Brano: Protocolli di Sion
le proposte del C.L.N.A.I.: il Proclama Alexander (v.) precedette di un giorno l’arrivo della missione al Sud, ma l’appoggio logistico alla Resistenza tendeva a rimanere entro i limiti già stabiliti.
Inoltre, dietro suggerimento di Macmillan, Maitland Wilson insistette per separare completamente le considerazioni dette « militari » da quelle chiamate « politiche ». Contro l’allarme del Foreign Office londinese, che premeva per un accordo triangolare, a Caserta si insistette per due accordi bilaterali separati.
Infine era previsto un aiuto finanziario al C.LN.A.L, condizionato alla situazione militare e comunque d[...]
[...]a dell'accordo. Egli scriverà: « Siamo più perplessi che emozionati. Il testo non ci soddisfa molto. È il risultato di molteplici trattative, ripulse, insistenze e ostinate e tortuose resistenze di qualche ufficio del Comando generale alleato ».
Le ripercussioni
Una volta conosciuti al Nord, i Protocolli di Roma suscitarono un vivace dibattito, soprattutto in vista del successivo accordo, di estrema vaghezza, fra il Governo Bonomi e il C.L.N.A.I., accordo che, tra l'altro, conteneva una dichiarazione del Governo italiano come « successore del governo che firmò le condizioni di armistizio ».
In contrasto con l’apprezzamento e la comprensione dimostrati dagli altri partiti per il lavoro compiuto dai delegati al Sud, i rappresentanti del P.S.I. (Sandro Pertini e Giorgio Marzola) denunciarono il presunto « asservimento del C.L.N.A.L alla polizia britannica » e rifiutarono di riconoscere gli impegni firmati. La pole
mica confluì successivamente nella più ampia discussione sul futuro dei C.L.N. come sistema di governo democratico. In [...]
[...]cere gli impegni firmati. La pole
mica confluì successivamente nella più ampia discussione sul futuro dei C.L.N. come sistema di governo democratico. In essenza, l’accordo del 7 dicembre conteneva:
1. Un riconoscimento de facto della centralità del C.L.N.A.L e del C.V.L. nella lotta di liberazione.
2. Un’accettazione da parte del C.L.N.A.L dell'esclusivo ruolo di comando del comandante supremo alleato.
3. Un impegno da parte del C.L. N.A.I. di orientare le sue azioni nella direzione della difesa delle risorse economiche del Nord.
4. Un impegno da parte del C.L.N.A.L di trasferire la propria autorità in ogni campo al Governo militare alleato subito dopo 'la Liberazione, e di mettere i partigiani del C.V.L. agli ordini del comandante supremo alleato.
5. Il riconoscimento, da parte del
C.L.N.A.L, della necessità di disarmare le forze della Resistenza subito dopo la Liberazione.
6. L’offerta di una precisa somma, come aiuto finanziario da parte alleata.
7. La conferma dell’autorità delle Missioni alleate presso le for[...]
[...]esso le forze della Resistenza.
Nei mesi che intervennero fra la firma dei protocolli e la liberazione del Nord, non si presentarono situazioni o avvenimenti tali da metterne in dubbio l’applicabilità. Di conseguenza, la base politica e giuridica dell’azione delle Forze alleate, al momento della Liberazione, consistette interamente nei provvedimenti previsti dai protocolli. Altrettanto si può dire per quanto riguarda il comportamento del C.L. N.A.I. e del C.V.L..
D.W.E.
Protocolli di Sion
Protocolli dei Saggi Anziani di Sion. Falso letterario usato, a partire dal secolo scorso, nella propaganda antisemita (v. Ebrei).
Il testo, di circa 200 pagine, è diviso in 24 capitoli (o conferenze), nei quali si immagina che un membro del « governo segreto ebraico » composto dagli Anziani di Sion spieghi il piano per assicurare agli ebrei il dominio mondiale. II contenuto si articola intorno a tre temi fondamentali: critica del sistema democraticoliberale; esposizione del metodo o piano dazione ritenuto necessario agli ebrei per la conqui[...]