Brano: [...]rna e il centralismo democratico (come metodi reali e non solo verbalmente affermati) dovevano svolgere nella vita del partito, come prima condizione per far emergere una giusta linea rivoluzionaria.
È significativo il fatto che le posizioni dei « tre >» coincidevano, a loro insaputa e come si sarebbe venuto a sapere solo molti anni dopo, con i giudizi espressi da Gramsci (carcerato in Italia dal 1926): « Che incoraggiamento sarebbe stato per noi — scriverà Leonetti — sapere che anch’egli si opponeva alla linea del socialfascismo e concordava con posizioni nostre e di Trotzkij riguardo alla Costituente, al periodo di transizione dal fascismo alla lotta per il potere operaio! »
Elementi di continuità « gramsciana » si potevano rilevare nel tema della « rivoluzione permanente » applicata alla specifica situazione italiana, in quello del « fronte unico proletario » (ben diverso dal blocco indifferenziato con forze borghesi, come si avrà nella politica dei « fronti popolari » e, più tardi, in quella dei C.L.N. in Italia), in quel
lo[...]
[...]permanente » applicata alla specifica situazione italiana, in quello del « fronte unico proletario » (ben diverso dal blocco indifferenziato con forze borghesi, come si avrà nella politica dei « fronti popolari » e, più tardi, in quella dei C.L.N. in Italia), in quel
lo della corretta valutazione del riformismo e della necessità di « far
ci i conti » in una inevitabile fase « transitoria » della rivoluzione. Da qui la parola d'ordine della N.O.I. di condurre in Italia la lotta per una « Assemblea costituente eletta con suffragio universale uguale, diretto e segreto, esteso a tutti i cittadini di ambo i sessi a partire dai 18 anni ». Il valore indubbio e quasi profetico di queste indicazioni, insieme al ripetuto monito di Trotzkij riguardo alla guerra che sarebbe stata scatenata dalla Germania nazista contro l’U.R.S.S. dopo la sconfitta del movimento operaio tedesco, indicazioni che apparivano quale coerente sviluppo del pensiero leniniano (e, per l’Italia, delle tesi gramsciane di Lione), trovava però il suo limite nella ottimistica s[...]
[...]aall’interno. Nello stesso tempo, apparve l’urgente necessità di un estremo anche se disperato tentativo di recuperare ciò che restava del movimento operaio rivoluzionario in ogni paese. Nel luglio 1937 Trotzkij scrisse un famoso articolo (« È necessario costruire nuovi partiti co
munisti e una nuova internazionale ») per esortare le diverse « frazioni » operanti nei vecchi partiti comunisti ad assumere specifica e autonoma organizzazione. La N.O.I., ritenendo conclusa l’esperienza iniziata nel 1930, decise di chiamarsi Sezione Italiana della Lega Comunista Internazionalista. Cessate le pubblicazioni del Bollettino, nell'aprile 1934 cercò di lanciare il periodico La Verità, omologo della rivista francese La Verité che già usciva da anni. L’organo nacque essenzialmente dalla collaborazione di Leonetti, Tresso e Pia Carena, ma ne furono pubblicati due soli numeri.
I comunisti della N.O.I. continuarono a operare nelle file del nuovo movimento trotzkista per qualche anno, e Alfonso Leonetti con funzioni di rilievo, quale membro del Segretariato Internazionale. Ma la loro inconsistenza organizzativa, la mancanza di mezzi finanziari, il non essere riusciti a rompere l’isolamento cui li aveva condannati il P.C.I. negli ambienti dell’emigrazione antifascista (fino a forme di aperta e violenta persecuzione, che arriveranno nel ’34 all'assassinio di Trotzkij, ordinato da Stalin), l'apparente iniziale successo dei Fronti popolari, le trasformazioni intervenute nella situazione europea [...]