecipi dall'interno alla dialettica democratica del paese.
La trasformazione del peso e delle posizioni dei comunisti indiani é stata uno degli sviluppi più importanti e meno notati verificatisi da Bandung in poi. Tre anni fa la maggioranza degli osservatori occidentali riteneva che il partito comunista in India fosse un fattore completamente superato, eliminato dal gioco per il semplice fatto che Pechino e Mosca avevano dimostrato di essere disposte a riconoscere la funzione positiva di Nehru e ad appoggiare la sua politica senza porre condizioni di ordine interno. Indubbiamente la storia del partito comunista indiano é stata delle più agitate ed incerte e, nei primi anni susseguenti all'indipendenza, la lotta estremista contro il regime di Nehru
e la tattica insurrezionale (delle quali non si saprebbe dire facilmente se sia stata ispiratrice una generale linea politica adottata da tutti i partiti comunisti asiatici o piuttosto un'incauta adesione [...]